giovedì 21 febbraio 2019

COMUNE DI ZANDOBBIO. Rinascita cascina Serafina


Sono terminati i lavori di ristrutturazione del 1° intervento sulla cascina Serafina come da post COMUNE DI ZANDOBBIO. La cascina Serafina pubblicato il 22/03/18.

Come risulta dalle foto  la cascina è rinata:













La speranza è che l'Amministrazione comunale prosegua nella sua opera e che magari il sogno di un centro anziani, di una nuova biblioteca, di un museo di attrezzi agricoli o altro diventi realtà in un tempo ragionevole.

                                      Sergio Finazzi

mercoledì 20 febbraio 2019

SALUTE. Più vaccini contemporaneamente fanno male?


FONTE: //www.issalute.it/ sito sviluppato e gestito dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Più vaccini contemporaneamente fanno male?       FALSO 

La somministrazione di vaccini in una sola iniezione viene suggerita al fine di ridurre gli appuntamenti per le sedute vaccinali, lo stress per i bambini e i genitori, il tempo impiegato e quindi le ore perse a lavoro e le possibili reazioni.

Da parte delle famiglie è necessario superare i timori di ricevere più vaccini nella stessa seduta. Diversi studi hanno mostrato come la somministrazione contemporanea di questi preparati non modifica né l'efficacia né la sicurezza degli stessi, non aumenta il rischio di effetti collaterali né tantomeno danneggia il sistema immunitario del bambino.
Ogni bambino sano ha la capacità di rispondere a 5.000-10.000 stimoli contemporaneamente, quindi il numero di antigeni che vengono somministrati con i vaccini impegnano una frazione irrisoria del suo sistema immunitario.
Piuttosto raramente si può assistere a un aumento delle reazioni nella sede di somministrazione (gonfiore, arrossamento, dolore) oppure il bambino può presentare alterazioni febbrili, ma in generale sono tutti eventi passeggeri e di modesta entità.
Volendo fare un esempio, somministrare separatamente ogni componente del vaccino esavalente (contenente gli antigeni di difterite, tetano, pertosse, poliomielite, haemophilus b, epatite B) significherebbe effettuare sei singoli accessi al presidio vaccinale e, conseguentemente, sei singole iniezioni al bambino. Il rischio è che, in base alle proprie esigenze sociali e lavorative, si rimandino o addirittura si dimentichino alcune sedute ignorando il calendario vaccinale che stabilisce i tempi delle somministrazioni.

ALIMENTI. Se la frutta si abbronza


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 11/01/19.
Articolo: "Se la frutta si abbronza diventa super: fa bene e dura di più" di ALEX SARAGOSA.

Fra le promesse degli Ogm finora non mantenute c'è quella di creare frutta e verdura che siano più ricche di sostanze utili alla salute. si conservino a lungo e richiedano un minor uso di pesticidi.
All'Università di Pisa hanno trovato un modo per ottenere gli stessi risultati senza toccare il genoma delle piante: le "abbronzano", esponendole agli UVb, gli ultravioletti compresi fra 280 e 315 nanometri di lunghezza d'onda, quelli che blocchiamo con le creme solari.
"Solo il 10 per cento degli UVb emessi dal Sole arriva fino al livello del mare, mentre il resto viene fermato nella stratosfera dall'ozono" spiega Annamaria Ranieri, docente del Dipartimento di Scienze agrarie dell'ateneo pisano. "Così, a parte la vegetazione di alta montagna, le piante non sono abituate a ricevere forti dosi di dannosi UVb e, quando questo accade, si difendono". Una difesa con armi chimiche. "Per limitare i danni alle cellule provocati dagli UVb, le piante reagiscono producendo polifenoli antiossidanti, come gli antociani, che i nutrizionisti consigliano di assumere con il cibo per prevenire malattie e ritardare l'invecchiamento. Di recente abbiamo mostrato che alle pesche bastano dieci minuti di esposizione agli UVb, perché il loro livello di antiossidanti aumenti fra due  e sei volte rispetto a quello di pesche non esposte. Risultati simili con i pomodori, ma è probabile che la stessa cosa avverrebbe con altri frutti che continuano a maturare dopo la raccolta: mele, susine, albicocche... Non basta: gli UVb disattivano anche alcuni enzimi che provocano il rammollimento del frutto, aumentandone i tempi di conservazione".
Gli antiossidanti si concentrano però quasi tutti nella buccia: per godere delle sue qualità salutari, la frutta abbronzata va quindi mangiata intera. Per fortuna gli stessi UV potrebbero aiutarci a contaminare meno la buccia con i pesticidi.
"Stiamo verificando se gli UVb contrastino le spore di muffe e funghi, bersaglio di molti pesticidi in frutticoltura. Se si confermeranno i primi, promettenti, risultati, l'esposizione a lampade UVb nei campi o in serra potrebbe sostituire parte dei trattamenti chimici".
E tutto questo non vale solo per i frutti.
"Gli UVb funzionano anche sulle verdure: nei cavoli, come hanno scoperto colleghi tedeschi, fanno aumentare il tasso di glucosinolati, sostanze antitumorali. Noi invece stiamo verificando se facciano aumentare gli antiossidanti nelle insalate".
Insomma, ammesso che riesca a uscire dal laboratorio, l'abbronzatura delle piante potrebbe rivoluzionare l'agricoltura.
"Siamo già in contatto con una azienda che produce nastri trasportatori per la lavorazione della frutta" conclude Ranieri, "se li convinceremo dei vantaggi dell'esporre per qualche minuto la frutta agli UVb, questa potrebbe arrivare presto sugli scaffali dei supermercati".

FAMIGLIA. I capricci dei bambini


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" luglio-agosto 2018.
Articolo: "Attenti ai capricci" di DANIELE NOVARA, pedagogista.

Capriccio è una parola contenitore.
Dentro questo termine ci stanno tantissimi comportamenti diversi.
Sicuramente può essere una generica richiesta di attenzione, un bambino che cerca di capire se i genitori sono d'accordo tra di loro su una certa questione oppure che prova gelosia nei confronti del fratello/sorella. Gli esempi sono tanti.
Andare al supermercato con bambini molto piccoli, senza aver stabilito procedure chiare, richiede che ci si organizzi bene, altrimenti può diventare un'esperienza davvero tosta.
Una mamma mi racconta che, per sopravvivere, ha messo questa regola: la bambina al supermercato può prendere tre cose. Ho detto alla signora che tre sono tante. Infatti adesso la bambina alza il tiro. Non sapendo bene cosa prendere, si inventa delle cose inverosimili: "Voglio una bicicletta". La mamma le dice: "Non puoi prendere una bicicletta". Lei risponde: "Mamma, hai detto tre cose".
La consegna della mamma non è chiara! Non è un capriccio della bambina, ma una carenza educativa. L'adulto deve essere più preciso nelle sue indicazioni operative evitando anche le domande inutili.
Come nel caso di una mamma che chiede: "Allora cosa ti va? Preferisci mangiare le lenticchie o i piselli in umido?". Il bambino inizia un pianto lamentoso buttandosi per terra e rifiutando di sedersi a tavola. La mamma incalza: "Perché piangi? Stai male? C'è qualcosa che non va?". Ma il bimbo si lagna perché sta pensando: "Ma cosa c'entro io con i piselli e le lenticchie... Fammi mangiare per favore... Non posso io decidere anche  lenticchie o piselli".
Spesso si attribuisce al bambino un potere decisionale non corrispondente alla sua maturità. Se si danno regole precise e condivise tra i genitori, i capricci sono rare  eccezioni. Al contrario, se le regole non esistono e vige il regime del comando e della proibizione, che può cambiare  di volta in volta a seconda dell'umore dell'adulto, allora i capricci sono all'ordine del giorno. 

giovedì 14 febbraio 2019

SPORT. Sport contro crisi


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" di dicembre 2018.
Articolo: "Argentina: sport contro crisi" di MARIANO DE VEDIA.

Buenos Aires. Nel bel mezzo di una grave crisi sociale, caratterizzata da politiche di aggiustamento, crescente inflazione (6,5 per cento a settembre e con una proiezione superiore al 45 per cento per tutto il 2018) e febbre del dollaro (contenuta nell'ultimo mese), l'Argentina non ha  perso la passione sportiva. 
Nel Paese del calcio per eccellenza, dove lo sport si misura al ritmo frenetico delle prodezze degli sportivi consacrati (Diego Maradona, Lionel Messi, Manu Ginobili e il tennista Juan Manuel del Potro, per citarne solo alcuni), è stato esemplare il successo dei recenti Giochi Olimpici della Gioventù, che per la prima volta si sono svolti a Buenos Aires, dal 6 al 18 ottobre.
Le prodezze di atleti sconosciuti, molti dei quali gareggiavano in discipline poco popolari (come il beach handball, cioè la pallamano da spiaggia, la break dance, una sorta di danza di strada, e la scalata sportiva) hanno affascinato i portenos (gli abitanti di Buenos Aires).
Più di un milione di persone ha infatti visitato il Parque Olimpico, in uno dei quartieri più periferici della città, per godere della bravura di 4.012 giovani sportivi che di certo non attirano in genere il pubblico.
Al di là delle 11 medaglie d'oro, 6 d'argento e 9 di bronzo totalizzate dall'Argentina, la gente si è emozionata, per esempio, per la medaglia d'argento della nuotatrice Delfina Pignatiello, che la giovane ha dedicato commossa alla nonna Amaha (morta tre giorni prima), mostrando il suo nome inciso nei palmi delle mani, o per Las Leoncitas, eredi delle più famose Leonas, le giocatrici della nazionale argentina di hockey su prato.
Hanno conquistato gli spettatori l'atleta cubano Alejandro Diaz Fortun, il rumeno Aurelian Dragomir nelle prove di nuoto e la lanciatrice greca del giavellotto Elina Tzengko, per citare solo alcune delle promesse.
Ma il più rilevante traguardo dei Giochi Olimpici della Gioventù è stato l'aver portato uno spirito positivo, capace di contrastare le pessime notizie d'attualità legate alla crisi economica, alla crescente insicurezza sociale, ai litigi tra il governo di Mauricio Macri e l'opposizione, a causa dell'emergere di casi di corruzione e di scandalose manovre compiute dal precedente governo di Cristina Kirchner.
E poi i Giochi hanno saputo compensare la delusione per il mancato risultato della selezione argentina di calcio al recente Mondiale di Russia.




SCUOLA. La scuola e il tribunale


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 25/01/19.
Articolo: "Voti e bocciature si decidono in aula. Di tribunale" di FEDERICA FANTOZZI.

Un 3 all'interrogazione finale che  compromette la media. Un cellulare in classe che conduce diritto all'esclusione dall'esame. Una bocciatura per troppe assenze a 12 anni. Fino al caso limite di una maturità superata con 98 su 100: esito brillante, ma non abbastanza per lo studente e la sua famiglia.
La scuola è sempre più interattiva e aperta. ma anche più conflittuale. 
A volte basta una valutazione sgradita ad accendere gli animi, e il dissidio tra genitori e docenti, che può trascendere nella violenza, sfocia in carte bollate, lettere di avvocati e ricorsi.
Lo dicono i professori e lo confermano le statistiche. Già a inizio 2018 l'allora presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno aveva lanciato l'allarme su un aumento di questo tipo di contenzioso per "difficoltà di accettare la decisione dell'autorità".
Gli ultimi dati forniti da Palazzo Spada confermano in trend: nel 2018 i ricorsi in primo grado (cioè presentati al Tribunale amministrativo regionale sono stati 257 rispetto ai 241 del 2017 e ai 213 dell'anno precedente (1.251 nel quinquennio). Con marcate differenze tra i Tar: Venezia passa da 18 a 24 cause, Torino quasi raddoppia da 12 a 23 cause, Potenza sale a 1 a 5. Stabile Roma a 32, Milano cresce da 25 a 28, Firenze scende da 15 a 10.
I ricorsi arrivati al secondo grado di giudizio (quindi al Consiglio di Stato) per bocciature o mancate ammissioni sono state 38, rispetto ai 24 del 2017 e ai 21 del 2016.
Ma queste cause, spiega Luigi Verde della Uil, "sono solo la punta dell'iceberg perché molte contestazioni si fermano prima di arrivare nelle aule di tribunale", in un clima di tensione e sfiducia.
"L'istruzione non è un servizio individuale bensì reso alla comunità" argomenta Francesco Sinopoli, segretario generale Cgil Scuola. "Conflitti e dialettica, certamente presenti, devono trovare composizione. Ma la questione è più profonda, figlia della crisi di una scuola sottoposta a continui tagli".
Roberta Fanfarillo, coordinatrice dei dirigenti scolastici Cgil, precisa: "Il Tar difficilmente condanna la valutazione di un docente perché inadeguata, lo fa in caso di errori formali come poche verifiche o tardive trascrizioni dei voti". E invita i dirigenti a "presidiare gli scrutini".
Il direttore del Moige Antonio Affinita smussa i toni: "A volte manca coesione tra scuola e famiglie. Noi proponiamo l'istituzione di un tutor che segua ogni ragazzo".
Intanto, meglio sapere che le vie legali possono riservare sorprese beffarde: un diciannovenne di Ascoli Piceno riammesso alla maturità grazie a una sospensiva  del Tar, e poi promosso, si è iscritto all'università. Ma al momento della sentenza definitiva ha dovuto ritornare tra i banchi di scuola.

GIOVANI E RAGAZZI. Quanto leggono i giovani?


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 14/12/18.
Articolo: "Piccoli lettori smettono. Anche perché i più grandi..." di MONICA RUBINO.

Nell'era dello smartphone, la passione per i romanzi si trasmette in famiglia. Come a dire che lettori si diventa,  a patto però di avere in casa il buon esempio. Si chiama "effetto familiarità" della lettura ed è confermato dall'ultima indagine della Fondazione Openpolis sulla diffusione delle biblioteche in Italia e sulla povertà educativa.
Secondo lo studio, circa la metà dei giovani non legge (senza contare ovviamente i testi scolastici) e il 10 per cento delle famiglie non ha libri in casa.
Se i genitori sono lettori, anche i figli leggono (in due terzi dei casi). Al contrario, ama i libri solo una minoranza dei figli di non lettori (il 30 per cento).
Un aspetto sottovalutato è che innalzare questa percentuale potrebbe avere effetti importanti nel contrasto alla povertà educativa. La quale è in diretto rapporto con la povertà economica.
Le statistiche mostrano anche altro. E, in particolare, le profonde differenze tra le regioni italiane, tra Nord e Sud.
I minori che non leggono sono infatti meno di un terzo nella provincia autonoma di Trento, mentre supera il 70 per cento in Sicilia. In tre grandi regioni del Mezzogiorno - la già citata Sicilia, la Campania e la Calabria - più di due bambini e adolescenti su tre nell'ultimo anno non hanno letto niente.
"In realtà il declino della lettura non si riferisce a tutte le età nello stesso modo" spiega Vittorio Lingiardi, autore di Perché non leggi un po'?, uno dei volumi usciti con la collana Gedi Genitori si diventa. "E' con l'adolescenza che si smette quasi completamente di aprire i libri non scolastici, cioè quando l'attrazione dai social network e dalle chat diventa irresistibile".
Difficile che la soluzione si trovi nella diffusione delle biblioteche. Sono 18 mila, ma quelle pubbliche e non specializzate - comunali o parrocchiali, quindi potenzialmente fruibili dai minori - sono appena 7.134. Più facile, come si diceva, che l'impulso giusto arrivi dalla famiglia.
Però, secondo Lingiardi, non ha senso che i genitori assumano un atteggiamento nostalgico, rammentando ai figli l'importanza dei romanzi classici. Ci vorrebbe, per cominciare, un po' di autocritica: "Quand'è l'ultima volta che i vostri figli vi hanno visti immersi e perduti nella lettura di un libro, dimentichi di e-mail e computer? E l'ultima volta che, emozionati, avete letto loro a voce alta un passo che vi aveva toccato?"

OGGETTI. Speciale bici da corsa




mercoledì 6 febbraio 2019

DON CAMILLO. Bellezza




FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

BELLEZZA

Bellezza
Complesso d'armonia
che vibra nelle membra
dal profondo dell'anima.

Bellezza
che si rispecchia
nella sintonia dei gesti
con le più segrete emozioni.

Bellezza
che si sprigiona dallo sguardo limpido
che attinge dalla purezza del cuore.

Bellezza
riflesso dal Mistero
dove affondo le mie radici
e mi ritrovo Uomo, Figlio e Amico.

                                          don Camillo

LIBRI. Le vecchie cabine telefoniche


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 18/01/19.
Articolo: "Le vecchie cabine telefoniche? Si sfogliano" di FRANCESCA DE SANCTIS.

Belle, utili e pure gratuite. Di cosa parliamo? Delle vecchie cabine telefoniche, quelle che la Telecom ha dismesso (ce ne sono 18.000 su tutto il territorio ancora funzionanti per le chiamate di emergenza).
D'altra parte, tra cellulari, ultratecnologici e smartphone chi usa più il telefono pubblico? Eppure c'è chi ha pensato a come riutilizzarlo.  Solo che al posto della cornetta, ora ci sono i libri: per grandi e piccini, di ogni genere e forma, sistemati sugli scaffali ricavati all'interno e pronti per essere consultati, presi in  prestito o scambiati.
L'obiettivo è quello di creare delle vere e proprie "piazze" attorno alla vecchia cabina che può perfino ospitare reading o piccoli eventi letterari.
Le chiamano Bibliocabine e la prima è nata nel 2014 ad Arona, in provincia di Novara, da un'idea di Juan Carlos Usellini e Camilla Sanneris, che si sono ispirati alle esperienze di Londra e New York.
"Se possono farlo all'estero, perché non provarci anche noi?" racconta Usellini. "Così abbiamo contattato un ingegnere della Telecom che alla fine ci ha donato una cabina dismessa, che oggi si trova proprio davanti alla stazione ferroviaria di Arona, zona di passaggio e mal frequentata. Anche per questo abbiamo scelto di posizionarla proprio lì e di affidarne la custodia ai giovani e ai tassisti, per provare a trasformare quel luogo in un punto di incontro".
Poco dopo Arona è arrivata anche la BIbliocabina di Torresina, a Roma, grazie al Comitato di quartiere che l'ha voluta all'interno del parco Zietta Liù per poterla custodire meglio e renderla più fruibile anche ai tanti bambini che frequentano l'area verde.
"Si può prendere un libro alla volta, ma senza l'obbligo di restituirlo, e portarne quanti ne vuoi, tranne che le enciclopedie!" racconta Antonio Giustiniani. "Per il resto non ci sono regole, i volumi sono a disposizione di tutti gratuitamente e con le panchine a due passi perfino i nonni scelgono di sfogliare un libro mentre i nipotini giocano al parco".
Molte altre Bibliocabine sono nate in maniera spontanea un po' in tutta Italia: Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Lombardia, Umbria, Puglia, Sicilia e Sardegna.
L'ultima è stata inaugurata pochissimi giorni fa Marotta, sulla costa marchigiana, un progetto presentato in questo caso dal Consiglio comunale dei bambini, sempre all'insegna del riciclo e della condivisione, fra tante storie da leggere o ascoltare. Le Favole al telefono, per citare Gianni Rodari, non sono mai state così a portata di mano.

RES PUBLICA. La politica secondo papa Francesco


Dal messaggio per la Giornata mondiale della pace  (1° gennaio 2019):

La poltica è un veicolo fondamentale per costruire la cittadinanza e le opere dell'uomo, ma quando, da coloro che la esercitano, non è vissuta come servizio alla collettività umana, può diventare strumento di oppressione, di emarginazione e persino di distruzione. A questo proposito meritano di essere ricordate le "beatitudini del politico", proposte dal Cardinale vietnamita Van Thuan, morto nel 2002:

  • Beato il politico che ha una profonda coscienza del suo ruolo
  • Beato il politico la cui persona rispecchia la credibilità
  • Beato il politico che lavora per il bene comune
  • Beato il politico che si mantiene coerente
  • Beato il politico che realizza l'unità
  • Beato il politico che è impegnato nella realizzazione di un cambiamento
  • Beato il politico che sa ascoltare
  • Beato il politico che non ha paura.
Accanto alle virtù, purtroppo, non mancano i vizi: la corruzione, la negazione del diritto, il non rispetto delle regole comunitarie, l'arricchimento illegale, la giustificazione del potere mediante la forza e con il pretesto arbitrario della "ragion di Stato", la tendenza a perpetuarsi nel potere, la xenofobia e il razzismo, il rifiuto di prendersi cura della Terra, lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali, il disprezzo di coloro che sono costretti all'esilio.

In particolare, viviamo in un clima di sfiducia che si radica nella paura dell'altro o dell'estraneo, nell'ansia di perdere i propri vantaggi, e si manifesta purtroppo anche a livello politico, attraverso atteggiamenti di chiusura o nazionalismi che mettono in discussione quella fraternità di cui il nostro mondo globalizzato ha tanto bisogno. L'escalation in termini di intimidazione, così come la proliferazione incontrollata delle armi sono contrarie alla morale e alla ricerca di una vera concordia.
Non sono sostenibili i discorsi politici che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza. Va invece ribadito che la pace si basa sul rispetto di ogni persona, qualunque sia la sua storia.

La pace è anche una sfida che chiede di essere accolta giorno dopo giorno. Ed è facile riconoscere tre dimensioni indissociabili: la pace con sé stessi; la pace con l'altro; la pace con il creato.