lunedì 24 giugno 2019

COLLETTIVO CONFUSIONE. Sogno infranto





Purtroppo la nostra magnifica squadra non potrà competere per il titolo nazionale .
Nel turno preliminare è infatti stata sconfitta a Crema sabato scorso dal Piemonte per 4-5, pur essendo stata in vantaggio per 4-1.
E' la stessa squadra che ci aveva sconfitti in semifinale l'anno scorso al campionato nazionale.
In ogni caso rimane il triplete, a testimonianza di un'annata eccezionale.

Grazie, ragazzi!!!!!!

mercoledì 19 giugno 2019

SALUTE. Come si supera la depressione


FONTE: //www.issalute.it/ sito sviluppato e gestito dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS).

La depressione si supera con la volontà?       FALSO   


La depressione è una malattia, oggi considerata largamente curabile, causata dall'interazione di fattori genetici, ambientali, biologici e psicosociali. Questa patologia può essere curata e la sola forza di volontà non basta; è necessario, infatti, rivolgersi a degli specialisti che attueranno interventi specifici, appropriati ed integrati di tipo terapeutico e di supporto psicologico. Fondamentale è riuscire a riconoscere la depressione ed il suo stato di gravità già dai primi segnali di allarme in quanto, spesso, essa viene sottovalutata.

I disturbi depressivi vengono inquadrati nell'ambito dei disturbi dell'umore e includono quadri clinici tra loro diversi.
Essa si presenta con umore caratterizzato da sentimenti di tristezza e sensazione di vuoto interiore, perdita di interesse e piacere, sensi di colpa e autosvalutazione, disturbi del sonno e anomalie della condotta alimentare, astenia e scarsa capacità di concentrazione.
Questi problemi possono diventare cronici e ricorrenti e possono condurre a una sostanziale compromissione della capacità di prendersi cura delle proprie responsabilità nella vita quotidiana.
L'11% degli italiani è affetto da depressione e le donne risultano coinvolte in percentuale doppia rispetto agli uomini. Ne risulta affetto anche il 2% dei bambini e il 4% degli adolescenti.
I trattamenti a cui si ricorre possono essere farmacologici o psicoterapeutici. Nel nostro Paese meno di 1/3 dei pazienti affetti ricorre alle cure in tempi consoni. Questo ritardo può portare ad un peggioramento dei sintomi con ricadute pesanti sulla salute del paziente e sul benessere di chi lo circonda sia a livello familiare che lavorativo.

DON CAMILLO. Più forte del lager




FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

PIU' FORTE DEL LAGER

(In omaggio a P. Massimiliano Kolbe e a quanti in condizioni estreme hanno dato la loro vita per salvare altri, a volte anche sconosciuti)

Nell'intreccio angosciante di spine e di cardi
tra pietre disperse in arida terra
dove troneggian violenti e infingardi
capaci soltanto di odio e di guerra,
sembra bandita ogni forma di vita;
nemmeno una goccia stillata dal cuore,
non uno sguardo ammiccante che invita
a creder possibile un gesto d'amore.

Eppure fra tanta cruda evidenza
un fiore si fa largo quasi a sorpresa;
l'amor non conosce , è vero, prudenza
sa spingere a compiere qualsiasi impresa.

Nella squallida storia dei lager nazisti
il cuore ha prevalso sull'odio ben noto.
Con nobili gesti intensi e imprevisti
ha dato sé stesso in cambio di ignoto.

                                         don Camillo



domenica 16 giugno 2019

COLLETTIVO CONFUSIONE. Triplete!!!!!!




Dopo le vittorie in campionato e in Coppa Bergamo, la nostra fantastica squadra di Calcio a 5 CSI conquista anche il titolo regionale per la 3° volta consecutiva (record?).

Infatti questa mattina ha disputato la finale ad Artogne con il seguente risultato

COLLETTIVO CONFUSIONE - GUSSAGO  8 - 2

Dispiace per gli amici bresciani del Gussago, sconfitti per la 3° volta dai nostri ragazzi nella finale lombarda.

Ora manca solo l'ultimo trofeo: il titolo nazionale.

Zandobbiesi, siate fieri di questo gruppo. Mai nessun'altra squadra ci ha portato tanta gloria.

Di un'altra bella persona dobbiamo essere orgogliosi: la nostra Lucia Belotti è una delle più forti nuotatrici in Italia nella sua categoria ed anche in atletica leggera si disimpegna molto bene.

P.S. Un tarlo mi rode il cervello: la legge di Jante alberga anche a Zandobbio?

mercoledì 12 giugno 2019

OGGETTI. Cinghiale di fieno





SPORT. Educatori ... in campo


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" aprile 2019.
Articolo: "Educatori... in campo" di SABINA FADEL.

Nulla di nuovo sugli spalti. Qualunque sia lo sport giocato, le scene sono le stesse, a qualunque latitudine ci si trovi.
Il papà che grida al figlio in campo di fare il contrario di ciò che gli dice l'allenatore, la mamma che se la prende coi giovani giocatori della squadra avversaria. Entrambi, poi, uniti contro l'arbitro, spesso lanciandosi in epiteti che di educativo hanno ben poco.
E' quanto si è ripetuto anche lo scorso gennaio a Carpenedolo, paese della bassa bresciana. La scena si svolge nella palestra di una scuola media inferiore. Il contesto è il campionato under 13 di basket maschile (stiamo parlando di ragazzini del 2005) girone "Bronze" Brescia 3. In campo l'Amico Basket Carpenedolo e la Negrini Pallacanestro Quintello 1996. Ad arbitrare la partita, un tredicenne, coetaneo dei giocatori e, ovviamente vista l'età, con poca esperienza.
Comincia la partita. Ai primi fischi scattano pure i primi improperi del pubblico, composto per lo più di genitori dei ragazzi in campo. Con il passare del tempo la situazione non migliora, anzi. Si passa in breve ai veri e propri insulti indirizzati al giovanissimo arbitro, per giungere alle offese personali.
Ma ecco l'imprevedibile. Marco Giazzi, allenatore dell'Amico Basket, a quel punto in vantaggio di 10 punti, si avvicina alla tribuna dei genitori e cerca di farli riflettere: "Vi rendete conto di cosa sta succedendo? Noi qui in campo stiamo giocando a basket tutti insieme, ci lasciate fare ciò che ci piace in pace? E, poi, potete smettere di protestare e insultarci?".
Non l'avesse mai fatto. La risposta di alcuni dei tifosi è immediata: "Vergognati", "Non devi dire a noi quello che dobbiamo fare", "La tua squadra non gioca a basket, chiamalo rugby o pugilato ma il basket è un'altra cosa", per giungere, pare, anche in questo caso all'offesa personale.
A quel punto Giazzi, con il coraggio dell'educatore che sente fino in fondo la responsabilità del suo compito, decide di ritirare la squadra che pur stava vincendo dopo una lunga serie di sconfitte.
"Stamattina - commenta ancora Giazzi sulla sua pagina Facebook, riportando l'accaduto - non hanno perso i ragazzi in campo.. ma il basket, lo sport".
E mentre al  momento in cui scriviamo sono ancora in corso gli accertamenti della Federazione sui fatti appena narrati, un brivido ci fa accapponare la pelle leggendo online qualche commento all'articolo della "Gazzetta dello sport", che racconta la vicenda, e che per pudore non riportiamo. Ma tanti, decisamente più numerosi, quelli a sostegno della scelta dell'allenatore. Un segno di speranza. La strada è ancora lunga, ma è quella giusta.

GIOVANI E RAGAZZI. Binge drinking


FONTE: //www.issalute.it/ sito sviluppato e gestito dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS).

E' vero che se esagero con l'alcol solo nel fine settimana non metto a rischio la mia salute?       FALSO  

Bere in modo esagerato, anche se solo nel fine settimana (binge drinking), non previene affatto i danni dovuti all'alcol.

Il "binge drinking", ovvero "l'abbuffata alcolica", comporta l'assunzione in un breve arco di tempo di 5-6 bicchieri di alcolici (oltre i 60 grammi di alcol), spesso di vario tipo.
E' diffusa con maggior frequenza tra i giovani di età 18-24 anni. Scopo di queste "abbuffate" è l'ubriacatura immediata, indipendentemente dal tipo di bevanda alcolica usata per ottenerla.
Il binge drinking, al contrario del bere per socializzare che sfrutta l'iniziale e temporaneo effetto disibinitorio ed euforizzante dell'alcol, ha come finalità preordinata l'ubriacatura, spesso ricercata come risposta ad un disagio secondo finalità anestetizzanti, di automedicazione della possibile sofferenza individuale per problemi relazionali, familiari, scolastici, affettivi, lavorativi e necessità di distaccarsi dalla realtà percepita e vissuta come problematica.
Il binge drinking si accompagna nei giovani che lo praticano, a peggioramento delle relazioni sociali sino all'esclusione e marginalizzazione, a comportamenti violenti sia praticati che subiti, a incidenti stradali e scarse performance scolastiche. Inoltre il binge drinking si associa ad un maggior rischio di rapporti sessuali non protetti, di violenza sessuale e contagio di infezioni sessualmente trasmesse.
Purtroppo, i dati dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) dimostrano come negli ultimi anni questo fenomeno stia continuando a crescere tra i giovani (18-24 anni), giungendo, nel 2015, a riguardare ben il 22,2% dei maschi e l'8,6% delle femmine con una tendenza  complessiva per tutta la popolazione all'aumento, caratterizzando il 10,8% e il 3,1%  dei maschi e delle femmine, rispettivamente, della popolazione di età superiore agli 11 anni.
Il riscontro di un elevato numero di binge drinking tra i minori di 18 anni pone seri problemi di mancato rispetto della legalità in funzione della disapplicazione delle norme che vietano vendita e somministrazione di alcolici ai minori di 18 anni.

mercoledì 5 giugno 2019

RACCONTI. Il libro del nonno


  RACCONTO FANTASY DI LUCREZIA 1° MEDIA  

IL LIBRO DEL NONNO

Quando la mamma mi chiese di ripulire la soffitta non so come feci ad acconsentire senza risponderle male. Mi cambiai i vestiti, mi sciacquai la faccia e corsi in soffitta.
"Non me la ricordavo così sporca, così grande e così disordinata" pensai tra me e me.
Quella non era una soffitta, era solo una grande stalla ricoperta di polvere e piena di cianfrusaglie. Mi misi subito all'opera e a metà del lavoro, circa, trovai un vecchio baule. Era di un rosso acceso, lungo come il letto di mamma e papà e sembrava pesante come una mucca in cinta.
Incuriosita da quello grand baule lo aprii e , pensando di trovare dentro tantissime cianfrusaglie inutili, vidi solo un vecchio libro viola dal titolo "I sorrisi della gente". Lo presi e iniziai a fogliarlo.
"E' un libro di magia!" esclamai sorpresa.
Vi trovai dentro tantissime ricette per pozioni magiche scritte dal nonno.
"Certo! Il nonno, prima di "volare in cielo", mi confidò il suo segreto più grande, lui era un mago!"
Continuai a sfogliare il grande libro fino ad arrivare alla pagina cinquantasette dove c'erano le istruzioni per montare il tappeto volante.
Felicissima di aver trovato le istruzioni del tappeto lessi l'occorrente: Ossa di mucca, lingue di lama, criniera di leone e unghie di pipistrello.
"Oh santa polenta taragna! Dove le trovo queste cose?!"
Mi ricordai dello strano negozio davanti al manicomio e pensai di recarmici. Quando arrivai là, chiesi al proprietario, un certo signor Ammuffito, se aveva tutto quello che cercavo; tornai a casa con tutto l'occorrente.
Ritornata in soffitta continuai a leggere: "Punto uno: legare quattro ossa di mucca tra loro usando la criniera del leone sino a formare un rettangolo". Così feci, andai avanti: "Punto due: allungare le lingue di lama e coprire lo spazio interno alle ossa, fissare le lingue  con le unghie di pipistrello". Dopo aver concluso anche il punto due lessi il punto tre: "Salta sul tappeto e urla "Castoro mio bello portami nel castello!" Dopo aver pronunciato la frase, il tappeto si alzò in volo e si schiantò contro il muro ma lo trapassò, anche io lo trapassai.
Andando più veloci della luce arrivammo in Africa, in un villaggio pieno di bambini che non sapevano neanche cosa volesse dire la parola "cibo".  Appena pensai a quanto mi facevano tenerezza, il tappeto volante si riempì di cibo e tutta la popolazione venne sfamata.
Feci la stessa cosa in India e in altri paesi del mondo.
Vidi e vissi per la prima volta la VERA FELICITA'.


DON CAMILLO. Educare ai sentimenti






FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

EDUCARE AI SENTIMENTI

Credo che quella di educare sia una delle fatiche più grandi e uno degli impegni più fraintesi.
Una delle fatiche più grandi perché non si ha a che fare con una macchina o una materia inerte che puoi manovrare o manipolare come vuoi, ma con persone che hanno un loro modo di pensare e di reagire in base alla loro condizione di vita e alle loro emozioni variabili come il tempo in primavera, che possono dirti di sì o di no, collaborare o contrastarti o ignorarti.....
Uno degli impegni più fraintesi perché si pensa che educare voglia dire "mettere dentro" nella persona determinati concetti o emozioni o interessi o abitudini in linea con le convinzioni dell'educatore; oppure addestrarla perché diventi esperta in questo o in quel settore particolare; oppure perché acquisisca tante nozioni e informazioni che le potranno essere utili nella vita.
Educare non è niente di tutto questo! La parola stessa non significa "mettere dentro", ma "tirar fuori".
Educare è proprio l'arte del "tirar fuori" tutto quello che di bello e di buono c'è in germe nella persona. Perché ognuno di noi è predisposto ad un'infinità di abilità e di comportamenti.
L'importante è che ognuno venga stimolato e provocato. Succede come per l'impianto elettrico di una casa. Ogni stanza è predisposta ad essere illuminata e lo diventa a condizione che si schiacci l'interruttore.
Tra le capacità più significative considero quella dei sentimenti. Anzi, per me è la capacità più qualificante della persona umana, quella che la caratterizza proprio come persona. Parlo della capacità di gioire, di piangere, di ridere, esprimere tenerezza, di meravigliarsi, di stupirsi, ma anche di arrabbiarsi, di provare delusione o tristezza.
Come si fa ad educare ai sentimenti? Credo che la strada sia quella di valorizzare i rapporti umani, a partire dal rapporto dei genitori con i loro figli quando sono ancora nella pancia. Valorizzare i rapporti umani significa dedicare tempo per parlarsi, per ascoltarsi, per apprezzare quello che ognuno è o dice o fa. Significa andare oltre la prima impressione che si ha quando si vede per la prima volta una persona, e cercare invece di andare in profondità.
Il nemico numero uno dei rapporti umani è la fretta di andare oltre, di fare altro, il non avere tempo..... e insieme alla fretta, la superficialità, se non addirittura la banalità. Se tutto questo parte dal seno materno la capacità affettiva del bambino resta segnata o addirittura deviata, con la conseguenza che il tempo risparmiato nell'età bambina dovrà essere speso, raddoppiato e oltre, per cercare di tamponare le derive del figlio cresciuto, con tutte le conseguenze morali e economiche che ne derivano.
La ricchezza (intesa come molteplicità e varietà) dei sentimenti che una persona può esprimere è il beneficio più grande di cui la famiglia umana possa godere, origine di tanti altri benefici che dai sentimenti si sprigionano a grappoli.
Se il patrimonio artistico o anche quello economico fanno grande un popolo, la sensibilità dei cittadini formati a valorizzare i sentimenti umani lo rende Divino perché lo apre alla presenza di quel Dio di cui, credenti e non credenti, portiamo impressa in noi l'immagine. Che cosa c'è di più bello?

                                       don Camillo 

RES PUBLICA. Legittima difesa o legittima menzogna?


FONTE: "MISSIONARI SAVERIANI" maggio 2019.
Articolo: "Legittima difesa o legittima menzogna?" di GIORGIO BERETTA.

La riforma della legge sulla legittima difesa (articolo 52 del Codice penale) è stata presentata evidenziando l'aumento dei reati violenti per furti e rapine nelle abitazioni e negli esercizi commerciali.
Si tratta di una colossale menzogna. Tutti i dati ufficiali - che i promotori della legge si guardano bene dal far conoscere - sono eloquenti.
Innanzitutto, gli omicidi sono in forte calo rispetto agli anni novanta (da 1.916 a 368 nel 2017).
I furti nelle abitazioni sono tornati ai livelli di trent'anni fa, prima cioè del fenomeno dell'immigrazione, e sono meno di dieci anni fa (2.529 nel 2007, 2.301 nel 2017).
Ma, soprattutto, sono più che dimezzati gli omicidi per furti o rapine. Nel 2017 gli omicidi per rapine nelle case degli italiani sono stati 16: è il numero più basso da 30 anni ad oggi.
Dov'è l'emergenza? Far percepire insicurezza è una strategia.
Tra il 2005 e il 2015 il tempo medio occupato dalla cronaca nera nei telegiornali pubblici dei principali Paesi europei è stato del 4,7% contro l'8 % dei Tg Rai.
Come sottolineano i penalisti, si passa dal diritto di legittima difesa al diritto di difesa con... armi sempre più diffuse. A questo punto sì che aumenteranno gli omicidi, magari in ambito familiare!
Nessuna maggior sicurezza, quindi. Anzi, l'esatto contrario. E i primi a "volere" il decreto sono stati proprio i produttori d'armi per incentivare il mercato e per introdurre in Italia un "diritto alle armi", come negli Stati Uniti.