martedì 28 marzo 2023

SALUTE. Artrosi e attività fisica







FONTE: https://www.issalute.it/ sito sviluppato e gestito dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS).

E' meglio non fare attività fisica se si ha l'artrosi?
   FALSO  

L'esercizio fisico, praticato dalle persone affette da artrosi, migliora il decorso della patologia, la motilità articolare e, di conseguenza, la qualità della vita.

L'artrosi, una delle principali cause di dolore  cronico e di disabilità negli anziani, colpisce circa il 17% della popolazione, con maggior prevalenza le donne e over 75 anni.
Erroneamente si pensa che le persone affette da artrosi debbano utilizzare  le articolazioni colpite il meno possibile. Il rischio, in tal caso, è che si crei un circolo vizioso tra patologia artrosica e sedentarietà, con due conseguenze principali: 1) un peggioramento della patologia, e 2) un aumento del rischio di sviluppare altri problemi, come quelli cardiovascolari.
Un corretto stile di vita, caratterizzato da una dieta bilanciata e da un'attività fisica regolare, è utile sia per la prevenzione che per il trattamento dell'artrosi in fase cronica.
Durante gli attacchi acuti, invece, è da preferire il riposo e il trattamento farmacologico, previo consulto medico.
L'esercizio fisico  più indicato è quello aerobico a intensità lieve-moderata come, ad esempio, il nuoto, l'acquagym o la bicicletta, tutte attività che riducono il carico sulle articolazioni.
Molto utili sono anche le attività volte al rinforzo della muscolatura in prossimità delle articolazioni (ginnasica dolce, pilates, stretching o yoga).
Inoltre, riducendo il dolore, è possibile ridurre l'assunzione di farmaci  per il trattamento della patologia.
Anche nelle persone in sovrappeso o obese, in cui la patologia artrosica è aggravata dall'eccesso di peso, una regolare attività fisica aiuta il processo di dimagrimento per ridurre così il sovraccarico articolare.
Prima di iniziare  un'attività fisica, comunque, occorre sempre consultare il proprio medico per consigli su modalità e tipologia di attività in base alla propria condizione.



lunedì 27 marzo 2023

DON CAMILLO. Un disagio che preoccupa

 



FONTE: Notiziario parrocchiale settimanale di Albegno e dintorni.


UN DISAGIO CHE PREOCCUPA

Ascoltando Radio 1 Martedì mattina 7 Marzo alle ore 06,30, ho seguito un argomento di grande attualità e preoccupazione che purtroppo rischia di essere soffocato dalle critiche più immediate ed eclatanti.
Si tratta della realtà giovanile segnata da un aumento di casi di disagio mentale  tanto che in alcuni Comuni si è pensato di instituire la figura  dello psicologo di base da affiancare al medico di base per cercare di evitare che questo fenomeno si radicalizzi.
C'è chi si auspica che questa figura sia contemplata da una legge nazionale. Si tratta secondo me, di un'iniziativa da elogiare  e da incoraggiare perché rivela una sensibilità e un'attenzione verso i più giovani che non è mai scontata e non lo è neppure oggi.
In passato questo ruolo era coperto dal confessore che al credente comunicava il dono dell'Amore  di Dio che non si spegne davanti alla fragilità umana, ma si accentua. E sappiamo tutti quanto l'Amore  vero e sincero sia la miglior medicina soprattutto per la vita psichica e spirituale.
Venendo meno nella considerazione dei fedeli e purtroppo anche dei sacerdoti questo Sacramento, resta  comunque il bisogno di uno sfogo e di un conforto psicologico. Aggiungo a questa figura anche quella "dell'animatore di giochi" che si renda presente nei parchi pubblici (IL COACH DI QUARTIERE), istituita dal nostro Comune.
Si tratta di figure e di iniziative  belle e importanti che anche noi come Oratorio dobbiamo tenere in considerazione per creare una sinergia di intenti e di iniziative.
Pensando al passato, ai tempi della mia infanzia tanto per capirci, noi ragazzi eravamo liberi di giocare nei campi, nelle strade, nelle piazze e negli oratori; ci organizzavamo tra di noi e ci autoregolavamo. Tornavamo a casa a volte ammaccati, venivamo medicati o sculacciati a seconda del caso, ma ci sentivamo soddisfatti, tranquillizzati anche dal fatto d'aver esaurito le nostre energie in eccedenza.
Oggi i tempi sono cambiati. I ragazzi di oggi sono stimolati e provocati da altri interessi certamente qualificati e capaci di aprire gli orizzonti, ma purtroppo, se abusati o usati male, capaci di isolare e rattrappire  corpo e mente e di svuotare la fantasia creatrice e lo spirito di iniziativa.
A questo punto diventa importante l'inserimento in attività sportive organizzate che recuperano il movimento fisico e insegnano a interagire con gli altri.
C'è un rischio, però, anche in questo di creare nei meno dotati un senso di frustazione  e di inadeguatezza, e nei più dotati una sindrome di successo che può suscitare stati d'ansia e la fobia di non essere in grado di mantenere o di far crescere il livello già alto. 
Compito difficile degli allenatori, del Coach di quartiere e degli animatori dell'oratorio, creare un equilibrio in tutto questo. Io penso che ciò che fa bene ai nostri ragazzi oggi, sia lo stimolo ad organizzarsi (almeno qualche volta) da soli, certamente senza essere abbandonati a se stessi.
Va bene, poi, il gioco organizzato con regole semplici e chiare, senza finalità di premi vistosi e senza esasperare la graduatoria della classifica.
Un'attività che secondo me coniuga bene i vari aspetti della formazione di un ragazzo è il camminare insieme per raggiungere una meta significativa. Infatti è un'attività fisica che impegna le energie personali senza con questo arrivare allo sforzo estremo della massima prestazione che impedirebbe la relazione con chi ti sta vicino o incontri lungo il percorso, con l'ambiente circostante e la natura.
Il camminare insieme favorisce inoltre la riflessione personale, la preghiera ci aiuta a riscoprire e ad apprezzare le cose semplici e a scegliere e a valorizzare  l'essenziale. Libera la mente dallo stress e ci educa ad adattarci alle varie evenienze o inconvenienti.
Ho sempre avuto un'ambizione: coinvolgere i giovani in queste esperienze. Nei primi anni di sacerdozio ci sono riuscito, ricordo con gioia Ghisalba, Almenno, Zandobbio. Poi qualcosa è cambiato.
Purtroppo io continuo a crederci anche a costo di essere considerato un nostalgico superato. Son contento che continua ad esserci qualche adulto che ci crede con me.
Chissà che un domani si riscopra questa esperienza che io ritengo, certamente accanto ad altre, fortemente educativa.

                                        don Camillo

martedì 21 marzo 2023

ALIMENTI. La frutta e il diabete


FONTE: https://www.issalute.it/ sito sviluppato e gestito dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Se hai il diabete puoi mangiare tanta frutta?           F A L S O  

Le persone diabetiche, esattamente come chiunque voglia seguire una corretta alimentazione, possono e devono mangiare frutta, ma per il suo contenuto di zuccheri deve essere correttamente dosata e, soprattutto, inserita in un regime alimentare equilibrato (consumo ben distribuito nella giornata).

Il fruttosio è uno zucchero semplice e, insieme al glucosio, è il costituente fondamentale del saccarosio, ovvero il comune zucchero che si usa in cucina.
Il fruttosio ha un potere dolcificante maggiore dello zucchero, per cui se ne può utilizzare di meno per avere lo stesso risultato. Il fruttosio si trova nella maggior parte della frutta, oltre che nel miele.
La frutta, come la maggioranza degli altri alimenti, non va assolutamnte bandita dalla tavola di una persona affetta da diabete! E', invece, necessario che gli zuccheri semplici in essa contenuti, che possono aumentare la glicemia rapidamente, non vengano assunti contemporaneamente ad altri alimenti ad elevato indice glicemico, onde evitare un aumento consistente dei valori glicemici e un effetto sui livelli di insulina circolante e sui trigliceridi. Da questo punto di vista esistono frutti più "a rischio" per gli effetti sulla glicemia come, per esempio, banane, uva, fichi e cachi. Anche i succhi di frutta, soprattutto se con zuccheri aggiunti, la frutta disidratata o sciroppata ed i canditi non sono consigliabili per i soggetti diabetici.
Altri tipi di frutta, come mele, pere, arance, albicocche, pesche, fragole, limoni e pompelmi, sono maggiormente adatti, tenendo sempre in debito conto le raccomandazioni circa il consumo equilibrato e ben distribuito nella giornata.


lunedì 20 marzo 2023

RIFLESSIONI. Angosce adolescenziali

 



FONTE: Don Chino Pezzoli # Comunità Promozione Umana su Facebook.

"Mio figlio di tredici anni vuole togliersi la vita", mi scrive la mamma del ragazzo. Le chiedo se il figlio le ha manifestato questa intenzione?
"No, ho letto il suo diario".
Mi permetto di suggerirle di parlare con il figlio.
La risposta: "Non me la sento, dovrebbe farlo suo padre che non lo vede da due anni".
Penso che questo ragazzino lasciato solo  possa pensare e scrivere ogni cosa per motivi d'accertare.
Lo contatto telefonicamente, lui mi conosce  e subito singhiozza. Fa seguito il silenzio che dice molto di più delle sue parole. Gli fisso un appuntamento. Fa uso  e abuso di cannabis e si sbronza nel fine settimana.  Mi dice che vuole smettere e che quello che ha scritto sul diario era una provocazione fatta ai genitori che gli hanno dato tutto, meno che la loro presenza.
Mi dice che si sente triste, annoiato e mi chiede come fare a non sballarsi,
"Volerti  bene", gli suggerisco.
"Ci provo, ma sai come vorrei che mia mamma mi tenesse in braccio come quando ero bambino e che mio papà passasse una serata a parlare con me?"
Lo fissai negli occhi, scorsi alcune lacrime.


mercoledì 15 marzo 2023

LIBRI. "Le storie degli altri" di Anne Tyler

 




   LIBRI  CONSIGLIATI  DA  LORIS  FINAZZI  
   GRANDE  DIVORATORE  DI  VOLUMI   





" LE STORIE DEGLI ALTRI " di Anne Tyler edito da Tea

Barnaby Gaitlin è il rampollo di una famiglia agiata di Baltimora. Alle spalle ha un matrimonio fallito e un'adolescenza irrequieta, dovuta più ad una curiosità invadente che ad altro.
Ora, a trent'anni, ha messo un po' d'ordine nella sua vita, trovando in Sophia una donna adatta a lui. Ma, quando una somma di denaro scompare dalla casa della zia di Sophia dove talvolta lavora, sospetti cadono inevitabilmente su di lui. E' il suo destino, frutto di quel suo interessamento stravagante, un po' morboso, ma in fondo bonario per i fatti degli altri, del suo desiderio di ricucire i brandelli sfilacciati delle vicende proprie e altrui in un mondo di relazioni umane superficiali e troppo inconsistenti.

martedì 14 marzo 2023

DON CAMILLO. Papa Francesco e l'omosessualità

 



FONTE: Notiziario parrocchiale settimanale di Albegno e dintorni.

AMA E FA CIO' CHE VUOI

Papa Francesco in una recente intervista (la notizia l'ho colta dal giornale radio Rai del 26/01/23) è tornato sul tema dell'omosessualità ribadendo ciò che più volte in passato aveva affermato, e cioè, che come fatto ormonale l'omosessualità è una condizione di vita e non una condizione di peccato o, come è considerata  in alcune culture, un crimine.
Specifico che non si parla di omosessualità causata da condizionamenti culturali ed educativi o da abusi della sessualità, ma di costituzione ormonale dovuta alla natura.
Nel primo caso si può parlare di omosessualità indotta  che può essere corretta offrendo alla persona gli stimoli e gli spunti appropriati per aiutarla a riscoprire la sua identità.
Ognuno va rispettato nella sua identità e in quella identità è amato da Dio come figlio.
Altra cosa, invece, è l'impegno morale per gestire la propria vita in modo costruttivo nel rispetto  di se stessi, degli altri e del senso di ogni cosa. Ma questo vale per tutti, anche per chi è eterosessuale.
L'onestà nel gestire e vivere la propria affettività è una virtù da alimentare sempre con l'intelligenza illuminata dalla  Parola di Dio che non è una catena che imprigiona, né  una catapulta che lancia allo sbaraglio, ma una sapienza che incoraggia quell'equilibrio che sa coniugare la bellezza dell'amore con la libertà e la dignità della persona.
In questo campo, come in tutti i campi, vanno bene le regole generali; sono necessarie come orientamento, ma non possono essere considerate la misura standard per tutti, proprio perché ognuno è diverso dall'altro, ma anche in situazioni in cui si vive cambiano continuamente.
Qui assume tutto il suo peso la dichiarazione di Gesù: "Il sabato è stato fatto per l'Uomo, e non l'Uomo per il sabato".
Capisco che è facile cadere qui nel  buco nero del relativismo dove ognuno si inventa un codice morale su misura.
Ma Gesù dà un correttivo efficace a questo pericolo: è il correttivo dell'Amore, quello vero, testimoniato da Lui non solo a parole. E' questo amore , che permette di eliminare ogni legge perché chi Ama sa fare molto di più e molto meglio di quanto qualsiasi legge possa imporre. Per questo S. Agostino può esclamare: "Ama e fa ciò che vuoi!" perché chiunque Ama veramente non farà mai niente di male per sé stesso, per gli altri, per la natura e...per Dio.
E se facesse qualcosa di male per la fragilità della condizione umana che rimane sempre come nostro patrimonio, lo saprebbe riconoscere e saprebbe cercare il rimedio.

                                
AMOR PIU' CHE LA LEGGE

Ho imparato che l'Amore è donare senza avere
ciò che sono e che so fare nei miei limiti umani.
Il mio giorno non ha tregua, resta sempre un cantiere
perché ciò che vivo oggi è diverso già domani.

Il tuo sguardo m'interpella, imprevisto e all'improvviso.
Potrei finger di essere cieco o svoltare al primo incrocio.
Troppo crudo è il tuo tormento e minaccia il mio sorriso;
non vorrei che si pensasse che io sono con te socio.

Resto assorto a pensare che risposta posso darti.
Troppo strette son le leggi che impongono soluzioni,
per cultura incapaci di capire e di salvarti
trasformandosi per tanti solo in gabbie o prigioni.

Sono scosso e combattuto nel mio animo confuso;
mi rifiuto di fuggire, ma non so che cosa fare.
Il complesso delle leggi troppo spesso mi ha deluso,
sono cieche, sono fredde e non sanno valutare.

Son preziose e necessarie per tenere in carreggiata,
ma non bastano per dare quello slancio, quel conforto
che san render creativa una persona amareggiata
liberando ciò che in lei è sepolto spesso a torto.

Ho scoperto che l'Amore sa di più di ogni Legge.
E' la forza che va oltre ogni peso e ogni misura,
fondamento sopra il quale ogni casa cresce e regge,
contro il vento e la bufera resta stabile e sicura.

Tu mi chiedi di capirti nel tuo mondo che è diverso,
e così mi apri gli occhi per guardare più lontano.
Se mi fermo ad ascoltarti e con te un po' converso,
mi accorgo che sei Humus e per nulla sei pantano.


                                 don  Camillo


                          

lunedì 13 marzo 2023

SCUOLA. Chi ha paura di Maria Montessori?

 

FONTE: "Messaggero di sant'Antonio"  febbraio 2023.
Articolo: "Chi ha paura di Maria Montessori" di DANIELE NOVARA.


Perché le scuole montessoriane sono così poche in Italia? Perché la pedagogia accademica del nostro Paese  tacciò l'allora innovativo metodo di semplicismo e banalità, accusandolo di "far fare ai bambini solo lavoretti manuali in grado di sviluppare la manualità e non l'intelligeanza."
Niente di più falso.


Mi scrive Carla, mamma di una bambina di 6 anni. "Mia figlia ha vissuto una bellissima esperienza in una scuola dell'infanzia montessoriana. Giornate piene di scoperte, non solo sue ma anche di noi genitori che abbiamo sperimentato la forza di un grande metodo. Vorremmo che nostra figlia continuasse con una scuola montessoriana anche alla primaria. Ma nella nostra zona*non ne esiste nemmeno una. Come mai in Italia sono così poche?"
Me lo chiedo anch'io. Maria Montessori è la più grande pedagogista dei tempi moderni, riconosciuta a livello internazionale. Un riconoscimento unanime, ma fuori dai confini italiani.
Montessori nacque a Chiaravalle, nelle Marche, nel 1870. Il suo metodo esplose agli inizi del '900 con la prima Casa dei Bambini nel quartiere San Lorenzo a Roma e da lì si diffuse in tutto il globo, specialmente negli Stati Uniti, dove trovò un'accoglienza straordinaria.
In Italia il fascismo, nella sua distorta ottica patriottica, cercò di appropriarsene. Ma le idee di libertà e autoregolamentazione infantile portate avanti  da Montessori non si fecero ingabbiare dal dispotismo totalitario e così la grande pedagogista fu osteggiata dal regime dittatoriale e costretta all'espatrio, subendo un costante controllo da parte dei servizi segreti.
La buona educazione è sempre una scommessa che ha un retrogusto politico quando si propone di cambiare il mondo per renderlo un luogo benevolmente favorevole per i più fragili, come i bambini e le bambine, con l'intento di costruire felicità a prescindere dalle condizioni sociali di partenza.
Le cose non cambiarono neppure nel dopoguerra, nonostante Maria Montessori fosse, in potenza, un'icona della resistenza al dispotismo e all'indottrinamento. Purtroppo gran parte della "pedagogia accademica" italiana restò abbarbicata sulle posizioni di Giovanni Gentile, ministro fascista e autore di una riforma scolastica che ancora oggi determina l'architettura del nostro sistema scolastico.
Il metodo Montessori venne tacciato così di semplicismo e banalità e irriso per "far fare ai bambini soltanto dei lavoretti manuali in grado di sviluppare solo  la manualità e non l'intelligenza ".  Tutte considerazioni chele neuroscienze hanno dimostrato essere impietosamente false. Questo porta ancora oggi al confinamento del metodo montessoriano in una nicchia specifica, come se fosse un'alternativa e non la via che tutta la scuola dovrebbe prendere, la metodologia più indicata per imparare. Da noi prevale ancora l'idea  che a scuola si vada  per ascoltare l'insegnante, al netto dell'apprendimento, dell'operatività e della sensorialità.
Non sarebbe complicato diffondere il metodo montessoriano nelle scuole italiane. Esiste una precisa convenzione tra lo Stato e l'Opera Nazionale Montessori, che permette l'istituzione di sezioni specifiche. Purtroppo spesso  sono proprio gli stessi docenti che votano contro all'istituzione di queste classi.
Che cosa si può fare allora? Insistere, chiedere  sia nelle scuole private che in quelle pubbliche di dar seguito alla Convenzione, creando sezioni montessoriane con insegnanti ben formate. In questi tempi di guerra e di minacce di utilizzo dell'arma nucleare, andrebbe ricordato come Maria Montessori fu candidata tre volte al premio Nobel per la pace. Riconoscimento mai ricevuto da una personalità  di area educativa. Chiudo con le parole che scelse di lasciar nel 1952 sulla sua tomba a Noordwijk, in Olanda, affacciata sul Mare del Nord a simboleggiare il suo essere cittadina del mondo: "Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo".

giovedì 9 marzo 2023

COMUNE DI ZANDOBBIO. Classe 1994 presentazione in comune come diciottenni

 




Qualche tempo fa Franca mi ha dato queste foto, riguardanti la presentazione in comune dei diciottenni (classe 1994) il 25 aprile del 2012.
Ormai questi ragazzi sono diventati adulti e sono entrati nella corrente della vita.
Mariangela, la sindaca (allora al suo 1° mandato), si presenta ancora con i capelli nerissimi. Oggi si sta avvicinando alla sessantina e il tempo ha fatto anche con lei il suo lavoro, aiutato forse dal 3° e ultimo suo mandato.
Anche con me il tempo ha fatto il suo dovere e ora mi ritrovo con uno sgradito compagno di viaggio, che mi accompagnerà fino alla fine.
Ma facciamo come MARCO AURELIO ha detto: "Quando ti alzi la mattina, ricorda quale prezioso privilegio è essere vivi: respirare, pensare,  provare gioia e amare".

Godiamoci queste foto: quel tempo non ritornerà più.











































































mercoledì 8 marzo 2023

RES PUBLICA. Esportazioni di armi dall'Italia

 

FONTE: "MISSIONARI SAVERIANI" di gennaio 2023.


I PRIMI 15 PAESI DESTINATARI DI ARMAMENTI 2017-2021

Fonte RELAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO (valore in euro correnti)


Qatar                              7.187.561.724
Gran Bretagna               2.502.128.562
Stati Uniti                      2.009.708.631
Egitto                             1.974.371.164
Germania                       1.581.783.892
Francia                           1.130.064.257
Pakistan                         1.091.864.031
Turchia                              768.080.366
Spagna                              746.263.111
Turkmenistan                    598.302.427
Emirati Arabi                     513.126.503
Corea del Sud                    502.979.914
Australia                            417.892.997
Arabia Saudita                   362.170.695
Algeria                                343.592.540
Altri                                  4.225.571.881
TOTALE                           25.955.462.695


ALIMENTI. I prodotti del contadino


FONTE: https://www.issalute.it/ sito sviluppato e gestito dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS).

I prodotti del contadino sono più sicuri e genuini degli altri?                  FALSO  

I controlli che vengono effettuati lungo tutta la filiera alimentare, dai campi alla tavola, garantiscono che i prodotti commercializzati negli esercizi autorizzati alla vendita siano sicuri  per la salute.

Additivi, coloranti e procedimenti industriali sono normati  da Regolamenti europei atti a non far arrivare sulla nostra tavola prodotti nocivi per la salute.
Ad esempio, per quanto riguarda i prodotti di origine vegetale, al momento della messa in commercio  essi non devono contenere livelli di fitosanitari (come pesticidi e antiparassitari) superiori ai limiti massimi consentiti dalla legge.
Per garanttire ciò, Carabinieri, Aziende Sanitarie Locali-ASL e Corpo Forestale dello Stato, sotto il coordinamento della Direzione Generale per l'Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione del Ministero della Salute, effettuano numerosi controlli prelevando gli alimenti in centri di raccolta aziendale e cooperativi, mercati generali specializzati e non, depositi all'ingrosso, ipermercati e supermercati. Lo stesso vale per uova, formaggi e altri prodotti di origine animale che vengono garantiti da controlli sia sugli animali in allevamento, sia sugli alimenti stessi dall'allevamento alla vendita.
Questo sistema di controllo garantisce, per i prodotti che vengono acquistati negli esercizi regolarmente autorizzati (come supermercati, negozi alimentari e mercati specializzati e non), un elevato livello di qualità e di sicurezza per il consumatore. 

lunedì 6 marzo 2023

SALUTE. Il forno a microonde


FONTE: https://www.issalute.it/ sito sviluppato e gestito dall'Istituto Speriore di Sanità (ISS).

Scaldare o cuocere il cibo col forno a microonde è pericoloso?                       FALSO   

La cottura nel forno a microonde non altera il cibo e non causa tumori.

I forni a microonde scaldano il cibo grazie all'azione di radiazioni a radiofrequenza, onde radio con lunghezze d'onda che vanno da 1 mm a 30 cm (circa 12 cm), dotate di una bassa quantità di energia.
Le microonde vengono assorbite dalle molecole di acqua e grasso che, grazie all'energia ricevuta, sono in grado di vibrare: l'attrito molecolare provocato dallo sfregamento genera calore e il calore a sua volta cuoce il cibo.
E' importante rendersi conto che il cibo cotto nel forno a microonde non diventa "radioattivo", non rimane alcuna energia nel forno o nel cibo dopo che il forno a microonde è stato spento.
In un forno a microonde, la velocità di riscaldamento dipende dalla potenza del forno e dal contenuto di acqua, dalla densità e dalla quantità di cibo da riscaldare.
L'energia a microonde non penetra bene in parti di cibo troppo spesse determinando una cottura non uniforme.
E' bene far "riposare" l'alimento per diversi minuti per consentire  al calore di distribuirsi in tutto il cibo e fare in modo che la cottura sia uniforme, anche per l'effetto che essa ha contro eventuali microorganismi presenti.
Il cibo cotto nel forno a microonde è sicuro e ha lo stesso valore nutritivo del cibo cotto in un forno tradizionale. 
La principale differenza tra questi due metodi di cottura consiste nel fatto che l'energia a microonde penetra più in profondità nel cibo riducendo così il tempo di cottura.
Solo alcuni forni a microonde sono progettati per sterilizzare gli oggetti (ad esempio le bottiglie di latte per bambini). L'utente dovrebbe seguire le istruzioni del produttore per questo tipo di applicazione.




RIFLESSIONI. La temperanza

 



FONTE: Don Chino Pezzoli # Comunità Promozione Umana su Facebook.

La persona ideale oggi? Elegante, affascinante, frizzante e spumeggiante...Temperante? No, grazie!
Nella società dove la parola d'ordine è "eccesso", la temperanza non va certamente a braccetto con il desiderio di vivere una "vita spericolata". Quindi nell'odierna società degli eccessi, dello sballo, dell'apprezzamento di una vita adrenalinica e senza limiti, come può avere valore ciò che è indice di moderazione e sobrietà?
Eppure la temperanza ci fa liberi dagli eccessi emotivi, dalle dipendenze, dalle voglie di avere e potere, modera una vita di apparenze, successo, prevaricazione sui più deboli. E ci propone uno stile di vita semplice, bello.


venerdì 3 marzo 2023

STORIE DI VITA DI ZANDOBBIO. Ignazio Flaccadori

 



FONTE: libro " Sul filo dei ricordi..." ideato e stampato dal GRUPPO PARROCCHIALE  PER LA TERZA ETA' di Zandobbio.

LA NASCITA DEL CALCIO A ZANDOBBIO

I primi calci sono stati  dati intorno al 1947 del secolo scorso e abitavo sul colle Grena; dopo una giornata di faticoso lavoro nei campi, dovevo scendere la sera, percorrendo a piedi il tragitto dal colle Grena ai piani di Zandobbio, perché mi stavano aspettando ragazzi, per avere il pallone per poter giocare quaalche momento.
Il pallone mi veniva dato dalla nostra indimenticabile "Maestra Noris", un pallone di gomma e qualche volta, per risparmiare questo per essere usato alla domenica, ci costruivamo un pallone fatto con la carta dei sacchi di cemento.
Eravamo contenti ugualmente pur di giocare, anche se il più delle volte senza scarpe, perché non sempre c'erano, non le scarpe come quelle che usano oggi. Da qui è nata in me la passione di formare una squadra di calcio.
Incominciando con una squadra amichevole, poi con la guida di don Guerino Caproni, curato della nostra Parrocchia, sono incominciati i veri tornei di calcio e ognuno dei componenti la squadra, in bicicletta o a piedi, ci recavamo nei paesi vicini per l'incontro (oggi se non sono accompagnati con la macchina, non si presenntano: come sono cambiati i tempi!).
La nostra grande soddisfazione era quella non tanto di vincere ma quella di poter essere in campo o disponibili, per divertirci. Oltre alla squadra di calcio a quei tempi avevamo costruito un gruppo di persone amanti delle passeggiate a piedi.
Negli anni sessanta i tempi incominciarono a cambiare, per fortuna in meglio e per gli spostamenti avevamo dei volontari che con le proprie macchine ci accompagnavano.
Sempre negli anni 55/60, trasferito don Guerino dalla Parrocchia di Zandobbio a quella di Carobbio degli Angeli, è arrivato don Luigi Rota.
Si continuava con la squadra di calcio e si andava sempre in meglio, grazie anche a qualche contributo economico di persone generose per il buon proseguimento della squadra. Con il gruppo dirigente, miei collaboratori, ci siamo iscritti alla federazione calcio provinciale, sino ad arrivare alla promozione per prima divisione. Qui è stato per tutti noi una grande soddisfazione e anche il pubblico che ci seguiva andava molto fiero della loro squadra. Noi dirigenti impegnavamo tutte le nostre energie, anche alle volte economiche, pur di vedere la squadra andare bene e fare risultati.
Dopo quasi 40 anni del mio impegno per lo sport per il mio paese, avendo dato tutto me stesso, incominciavano le prime incomprensioni, le difficltà economiche, perché le esigenze dello sport per formare una squadra andavano sempre auumentando, gli sponsor non sempre c'erano. A questo punto non potendo più far fronte a queste esigenze, sia io che il gruppo dirigente si è deciso di abbandonare  questa mia e nostra passione: qui siamo negli anni 1985/87 circa.
Ora posso dire di aver dato tutto quello potevo per lo sport al mio paese. Sinceramente ora le cose mi pare siano cambiate in meglio, da quel poco che posso sapere, essendo oramai impossibilitato a seguire direttamente, per le mie condizioni fisiche.
Il mio augurio sincero e di vero cuore alla nuova polisportiva oratoriale nata negli anni 90, è quello di dare il meglio, anche se può costare qualche sacrificio per gli organizzatori, per i ragazzi e i giovani di Zandobbio affinché trovino nello sport quel divertimento sano che sappia appagare il loro tempo libero, tenendoli lontani da occasioni poco sane, che oggi serpeggiano in altre e tante occasioni.
                                           Ignazio Flaccadori
                                                classe 1921