venerdì 25 luglio 2025

SPORT. La rinascita di Simone Muratore

 



FONTE: "Bergamo salute" luglio/agosto 2025.
Articolo: "Quando avevo il tumore, l'Atalanta mi è stata vicino"  di CLAUDIO GUALDI.

La rinascita di Simone Muratore: acquistato dalla Dea per 7 milioni nel 2020, un neurocitoma gli ha cambiato la vita. Oggi è collaboratore tecnico nelle giovanili della Juventus.

La storia di Simone Muratore è il racconto di una promessa interrotta, ma anche di una costante rinascita. Da talento di campo a educatore: un “secondo tempo” in cui il cuore e lo spirito hanno giocato una partita vincente. Ma partiamo dall’inizio: nel giugno 2020, l’Atalanta rompe gli indugi e punta su Muratore, giovane centrocampista classe 1998, prelevandolo dalla Juventus. L’affare vale circa 7 milioni di euro: viene tanta fiducia dai nerazzurri verso un ragazzo fisico, duttile, reduce dall’esordio in Champions con la Juventus di Maurizio Sarri. Un investimento importante, vero, soprattutto per un talento che non aveva ancora consolidato un ruolo stabile in prima squadra.

La Dea, notoriamente esperta nel valorizzare i giovani, sembrava il contesto giusto per la sua crescita. Gasperini, già maestro nel trasformare prospetti in giocatori affermati, avrebbe potuto guidare Muratore verso il definitivo salto di qualità. Dopo l’approdo bergamasco, Muratore non trova spazio in prima squadra: parte in prestito alla Reggiana (Serie B) con 25 presenze e 2 gol. La stagione successiva, agosto 2021, è in Portogallo al Tondela, ma le presenze sono limitate (2 partite). È proprio in quei mesi che iniziano i primi segnali d’allarme: forti mal di testa, spossatezza. Una tac rivela la presenza di un neurocitoma benigno al ventricolo sinistro: un tumore al cervello che cambia radicalmente le traiettorie della carriera.

Il 14 dicembre 2021 l’intervento al Besta di Milano dura circa 12 ore: «Uno shock, il pensiero era “chissà se lo porto a casa”», racconta la madre. Al suo risveglio, la paralisi: non riesce né a parlare né a muovere la metà destra del corpo, e neanche l’occhio destro funziona bene. Inizia un percorso di riabilitazione quotidiano: fisioterapia, logopedia, esercizi di lettura e scrittura. Il padre e l’amica testimoniano progressi lenti: «Dopo 20 giorni lo vidi correre nel cortile di casa». Nonostante le difficoltà, Muratore non si arrende. Torna ad allenarsi da svincolato negli impianti di Vinovo, sfruttati grazie al supporto della Juventus, che non l’ha mai lasciato solo. Tuttavia, il campo è diverso: «Mi sono reso conto che non sarei mai tornato ai miei livelli. Non potevo accontentarmi di meno», ha ammesso. In quel momento, decide di capovolgere la sua prospettiva: il calcio non da giocatore, ma tramite l’insegnamento.

A dicembre 2024, a soli 26 anni, annuncia il ritiro dal calcio giocato e la Juventus formalizza il suo nuovo ruolo come collaboratore tecnico nelle giovanili, con focus sull’Under 14. È un grande segno di fiducia: la società lo riaccoglie non solo come ex promessa, ma come risorsa umana e professionale. Oggi affianca Simone Loria, durante campionati e tornei come l’Umag Trophy 2025, aiutando gli Under 14 a crescere sul campo e nel carattere. Il 24 aprile 2025 debutta su Dazn “Secondo Tempo - La storia di Simone Muratore”, un docu-biopic prodotto da Juventus Creator Lab. Il titolo è un chiaro simbolo: la vita ha fermato il primo, ma il secondo deve ancora scorrere. Un viaggio intimo nel vissuto di Muratore, tra famiglia, sacrifici, speranza e un nuovo scopo educativo.

Nell’intervista rilasciata a “Cronache di Spogliatoio”, Muratore ha affidato alla memoria parole dense di franchezza. Ha descritto la dura convivenza con la malattia: «Non sono mai stato abile nello sport, ma da quando ero bambino sognavo di giocare», racconta. E ha raccontato la sua determinazione fino all’ultimo tentativo: «La prima cosa che ho detto a mia madre dopo l’intervento è stata: non voglio più saperne del calcio». Poi, una svolta: il desiderio di ricominciare, non più da passeggero, ma da pilastro morale per i giovani. Lo ha spinto la Juventus con le sue strutture e fondi, lo ha motivato la voglia di trasmettere «umiltà, rispetto, consapevolezza» ai ragazzi. Un pensiero speciale lo rivolge all’Atalanta che, nei momenti più bui, non si è tirata indietro: «Una società seria che mi ha sempre trattato bene. Li ringrazierò sempre».

Attualmente, Simone Muratore è una figura fissa nello staff tecnico dell’Under 14 bianconero, ma i suoi obiettivi vanno oltre: «Il mio sogno ora è diventare allenatore di una prima squadra. Se un giorno sarà la Juventus, sarebbe il massimo». Ha scelto una nuova carriera in panchina, ma con la stessa intensità e ambizione che lo spingevano in campo. 


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