mercoledì 31 maggio 2017

MANIFESTAZIONI. 3° cent. Dedicazione e Titolo Prop. Chiesa S.Giorgio Mart.







TESTO DI ROBERTO CAROZZI

Anno 1704. Zandobbio e Selva sono riunite in una unica comunità di 808 persone a maggioranza contadina retta da don Cristoforo Marini (1690-1728), sacerdote zelante e benestante, che diede inizio alla costruzione della chiesa attuale e che con la Dedicazione e titolo di Prepositurale avvenuta il 20 maggio del 1717, fu il primo a ricoprire il titolo di parroco. Alla sua morte fu sepolto sul presbiterio e la sua tomba è stata ritrovata durante i recenti restauri ed ivi lasciata.

Appena ultimata la costruzione (1709) ecco fare il suo ingresso il confessionale dei Fantoni, uno spettatore di riguardo che vedrà completare la chiesa in tutta la sua bellezza durante i 200 anni della sua permanenza a Zandobbio.

Il coro di Illipronti (1716), l'altare maggiore (1722) e la sua consacrazione (1734), il pulpito di Illipronti (1741), le grandi tele e gli altari laterali (1653-1745), balaustre e cantorie (1749), il pavimento (1875) - il pavimento attuale è copia esatta del precedente - il primo organo "Serassi" (1740?) e l'attuale organo "Bossi" (1820), in campanile (1883) e le campane (1885).

Nel 1900 (atto di vendita) ad opere ultimate il confessionale torna a Bergamo nella Basilica di Santa Maria Maggiore.

200 anni sono occorsi per completare questa chiesa, quando Zandobbio e Selva sono ancora una comunità unica e vi sono 1723 abitanti, sempre a maggioranza contadina, che ci hanno lasciato l'impegno di conservarla e tenerla viva. Una chiesa costruita secondo le regole del Concilio di Trento: a navata unica con presbiterio sopraelevato in  modo tale che da qualsiasi punto ci si trovi lo si possa vedere e con il pulpito debordante dai muri da dove proclamare la Parola di Dio.

Intitolata a San Giorgio, cavaliere contro le ingiustizie e il male, ereditando il nome dalla antica chiesa presso il cimitero a sancire una continuità devozionale.

300 anni in cui parroci e parrocchiani si sono sostenuti a vicenda per formare e rafforzare la comunità, certi di aver ben operato e si è voluto ricordare questo anniversario con una serie di conferenze e allestire una mostra di arredo sacro e paramenti liturgici del 1700.


FOTO DI SERGIO FINAZZI










































































































































RACCONTI. Incidente in montagna


FONTE: libro "La vita secondo me" di REINHOLD MESSNER edito da CORBACCIO.


Era il 1972 sul Manaslu, stagione premonsonica.
Subito dopo aver raggiunto la vetta, mi ritrovai in una di quelle tempeste di neve che rendono la discesa una gara con la morte. Da questo fatto sono conseguiti due incidenti.

Io e Franz Jager eravamo partiti diretti alla vetta da una tenda al margine inferiore del grande plateau con buone condizioni climatiche. Senza difficoltà eravamo saliti lungo dolci dorsali innevate, progredendo bene. Ciononostante Franz decise di tornare alla tenda. Poiché il terreno era facile e senza crepacci, ci separammo.

Il mio compagno scomparve subito dietro una dorsale ghiacciata, mentre io - superando pendii più inclinati - raggiunsi la vetta al termine di una cresta di ghiaccio.
Credevo di avere tutti i pericoli sotto controllo. Ma appena dopo aver imboccato la via della discesa, la nebbia, che proveniva da sud sotto forma di nuvole nere, avvolse la regione della vetta. E poi cominciò la tempesta.
Man mano che scendevo divenne sempre più difficile orientarsi. Prima cercai di farlo seguendo la cresta alla mia sinistra, ma sul grande plateau mi persi subito. Non mi accorgevo che giravo in tondo e quindi non riuscivo a ritrovare la tenda.
D'un tratto sentii la voce di Franz Jager. Stava cercando di aiutarmi a orientarmi? Pensai che venisse dalla nostra tenda.
Quando alla fine al calare della notte trovai il nostro ultimo campo - completamente sfinito e ben consapevole che non sarei sopravvissuto a una notte di tempesta all'aperto - mi sentii sollevato, ma allo stesso tempo subii uno shock. Franz non c'era. Ero finito nel campo di Andi Schlick e Horst Fankhauser, che quel giorno erano saliti da molto più giù.
Subito si misero alla ricerca di Franz Jager. Anche loro sentivano la sua voce. Volevano guidarlo alla tenda, aiutarlo. Ma a loro volta, anche loro persero l'orientamento, la tragedia nella tragedia.

Non riuscirono a trovare Franz Jager. Nella ricerca Andi Schlick perse prima la testa e poi la vita. Solo Horst Fankhauser sopravvisse alla tempesta. Si accovacciò in una buca nella neve, superò quella terribile notte, tornò alla tenda e mi aiutò a scendere dalla montagna, a ritornare alla vita.


LA FOTO. Uscita dal tunnel



LIBRI. La vita secondo me di Reinhold Messner


FONTE: Libro "La vita secondo me" di REINHOLD MESSNER edito da CORBACCIO.

All'interno della copertina si legge:

"Cosa significa la parola patria? Quanta libertà deve avere un bambino? Paura, egoismo, istinto sono caratteristiche umane necessarie per sopravvivere in certe condizioni?
Reinhold Messner scrive il suo personale "lessico" di vita che lo ha portato a trasformarsi da ragazzino di un paesino di montagna nel più grande esploratore e alpinista dei nostri tempi, nonché uomo politico, coltivatore, creatore di musei unici al mondo, marito e padre.
Nel corso delle sue innumerevoli spedizioni ha capito cosa serve veramente per sopravvivere in situazioni estreme.
Nel corso della sua vita ha capito l'importanza di affermare la propria individualità nel modo più consono a se stesso, cercando con forza un senso in tutto ciò che fa, spesso combattendo contro pregiudizi e critiche feroci.
E con il bagaglio di esperienza di chi ha affrontato la natura nelle sue manifestazioni più pericolose, parla di ambizione e pudore, incubi e vecchiaia, di capacità di reinventarsi e di accettare la vita che ci aspetta.
Con sincerità e con una convinzione che si è rafforzata negli anni, Reinhold Messner racconta l'essenza della sua esperienza di vita in settanta parole chiave, settanta momenti, settanta riflessioni che coprono l'intero arco della vita.


GSO ZANDOBBIO. Statistiche campionato 2016/17




CLASSIFICA INTERNA SQUADRE GSO IN BASE ALLA MEDIA/PUNTI PER PARTITA

 PALLAVOLO - libere CSI - girone D

     media/punti per partita                   2,500
     punti in classifica           55
     partite giocate               22
     partite vinte                  18
     partite perse                   4
     posizione classifica girone:  su 12 squadre.
     
Anche quest'anno un grande elogio alle ragazze della pallavolo, con un particolare encomio a Francesca, silenziosa, tranquilla e carismatica capitana.
Ho seguito le partite dell' ottavo, del quarto e della semifinale (persa 2-3) della fase provinciale e, pur non essendo un esperto della pallavolo, ho notato un notevole miglioramento rispetto allo scorso anno.
Nella semifinale, contro le campionesse provinciali uscenti, le ragazze potevano anche uscire vittoriose e guadagnarsi così la finale. Forse hanno avuto la cosiddetta "paura di vincere", ma hanno impegnato e fatto innervosire le più attempate avversarie, costrette ad impegnarsi strenuamente per aver ragione delle ben più giovani avversarie.


CALCIO - dilettanti a 11 CSI - girone B - gruppo F
    allenatori Michele Gustinetti e Manuel Colombi

    media punti per partita                     1,423
    punti in classifica            37
    partite giocate                26
    partite vinte                   11
    partite neutre                   4
    partite perse                   11
    posizione classifica girone:     su 14 squadre.

Non posso dare alcun giudizio su questa squadra, non avendo visto nessuna partita. Tuttavia c'è un miglioramento nei numeri rispetto allo scorso campionato.


CALCIO - 3° categoria FIGC - girone D
     allenatori Filippo Bellini e Antonio Bena

     media punti per partita                      0,730
     punti in classifica             19
     partite giocate                 26
     partite vinte                      5
     partite neutre                    4
     partite perse                    17
     posizione classifica girone:      13° su 14 squadre.

Anche su questa squadra non posso dare un giudizio, avendo assistito solo ad uno spezzone di partita, durante il quale un nostro giocatore ha dato una testata ad un avversario.
La classifica finale la relega al penultimo posto.
Credo che sia il risultato peggiore di tutta la storia del nostro gso in 3° categoria.
I risultati negativi possono essere determinati da una squadra scarsa o da un allenatore impreparato o da entrambe le cose. Ma quello che è molto importante soprattutto in un gruppo sportivo oratoriale è il lato disciplinare.
Purtroppo la nostra squadra nella graduatoria della coppa disciplina è risultata 63° sulle 70 squadre militanti in 3° categoria nella provincia di Bergamo: quindi è stata molto indisciplinata.

Altro aspetto molto negativo: per la prima volta in tutta la storia del gso non è stata iscritta al campionato alcuna squadra giovanile.