giovedì 29 febbraio 2024

GSO ZANDOBBIO. Appello ai tifosi zandobbiesi

 





DOMENICA PROSSIMA ALLE ORE 14:30 SI DISPUTERA' LA PARTITA DI 3° CATEGORIA

      GSO ZANDOBBIO  -  ORIO PEGU  

E' UNA PARTITA IMPORTANTISSIMA PER LA NOSTRA SQUADRA, CHE A SUON DI VITTORIE STA RISALENDO LA CLASSIFICA ED E' IN ZONA PLAY-OFF.

ATTUALMENTE E' FUORI DAI PLAY-OFF  AVENDO LA NOSTRA SQUADRA (5°) 10 PUNTI DI DISTACCO DA COSTA  DI MEZZATE (2°).

BATTENDO LA CAPOLISTA ORIO PEGU (1°) ENTREREBBE NEI PLAY-OFF.

GIA' A SETTEMBRE, CONOSCIUTO IL NOME DEL NUOVO ALLENATORE, LUCIANO SANGA, AVEVO PRONOSTICATO CHE LA SQUADRA SAREBBE ENTRATA NEI PLAY-OFF.

ANCHE IN PASSATO NON HO MAI DUBITATO DELLA QUALITA' DEI GIOCATORI ZANDOBBIESI.

NEI MIEI CIRCA 40 ANNI DI FREQUENTAZIONE DEL CALCIO PROVINCIALE HO FATTO TUTTI I RUOLI, ANCHE SE IN MODO MODESTO.

SONO STATO  GIOCATORE, ALLENATORE, DIRIGENTE E ARBITRO.

MA SAPETE QUELLO CHE MI HA DATO PIU' SODDISFAZIONI? FARE L'ARBITRO!

VI SPIEGO IL PERCHE'.

DA GIOCATORE, SE SI GIOCA MALE, SI HA TANTI ALIBI: L'ALLENATORE NON MI IMPIEGA NEL MIO RUOLO, I COMPAGNI NON MI PASSANO LA PALLA ECT.

DA ALLENATORE, SE NON SI OTTIENE DEI RISULTATI CON LA SQUADRA ALLENATA: HO DEI GIOCATORI SCADENTI, NON APPLICANO QUELLO CHE INSEGNO LORO  ECT.

DA ARBITRO  INVECE NON CI SONO ALIBI: SE ARBITRI BENE E' MERITO TUO, SE ARBITRI MALE, SONO CAVOLI TUOI.

HO SEMPRE PENSATO CHE ZANDOBBIO E' TERRA FERTILE PER BUONI GIOCATORI DI CALCIO.

QUINDI UN APPELLO AGLI ZANDOBBIESI: DOMENICA TUTTI AL CAMPO AD INCITARE I NOSTRI RAGAZZI, CHE SI SONO GUADAGNATI ANCHE LA FINALE DEL TROFEO PREDA, MAI SUCCESSO A ZANDOBBIO.

COME NON E' MAI SUCCESSO CHE UNA NOSTRA SQUADRA DI CALCIO A 5 VINCESSE IL TITOLO NAZIONALE CSI COME I RAGAZZI DEL COLLETTIVO CONFUSIONE.

COME NON E' MAI SUCCESSO CHE UNA NOSTRA NUOTATRICE VINCESSE DEI TITOLI NAZIONALI COME LUCIA BELOTTI.

FORZA ZANDOBBIO E FORZA ATALANTA



mercoledì 28 febbraio 2024

RIFLESSIONI. Io donna, io persona

 





Da alcuni anni ho un cofanetto con dentro 3 cd di Mia Martini contenente anche un libricino con il testo della canzoni riprodotte.
Quando la sento cantare, mi viene il magone per la morte prematura di questa bella e brava cantante.
Dal libricino copio il testo della canzone "Io donna, io persona" molto attuale soprattutto ora.

IO DONNA, IO PERSONA

Sono stata una cover-girl
su riviste per uomini soli
preoccupata di tenere
i seni spinti bene in fuori.
Con un brandy tra le gambe
e una moto dietro la schiena
all'inizio ero felice
poi mi sono fatta pena.
Io donna, io persona
avvilita come un oggetto
come  bambola da letto.
Io non voglio essere schiava
e neppure essere padrona
voglio essere soltanto
una donna, una persona.
Sono stata una madre esemplare
sei bambini da allevare
un aborto ogni due anni
e io zitta a sopportare.
Se il mio uomo mi picchiava
mi ammiravano i vicini
il mio odio ed il mio amore
lo sfogavo sui bambini.
Io donna, io persona
avvilita come un oggetto
come bambola da letto.
Io non voglio essere schiava 
e neppure essere padrona
voglio essere soltanto
una donna, una persona.
Sono stata una vedova austera
sempre forte, sempre nera
sono stata d'esempio per tutti
non uscivo mai la sera
tanti uomini m'hanno cercata
finché in una notte strana
ho aperto la mia porta
m'hanno dato della puttana!
Io donna, io persona
invenduta sulla strada
innalzata come santa.
Io non voglio essere schiava
e neppure esser padrona
voglio essere soltanto
una donna, una persona.


martedì 27 febbraio 2024

ZANDOBBIESI. Lucia Belotti ha gareggiato a Bergamo

 


Domenica scorsa la nostra campionessa Lucia ha gareggiato a Bergamo con la sua squadra. 

Ecco le foto che mi ha mandato sua zia Francesca:
















DON CAMILLO. Quando il cuore è così forte

 



FONTE: bollettino parrocchiale settimanale di Albegno e dintorni.


QUANDO IL CUORE E' COSI' FORTE

Parlando qualche giorno fa con un amico, mi ha fatto questa domanda a bruciapelo: "Sapresti dirmi due caratteristiche che apprezzi di più  nei tuoi parrocchiani e due che aborrisci?".
La risposta mi è venuta di getto senza bisogno di pensarci.
Sono partito dai due atteggiamenti che aborrisco perché preferivo concludere con un  pensiero positivo: aborrisco l'impulsività e la litigiosità. Ma ciò che apprezzo vale molto di più e copre di gran lunga il negativo: l'onestà e la generosità.
L'ho potuto constatare in varie circostanze  e l'ho anche messo in risalto più volte nelle mie riflessioni pubbliche.
Mi commuove ogni volta vedere persone che fanno volontariato nella parrocchia,  farmi la relazione di quello che raccolgono nelle varie iniziative calcolando fino al centesimo con una soddisfazione che la dice lunga sulla voglia di essere utili alla parrocchia, tanto che, a volte, per arrotondare i ricavati con i "rotti" ci mettono di tasca propria o si addossano i "rotti" di una uscita.
Senza parlare di chi compra  a proprie spese il necessario per l'attività in cui si presta.
Purtroppo però, l'impulsività e la litigiosità, facendo più rumore, impediscono di vedere e di valorizzare queste belle qualità.
Basterebbe poco per accorgersi che sotto atteggiamenti scontrosi e impulsivi ci sta una vera e propria passione per il proprio ruolo e il proprio servizio.
Questo aiuterebbe a creare quel clima di collaborazione e di sinergia di cui una comunità ha bisogno più del pane. Certo l'ideale sarebbe riuscire ad eliminare l'impulsività e la litigiosità che ne è spesso la conseguenza: sarebbe una manna! Io spero che questo, prima o poi, sarà la ciliegina sulla torta.
Pertanto partiamo da quello che possiamo apprezzare: scopriamolo senza preconcetti e facciamolo diventare la base della collaborazione e il primo inizio di amicizia.
Mi piace qui ricordare uno degli ultimi episodi di onestà e di generosità.
Un gruppo di volontari che si fanno in cento per la parrocchia, si è messo a disposizione per svuotare e risanare la casa di mio cugino che è morto improvvisamente nel novembre scorso.
Si trattava di un lavoro enorme, viste le condizioni in cui si trovava la casa, e al tempo stesso delicato in quanto in  mezzo alla montagna di tutto che riempiva ogni vano ed ogni angolo, c'erano anche documenti, denaro e cose preziose.
Un lavoro pesante per il volume di ingombranti da setacciare con ogni precauzione e da smistare per separare ciò che poteva avere un certo valore da ciò che era da buttare al macero.
Un lavoro reso ancora più pesante dal freddo, dalla mancanza di luce, di acqua, di spazi liberi per poter sfruttare come logistica...eppure il gruppo ha continuato a lavorare per giorni con armonia e con punte di gioia ogni volta che da quella montagna di scarti usciva qualcosa di utile o addirittura di prezioso: il tutto consegnato e catalogato con rigorosità certosina.
Che belli trovarsi con persone così; saper che ci si può fidare ciecamente gli uni degli altri e che quello che ognuno fa non è per il proprio interesse personale, ma per il bene comune, anche a costo di rimetterci con il mal di schiena o con il raffreddore o con il naso intasato dalla polvere respirata o dall'odore di ristagno.
Quando il cuore è così forte, prima o poi il sangue risana anche le periferie più deboli del carattere.

                                  don Camillo

lunedì 26 febbraio 2024

SALUTE. Taglio del cordone ombelicale

 



FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 29/12/23.
Articolo: "Quei due minuti di attesa che salvano i prematuri" (A.S.)

Ogni anno 13 milioni di neonati nascono prima delle canoniche 40 settimane di gestazione, rischiando di andare incontro a deficit psicofisici e, in un milione di casi, alla morte.
per ridurre questi rischi, una delle misure più semplici è ritardare il taglio del cordone ombelicale. Ma qual è il ritardo ideale, visto che oggi le indicazioni variano fra 30 secondi e diversi minuti?
Ha risposto a questa domanda la ginecologa Anna Lene Seidler, dell'università di Sydney, rivedendo 67 studi sul tema, che hanno interessato quasi 10mila casi prematuri.
"Sono arrivata a due conclusioni: la prima è che attendere a tagliare il cordone ombelicale riduce di un terzo il rischio di morte dei prematuri, ma la massima efficacia si ottiene aspettando almeno due minuti.
In secondo luogo, bisogna sapere che questa pratica presenta anche un grosso rischio: i neonati si raffreddano di più rispetto a quelli subito separati dalla placenta, per cui occorre accompagnare l'attesa del taglio a misure per tenere al caldo il bambino, come appoggiarlo al petto della madre e coprirlo con una coperta" dice Seidler.
La ragione per cui questa semplice misura è così efficace è che permette al sangue contenuto nel cordone e nella placenta di aggiungersi a quello del bambino, migliorando la scorta di emoglobina e ferro e aiutando il riempimento di sangue dei polmoni.




sabato 24 febbraio 2024

COME ERAVAMO. Zandobbiesi. eventi. foto




don Luigi e ?????? (riconosco solo Giovanni Plebani (Gevane) il 4° da sx in ginocchio)

QUESTA RUBRICA RIPORTERA' LE IMMAGINI DI EVENTI IMPORTANTI PER LE PERSONE FOTOGRAFATE.


       DIDASCALIE               don Luigi e ???????       
                                       1° messa di don Renato a Zandobbio       
                                       1° Comunione Mazzola Angiola
                                       2004 inaugurazione parco  p. Simone Vavassori     
                                       coscritti 1937 festa dei 70 anni
                                       coscritti 1932 festa dei 60 anni      
                                       50° sacerdozio d. Angelo Bosis 1968
                                       festa  coscritti 1940
                                       festa 100 anni Delfina Mutti     
                                       benedizione alberelli 1995

                                       gita a Roma 1988
                                       gita oratorio 1967
                                       gita coscritti 1939
                                       adunata ANA anni '60
                                       pellegrinaggio Lourdes 1990
                                       ritiro Botta di Sedrina iscritti A.C. anni '70
                                       pellegrinaggio Fatima - Lourdes 1995
                                       visita pastorale vescovo Clemente Gaddi 1968 
                                       pellegrinaggio a Lourdes 1979
                                       gita a Redipuglia anni '50
                             posa 1° pietra nuovo oratorio 1992
                            Mario Menapace con sorelle Manzoni a Lourdes 1970
                  coscritti 1939 in udienza privata con  papa Giovanni XXIII



don Luigi e ?????? (riconosco solo Giovanni Plebani (Gevane) il 4° da sx in ginocchio)


1° messa di don Renato a Zandobbio
anno 1984



1°  Comunione Mazzola Angiola


2004  inaugurazione parco p. Simone Vavassori




coscritti 1937 festa dei 70 anni




coscritti 1932 festa dei 60 anni
Venezia




50° sacerdozio d. Angelo Bosis 
foto 1968


festa 100 anni Delfina Mutti



festa coscritti 1940




benedizione alberelli 1995



gita a Roma 1988



gita oratorio anno 1967



gita coscritti 1939 e altri con d. Luigi
foto 1959



adunata ANA  - foto anni '60



pellegrinaggio Lourdes
anno 1990



ritiro Botta di Sedrina iscritti A.C.
anni '70

pellegrinaggio Zandobbio-Fatima-Lourdes-Zandobbio
anno 1995



ricevimento in municipio per la visita pastorale vescovo Clemente Gaddi 1968


pellegrinaggio a Lourdes nel 1979



gita a Redipuglia - foto anni '50




posa della 1° pietra del nuovo oratorio nel 1992 con il sindaco Gigi Barcella e il parroco d. Camillo Brescianini


Il mitico Mario Menapace, le sorelle Elisabetta e Flaminia Manzoni a Lourdes nel maggio del 1970.



Questa foto è stata scattata all'udienza privata che papa Giovanni XXIII (ora Santo) aveva concesso a don Luigi (a quei tempi curato di Zandobbio) e a un gruppo di giovani zandobbiesi del 1939.


giovedì 22 febbraio 2024

SERGIO E IL CALCIO. Alan, una scommessa persa

 



Al ragazzo piace giocare al pallone e ha discrete doti per questo sport.
Cerco quindi di contagiarlo con il "virus calcio" per tenerlo lontano dalle cattive compagnie e interessarlo ad un'attività salutare per lo spirito e il corpo. Il busillis è l'accettazione da parte sua della disciplina e della costante frequentazione agli allenamenti.
Alan inizia bene e nel primo mese si fa trovare puntuale sulla porta di casa quando passo a prenderlo per recarci all'allenamento la sera o alla partita di campionato la domenica mattina.
Poi inizia a saltare qualche appuntamento e la madre, al suono del campanello, appare sulla porta dicendo che Alan non è ancora rientrato oppure, se è la domenica mattina, è rincasato tardi la notte e sta ancora dormendo. Infine il ragazzo non si fa più vedere, senza aver mai manifestato a parole le sue intenzioni.
E' un'altra mia scommessa persa, che tuttavia non mi sono mai illuso di essere di aiuto al ragazzo.
La squadra va male e le sconfitte si sommano: la quinta consecutiva arriva a metà dicembre e causa un altro alterco negli spogliatoi con Marco.
La sera del giorno dopo sono ripreso da Guglielmo, il corpulento segretario, il quale capisce tuttavia le difficoltà in cui mi dibatto. Per riportare l'armonia nel gruppo decidiamo che il prossimo giovedì, dopo l'allenamento, andremo tutti in pizzeria.
E' una serata tranquilla ed i ragazzi, sereni, scherzano sulle disavventure della squadra, promettendo un pronto riscatto nella partita di domenica contro il Paladina.
Vinciamo la partita per 6-0 e gli avversari sono allibiti: erano convinti di affrontare una squadra in disarmo. Poveretti. Non sanno che siamo andati a mangiare una pizza.
La vittoria non risolve tutti i problemi come un colpo di bacchetta magica, ma in seguito otteniamo altri risultati positivi, che ci consentono di terminare il campionato senza altri momenti drammatici.
Dall'inizio di novembre chiedo ogni settimana a don Camillo il numero di adesioni al costituendo GSO  e faccio propaganda tra gli adulti per invogliarli a dare la loro disponibilità, mentre Gabriele e Loris cercano di convincere i ragazzi e i giovani, che militano in squadre esterne, al ritorno. Rosaria continua a essere scettica, ma è nella sua  natura affrontare i cambiamenti con un pizzico di paura del fallimento.
La scheda di adesione prevede la costituzione di squadre di calcio e anche di altri sport: fondamentale è il numero degli iscritti al progetto.
Ma non ho dubbi: nel prossimo campionato calcistico almeno una formazione zandobbiese calcherà i terreni di gioco della provincia.
Arriva Natale e un buon numero di adesioni è stato raccolto. Ancora alcuni giorni e darò inizio alla seconda fase del piano, che prevede una serie di riunioni. Tuttavia don Camillo decide di prolungare ancora di un mese il periodo entro il quale bisogna consegnare la scheda, avendo avuto altre adesioni verbali.
A gennaio, mese di pausa del campionato giovanile, riprende il trofeo Cassera, nel quale abbiamo superato le eliminatorie nel mese di settembre. Ora bisogna disputare il quarto di finale in una partita secca con il Ponte S. Pietro, una delle formazioni più forti della provincia. 
La gara è quasi proibitiva, ma nutro qualche speranza, pur lamentandomi con Pierangelo: "Nella seconda fase del trofeo il sorteggio ci condanna ancora ad affrontare il Ponte S. Pietro, come lo scorso anno. Ho il sospetto che il sorteggio sia pilotato, sfavorendo le piccole squadre come la nostra".
La partita si disputa allo stadio Matteo Legler, il più antico e prestigioso della provincia, dopo lo stadio comunale di Bergamo "Atleti Azzurri  d'Italia".
Malgrado la palese inferiorità negli spogliatoi incoraggio i ragazzi ricordando come anche il piccolo Davide abbia sconfitto il gigante Golia.
Inizia la partita e i trescoresi partono a spron battuto, cercando di sorprendere gli avversari e ........ci riusciamo. Luca, il centravanti, segna un bel gol con un tiro improvviso dal limite dell'area avversaria. Incito i ragazzi a continuare ad attaccare per infliggere agli avversari il colpo del k.o. ed infatti Andrea, la mezzala, colpisce l'incrocio dei pali con un fortissimo tiro scoccato da trenta metri.
Il pericolo corso scuote il Ponte, che incomincia a giocare da par suo. La loro ala sinistra riporta in equilibrio la partita con un tiro al fulmicotone scagliato da quaranta metri. Loris non si aspetta un tiro da quella distanza e rimane fermo come un palo dell'illuminazione senza accennare neppure la parata. Faccio una smorfia di delusione e incito mio figlio ad essere più attento.
Cinque minuti dopo il bomber avversario scende di nuovo velocemente  sulla fascia sinistra e, giunto al limite della nostra area, scarica un altro tiro fortissimo, che si insacca  all'incrocio dei pali alla sinistra di Loris, che, impietrito, abbassa la testa in segno di resa. Io, ingiustamente, lo rimprovero ancora una volta.
La partita termina 5-1 a favore del Ponte S. Pietro, che avrebbe poi vinto il trofeo, ma i primi due gol incassati sono rimasti per molto tempo nella memoria di padre e figlio, il quale sosterrà sempre che i tiri sarebbero stati imparabili anche per un portiere professionista.
Negli spogliatoi riconosco la superiorità del Ponte S. Pietro ed elogio i miei ragazzi per essersi impegnati strenuamente.
"Chissà come sarebbe andata a finire se il pallone scagliato da Andrea, anziché colpire l'incrocio dei pali, fosse entrato  in rete" commenta Pierangelo.

                            continua

mercoledì 21 febbraio 2024

SPORT. Charles De Ketelaere

 




FONTE: Sportweek #06
ARTICOLO: "Maldini aveva visto giusto" di LUIGI GARLANDO.


Caro Charles De Ketelaere,

con questa mia voglio complimentarmi per la bella doppietta alla Lazio e per l'ottima stagione.
Sembra cambiato il mondo, rispetto a un anno fa.
Ricorda Monza-Milan? Era proprio febbraio.
Le arriva la palla a un passo dalla porta, il portiere è a terra. Sembra un gol fatto, il primo in rossonero. Finalmente...
Invece murato da Pessina.
Era febbraio anche Milan-Tottenham. Per la precisione San Valentino, 14 febbraio. Anche lì una palla da spingere in rete senza il portiere; questa volta di testa.
Dopo quell'errore, Rafa Leao, suo compagno di squadra, fece un gesto bellissimo. Si avvicinò per consolarla, posò la fronte contro la sua e le disse:"It's coming, bro". Solo questo: sta arrivando, fratello. Stavano arrivando i gol, le soddisfazioni e tutto ciò che era mancato nei primi mesi di Milan.
Era solo questione di tempo.
Non si sbagliava Leao. Tutto ciò che non era arrivato al Milan , è arrivato all'Atalanta, un anno dopo. Con la maglia numero 17, lo stesso che portava Rafa quando la consolò.
Un San Valentino dopo, la Dea e tutto Bergamo sono innamorati di lei.
Cinque gol in campionato, assist, magie e la consacrazione solenne di Gian Piero Gasperini, domenica scorsa: "De Ketelaere è diventato il nostro punto di riferimento".
Non solo lei è riuscito a inserirsi nella squadra e a rendersi utile, l'ha presa addirittura in pugno, ne è diventato il leader tecnico, come ha rivelato Gasp che, l'avrà capito ormai, è un allenatore speciale, un educatore vero, nel senso etimologico del termine (e-ducere), un maestro che non inculca nozioni, ma "tira fuori" le migliori potenzialità dai ragazzi.
E' da una vita che lavora diamanti grezzi e li fa brillare. Lei è soltanto l'ultimo della serie. Con una prima occhiata, ha capito che lei doveva stare più vicino alla porta. Poi le ha insegnato il resto.
Era solo questione di tempo, di pazienza, di fiducia e dell'ambiente giusto.
Al Milan, si sarà accorto, usavano le sue difficoltà per fare guerra a Paolo Maldini, per rinfacciargli un acquisto sbagliato.
Anche se Maldini è stato fatto fuori, oggi è chiaro che non aveva sbagliato nulla, aveva semplicemente regalato al Milan un altro gioiello, dopo Maignan, Theo e Leao. Perché lei, Charles, è il miglior milanista della stagione, anche se gioca 50 km più in là.
Ma soprattutto lei è un conforto esemplare per i ragazzi in difficoltà che temono di non farcela.
"It's coming, bro". Ci vuole pazienza. Come scrive Calvino: "A volte uno si sente incompleto ed è solo giovane".
Con simpatia.

                Luigi Garlando

martedì 20 febbraio 2024

VIVERE INSIEME. I penultimi

 



FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" dicembre 2023.
Articolo: "I penultimi" di RITANNA ARMENI.

Parliamo dei "penultimi". 
Chi sono? Quelle persone che un lavoro ce l'hanno, ma il cui salario è così basso da rendere la vita difficile, spesso infelice, comunque irta di difficoltà.
Chi, pur lavorando quaranta ore a settimana e, magari, facendo gli straordinari, fatica a pagare l'affitto, a far studiare i figli, ad arrivare alla fine del mese. Coloro ai quali l'inflazione ha cancellato un mese di stipendio.
Sono tanti. Quanti? Fanno parte dei "penultimi" quelli che guadagnano con regolare contratto (mettiamo da parte il vastissimo mondo del lavoro nero) meno di 1.200 € al mese, meno di 9 euro all'ora. Sono circa 3 milioni di persone.
Non si può far niente per loro?
Qualcuno ci ha provato, proponendo una legge che garantisse una retribuzione minima: 1.200 euro mensili, appunto 9 euro l'ora. Una soglia al di sotto della quale non si può scendere. Un minimo di garanzia.
Non si tratta di una novità assoluta. Né di particolare audacia. Ventidue dei ventisette Stati europei già la prevedono. Per fare qualche esempio, in Francia la retribuzione minima è di 1.750 euro, in Germania di 2.080, in Spagna 1.250. Eppure la proposta è stata respinta. Con quali motivazioni? Che un salario minimo  per legge potrebbe - viene detto - incentivare il lavoro nero, oppure - si dice ancora - chi ne applica uno al di sopra dei 1.200  potrebbe abbassarlo. Meglio affidarsi, dunque, al rapporto diretto tra sindacati e imprenditori, alla contrattazione, che - dicono sempre - nel nostro Paese copre il 95 per cento della forza lavoro.
Il punto è che viviamo  un periodo della storia italiana in cui la contrattazione è molto debole, per alcune categorie  di lavoratori puramente virtuale. E, in questi contesti, i sindacati riescono ad ottenere ben poco.  Tanto che una remunerazione di meno di 9 euro l'ora è quasi sempre firmata proprio da loro. Segnale che nel rapporto diretto col datore di lavoro, in condizioni di debolezza non si riesce a fare di più.
Eppure la legge, se fosse approvata, non risolverebbe i tanti problemi di chi, pur lavorando,  rimane povero. 1.200 euro sono pochi, prevedono sicuramente una vita di sacrifici e ristrettezze. Non solleverebbero di molto la vita dei "penultimi" (che tali rimarrebbero) e neppure di chi supera di poco tale livello salariale.
L'approvazione della legge avrebbe tracciato un livello di dignità del lavoro al di sotto del quale non si può andare. Avrebbe mostrato l'attenzione di chi governa a un problema, quello dei salari, che in Italia è sempre più preoccupante.
Invece si è preferito fare diversamente. Ancora una volta si è scelto di ignorare le numerose statistiche che indicano come l'Italia sia stata  e sia in questi anni il fanalino di coda negli aumenti degli stipendi non solo tra Paesi europei ma tra tutti quelli Ocse.
E' da un pezzo che chi ci governa - tutti i governi che si sono susseguiti - mostra di non voler sentire parlare di salari, del loro valore minimo. Fino a quando durerà questo silenzio? 
 


lunedì 19 febbraio 2024

DON CAMILLO. Parità di genere? Sì...no......mah!

 



FONTE: Notiziario parrocchiale settimanale Albegno e dintorni.

Oggi è di moda parlare di parità di genere.
E' certamente un tema importante che non si deve mai smettere di proporre per tener viva una sensibilità che altrimenti rischia di addormentarsi.
Per uomo e donna pari dignità, pari opportunità, pari rispetto, pari trattamento, pari...
A questo punto, però, mi si inceppa il ragionamento, perché se continuassi finirei per danneggiare la persona da una parte  e dall'altra, o comunque finirei per dire bugie.
Pari compiti?
Ma il compito della maternità è unico e specifico della donna e si differenzia dal compito della paternità.
Pari carico di pesi?
Ma la donna è per costituzione fisica più debole dell'uomo e sarebbe disumano caricarla con gli stessi pesi.
Pari valutazione estetica?
Ma la bellezza della donna è tutt'altro dalla bellezza dell'uomo.
Pari considerazione della sensibilità?
Ma la sensibilità della donna è diversa dalla sensibilità dell'uomo, e richiede una considerazione diversa...
A questo punto parlare solo di parità mi sembra fortemente riduttivo.
E rischierebbe di asfaltare l'uomo e la donna riducendoli ad essere "prodotti di serie" quando l'uno o l'altra sono autentici fuoriserie.
C'è un'originalità da salvare che è quella di ogni singola persona, maschio o femmina che sia.
E c'è pure un'originalità altrettanto vera e impegnativa che è quella di uomo  e donna, tanto che per ognuno di noi si può parlare di un'originalità al quadrato: per il fatto di essere persona e per il fatto di essere maschio e femmina.
Per questo io ritengo che sia giusto che nell'impegno culturale per la promozione della persona venga associato allo slogan "parità di genere" anche lo slogan "originalità di genere" per non correre il rischio di cancellare quella diversità che è alla base di ogni tipo di progresso oltre che essere alla base della Vita stessa.
Non è la diversità che ci umilia, ma è l'incapacità di apprezzarla e di custodirla almeno con la stessa preoccupazione e con la stessa cura che abbiamo nel custodire  la biodiversità del territorio.
Un'attenzione e una sensibilità indispensabili per evitare che uomo e donna siano ridotti a essere gli unici abitanti grigi di un pianeta multicolore.
                         
                   don Camillo


giovedì 15 febbraio 2024

LIBRI. "L'ultimo spettacolo" di Larry McMurtry

 




   LIBRI  CONSIGLIATI  DA  LORIS FINAZZI  
   GRANDE  DIVORATORE  DI  VOLUMI   

"L'ULTIMO SPETTACOLO" di Larry McMurtry edito da Mattioli

Romanzo da cui fu tratto l'omonimo film di Peter Bogdanovich con i giovanissimi Jeff Bridges, Cybill Shepherd e Timothy Bottoms.
Texas, anni Cinquanta: in una piccola città di provincia tre adolescenti muovono i primi passi nel mondo adulto. Gli echi del mondo arrivano attraverso la radio e il cinema è l'unico divertimento. Il confine tra noia e dramma è pericolosamente labile.







mercoledì 14 febbraio 2024

RES PUBLICA. La guerra è un affare per ... pochi

 

FONTE: "Missionari saveriani" gennaio 2024.
Articolo: "La guerra è un affare per ...pochi" di PIERGIULIO BIATTA (presidente OPAL).


Ancora una volta è stato papa Francesco a ricordare la tragica realtà: "La guerra sempre è una sconfitta, tutti perdono. Tutti no - ha subito aggiunto - c'è un gruppo che guadagna tanto: i fabbricanti  di armi, questi guadagnano bene sopra la morte degli altri (Udienza  del 29 novembre 2023).

I numeri gli danno ragione.
Dall'invasione militare dell'Afghanistan del 2001 al 2021 le principali aziende militari americane hanno visto decuplicare il valore delle loro azioni in borsa: un risultato eccezionale che hanno ottenuto grazie al "fatturato sicuro" garantito proprio dagli investimenti statali per l'acquisto di nuovi e sofisticati armamenti.

Nel 2022, riporta l'Istituto di ricerca per la pace di Stoccolma (SIPRI), le prime cento aziende produttrici di armi e sistemi militari hanno registrato un fatturato complessivo di 597 miliardi di dollari, in lieve calo rispetto all'anno precedente.

Considerato l'incremento delle spese militari in tutto il mondo, compresi i paesi dell'Unione Europea, c'è da aspettarsi che i loro profitti ben presto aumenteranno.

Le spese militari di tutti i Paesi del mondo sono cresciute dagli anni cinquanta fino al 1990. La caduta del muro di Berlino, la dissoluzione dell'Unione Sovietica ed il successivo processo di distensione internazionale hanno portato ad una graduale riduzione della spesa militare durante tutti gli anni novanta: segno evidente che queste spese  si possono ridurre per favorire processi di pace.

La corsa agli armamenti è ripresa invece nel nuovo millennio a seguito dell'attacco alle Torri Gemelle a New York: la cosiddetta "lotta al terrorismo internazionale", l'invasione da parte degli Stati Uniti dell'Afghanistan ( dal 2001) e dell'Iraq (dal 2003), i conflitti in Libia e in Siria (a partire dal 2011) insieme al clima di generale instabilità sono diventati il pretesto per tutti i Paesi del mondo per aumentare i propri budget militari. Che nel 2022 hanno raggiunto un record storico di 2.240 miliardi di dollari in valori correnti.

I principali Paesi per spesa militare sono oggi Stati Uniti (877 miliardi di dollari), Cina (292 miliardi), Russia (86,4 miliardi), India (81,4 miliardi), Arabia Saudita (75 miliardi), Regno Unito (68,5 miliardi), Germania (55,8 miliardi), Francia (53,6 miliardi, Corea del Sud (46,4 miliardi), Giappone (46 miliardi), Ucraina (44 miliardi), Italia (33,5  miliardi), Australia (32,3 miliardi), Canada (26,9 miliardi) e Israele ( 23,4 miliardi).

Le spese militari vengono spesso giustificate per le esigenze di difesa e sicurezza. Ma proprio l'impossibilità da parte dei principali Paesi occidentali di intervenire militarmente - se non col rischio di innestare un conflitto mondiale - per proteggere uno stato aggredito come l'Ucraina dimostra che l'attuale modello di difesa, basato su crescenti spese militari ed enormi arsenali bellici (Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Canada ricoprono più della metà della spesa militare mondiale) non è adeguato a prevenire e a porre fine ai conflitti armati.

Occorre un'inversione di tendenza che rimetta al centro dell'agenda politica internazionale processi di dialogo, di distensione, di sviluppo sostenibile e di disarmo.

E' cio che predica, instancabilmente, papa Francesco, voce inascoltata in un deserto di morte, di distruzione e profitti per pochi.