giovedì 20 luglio 2017

DON CAMILLO. Il buon samaritano


FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.




IL BUON SAMARITANO

Nell'angoscia stremato in un deserto ostile
privo di forze per fame e per sete
ho visto un uomo con in spalla un fucile
mentre in mano stringeva un machete.

L'angoscia d'un tratto diventa paura
d'una fine più cruda e assai più spietata,
chè morire di stenti per fame ed arsura
è meno crudele che per mano addestrata.

Ho nascosto la faccia nell'arida sabbia;
ho sentito i suoi passi farsi vicini
non so se con ritmo di pena o di rabbia,
con volo di tortora o balzi felini.

Poi il silenzio: un istante infinito
finché il tocco di una mano pacata
m'ha tastato leggera il polso assopito
dando respiro alla mia vita svenata.

D'un tratto mi sento con grande premura
da braccia robuste raccolto e alzato.
All'istante svanisce in me la paura
quale bimbo sicuro da mamma cullato.

Ora guardo quell'uomo fisso negli occhi:
ha il volto e il tratto di uno straniero;
i vestiti che indossa sono laceri e sporchi,
ma il sorriso che dona è il più caldo e il più vero.

                                        Don Camillo

lunedì 17 luglio 2017

COLLETTIVO CONFUSIONE. Campionato italiano CSI. 3° posto






Dopo  la terza partita delle qualificazioni terminata 3 - 3 contro VIBO VALENTIA ed essere arrivati primi del girone, purtroppo la nostra squadra sabato pomeriggio è stata sconfitta nella semifinale per 5 - 6 dalla seconda classificata dell'altro girone REGGIO EMILIA.

Domenica mattina quindi si è disputata la finale per il 3° posto con il seguente punteggio

COLLETTIVO CONFUSIONE - PORDENONE 4 - 3

La squadra di Pordenone era arrivata seconda nel nostro girone e aveva perso la semifinale contro Napoli.

E' seguita la finale per il titolo di campione d'Italia CSI calcio a 5

NAPOLI - REGGIO EMILIA

vinta da Napoli ai rigori.

Il 3° posto della nostra squadra COLLETTIVO CONFUSIONE è un risultato storico per lo sport zandobbiese. Mai nessuna squadra era giunta così in alto!!!!

Un elogio smisurato alla società, considerando anche che i dirigenti hanno avuto a disposizione scarse risorse economiche.

P.S. La classica ciliegina sulla torta: la vincita della coppa disciplina.

venerdì 14 luglio 2017

COLLETTIVO CONFUSIONE. Campionato italiano CSI. L'avventura continua








Questa mattina i nostri magnifici ragazzi hanno sconfitto in un partita aspra per 9 - 4 la squadra di ROMA, guadagnandosi così in anticipo il diritto di disputare la semifinale di domani pomeriggio e rendendo ininfluente l'ultima partita di qualificazione di domani mattina contro VIBO VALENTIA.

Cosa pensare o dire? Solo:

Ragazzi, comunque vada, ci state facendo sognare!!!!

giovedì 13 luglio 2017

SCUOLA. I ragazzi che abbandonano gli studi


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 12/05/17.
Articolo: "Arrivederci ragazzi: a metà anno fuga dai licei" di SALVO INTRAVAIA.

Sempre più ragazzi fuggono dai licei, fanno perdere le proprie tracce e abbandonano gli studi a metà anno.
Un prezzo che i sei licei di gelminiana memoria (dall'anno scolastico 2010/2011 gli  indirizzi sono sei: classico, scientifico, delle scienze umane, artistico, linguistico e musicale/coreutico) stanno pagando all'incremento vorticoso di iscrizioni degli ultimi anni.

Sta di fatto che, in base ai dati ministeriali estrapolati dai Rapporti di autovalutazione delle scuole (i Rav), gli abbandoni scolastici in corso d'anno nei licei stanno crescendo con ritmi a due cifre. Mentre nei tecnici e nei professionali l'incremento è di gran lunga più contenuto.
Ma cosa sta accadendo?
Confrontando gli ultimi dati messi a disposizione dal Miur, si può rilevare che nel volgere di un solo anno - dal 2013-2014 al 2014-2015 (gli ultimi disponibili) - nei licei censiti dal ministero dell'Istruzione, gli abbandoni sono cresciuti da poco più di 9.150 unità ad oltre 10.300. Un salto del 12,5 per cento che la dice lunga sulle difficoltà che oggi incontrano i giovani alle prese con i percorsi liceali.
Per comprendere le possibili cause basta chiedere a chi da quasi trent'anni si occupa del tema in una delle terre più difficili: la Sicilia.
"Verifico quotidianamente" spiega Maurizio Gentile, insegnante e psicoanalista, responsabile dell'Osservatorio sulla dispersione scolastica nato nel 1989, "un problema di orientamento all'uscita della scuola media. La scelta dell'indirizzo è spesso legata ai desideri dei genitori piuttosto che a un serio bilancio delle competenze degli studenti. Un deficit che potrebbe sfociare  in fenomeni di abbandono scolastico" continua Gentile.
Ma non è solo "colpa" dei genitori.
"C'è anche un aumento del disagio adolescenziale, psico-relazionale e psico-affettivo, che in alcuni casi ha delle ricadute negative sugli studi con fenomeni di abbandono".
In totale, considerando anche gli altri indirizzi scolastici, sono quasi 46 mila gli studenti delle scuole superiori che, non riuscendo a reggere i ritmi scolastici, gettano la spugna anzitempo.
Il grosso si registra negli istituti tecnici, con quasi 18 mila casi all'anno (pari al 3,2 per cento), seguiti dai professionali dove gli abbandoni ammontano a 17.500. I 10.300 abbandoni dei licei rappresentano ancora una quota contenuta (lo 0,9 per cento). Ma in preoccupante aumento.

SALUTE. I cerotti


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" maggio 2017.
Articolo: "Operazione: cerotto" di LUISA SANTINELLO.

Sulle ferite
Anche se la parola rimanda subito ai cari vecchi copri-ferite  inventati nel 1921  da Earle Dickson, oggi sono tantissime le tipologie di cerotto in commercio, da scegliere in base alle necessità (si acquistano in farmacia, ma anche al supermercato e il loro prezzo oscilla da pochi euro fino al centinaio).
Se il problema è un'escoriazione o un taglio, optate per un cerotto antibatterico e resistente all'acqua che, creando un ambiente umido, accelera la ricostruzione del tessuto cutaneo.
In caso di ferite  suturate, è preferibile un cerotto di gel in silicone semi-occlusivo, che diventa come una seconda pelle.

Liquidi
Su ferite e abrasioni (purché non infette o sottoposte a movimento intenso) ci sono anche i cerotti liquidi a base di ciano acrilati (collanti usati anche in chirurgia per le suture).
Versate qualche goccia di prodotto sulla parte da proteggere e lasciate asciugare per almeno un minuto, finché non si forma una pellicola trasparente elastica e impermeabile, che si scioglierà da sé nel giro di quattro o cinque giorni. Creando una specie di barriera, il cerotto liquido previene sanguinamenti, infezioni e favorisce la cicatrizzazione.

Trans-dermici
Lo sono tutti i cerotti che, a contatto con la pelle per un tempo prolungato, rilasciano le sostanze di cui sono intrisi.
Si spazia dagli antifumo che contengono nicotina agli antinfiammatori contro i dolori muscolari e il mal di schiena, per non parlare dei cerotti dimagranti e sgonfianti (per gambe e caviglie) a base di piante come il mirtillo, l'ippocastano e la centella.

Termici
Il mix di ferro, sale, acqua e carbone che contengono, a contatto con l'ossigeno, attiva un processo di riscaldamento localizzato.
Nel giro di trenta minuti questi cerotti portano la zona da trattare a circa 40 gradi e li mantengono anche per otto ore.
Sono ideali per alleviare i dolori da contrattura, perché aumentano la vascolarizzazione dei muscoli.

Elastici
Sfoggiati dagli sportivi come accessori di moda, sono strisce elastiche non medicate che - applicate in corrispondenza di muscoli e tendini - li comprimono e ne contengono i movimenti.
Favoriscono inoltre il drenaggio linfatico, sfiammano e aiutano a riassorbire piccoli edemi.
Vanno però applicati su pelle integra e sana. E tolti alla fine della prestazione sportiva o della giornata.

Per calli e vesciche
Non saranno rischiose come le ferite, ma anche le vesciche danno parecchi grattacapi.
Per isolarle e proteggerle da sfregamenti e pressioni della scarpa, meglio applicare un cerotto in lattice a doppio strato.
Discorso analogo per i calli e gli occhi di pernice che richiedono però cerotti più spessi, con un foro al centro.




OGGETTO. Fioriera



VIVERE INSIEME. La pedofilia


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" aprile 2017.
Articolo: "Senza scuse" di FULVIO SCAPARRO.


Anche se per molti di voi quello che dirò è noto, se non addirittura scontato, intendo ribadire alcune considerazioni sulle cause e sulle conseguenze della violenza sessuale sui bambini.
Questo richiamo può essere utile per chiarire le ragioni del doveroso impegno di tutti noi nella lotta contro un crimine tanto odioso.
Il fatto che la pedofilia sia sempre esistita e che abbia trovato nel corso dei secoli chi ha tentato di fornirle una dignità teorica - oggi esistono perfino associazioni a difesa dei "diritti" dei pedofili - mi obbliga a ricordare alcuni dati di fatto che ne giustificano la totale messa al bando.
Un soggetto prepubere non è in grado di compiere scelte libere e consapevoli in campo sessuale. Al momento della nascita, il bambino, del tutto dipendente dall'adulto, è affidato alla responsabilità di chi di lui ha cura. Crescendo, acquista più autonomia e indipendenza e, dunque, spazi maggiori di responsabilità.
E' sempre  più in grado di operare scelte consapevoli, ma la capacità di compiere decisioni nella sfera sessuale è tra le ultime a essere raggiunta. Essa presuppone non soltanto una maturità fisiologica, ma anche quella psicologica, che consente di muoversi, senza perdersi, nel gioco più o meno sottile della seduzione, spesso scambiata per normale manifestazione di affetto.
Mai come in questi ultimi anni la pedofilia è stata oggetto di sfruttamento commerciale, un vero e proprio business con forti interessi economici che hanno dato impulso alla compravendita di bambini soggetti a violenze di ogni genere, dal rapimento alla utilizzazione dei loro corpi per gli scopi più abietti, pur di soddisfare una clientela sempre più avida di sensazioni "forti".
L'estensione del fenomeno nel nostro Paese non può essere individuata con sufficiente accuratezza.
In ogni caso, si tratta di un fenomeno allarmante, soprattutto per quanto va emergendo dai dati sul "turismo sessuale", da quelli sui siti dei pedofili, più o meno mimetizzati nelle reti telematiche, e da quanto si va scoprendo all'interno delle mura  familiari, dove il padre che violenta i figli lo fa, non di rado, con la connivenza della madre.
Per non parlare  di quanto avviene all'interno di alcune istituzioni, dove chi dovrebbe curare lo sviluppo morale ed educativo dei bambini ne insidia invece l'integrità fisica e psichica.
Considerare la pedofilia come una semplice perversione impedisce di cogliere la complessità di un fenomeno che vede sì soggetti adulti incapaci di controllare i loro desideri (e che avrebbero bisogno di essere curati e messi in condizione di non nuocere), ma anche individui che considerano i bambini alla stregua di oggetti da piegare alle loro voglie o da immettere in un mercato lucroso quanto spietato.
L'interesse del bambino a vivere la sua infanzia senza doverne subire la violazione per l'intrusione di adulti malati o criminali è comunque un valore da proteggere con assoluta priorità.
Per quanto detto, non esiste alcuna valida ragione per considerare la pedofilia come una accettabile variazione della sessualità, che rientrerebbe, proprio per questo, nella sfera privata.
Tutto ciò che lede la libertà e l'incolumità fisica e psicologica di bambini e adolescenti (dall'incesto alla produzione e alla detenzione di film pornografici in cui i bambini sono utilizzati per soddisfare le perversioni e il sadismo degli spettatori, dal turismo sessuale allo stupro, dalle  molestie alle trappole e alle insidie telematiche) riguarda tutti noi, le basi stesse della nostra convivenza, il nostro futuro.


COLLETTIVO CONFUSIONE. Notizia dell'ultima ora






Questa mattina i nostri ragazzi hanno giocato e vinto 15-4 contro il Pordenone la prima partita della fase nazionale CSI calcio a 5 a Montecatini Terme.

Forza ragazzi!!!!
Comunque vada a finire, siete magnifici!!!!!!!


giovedì 6 luglio 2017

VIAGGI. L'etica nei viaggi


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 30/06/17.
Articolo: "In viaggio va messa in valigia anche l'etica" di GIULIA VILLORESI.


"Turista è il termine usato con una sfumatura di disprezzo, talvolta di noia, dal turista per designare altri turisti".
Con questa battuta lo scrittore francese Pierre Daninos coglie uno dei problemi dei tourism studies, un ambito di ricerca giovane in cui convergono le più varie discipline, dal diritto alla geografia, e che tenta di definire status e attitudini dell'homo  turisticus. Spesso considerato superficiale, indiscreto, corruttore dell'ambiente e dell'autenticità. E soprattutto odiatissimo dal suo alter ego nobile: il viaggiatore. Che, in fondo, non è altro che un turista che apprezza l'incertezza.
Ma quali sono i limiti del turista e del viaggiatore? A fare il punto è Corrado Del Bò, professore di filosofia del diritto dell'Università di Milano, nel libro Etica del turismo (Carocci, pp. 144, euro 15).
"L'etica del turismo" dice Del Bò "comporta un'analisi di tipo filosofico. Il suo scopo è individuare i problemi morali legati al turismo".
Un viaggio di piacere può sollevarne di ogni tipo, a volte inaspettati: farsi una doccia al giorno in una zona colpita da siccità è un atto moralmente dubbio, così come prenotare una suite in un villaggio turistico super lusso in un Paese in via di sviluppo.
Ma apre interrogativi etici anche "spiare" la povertà attraversando le baracche di una favela, intrufolarsi alle cerimonie sacre celebrate da altre culture (cosa diremmo se a un funerale arrivassero dei turisti muniti di telecamera?), scattare un selfie ad Auschwitz o in un cimitero militare...
"Il cattivo gusto" spiega Del Bò " è una categoria morale: banalizzare una tragedia non è solo poco civile, ma moralmente sbagliato. Il turista responsabile deve essere rispettoso dell'ambiente, dell'identità culturale e della sensibilità altrui. Negli ultimi anni c'è stata una grande attenzione a questi temi, soprattutto in termini di sostenibilità e il turismo non viene più considerato come un fatto totalmente positivo vista la sua tendenza a "cannibalizzare" i luoghi e a trasformare luoghi storici in parchi a tema per turisti". Un esempio? "Venezia. E per "salvarla" ora si pensa a regolamentare i flussi turistici inserendo il numero chiuso. C'è inoltre "spiega Del Bò "una questione economica sollevata proprio in questi giorni dalla città di Amsterdam: se sommassimo i soldi che portano i turisti e sottraessimo la spesa che comportano in termini di servizi e sicurezza, siamo sicuri che il saldo sarebbe positivo? Molte amministrazioni stanno valutando che i turisti costano più di quanto lasciano sul territorio".



PERSONAGGI. Don Lorenzo Milani e don Primo Mazzolari


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" giugno 2017.
Articolo: "Quei profeti ribelli" di G. CARLO BREGANTINI Arcivescovo di Campobasso-Bojano.


Il 20 giugno papa Francesco porrà un mazzo di fiori sulla tomba di don Lorenzo Milani a Barbiana (FI) e un'altro sulla tomba di don Primo Mazzolari a Bozzolo (MN) (1890-1959).
Quei due preti, ritenuti in vita "ribelli", oggi li sentiamo "profetici". Si avvera così (e lo dico con tristezza, ma anche per esperienza personale) quello che diceva, a voce bassa, padre Sergio Faè, mio professore di Storia, negli anni di teologia: "Spesso la Chiesa è alleata oggi con i suoi nemici di ieri e combatte, ora, quelli che saranno i suoi alleati di domani!"
E' una considerazione amara, eppure è vera. Perché il tempo sa guardare con occhi diversi. Ma occorre sempre qualcuno che trovi la chiave ed entri nei meandri della storia.
Nel caso di don  Milani quel qualcuno ha fatto entrare nel cuore del Papa un libro dimenticato, Esperienze pastorali, scritto da don Lorenzo nel 1958 e subito condannato dal Santo Uffizio. Nella lettera acclusa, si chiedeva a papa Francesco di leggere con occhi nuovi quelle pagine condannate. Oggi ancora più attuali. Il Priore di Barbiana, infatti, guardava al mondo con gli occhi di chi era rimasto in piazza. O nelle stalle a spalare letame. E non nelle comode aule di un liceo fiorentino.
Da qui, un solenne proposito: aprire la sua canonica a quelli che a scuola non potevano andare.
Innanzitutto perché imparassero a parlare, per non venire discriminati. Poi perché imparassero tante lingue, perché il mondo è grande.
Contestato e ammirato nello stesso tempo, don Milani aveva parole di fuoco per chi non manifestava amore per i "suoi ragazzi", cioè per i poveri. Scriveva: "Spesso gli amici mi chiedono come faccio a far scuola e come faccio ad averla piena. Insistono, perché scriva per loro un metodo. (...) Sbagliano la domanda, poiché non dovrebbero preoccuparsi di come bisogna "fare" per fare scuola ma solo di come bisogna "essere" per poter far scuola!".
Questo era don Lorenzo!
Il suo libretto Lettera a una professoressa mi è rimasto dentro. Se oggi sono prete, molto lo devo anche a lui. Schierato. Senza peli sulla lingua.
"Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri - diceva con sorprendente attualità -, allora io dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri".
Rimasi commosso quando, in un momento particolare della mia vita, vidi scritto sulle pareti di Barbiana: I care. Cioè, "Tu mi stai a cuore". Per questo vorrei essere lì, accanto al Papa, mentre depone quel mazzo di fiori. E' come lo facesse sulle piazze di tanti nostri piccoli borghi dimenticati del Molise. Oggi anch'essi periferie, come Barbiana. Ma proprio per questo, capaci di ridisegnare la Storia.

Grande prete anche don Primo Mazzolari, una fede maturata nella sofferenza.
Torna deluso e sconfitto dalla prima guerra mondiale, a cui aveva partecipato come cappellano.
Ecco, allora, il suo impegno tenacissimo per la pace. Il suo è stato un saper scrivere e parlare con cuore innamorato di Dio  e della gente.
"Ci impegniamo, non per riordinare il mondo, non per rifarlo su misura, ma per amarlo; per amare anche quello che non è amabile (...) poiché dietro ogni volto e sotto ogni cuore c'è, insieme a una grande sete d'amore, il volto e il cuore dell'amore".
Con questo spirito  scriveva sulla rivista "Adesso", decisiva per i cristiani negli anni Cinquanta e i cui articoli vennero più volte purgati dalla gerarchia ecclesiastica.
Vede lontano don Primo, si siede accanto a chi sbaglia. Così raccolgo la sua eredità e la faccio mia: "Il cristianesimo è l'inquietudine più grande, la più intensa. Ove un cristiano è nato, c'è dell'inquietudine".
Sarà bello esserci tutti su quelle tombe, per deporre un fiore che sarà riparazione. E soprattutto gratitudine.

PARR. S. GIORGIO M. DI ZANDOBBIO. Lettera di Mons. Francesco Beschi agli amici mussulmani


FONTE: avvisi settimanali della parrocchia di Albegno.

Bergamo, Giugno 2017 / Ramadan 1438
Ai centri culturali islamici, alle associazioni mussulmane
e a tutti gli amici e amiche mussulmane
presenti sul territorio bergamasco


Carissimi amici mussulmani,

in occasione del mese per voi  sacro di Ramadan, desidero raggiungervi con queste mie parole per porgervi gli auguri di AID MUBARAK, nell'auspicio che l'Ald al-Fitr possa felicemente coronare nella festa un mese ricco di benefici spirituali.

Come il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, anch'io desidero rifarmi alle parole usate da Papa Francesco nella sua Enciclica "Laudato si", dedicata al tema del creato, nell'auspicio che anche la custodia del creato possa divenire uno dei temi che ci permettono di collaborare.
"Laudato si" è la parola con cui Francesco d'Assisi rivolgeva a Dio la sua lode per il creato, che ci conduce al Creatore. Papa oggi ci ricorda che "La maggior parte degli abitanti del pianeta si dichiarano credenti, e questo dovrebbe spingere le religioni ad entrare in un dialogo tra loro orientato alla cura della natura, alla difesa dei poveri, alla costruzione dii una rete di rispetto e di fraternità".

Con il titolo "Detto fatto", anche la proposta di animazione estiva CRE/GREST, dove molti ragazzi e ragazze anche mussulmani partecipano e giocano accanto a coetanei di altre fedi (non solo quella cattolica) negli oratori e nelle parrocchie, sviluppa il tema del creato, esperienza che accomuna tutte le persone, culture, religioni e fedi: tutti insieme condividiamo lo stesso suolo, la terra, che realmente è madre e ci dà quanto ci occorre per vivere.

Sono certo che anche il vostro digiuno in questo mese sia stato occasione per riflettere sul fatto che i doni che il Creatore ci fa non possano essere sprecati, vadano anzi custoditi con cura e rispetto. In questa casa comune, il nostro essere credenti ci sproni dunque vicendevolmente a prenderci cura del creato e di tutte le sue creature.

Ti rinnovo un cordiale augurio: Ramadan Karim e 'Aid Mubarak.

                                         Mons. Francesco Beschi
                                              Vescovo di Bergamo