giovedì 21 marzo 2019

FAMIGLIA. Intimità tra genitori

FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" settembre 2018.
Articolo: "Diritto all'intimità" di DANIELE NOVARA, pedagogista.

Troppo genitori alla nascita dei figli smettono di essere coppia e diventano semplicemente papà e mamma.
Tutto finisce col ruotare attorno ai piccoli. Si immedesimano a tal punto nella loro vita che perdono ogni momento di intimità esclusiva.
Sembra mancare proprio lo spazio per fare qualcosa da soli. Non riescono più a uscire o a fare un weekend in due, perché devono esserci sempre.
A poco a poco la coppia non si riconosce più. Anche la sessualità subisce le conseguenze: il lettone è stato letteralmente occupato dai figli!
E' scomparsa ogni privacy anche all'interno della casa, perfino il bagno viene condiviso. I figli diventano sempre più esigenti e pretendono anche che i genitori guardino i cartoni animati. Il poco tempo che resta non viene dedicato alla coppia, ma a giocare con loro. 
Ma fa bene tutto ciò ai figli?
Direi di no! Hanno bisogno di genitori che attraversino la loro esperienza sentimentale come qualcosa di positivo da trasmettere e testimoniare. Non sto parlando dei genitori separati, sto parlando della coppia sotto lo stesso tetto, che ha diritto e bisogno di guardarsi negli occhi, di riconoscersi e vivere una storia d'amore.
Come fare?
Occorre prendersi con regolarità un momento tutto per sé lasciando i figli ai nonni, alla tata, alla baby sitter.
Si può andare a cena, al cinema, a una mostra, a fare una passeggiata.
Ritagliarsi il tempo necessario alla manutenzione del proprio rapporto di coppia senza lasciarlo al caso, senza lasciare che la routine familiare affondi la costruzione della vita coniugale.
E' necessario che i genitori sappiano fare gioco di squadra non solo in funzione dei compiti educativi, ma anche dal punto di vista sentimentale, preservando spazi preziosi dedicati unicamente alla coppia.

DON CAMILLO. Liturgie laiche




FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

LITURGIE LAICHE

Liturgia: parola che deriva dal greco "popolo", "azione", significa perciò "azione di popolo".
Il termine liturgia è stato preso in proprio dalla religione per indicare i vari riti e le celebrazioni, ma non è ne originariamente ne esclusivamente un termine religioso (come il termine chiesa d'altra parte).
Anche oggi possiamo usarlo per indicare una svariata molteplicità di manifestazioni prettamente laiche.
Penso ad esempio alle manifestazioni che si concretizzano nei cortei o che si localizzano negli stadi o nei raduni dei concerti.....
Sono tutte forme di liturgia laica che hanno affinità con quella religiosa (naturalmente fatte le dovute differenze sopratutto di contenuti). Gli elementi comuni a tutte sono, ad esempio, l'assemblea (radunarsi insieme); la coralità (che scandisce lo slogan o canti); i simboli di riconoscimento ad una "fonte" di attrazione (la partita di calcio, piuttosto che l'oratore o la guida che offre gli impulsi...).
Però, penso tra me e me, che c'è differenza tra la liturgia laica e quella religiosa.
Si consideri la liturgia dello stadio di un concerto: devi pagare il biglietto d'ingresso (e non è poco); sei per lo più all'aperto ed esposto alle intemperie e comunque, nel migliore dei casi al freddo; dura una cifra (anche 2 ore o più); devi affrontare anche un viaggio non sempre breve con il problema dei mezzi pubblici o del parcheggio se si va con mezzi propri; per 2 ore di spettacolo devi investirne almeno 4 se non di più....
Per la liturgia sacra, invece, se consideri ad esempio la Santa Messa: l'ingresso è gratuito (tutt'al più spendi qualche centesimo di elemosina); sei in un luogo coperto e riscaldato; dura al massimo un ora; non devi fare lunghi viaggi per entrare  perché la chiesa è in paese....
Eppure la liturgia laica raccoglie nello stesso luogo decine di migliaia di "fans" che provengono da ogni parte; la liturgia sacra poche centinaia che provengono da un territorio ristretto (perché se la chiesa è un po' più lontana non si va. Nella liturgia laica una coralità e un coinvolgimento contagioso che sa smuoverti anche se non lo vuoi; nella liturgia sacra spesso c'è una freddezza che rende tristi....
Perché questa differenza? Da che cosa dipende? 
L'altro giorno mi sono fatto questa domanda ad alta voce. Chi mi stava vicino mi ha risposto: "la differenza sta nel tifo!"
Chi tifa una squadra si sente coinvolto in prima persona nelle vicende che la interessano.
Ma allora, mi domando (questa volta solo con il pensiero per non rischiare di ricevere risposte che mi scombussolano), se il tifo nella liturgia laica è il corrispettivo della Fede nella liturgia sacra, vuol dire che manca la Fede anche in chi è presente nella liturgia?

                                        don Camillo


mercoledì 13 marzo 2019

VIVERE INSIEME. In nome del popolo


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" febbraio 2019.
Articolo: "In nome del popolo" di FULVIO SCAPARRO.

Si moltiplicano in modo vertiginoso i fatti che dimostrano quanto sia fondata la locuzione latina senatores boni viri, senatus mala bestia, i senatori sono brave persone, il senato una bestia cattiva.
Non mi riferisco di certo soltanto al Parlamento che non manca di sfornare esempi che confermano la bontà dell'antica e troppo trascurata saggezza dei nostri avi. Non c'è luogo in cui si riuniscano più persone, dallo stadio alle piazze, dalle assemblee di vario tipo ai luoghi di lavoro e perfino a quelli di culto, che non corra il rischio di partorire un capopopolo che strumentalizzi il suo ascendente per orientare il gruppo o la massa nella direzione da lui desiderata.
Sa bene, il capopopolo, che la debolezza del singolo nel reclamare il riconoscimento dei propri diritti si trasforma in forza nel momento in cui è sostenuta da un gruppo che si trova nelle medesime condizioni. Di per sé questo non è un male, perché ha permesso a tanti di noi di farci ascoltare e di ottenere conquiste che da soli non avremmo mai ottenuto.
La  e faccia negativa è quella che ci troviamo davanti tanto spesso quando il gruppo o "le masse" sono guidate da chi approfitta del potere che gli è stato affidato, dei mezzi tecnologici e dei mezzi di informazione di cui dispone o del proprio carisma, per sfruttare l'insoddisfazione e il malessere del singolo trasformandola in rabbia cieca e distruttiva di gruppo. Questa manipolazione ha effetti disastrosi, perché altro non è che uno sfogo violento che non trasforma in senso positivo le relazioni, ma getta le basi di nuove ingiustizie.
L'avevano ben capito i movimenti nonviolenti che concepivano la lotta, ogni lotta, come ahimsa che in sanscrito significa "assenza del desiderio di nuocere o uccidere". Quindi opposizione, resistenza, disobbedienza civile contro le malefatte del potere, ma mai violenza. Ci vuole coraggio, determinazione e convinzione profonda per praticare la nonviolenza e accettarne le pesanti conseguenze personali. Molto più facile è unirsi per spaccare tutto, guidati da personaggi che versano benzina sul fuoco per fini personali o di partito.
Il "popolo" è un'astrazione che viene spesso glorificata nella versione vox populi vox Dei o disprezzata nella versione "popolo bue", a seconda degli umori e delle convenienze.
Chi parla in nome del popolo mi preoccupa. Le peggiori nefandezze sono state perpetrate, infatti, proprio "in nome del popolo". Resto dell'idea che una democrazia vicina alle persone e il continuo ricambio del potere affidato alle urne sia quanto di meglio il pensiero politico umano abbia espresso. Ma ogni democrazia è fragile e sta a tutti noi proteggerla, ogni giorno e in ogni circostanza, da chi l'attacca nelle sue stesse basi che, per l'Italia, sono ben riassunte nella nostra Costituzione.


SCUOLA. Le telecamere nelle scuole?


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" dicembre 2018.
Articolo: "Meglio i nidi senza telecamere" di DANIELE NOVARA, pedagogista.

Il Parlamento vuole a tutti i costi approvare una legge che introduca la possibilità di collocare telecamere nei nidi e nelle scuole dell'infanzia per sorvegliare e fare arrestare le maestre che eventualmente maltrattano i bambini.
Che vantaggi hanno le famiglie nel mandare i propri figli in un centro educativo video sorvegliato?
Nessuno. Anzi. La qualità delle educatrici non può farla una telecamera che verifica soltanto i comportamenti e non la qualità della formazione pedagogica.
Non ha senso disporre un deterrente a valle. Ha senso che i genitori mandino i propri figli presso istituzioni educative sicure sul piano della professionalità del personale.
Viceversa, la collocazione delle telecamere conferma che gli stessi responsabili nutrono riserve riguardo le operatrici.
Da 0 a 6 anni i bambini sono all'apice della fragilità e della dipendenza dagli adulti. Hanno diritto a un accudimento educativo rispettoso e in grado di sviluppare tutte le loro risorse.
Così piccoli sembrano facili da gestire e chiunque si ritiene in grado di improvvisarsi tata, educatrice, baby sitter, assistente di comunità e quant'altro. 
In realtà è il momento più importante della vita dove si forma più del 90 per cento della personalità e degli automatismi comportamentali. Essere educati dalle persone giuste fa la differenza, dando ai bambini la libertà di scoprire il mondo e vivere la loro vita.
Una cattiva scuola resta tale anche con le telecamere. Occorre battersi per una scuola migliore, con insegnanti preparati, piuttosto che aspettare al varco i loro eventuali errori.
Se un bambino viene maltrattato dalle maestre, ormai il danno è fatto. Meglio investire su una scuola di autentica qualità pedagogica piuttosto che su una scuola con le telecamere.

ALIMENTI. Il mercurio nel pesce


FONTE: //www.issalute.it/ sito sviluppato e gestito dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Tutto il pesce è pieno di mercurio     FALSO  

Il rischio di riscontrare livelli di mercurio tali da costituire un pericolo per l'organismo esiste solo per alcune specie di pesce e per alcune categorie di consumatori.
In Italia, comunque, l'importazione ed il commercio di prodotti di origine animale sono sottoposti a rigidi controlli.

Il contenuto di mercurio nel pesce cambia a seconda della specie: i pesci predatori di grossa taglia, come pesce spada e tonno, sono più facilmente contaminati da mercurio rispetto ai pesci più piccoli.
Alte concentrazioni di mercurio nell'organismo possono risultare tossiche per il sistema nervoso dei bambini e durante l'età fetale. Soprattutto per alcune categorie di consumatori, come bambini, donne in età fertile, donne in gravidanza e durante l'allattamento, l'autorità europea per la sicurezza alimentare (European Food Safety Authority, EFSA) consiglia di consumare pesce 2-3 volte a settimana, variandone le specie e limitando il consumo di quelle che potrebbero avere un maggiore contenuto di metilmercurio, come i grossi predatori (squali, pesce spada, luccio, tonno e nasello.
I livelli di mercurio negli alimenti sono stabiliti dal Regolamento CE n. 1881/2006 e rigidi controlli vengono effettuati alla frontiera e durante tutte le fasi che precedono la commercializzazione.
Il controllo dei prodotti ittici all'importazione viene effettuato presso i Posti di Ispezione Frontaliera del Ministero della Salute mentre, per gli scambi intracomunitari, gli uffici del Ministero dispongono l'esecuzione del controllo a destino da parte delle Aziende Locali-Asl.
Nel 2014, sono stati effettuati 11.178 campioni su prodotti ittici e molluschi per la ricerca di metalli pesanti, di questi solo 59 sono risultati irregolari e hanno comportato il ritiro dal mercato.
In virtù delle sue proprietà nutritive, è svantaggioso/esagerato eliminare totalmente il pesce dalla propria dieta per il timore di assumere mercurio: il pesce, infatti, è ricco di proteine facilmente digeribili ed è, inoltre, fonte di vitamine del gruppo B, D e A e di acidi grassi omega 3 con benefici effetti sul cuore.
E' importante perciò non privarsene a tavola, ma imparare a consumarlo variando il più possibile le specie e le tipologie di pesce.


mercoledì 6 marzo 2019

RIFLESSIONI. La pace necessaria


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" gennaio 2019.
Articolo: "La pace necessaria" di G. CARLO BREGANTINI Arcivescovo di Campobasso-Bojano.

Ho vissuto un'esperienza commovente, nella notte di Capodanno, per iniziare l'anno nuovo nel segno della pace.
Abbiamo scelto di metterci sotto la grande campana della pace di Rovereto, realizzata con il bronzo fuso dei cannoni delle nazioni partecipanti alla prima guerra mondiale. Una sede più eloquente di altre, per far memoria, nella preghiera, della fine di quella inutile strage.
Milioni di morti, che non  produssero, poi, nemmeno una nuova coscienza di pace. Anzi! Le durissime condizioni poste nell'armistizio, specie contro la Germania, furono i bacilli che produssero il veleno per la seconda guerra mondiale, a soli vent'anni di distanza. Un secolo di guerre.
Anche oggi, la riflessione sulla pace è sempre più necessaria. Siamo di fronte a una terza guerra mondiale, spezzettata in diversi continenti, suddivisa in aree geografiche contrapposte.
Pe questo il Papa, ancora una volta, ci ha dato una parola chiara, nel suo messaggio del primo gennaio per la Giornata mondiale della pace: "La buona politica come fonte della pace".
E' necessario procedere per gradi. 
Prima di tutto, occorre comprendere che non esiste una guerra giusta! Per questo mi sono indignato, in visita pastorale a un paese della mia diocesi, quando sul monumento ai caduti ho visto scritto Onore a chi è caduto combattendo una guerra giusta contro i nostri nemici. Ho subito oscurato quella parola, utilizzando un nastro adesivo a portata di mano, perché i ragazzi comprendessero la stupidità di quella scritta.
Già papa Giovanni aveva ironizzato su questa espressione quando, nella famosa Enciclica Pacem in terris, usò una sferzante valutazione. Con una colorita espressione latina affermò: Quare aetate hac nostra, quae vi atomica gloriatur, alienum est a ratione, bellum iam aptum essere ad violata iura sarcienda. Cioé: è pazzesco pensare che, in un mondo che possiede le armi atomiche, la guerra possa essere uno strumento di pacificazione, per sanare le contese. E' una pazzia pensare che la guerra sia strumento di pacificazione! 
Tanta strada si è fatta da quella riflessione. Le coscienze si sono mobilitate. E, ogni anno, le marce di Capodanno ne sono l'esempio eloquente.
Come la preghiera fatta ai piedi di Maria dolens, l'enorme campana di Rovereto, che invia i suoi dolenti rintocchi in tutta la vallata, per raggiungere il mondo intero.
In essa sono i cannoni di tutte le nazioni che rimbombano. Per ammonire. E per dire alle nuove generazioni che il nazionalismo, la difesa dei propri interessi egoistici, portano soltanto chiusura e morte.
Ecco poerché decisivo è il superamento delle frontiere. Allargarle, non restringerle, come sta invece avvenendo ora in Gran Bretagna, il nazionalismo è il virus della guerra. Le frontiere rialzate porteranno sempre  fame, paura, stanchezza. La Brexit ne è il segno, negativo, eloquente!
Proprio come diceva don Mazzolari, cappellano militare nella prima guerra mondiale.
Parte sicuro, certo di servire la Patria. Quel sacerdote vive la guerra con tutte le sue atrocità, nel fango delle trincee. Sperimenta i fallimenti, le contraddiziioni attorno aalla parola "Patria". E torna, torna stanco e deluso. Ma anche convintissimo che la guerra è solo atrocità. Non gioia. E scrive, sul concetto di nazionalismo, questa riflessione: "Dove ci sono troppo soldi in poche mani, dove i più furbi, se non i più intelligenti, decidono le cose di tutti, dove i più forti piegano le cose comuni a proprio vantaggio, dove i primi non sentono gli ultimi, in quel Paese non c'è libertà!".
E' proprio il rischio che vive la nostra nazione italiana, in questo triste momento politico. Dove i primi non sentono gli ultimi, i più forti piegano le cose comuni a loro vantaggio e ci sono troppi soldi in poche mani.

DON CAMILLO. Incontro per genitori



FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

INCONTRO PER GENITORI....UN'OPPORTUNITA'
(LETTERA APERTA AI GENITORI)

Tutte le settimane ho programmato un incontro con Voi genitori dei ragazzi iscritti alla catechesi. Ho pensato di incontrarvi divisi classe per classe per un totale di 4 volte per ogni classe nel corso dell'anno catechistico.
Si tratta per me di un momento importante, sia perché mi permette di approfondire alcuni temi di Fede con Voi che siete i primi responsabili della crescita Cristiana dei vostri figli, sia perché possiamo entrare maggiormente in sintonia riguardo al metodo e ai contenuti educativi che ci competono.
Sono convinto, infatti, che non si può essere educatori da soli in una società come è quella di oggi così aperta agli stimoli e alle provocazioni più disparate. E' importante avere un riferimento educativo unitario che parli e agisca in modo coerente, stabile e univoco, per evitare di creare nei ragazzi confusione, insicurezza, dispersione, sfiducia....
La mia ambizione è che questi incontri vengono considerati importanti anche da Voi e per Voi.
Non sono tenuti da specialisti, ma da gente comune come me, come Voi, che magari non siamo aggiornati sulle tecniche pedagogiche dell'ultimo grido, ma siamo appassionati dalle vicende quotidiane dei nostri ragazzi e dalla volontà di decifrarle per dare a loro gli impulsi e le risposte più adeguate.
Si tratta di opportunità che ci offriamo a vicenda. Io, fino a quando ci sarà anche solo 1 genitore che ci crede e partecipa, ci sarò.
Non faccio altra pubblicità che questo messaggio scritto che si collega al calendario già distribuito con la scheda di iscrizione alla catechesi e al promemoria settimanale scritto su "LA TORRE CAMPANARIA".

                                          don Camillo



FILM. Come ti divento bella


FONTE: Mymovies.it di PAOLA CASELLA.

Come ti divento bella (2018)
Amy Schumer cammina con allegria lungo il filo che separa il comico dal patetico in una storia che si dipana con una certa grazia.

Un film di Abby Kohn, Marc Silverstein con Amy Schumer, Michelle Williams, Ton Hopper, Rory Scovel, Adrian Martinez, Emily Ratajkowski, Aidy Bryant, Busy Philipps, Lauren Hutton, Sasheer Zamata.
Genere commedia.

Renée è una trentenne newyorkese che lavora al sito di un'azienda di cosmetici superglamour dal sottoscala di un appartamento di Chinatown.
Il suo sogno è trasferirsi presso la casa madre dell'azienda, un suntuoso grattacielo di Manhattan, ma Renée ritiene di non essere adeguata al look delle sue colleghe, tutte magre, altissime e bellissime. Lei, al contrario, ha qualche chilo di troppo e non è quello che le riviste patinate identificano come "innegabilmente bella".
Ma quando, in seguito ad un incidente in palestra, Renée vede realizzato il suo sogno di bellezza innegabile, tutte le strade improvvisamente sembrano aprirsi davanti ai suoi occhi.