martedì 28 settembre 2021

SERGIO. Comunicazione ai tifosi e simpatizzanti dell'Atalanta

 



Si informano i tifosi e simpatizzanti dell'Atalanta che la partita

ATALANTA  -  YOUNG BOYS
mercoledì  29/9/21 ore 18,45

si potrà vedere alla tv del bar del nostro oratorio.

Vi aspettiamo numerosi.



ZANDOBBIESI. Lucia Belotti ai Campionati italiani Assoluti.

 

FONTE: "L'ECO DI BERGAMO" DEL 26/09/21.


La piscina comunale Osvaldo Berti di Pesaro ha ospitato l' 11-12/09/21 i Campionati italiani Assoluti Fisdir (Federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali), manifestazione in cui gli atleti bergamaschi hanno recitato un ruolo da protagonisti.
La Phb (Polisportiva bergamasca onlus) ha partecipato a questi campionati italiani con nove atleti, conquistando complessivamente nove medaglie: sette d'oro , una d'argento e una di bronzo.


La nostra Lucia Belotti (1998, C21) ha ottenuto i seguenti risultati:

50   stile libero            8°  in finale

50   dorso                   5°  in finale

100 dorso                   4°  in finale

staffetta 4x50 stile libero femminile medaglia d'oro insieme a Maria Chigioni, Barbara Zanchi e Michela Gibellini

staffetta 4x50 misti femminile medaglia di bronzo insieme a Barbara Zanchi, Michela Gibellini e Maria Chigioni.


GRANDE   LUCIA  !!!
sei l'orgoglio di Zandobbio







DON CAMILLO. Castelli di sabbia

 



FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

Quella dei castelli di sabbia è una delle immagini più incisive per indicare l'effimero e l'inutilità di tanti sforzi, compresi quelli creativi che sembrano produrre risultati che spariscono nel nulla da un giorno all'altro.
In realtà io sono convinto che nulla si distrugge di quanto si è vissuto e si è creato, anche se non se ne trovano tracce visibili.
Tutto ciò che ho fatto, le relazioni vissute, le parole dette, i gesti compiuti, le scelte fatte, sia in bene che in male, tutto ha contribuito a rendermi quello che sono.
Quei bambini che sulla spiaggia costruiscono i loro fantastici castelli, non fanno un lavoro inutile.
Anche se il giorno dopo non rimane traccia di quello che hanno fatto, quell'esperienza ha contribuito a farli crescere e a creare chissà quali ripercussioni dentro di loro e attorno a loro, spesso nemmeno verificabili ma non per questo insignificanti.
Quello che è importante è il coraggio di riprendere e di continuare con il coraggio e la saggezza di chi guarda avanti con la determinazione di esprimere sempre il meglio di sé.
Non si tratta di ripetere quanto si è fatto prima. Come per ripristinarlo.
La vita non può nutrirsi di ripetitività e di nostalgie, altrimenti si ferma e si impoverisce. Anche se il passato è stato glorioso e fecondo.
Il rischio dell'avvventura quotidiana con la disponibilltà ad accettare le sfide che si prospettano. E' la condizione ideale per ogni progresso.
Certo. Bisogna mettere in conto anche la sconfitta e il fallimento che però, vissuto con lo spirito giusto, entrano a  far parte del patrimonio attivo personale che non è soggetto all'inflazione, ma si rivaluta con passar del tempo.
Se dipendesse da me, i castelli di sabbia li inserirei nel patrimonio Unesco dell'umanità come omaggio a quell'età bambina che ritroviamo dentro di noi in quella voglia fanciulla di sprigionare gratuitamente la nostra creatività, senza pretese, contenti solo di essere riusciti ad esternare anche solo per pochi istanti l'imperiosa ricchezza  che custodiamo dentro.


In questo pomeriggio, passeggiando sulla spiaggia,
vedo bambini indaffarati a costruire
castelli di sabbia con chi li incoraggia
con elogio bonario a ben proseguire.

Nel loro pensiero di gran fantasia
son mura possenti a difesa sicura
di chi vive cercando solo cortesia
e fugge da violenza e da ogni trama oscura.

Non sanno ancora questi bimbi innocenti
che l'alta marea arriverà presto:
verranno le acque severe e incoscienti
ad inghiottire i sogni con un effetto funesto.

Torneranno al mattino su quella spiaggia felici;
troveranno la sabbia tutta ben livellata;
dov'era il castello ripartiran con gli amici
per una nuova avventura bella e incantata.

Se quello che faccio lo immagino eterno
e vivo soltanto del mio passato,
son come trottola che gira sul perno
pensando che il futuro sia un frutto scontato.

L'agire sincero ha il valore dell'oggi:
il domani avrà il suo nuovo tragitto.
Potrai proseguire soltanto se ti appoggi
sulla voglia che hai di procedere dritto.

Il passato che il tempo cancella impietoso
non viene distrutto e gettato nel nulla:
rimane impresso in quell'istinto imperioso
che dentro di te è la gioia fanciulla.

Potrò, così, ad ogni inizio di giorno
pensare che l'oggi è novita assoluta.
E quello che ieri ho fatto ha un ritorno
se da me l'avventura  è amata e vissuta.

                                       don Camillo




lunedì 20 settembre 2021

SCUOLA. Prima lezione: solo prof vaccinati

 

FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 03/09/21.
Articolo: "Prima lezione: solo prof vaccinati" di CURZIO MALTESE.

Si ritorna a scuola, dopo un anno e mezzo davanti a uno schermo - per i fortunati che l'avevano.
Hanno cominciato a suonare le campanelle di tutta Italia e sembrerebbe una gran festa. Ma quanto durerà?
Siamo tra i Paesi europei con meno studenti, troppi si perdono nel percorso a ostacoli dell'iter scolastico, facendoci registrare come primi nell'abbandono dello studio.
Ci vuole "un fisico bestiale" per gli studenti italiani, a metà tra i 100 metri alla Jacobs per risolvere i problemi quotidiani e le marce alla Stano e Palmisano per arrivare al diploma.
Perché sono così pochi? Perché sono tutti asini? Non credo. La scuola dell'obbligo dovrebbe essere obbligatoria sul serio, ma non è così.
Per non parlare della situazione degli edifici che crollano a pezzi in tutto il Paese. Finora il governo Draghi, che per carità ha dovuto concentrarsi su pandemia e economia, non segnala miglioramenti in tal senso. Sarebbe ora di cominciare.
A questi problemi seri, si è aggiunta la legge per la privacy che rende segreto il Green Pass per il personale scolastico. Per fortuna si è corretto il tiro all'ultimo e i presidi che hanno la responsabilità di controllare ricevono una mano da Internet.
Non era possibile controllare ogni mattina, visto che non è tenuto a sapere se il singolo ha ottenuto il pass perché vaccinato o perché ha fatto il tampone il giorno prima.  Resta il fatto che i tamponati dovranno eseguire un test ogni due giorni per mesi anzi per anni, visto che col virus ci conviveremo a lungo. Qualcuno ci crede?
Non si capisce bene se il 12 per cento del personale scolastico non sia ancora vaccinato perché non ha fatto in tempo o perché non vuole. Vediamo intanto le ragioni dei novax.
All'inizio dicevano che il vaccino non era sicuro perché sviluppato troppo in fretta. Ora è diventata una barzelletta che già non ha fatto ridere  la prima volta, figuriamoci se continui a ripeterla. Il vaccino è stato testato su 45 mila individui, che comunque gli esperti dicono che non sono così pochi e ormai è stato testato su milioni di persone.
Ci sono antropologi che hanno studiato le modalità di chi non accetta i farmaci a priori. Il risultato è che non si può discutere con queste persone. Ogni volta che le loro ragioni vengono smentite dall'evidenza ne trovano altre. E intanto via con gli antibiotici, pillole per il mal di testa, stomaco, stanchezza, insonnia, perfino per dimagrire, per potenziare i muscoli e fare sesso.
Ognuno di noi è libero di decidere del proprio corpo, anche se durante una pandemia ci si aspetterebbe un incremento etico verso la comunità. Comunque ogni scelta ha una conseguenza.
Parlare di discriminazioni mi sembra ridicolo. Alcune categorie hanno il dovere di vaccinarsi, come medici e appunto professori. Possono benissimo decidere di non farlo, ma occorre che cambino mestiere.



mercoledì 8 settembre 2021

DON CAMILLO. Disperata speranza

 


FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

Ricordando i profughi Afgani che cercano disperatamente di evadere dal loro paese in cerca di libertà e di dignità, braccati dai Talebani che vogliono trattenerli per sottometterli o giustiziarli.


Disperata speranza


Passando attraverso un'arida terra
ho provato la sete e paventato la morte;
sto per cadere, una mano mi afferra,
dolce mi scampa da triste sorte.

Attraverso una terra ben popolata
da uomini nati nella mia stagione
ho sete d'un acqua da sempre agognata,
sto evadendo da una triste prigione.

Stavolta ho paura dell'uomo che incontro
non è più la mano che mi afferra e disseta;
ha in mano un fucile, nel cuore lo scontro;
mi vuol impedire di raggiungere la meta.

Come bestia selvaggia vengo braccato
da chi ha bisogno della mia stessa acqua.
Basterebbe per tutti quel lago incantato;
sarebbe per tutti una festa di Pasqua.

Chi sei tu che io non lo sia,
che debba cercarti il permesso di vita
quasi fosse bontà e tua cortesia
se da te non mi viene brutalmente impedita?

Il tempo è redotto da pazze ingiunzioni
dettate da ciechi e assurdi rancori.
Vengono bloccati aeroporti e stazioni
per toglier speranza fin dagli arbori.

Altro non resta che fissarti nel volto
mentre punti il fucile dritto alla fronte:
il mio sguardo ti faccia riconoscere stolto
e associare alle tue le mie fragili impronte.

                                     don Camillo



VIVERE INSIEME. Mamme a scuola

 

FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" luglio- agosto/2021.
Articolo: "Mamme a scuola" di MICHELA MURGIA.


Mettere le madri straniere in Italia in condizione di imparare la lingua e di supportare l'educazione scolastica dei figli. Ma anche avviare un processo di alfabetizzazione tecnologica per le donne. Di questo, e molto altro, si occupa l'associazione milanese creata da Ornella Sanfilippo.

Ornella Sanfilippo è una signora milanese di 72 anni per una vita ricercatrice biomedica. 
Dagli anni '90 ha cominciato a fare volontariato e si è messa ad insegnare italiano alle persone straniere. Tra le mura di una scuola improvvisata - grazie a una parrocchia che offriva accoglienza agli albanesi  che arrivavano  fuggendo dai Balcani in fiamme -, Ornella ha conosciuto il nucleo di persone con le quali nel 2004 ha dato vita al progetto "Mamme a scuola", una realtà dalla missione solo apparentemente semplice: insegnare l'italiano alle immigrate residenti, affinché non debbano vivere la doppia difficoltà di essere straniere due volte, per l'Italia e per i loro stessi figli.
Se infatti i bambini imparano l'italiano nelle scuole pubbliche e i loro padri nei luoghi di lavoro, le madri, escluse dalle professioni e dalla formazione, rischiano di non avere gli strumenti per includersi. 
Nel tempo, "Mamme a scuola" ha accolto e insegnato l'italiano a oltre duemila donne e quest'anno l'attività dell'associazione omonima ha ricevuto l'"Ambrogino d'oro" dal comune di Milano.
"Purtroppo non significa che le istituzioni ci finanzino - mi spiega Ornella -, riusciamo a proseguire l'attività solo grazie al supporto di sponsor privati e ai bandi europei sul Terzo settore, ma i fondi stanno finendo".
La pandemia ha infatti complicato le cose sul fronte economico, perché il flusso dei soldi europei, che per essere erogati necessitano di certificazioni delle attività svolte, si è fermato con il distanziamento, che ha bloccato tutta la scuola in presenza, compresa la loro.
L'esigenza di stare vicino alle persone che la frequentavano è però ancora più urgente, perché le famiglie immigrate, che hanno meno risorse  economiche e culturali di quelle italiane, hanno patito in modo più forte sia la perdita del lavoro che l'assenza dei servizi.
San Siro, Villa Pizzone, Ergano: i quartieri in cui opera la scuola sono tra i più sfidanti di Milano, ad altissima presenza di immigrati anche di etnie diverse. 
Nel 20018  la scuola si è vista assegnare un immobile confiscato alla criminalità organizzata, che oggi è un laboratorio di sperimentazione sociale nel cui cortile aperto sulla strada si fanno attività che vanno oltre le lezioni di italiano alle straniere.
"Proponiamo letture ad alta voce a madri e bambini insieme. Non leggiamo solo in italiano, ma anche nelle lingue dei gruppi etnici che compongono il quartiere - cinese, arabo, spagnolo, persino giapponese - perché i bambini si abituino a considerare normale il suono di tutte le lingue".
lAgli incontri cominciano a venire anche le madri italiane del quartiere, per le quali, lingua a parte, le difficoltà sono le stesse: sbrigare la burocrazia quotidiana, sapere dove chiedere aiuto e, soprattutto, imparare a supportare i loro figli nei percorsi scolastici che in pandemia si sono complicati con la didattica a distanza, impraticabile per le famiglie più povere.
Per fare questo servizio non basta la buona volontà, e infatti nel gruppo ci sono competenze pedagogiche, di mediazione culturale, psicologiche e persino neuropsichiatriche.
"All'inizio della pandemia non eravamo attrezzati per fare i corsi a distanza e le esigenze delle famiglie erano improvvisamente passate dall'integrazione alla sopravvivenza. Abbiamo mantenuto contatti quotidiani e segnalato ai servizi le situazioni di bisogno. Poi, man mano che la condizione pandemica si allungava, le preoccupazioni sono tornate ad essere quelle dell'educazione" mi spiega Ornella. Così abbiamo recuperato vecchi tablet e smartphone, facendoli sistemare dai volontari, e alle donne è stato insegnato a usare anche le piattaforme di conferenza on line, ottenendo così una loro alfabetizzazione teconologica.
Ornella racconta il senso di inadeguatezza che queste donne provano  nell'educazione dei figli, rispettto alla quale sono consce di avere pochi strumenti.
"Al mio paese sapevo come fare la mamma - ti dicono - perché vengono da posti  dove le famiglie allargate contribuivano all'educazione dei bambini e dove i codici di comunicazione adulto-minore sono molto diversi. Quando arrivano in Italia devono ricominciare e si sentono annullate come persone".
Quest'anno con la didattica a distanza ben 102 delle 160 donne che facevano i corsi di italiano sono riuscite a prendere l'attestato di competenza linguistica e Ornella mi racconta il momento della cerimonia come uno dei più toccanti per lei.
"Sono arrrivate emozionate e si erano fatte belle, eleganti e truccate, vestite per la cosa importante che è la prova della loro crescita, di qualcosa che hanno fatto per se stesse".
Per far sopravvivere questa realtà esiste una raccolta di fondi on line che troverete cercando "Mamme a scuola", ma il valore di questa esperienza nella costruzione della pace civica è incalcolabile e merita l'attenzione stabile delle istituzioni. A salvare la convivenza, nel Paese sempre più multiculturale che è l'Italia, non sarà mai un carcere né un respingimento: sarà sempre una scuola.