mercoledì 25 luglio 2018

COLLETTIVO CONFUSIONE. Invito all'Amministrazione comunale di Zandobbio



Sarebbe bello che la nostra Amministrazione comunale gratificasse la nostra società sportiva Collettivo Confusione, che tanto lustro sta dando a Zandobbio, con risultati sul campo, a livello nazionale, mai ottenuti da squadre zandobbiesi.


mercoledì 18 luglio 2018

SCUOLA. Il declino della scuola italiana


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 04/05/18.
Articolo: "Per salvare la scuola basta andare a Helsinki" di CURZIO MALTESE.

E' davvero curioso come l'Italia, che ha espresso alcuni fra i più influenti pedagogisti del mondo, da Maria Montessori a Lorenzo Milani, da Gianni Rodari a Loris Malaguzzi, riesca a discutere di scuola in maniera tanto misera e superficiale.
In genere a scatenare la discussione è un episodio che diventa un caso emblematico soltanto se qualcuno l'ha filmato e messo in rete.
Quindi, senza riflettere troppo, ci si divide in due fazioni, pro e contro, bianchi e neri, bartaliani e coppiani, insomma la solita storia. Mai un colpo d'ala, una visione un po' più larga.
Il declino della scuola italiana ha in realtà spiegazioni piuttosto semplici. Le molte riforme degli ultimi decenni, promosse in genere da governi che non stimavano l'istruzione ("Con la cultura non si mangia"), sono andate nella direzione esattamente opposta a quella dei Paesi dove la scuola funziona. L'ideologia di fondo era che la scuola dovesse essere trattata come un'azienda da inserire in un piano industriale.
Idea  già sballata di suo, che è diventata catastrofica considerando la decrepitezza dei piani industriali escogitati. Tutti fondati non sull'ammordernamenrto del sistema per reggere la concorrenza internazionale, ma sui tagli di personale e costi e sull'aumento del carico di lavoro per i lavoratori, in questo caso docenti e studenti. La stessa ricetta adottata per la grande industria, che infatti è sparita.
Le ricerche Ocse dicono che gli studenti italiani sono i più stressati del mondo, perché studiano troppo. Aggiungiamo pure inutilmente. Perché il livello di apprendimento è fra i più bassi.
Prendiamo i primi della classe, i finlandesi.
Uno studente finlandese comincia le elementari e sette anni compiuti, quando in Italia se un bambino non va a cinque anni è già un perdente.
Non si prevedono interrogazioni a scadenze fisse, ma lavori collettivi ed esami finali.
Dopo ogni lezione, i ragazzi finlandesi godono di un quarto d'ora di pausa. 
Il tempo di studio a casa è meno della metà dei coetanei italiani.
Molte lezioni sono interdisciplinari e gli studenti hanno diritto a proporre un piano di studi personalizzato, secondo interessi.
Come dice il loro ministro dell'Istruzione, che non assomiglia alla Fedeli: "Ogni studente ha un talento e compito della scuola è valorizzarlo".
Il risultato finale è il più alto livello di apprendimento mondiale.
Certo, la Finlandia investe tre volte l'Italia nella scuola, paga oltre il doppio i docenti, l'inglese è insegnato fin dalle materne, le scuole somigliano a campus californiani e il numero per classe è assai limitato.
E quindi, per carità, teniamoci lo stress, gli ultimi posti in classifica, l'abbandono scolastico e un futuro da camerieri.
Però prima di dare fiato al prossimo grandioso dibattito su un filmato col telefonino, fatevi un bel giro a Helsinki o a Copenaghen o a Stoccolma, per dare aria alla testa.
Bellissime città, fra l'altro.





GIOVANI E RAGAZZI. La paghetta


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" giugno 2018.
ARTICOLO: "Meglio la paghetta!" di DANIELE NOVARA, pedagogista.

Qualche anno fa, in piena crisi, fece scalpore la notizia che i ragazzi italiani erano quelli con una maggior disponiblità di cash, ossia di soldi alla mano. La cosa non mi stupì più di tanto. Alle serate con genitori mi capita spesso di chiedere chi utilizza con i figli grandicelli la paghetta e l'esito è sempre un po' scoraggiante: il 5, al massimo il 10 per cento dei genitori.
Il comportamento più comune è la "funzione bancomat": i figli chiedono soldi e la mamma, il papà o entrambi esaudiscono più o meno integralmente le richieste. A volte anche i nonni o gli zii entrano a far parte del "giro bancomat", consentendo agli adolescenti di disporre, alla fine, di una cifra che può risultare abbastanza significativa.
E' parere diffuso tra gli specialisti, anche di educazione finanziaria, che questa consuetudine familiare sia perlomeno equivoca, non lasciando ai figli alcuna possibilità di utilizzo dei soldi dentro limiti prefissati.
La paghetta, pertanto, è meglio, perché stabilisce la possibilità di imparare ad organizzarsi all'interno di una cifra che è comunque limitata, evitando ogni sorta di tentazione consumistica e onnipotente.
In fondo, educare i figli vuol dire aiutarli a imparare a vivere, a fare scelte, a sviluppare competenze.
Le regole essenziali perché la paghetta risulti efficace sono più o meno queste. 
Anzitutto aspettare che i figli abbiano una sufficiente età della ragione, non prima pertanto della quinta elementare o comunque degli 11 anni, ossia alla fine dell'infanzia propriamente detta.
E' il padre la figura più significativa per gestire la paghetta, in quanto il paterno rappresenta quella possibilità di allontanarsi in modo regolamentato dal nido materno, che è tipica dell'età.
Nel caso di presenza esclusiva della madre, occorre che la stessa proceda in una logica paterna, senza compiacenze  protettive o di iper-accudimento.
Le cifre sono sobrie, si inizia con poco e poi si cresce. A 11-12 anni 3-5 euro alla settimana. A 17, 20 euro vanno bene. La cifra deve comprendere tutto quello che serve all'autonomia dei ragazzi e delle ragazze, in modo che non abbiano ulteriori richieste, se non per situazioni eccezionali.
Meglio una cadenza settimanale che aiuta a gestire i soldi in un arco di tempo sostenibile. Un mese appare una misura troppo lunga e impegnativa.
Infine, non c'è bisogno di barattare la paghetta con l'aiuto casalingo: quest'utimo deve essere una necessità imprescindibile di collaborazione da parte di ogni figlio.



martedì 17 luglio 2018

COLLETTIVO CONFUSIONE. Fase nazionale CSI calcio a 5 Montecatini T.






foto archivio


Nella scorsa fine settimana i nostri magnifici ragazzi hanno disputato la fase nazionale CSI calcio a 5 a Montecatini Terme, a cui avevano diritto di partecipare come campioni di Lombardia 2017/18.

Si sono classificati al 3° posto con questi risultati:

1°   fase a gironi  (4 gironi di 4 squadre ciascuno)

     Collettivo Confusione   -   Pesaro Urbino   12 - 5
     Collettivo Confusione   -   Frosinone           5 - 5
     Collettivo Confusione   -   Cagliari              7 - 0

     classifica girone:  1° posto

2°  semifinale

     Collettivo Confusione   -    Cuneo               4 - 9

3°  finale  3° - 4° posto

     Collettivo Confusione    -     Caserta            8 - 6

I nostri ragazzi, nonostante l'assenza di giocatori importanti, hanno confermato il piazzamento dell'anno scorso.

Questa continuità di risultati ad alto livello per il secondo anno consecutivo conferma l'assoluto valore della squadra.

Un elogio smisurato a giocatori e dirigenti.



mercoledì 11 luglio 2018

VIVERE INSIEME. Il bibliomotocarro di Tonino


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" giugno 2018.
Articolo: "Spegnete il display e accendete la fantasia".

A 73 anni Antonio La Cava è ancora un instancabile maestro sebbene sia ormai in pensione.
Dal 1999, dopo aver constatato la progressiva disaffezione dei ragazzini per la lettura a causa della loro solitudine tecnologica spesa tra computer, videogiochi e, poi, smartphone, con il suo Bibliomotocarro (www.ilbibliomotocarro.com) ha percorso oltre 180 mila chilometri - 50 mila solo negli ultimi tre anni - per portare i libri nei paesini della Basilicata, e non solo, con meno di mille abitanti dove bambini e adulti non possono disporre né di biblioteche né di librerie.
"Non ho mai tenuto un registro del prestito perché mi fido dei bambini - dice il maestro. Affidare loro un libro che devono restituire, significa responsabilizzarli".
La Cava ha già "bruciato" tre motocarri, "ma è già pronto il quarto in officina", precisa subito.
Agli anziani il maestro regala i libri delle scuole elementari perché "spesso si tratta di persone che, da bambini, hanno frequentato solo poche classi delle primarie e quei libri rappresentano oggi un tentativo di riannodare la loro vita attuale alla loro infanzia, condividendo magari la lettura con i propri familiari e nipoti".
La Cava promuove anche la scrittura con i "Libri bianchi" composti dai racconti dei bambini che iniziano una storia che, poi, qualche altro bambino, altrove, continua a scrivere, trasformandola così in un'opera collettiva.
Il Bibliomotocarro è anche una scuola di cinema itinerante.
I bambini sono coinvolti nella lettura di favole e poesie da cui devono elaborare sceneggiature di cortometraggi d'animazione o di fiction.
Che Antonio La Cava abbia avuto un'intuizione geniale lo hanno capito per primi i suoi piccoli lettori.
"Un ragazzino di quarta elementare di Francavilla Fontana (BR) - ricorda commosso - un giorno mi ha chiesto: "Maestro, come ti senti ad essere l'idolo di tanti bambini?".

DON CAMILLO. L'ultimo viaggio




FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

L'ULTIMO VIAGGIO

Passo per strade
che m'han fatto da casa
dove monello giocavo
con i monelli miei pari,
allegri mocciosi a dar vita
ai benevoli sguardi
di giovani, adulti e anziani.

Ora passo per l'ultimo tratto
sulle stesse strade di allora;
dei tanti passanti
nemmeno uno sguardo,
nemmeno un cenno a fermarsi
nel frettoloso cammino
verso improbabili impegni.

Vedo di spalle chi è fermo
solo col suo cellulare,
mentre svolto per non più tornare
tra cittadini ormai fatti stranieri.

                                     don Camillo

ALIMENTI. Il ferro negli spinaci


FONTE: //www.issalute.it/ sito sviluppato e gestito dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Hai bisogno di ferro? Mangia tanti spinaci!    FALSO  

Gli spinaci non sono una buona fonte di ferro per l'organismo. Infatti, gran parte del ferro in essi contenuto è inutilizzabile come nutriente perché presente insieme a sostanze che ne inibiscono l'assorbimento nell'intestino.

La credenza popolare che gli spinaci siano un'ottima fonte di ferro (/index.php/saluteaz-saz/f/301-ferro-nella-dieta) è, probabilmente, dovuta in parte alla larga diffusione mediatica che hanno avuto alcune pubblicità e cartoni animati.
Il ferro è il minerale più abbondante del nostro organismo e gioca un ruolo decisivo nella formazione dei globuli rossi. I valori consigliati di assunzione sono pari a 10 mg al giorno per adulti maschi e anziani e a 18 mg per le donne durante tutto il periodo dell'età fertile.
Si stima che nel mondo circa 2 miliardi di persone (più del 30% della popolazione mondiale, sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo) siano anemici (/index/php.saluteaz-saz/a/494-anemia-da-carenza-di-ferro) e, buona parte di questi, a causa della carenza di ferro. In questi casi è consigliabile, dietro consiglio del medico, una dieta (/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/d/dieta) che supplementi la carenza di ferro.
Il ferro è presente negli alimenti in due forme chimiche; una più facilmente assimilabile è contenuta in abbondanza nella carne e nel pesce, mentre quello presente nei vegetali e nelle uova non si assimila facilmente. Inoltre, il ferro contenuto negli spinaci, anche se abbondante (2,9 mg di ferro per 100 grammi di prodotto fresco non bollito), non può essere utilizzato dall'organismo a causa della presenza di sostanze che impediscono il suo assorbimento. Tali sostanze, però, possono essere inattivate con la cottura. Inoltre, la vitamina C e, più in generale, gli alimenti acidificanti come il limone, ne migliorano comunque l'assorbimento.
Gli spinaci, comunque, rappresentano una buona fonte di vitamine, acido folico (utile al sistema immunitario (/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/a/anticorpi), alla produzione di globuli rossi e a favorire il rinnovamento delle cellule) e cellulosa (che aiuta l'intestino a svolgere correttamente il suo "lavoro").




OGGETTI. Alambicchi









mercoledì 4 luglio 2018

SALUTE. I giocattoli per i bambini in ospedale


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 15/06/18.
Articolo: "La corsia è una pista dove i bambini sorpassano la paura" di LAURA MONTANARI.

Con l'automobilina in sala operatoria, come fosse un gioco.
Niente barella, niente telo verde. Quando entrano in reparto, la caposala porta subito i piccoli pazienti nella stanza del parcheggio.
"Puoi scegliere per favore la macchinina o la moto che preferisci?".
E' così che i bambini ospiti della Chirurgica Pediatrica del San Matteo di Pavia, si dimenticano per un po' di essere in ospedale.
"Guidano la macchinina elettrica fino al letto della loro camera, la parcheggiano e con quella andranno in sala operatoria quando sarà il loro turno" spiega Luigi Avolio, primario del reparto e ideatore del progetto.
Da un mese è partita questa sperimentazione, unica in Italia. Si chiama "Bimbi no stress" e ha come obiettivo quello di eliminare ai bambini ricoverati il trauma di stare distesi sulla barella quando è il momento di andare in sala operatoria.
Dalle tonsille al braccio rotto, agli interventi più complessi all'addome e al torace, la sostanza non cambia: se il piccolo paziente lo vuole - e lo vuole sempre - può raggiungere la sala operatoria con una Cinquecento grigia, con una Bmw bianca, un quad, una Vespa o uno degli altri mezzi elettrici messi a disposizione dalla Peg Perego, azienda produttrice di giocattoli (e da una onlus) e regalati a questo reparto dell'ospedale pavese.
Il lungo corridoio che collega le camere alla sala chirurgica è diventato l'autostrada dei piccoli malati. Chi è troppo piccolo per "guidare" può lo stesso salire a bordo perché le automobili hanno anche un controllo remoto e si guidano a distanza con un telecomando.
In fondo al corridoio poi c'è il "tunnel magico" che porta alla sala operatoria e che ha il pavimento blu mare e i palloncini colorati.
In Francia, un piano simile è già collaudato; da noi ora muove i primi passi.
"L'obiettivo" continua il dottor Avolio, "è  quello di ridurre l'impatto negativo che l'ospedale può avere sul bambino. Il momento che precede un intervento chirurgico è sempre delicato, i piccoli sono spaventati, preoccupati; immettere un elemento legato al gioco come uma macchina elettrica ha degli effetti decisamente positivi".
Quali?
"In questo modo si elimina la sedazione preoperatoria che spesso viene somministrata con i farmaci" spiega il primario.
Il progetto, approvato dalla direzione sanitaria del San Matteo, punta a raccogliere i risultati che, in seguito, saranno presentati in sede scientifica. Così che anche altri ospedali si trasformino in piste di Formula Uno dedicate ai bambini malati.




RES PUBLICA. Le spiagge italiane


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 25/05/18.
Articolo: "Le spiagge libere che libere non sono: istruzioni per l'uso" di GIULIA TORLONE.

Tanto libere non sono. Circondate da sdraio e ombrelloni a pagamento. Non è facile la situazione per chi vuole godersi il mare in spiaggia senza dover aprire il portafoglio.
Secondo un'indagine di Altroconsumo, la spesa media di una famiglia si aggira sui 25 euro, con punte molto più alte negli arenili di lusso.
Per evitare di dover pagare basterebbe spostarsi su una spiaggia libera, magari portando ombrellone e sdraio da casa. Non sempre però è così facile trovarne una.
Sul totale delle coste italiane, la superficie occupata da stabilimenti oscilla tra il 60 e il 70 per cento, un unicum tra i Paesi del Mediterraneo.
Secondo la Doxa, nel 2011 gli stabilimenti balneari erano 5.368, oggi sono più che raddoppiati arrivando a 12 mila su un totale di 7.375 chilometri di litorale. In media, il nostro Paese ha uno stabilimento ogni 400 metri di costa utile alla balneazione.
In testa c'è la Liguria, dove su 135 chilometri solo 19 sono liberi e tre attrezzati.
Va male anche sul litorale laziale: a Ostia l'85 per cento della spiaggia è in concessione privata, a Torvaianica chilometri ininterrotti di edifici impediscono la visuale del mare.
"I regolamenti sono confusi e frazionati" spiega Sebastiano Venneri di Legambiente. "Alcune regioni applicano una proporzione  tra spiaggia libera  e privata del 50 per cento, altre molto meno".
Il problema della mancanza di arenili liberi è stato sollevato sia dai Verdi sia da Legambiente.
Su Facebook, la pagina Difendere le spiagge libere contava più di 370 mila like, prima di essere hackerata.
Ma la legge italiana  come tutela i consumatori?
"Bisogna ricordare che la Finanziaria del 2007 aveva introdotto una norma fondamentale: l'accesso alle spiagge è sempre libero. Gli stabilimenti devono consentire il transito sulla battigia, quella striscia di sabbia larga 5 metri dal punto in cui si infrange l'onda".
Spesso però i gestori esigono un pagamento per il passaggio. E infatti il problema, spiega Venneri, sono il mancato controllo e gli abusi sulle concessioni del demanio marittimo: "Sono pluriennali e facilitano il gigantismo".
A tutela dei cittadini sono intervenuti i Verdi con un Manuale del bagnante. La legge riconosce il diritto di passare, per raggiungere il mare, per la via più breve, anche in caso di altri accessi da spiagge libere vicine. Unico vincolo: non intralciare i 5 metri di battigia che devono rimanere sgombri per garantire ai mezzi di soccorso di intervenire in caso di necessità.
Inoltre, nel caso delle "spiagge libere attrezzate", cioè il tratto che non è in concessione ma autorizzato al noleggio dell'attrezzatura, è proibito imporre l'affitto di sdraio o ombrelloni.
Ma a limitare l'utilizzo delle spiagge libere è anche la sporcizia. La pulizia qui è a carico del Comune che dovrebbe provvedere a mantenere il litorale in buone condizioni. Cosa che non succede sempre.
Comunque ricordiamoci che, dall'incuria al divieto di passaggio, qualunque abuso va denunciato (alla capitaneria di porto). Perché i diritti non vanno in vacanza.

RIFLESSIONI. Cosa può essere l'uomo





FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 08/06/18.
Articolo: "Nemici, traditori, anzi alleati" di DIEGO BIANCHI.

"Io sono del Sud, io sono di Napoli, faccio parte di quella parte d'Italia alla quale la Lega diceva Vesuvio, lavali col fuoco. Non ho nessuna intenzione di far parte di un movimento che si allea con la Lega Nord e non ho mai pensato di far parte di questo movimento".
In chat di video come questo, con Luigi Di Maio seduto sulle poltrone bianche di Porta a Porta, me ne arrivano quasi ogni giorno.
Ci sono anche i video dove Di Battista dice che se i 5 Stelle si dovessero mai alleare con la Lega lascerebbe il Movimento.
O dove Salvini dice che il Movimento è una bufala.
O Grillo dice che Salvini è un traditore politico.
Eccetera, eccetera, eccetera.
E' tutto lì, in rete, a disposizione di chiunque, anche e soprattutto di chi ha esaltato internet come unico luogo del sapere autonomo, senza filtri, senza poteri forti a contaminare le informazioni, senza "il sistema" a nascondere verità scomode.
I tempi dell'incoerenza politica ormai si accorciano sempre di più. Sembra quasi un esercizio di stile: cambiare identità o darsene una nuova non è mai stato così semplice.
Per provare sincero disagio basta la memoria di pochi giorni. Sei lì incredulo, con il telecomando in mano; pensi che sia impossibile sostenere il contrario di quanto si era sostenuto il giorno prima; eppure si fa, con il sorriso spiegato e la mascella volitiva.
Pertanto, dopo aver avuto in sorte di vivere e raccontare la settimana che ha portato alla formazione del governo Conte, il primo a trazione grillina con sostegno del partito più anziano presente in Parlamento (la Lega, appunto), mettersi a cercare contraddizioni tra le pieghe delle dichiarazioni politiche del passato non ha davvero senso.
Ne scrivevo già qualche settimana fa, senza minimamente immaginare che lì a pochi giorni l'asticella della decenza si sarebbe spostata a vette mai raggiunte.
Per esempio, valutare la messa in stato d'accusa per il presidente della Repubblica, evocandone l'impeachment, per poi giurare da ministro nelle mani del medesimo presidente nel giro di tre giorni, da adesso si può. Il presidente guarda i nuovi ministri negli occhi mentre giurano, firmano o gli stringono la mano. Ogni tanto sorride. Savona parla con Moavero, Di Maio con Fraccaro, Toninelli si concentra su Centinaio. Seduto a gambe larghe, Salvini guarda i lampadari. 
Abituarsi all'idea che ce l'abbiano fatta sarà dura per tutti, ministri e no.