mercoledì 26 settembre 2018

DON CAMILLO. Indefinita nostalgia



FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

INDEFINITA NOSTALGIA

Tramonta pian piano l'estate
col cielo azzurro color nostalgia;
nel cuore ricordi di storie passate
mi rendono satura la fantasia.

Ho dentro insistente come una sete
ma so che non è di alcuna bevanda;
forse  è la voglia di trovare altre mete;
"ma quali?" mi faccio, perplesso, domanda.

Provo a pensare allora agli amici,
a quanti per anni sono stati a me accanto.
Quei tempi passati in fretta e felici
rimangon per me dolci note di canto.

Non resta neppure scalfito
però, dentro me quel tormento;
è sempre assai indefinito,
sfuggevole com'è il soffio del vento.

                                    don Camillo

mercoledì 19 settembre 2018

FILM. A casa tutti bene


FONTE: Mymovies.it di Marzia Gandolfi.

A casa tutti bene (2018)
Frustrati, infelici, e tutti inguaribilmente narcisisti, i personaggi di Muccino restano fedeli a se stessi.

Un film di Gabriele Muccino con Pierfrancesco Favino, Stefania Sandrelli, Stefano Accorsi, Claudia Gerini, Elena Cucci, Giulia Michelini, Carolina Crescentini, Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore, Ivano Marescotti. 
Genere drammatico.

Pietro e Alba festeggiano cinquant'anni d'amore.
Dal loro matrimonio sono nati Carlo, Sara e Paolo, imbarcati con coniuge, prole, zie e cugine per un'isola del Sud.
In quel luogo ameno, in cui Pietro e Alba hanno speso il loro tempo più bello, si riunisce una famiglia sull'orlo di una crisi di nervi.
Carlo, separato da Elettra, è vessato da Ginevra, la nuova e insopportabile consorte, Sara, sposata con Diego, cerca di recuperare un matrimonio alla deriva, Paolo, cacciato dalla moglie e disprezzato dal figlio a causa di un tradimento, gira a vuoto e finisce a letto con la cugina. E poi c'è Riccardo che aspetta un figlio da Luana ed elemosina (una seconda) chance allo zio Pietro, Elettra che prova a fare fronte alla gelosia di Ginevra e Isabella, moglie annoiata di un marito troppo lontano che tradisce con Paolo.
Il mare grosso e un temporale improvviso, impediscono le partenze dei traghetti e costringono gli invitati a prolungare soggiorno, convivenza e agonia. Satelliti nevrotici intorno agli "sposi" provano a passare una nottata che non passa e non passerà.




ALIMENTI. La pasta fa sempre ingrassare?


FONTE: //www.issalute.it/ sito sviluppato e gestito dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS).

La pasta fa sempre ingrassare, l'ananas invece fa dimagrire             FALSO  

Non esistono alimenti buoni né cattivi: tutti gli alimenti vanno inseriti, nelle giuste proporzioni, nell'ambito di una dieta sana e varia.

La frutta è un alimento indispensabile per il nostro organismo ed è consigliabile consumarne almeno 3 porzioni al giorno accompagnate dal consumo quotidiano di almeno 2 porzioni di verdura.
Tuttavia, non esistono alimenti che fanno dimagrire o che siano completi dal punto di vista nutritivo: l'alimentazione deve, quindi, essere varia e rapportata alle condizioni della persona e all'attività fisica che svolge.
Escludere completamente alcuni alimenti dalla propria dieta (/index.php/saluteaz-saz/d/284-dieta) per più di 7-10 giorni può provocare gravi carenze nutrizionali. Questo vale, in particolar modo, per i carboidrati complessi (presenti in pasta e pane): essi sono la principale fonte di energia per il nostro organismo e possono essere alleati per il controllo del peso perché sono gli alimenti che maggiormente contribuiscono alla sensazione di sazietà. Inoltre, pane e pasta, specialmente se integrali, contenendo fibra favoriscono il transito intestinale e proteggono dallo sviluppo dei tumori del colon (/index.php/saluteaz-saz/t/662-tumori-del-colon-retto).
In conclusione, in un'alimentazione equilibrata il 60% circa delle calorie quotidiane dovrebbe provenire  dai carboidrati ed almeno i 3/4 dovrebbero essere assunti sotto forma di carboidrati complessi.

mercoledì 12 settembre 2018

DON CAMILLO. Campeggio ultimo atto





FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

CAMPEGGIO ULTIMO ATTO

Ha vinto in me l'ambizione di far provare a ragazzi e giovani un'esperienza diversa.
Avevo tutta la struttura ferma in 4 container a Livigno; mi sarebbe dispiaciuto portarla a casa senza sfruttarla per l'ultima volta. Così ho programmato per questa estate di sospendere l'utilizzo della casa di Roncobello per questa nuova possibilità.
Il risultato è stato imprevedibile.
Ho avuto la gioia di ritrovare quelli che trent'anni fa erano i ragazzi dell'Oratorio di Almenno quando ero curato in quella parrocchia, che avevano frequentato il campeggio a Livigno; questa volta hanno portato i loro figli per far provare anche a loro la magia di questa esperienza.
Nei giorni di ferragosto siamo arrivati ad un picco di 56 persone. Più deludente, invece, è stata la risposta dei nostri ragazzi e giovani. Avevo invitato gli animatori a passarvi la settimana di preparazione immediata al Giochestate: 2 iscritte. La risposta dei ragazzi è stata di 12 per la settimana dal 13 al 18 Agosto e di 3 dal 20 al 25 Agosto e di 4 giovani dal 25 al 26 Agosto.
In tutto hanno aderito nel periodo dal 13 al 26 Agosto in 75 persone.
Dal 1 al 14 Luglio è stato occupato dalla squadra di ciclisti di Cene e dal 14 al 20 Luglio dall'Oratorio di Villongo.
Purtroppo, per tutto il restante periodo (4 settimane) è rimasto vuoto.
Non mi pento, comunque, d'averlo montato. Diversamente mi sarebbe rimasto il dubbio di un'opportunità negata.
La storia del campeggio in tenda per me finisce qui dopo 35 anni passati sotto le tende con i ragazzi degli oratori di Ghisalba, Almenno S.S., Zandobbio, Cene... Conservo bei ricordi, carichi di fatica (perché è impegnativo allestire un campeggio, gestirlo, smontarlo e sistemare tutta l'attrezzatura per mantenerla efficiente), ma anche di soddisfazioni.
Non ho rimpianti, perché tutto quello che ho fatto l'ho fatto con piacere perché lo vedevo utile dal punto di vista educativo; e i ragazzi aderivano, e anche le famiglie.
Mancando oggi questa componente essenziale dei ragazzi e delle famiglie, non ha più senso continuare questa esperienza. Per quanto io continui ad amarla, la vivrei male, come fatica inutile.
Riprenderò a valorizzare la casa di Roncobello fino a quando troverò risposte adeguate.
Intanto tutta l'attrezzatura verrà portata nei prossimi giorni qui da noi. Sono 4 container di materiale perfettamente efficiente. Altro materiale l'abbiamo sistemato qui in parrocchia nei giorni scorsi; verrà utilizzato per le feste.
Ringrazio Antonio Sassi che mi ha dato lo spazio per sistemare provvisoriamente i container nella sua proprietà.
Ringrazio i volontari che hanno aiutato a montare, smontare e sistemare tutto il materiale. Ne sono venuti da Cene, da Almenno, da Lallio, da Osio Sopra, da Treviolo e naturalmente da Albegno.
Ringrazio D. Diego, parroco di Brembo, che mi ha prestato il camioncino per lo smontaggio; ringrazio le donne che si sono prestate per cucinare  e ci hanno fatto mangiare bene.
Tutta gente che si è adoperata con entusiasmo e totale gratuità affrontando anche disagi considerevoli.
Un esempio della loro generosità: lunedì sera, avendo smontato già quasi tutto e non avendo né luce, né acqua, né servizi igienici, né spazio adeguato per una cena tranquilla, ho pensato di offrire a tutti la pizza. Siamo andati al ristorante. Spesa: 185 euro (eravamo in 16). Non c'è stato verso di far accettare l'offerta: mi hanno rimborsato 230 euro!
Grazie a tutti per tutto questo e per tanto altro che rimane sepolto nel cuore di ognuno.
La relazione finanziaria del campeggio verrà pubblicata prossimamente insieme alle altre relazioni: quella del Giochestate; della festa di S. Giovanni; di Treviva e quella  generale della Parrocchia relativa ai 3 mesi estivi (Giugno-Luglio-Agosto).
Di nuovo grazie a tutti.

                                           D. Camillo

GIOVANI E RAGAZZI. Quanti ragazzi dietro le quinte dell'Arena


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 10/08/18.
Articolo "Quanti ragazzi dietro le quinte dell'Arena" di VALERIA STRAMBI.

Un calice di vino da servire, un cuscino da sistemare sulle gradinate e un sorriso di benvenuto in tutte le lingue da regalare agli spettatori.
Tra le piramidi dell'Aida e gli enigmi della principessa Turandot, si nasconde un esercito di giovani. Che hanno trovato casa e lavoro (temporaneo) all'Arena di Verona.
Nel "dietro le quinte" del grande teatro lirico all'aperto, infatti, lavorano centinaia di ragazze e ragazzi. Una vera e propria "invasione" che non ha paragoni in Italia.
Più o meno hanno tra i 18 e i 30 anni, provengono da tutta Italia, ma anche da Spagna, Germania, Cuba, Brasile e hanno scelto l'Arena come alternativa alla spiaggia.
Molti frequentano l'università ed è proprio attraverso gli annunci nelle bacheche delle facoltà o tramite il passaparola, che hanno scovato quello che si è trasformato in un mestiere. Tre mesi di impegno all'anno, da giugno a settembre (50 le serate tra lirica, concerti e balletti), per mettere da parte un po' di soldi, pagarsi l'affitto. Si entra in servizio alle sei del pomeriggio e si lavora fino a mezzanotte.
Ecco le storie di alcuni di loro.
"Sono venuta da Cordoba per studiare lingue" racconta Valentina, spagnola, studentessa Erasmus. "A giugno sarei dovuta rientrare, ma ho scelto di rimanere per fare questa esperienza".
Linda, invece, si è appena diplomata: "Dopo la maturità ho iniziato le serate all'Arena. All'inizio doveva essere solo un aiuto per pagarmi la stanza, poi si è trasformata in un'avventura". 
"A volte, nel bel mezzo dell'opera e quando siamo in pausa, capita di ascoltare qualche verso" confessa Adi, cubana, una habituè nel team dell'Arena "E' indimenticabile poter vivere la musica da una prospettiva diversa".
Luca studia informatica: "Oggi, prima di entrare in servizio, ho sostenuto un esame. Non avrei mai rinunciato a farmi questa stagione".
I ragazzi, per essere scelti, devono sostenere un colloquio: "La selezione parte ad aprile" spiega  Mariangela Chiaravalloti, responsabile dell'area nord-est per la Vivenda spa, la società  che gestisce i punti ristoro dell'Arena. "Non chiediamo professionalità specifiche" dice "ma entusiasmo e voglia di imparare. Ci interssa dare ai giovani un'opportunità". Che, a giudicare dai numeri, è stata colta.

OGGETTI. Orologio zodiacale



MANIFESTAZIONI. 62° festa dell'uva di Trescore B.



carro vincitore "Il ritorno di Jafar"


altri carri partecipanti





















Purtroppo, durante la sfilata, lo spettatore Franco Poloni di Cenate sopra è morto per un malore.



mercoledì 5 settembre 2018

RIFLESSIONI. Sull'apatia civile


Dal sermone del pastore Martin Niemoller sull'inattività degli intellettuali tedeschi sull'ascesa al potere dei nazisti e sulle purghe dei loro obiettivi scelti, gruppo dopo gruppo.

Testo più conosciuto:

"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare".

VIVERE INSIEME. Resistenza ai soprusi


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 24/08/18.
Articolo: "La resistenza si fa anche in treno" di ENRICO DEAGLIO.

Da un po' di tempo - dalle prime "esternazioni" del vicepremier Salvini sui rom - è cominciata a circolare sui social network l'amara riflessione del pastore Martin Niemoller sull'apatia tedesca di fronte all'ascesa nazista: "Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento perché rubacchiavano...", e il finale, come sapete, è la catastrofe della Germania. Ma è davvero applicabile, quella parabola, all'odierna situazione italiana?
Un piccolo caso di cronaca suggerisce di sì. E' agosto, nel mezzo dell'estate sovranista, siamo alla stazione di Cremona e sta per partire il regionale Trenord 2653 proveniente da Milano e diretto a Mantova, quando l'altoparlante trasmette la voce della capostazione: "I passeggeri sono pregati di non dare monete ai molestatori. E agli zingari: scendete alla prossima fermata perché avete rotto i coglioni".
Il passeggero Raffaele Ariano, 32 anni, dottore di ricerca in filosofia, comunica quello che lui (come tutti gli altri) ha sentito a un responsabile della Trenord che gli assicura che saranno presi provvedimenti; poi posta l'episodio, in termini oltremodo civili, sulla sua pagina Facebook.
Risultato: il sito del partito di Salvini rilancia la notizia e sostiene che la capotreno "rischia il posto", per concludere: "Voi state con la capotreno o con Ariano?". E invita a scrivergli sul suo profilo Facebook.
In breve Raffaele viene raggiunto da migliaia di post di insulti, minacce circostanziate, intimidazioni, auguri di morte. Lui raccoglie tutti i post (ripeto il link era fornito dal sito ufficiale del partito del ministro dell'Interno) e li consegna alla polizia.
Il vicepremier Salvini twitta: "Sciocchezze". La madre di Raffaele Ariano scrive al Presidente della Repubblica, chiedendo che suo figlio venga tutelato. Ma, a distanza di parecchi giorni, non pare che lo sia. Anzi. Il "caso Ariano" rapidamente svanisce, ma molte domande restano: provo ad elencarne alcune.

  1. Grazie al lavoro di catalogazione delle minacce compiuto da Ariano, la polizia può ora abbastanza facilmente individuare come agisce e funziona una centrale di intimidazione e propagazione dell'odio. Lo farà, o sarà trattenuta dal fatto che ha rapporti con il ministro dell'Interno?
  2. I minacciatori saranno resi pubblici e perseguiti dalla legge?
  3. Ariano avrà una tutela?
  4. Abusi di potere, linguaggio razzista e xenofobo da parte di persone in divisa, pubblici ufficiali, dirigenti di partito, membri del governo devono essere denunciati o è meglio far finta di non aver sentito?
  5. E' davvero pericoloso prendere le difese di uno zingaro?
  6. Per non sbagliare, non sarebbe il caso che il ministero dell'Interno fornisse un prontuario sul comportamento da tenere in stazioni, treni, bus, spiagge, luoghi pubblici in caso si verificassero episodi anomali?
E infine: ma, a Raffaele Ariano, chi glielo ha fatto fare?
E qui si ritorna all'attualità della parabola del pastore Martin Niemoller e sul perché, in Germania, il nazismo non incontrò resistenza.






SPORT. Attività fisica in gravidanza


FONTE: //www.issalute.it/ sito sviluppato e gestito dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS)

Attività fisica in gravidanza? Troppo pericoloso!                                  FALSO  

Durante la gravidanza una regolare, anche se leggera, attività fisica, come ad esempio fare lunghe passeggiate, ha numerosi effetti positivi.

La prevalenza dell'inattività fisica supera il 40% nelle donne e tende ad aumentare in gravidanza.
Molte donne, infatti, hanno paura di fare attività fisica (/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/a/attivita-fisica) in gravidanza considerandola rischiosa per sé e per il bambino.
Se la donna già praticava attività fisica ed è ben allenata, può continuare a praticarla, previa valutazione medica, evitando, ovviamente, quelle attività associate ad un certo livello di rischio.
Se non ha mai fatto sport, invece, è bene iniziare lentamente e aumentare gradualmente la durata e l'intensità dell'attività nel tempo.
In gravidanza sono da preferire attività aerobiche di moderata-bassa intensità, che non comportino un sovraccarico articolare, soprattutto a livello di bacino e colonna vertebrale. Da evitare invece, attività a rischio di cadute o traumi addominali come equitazione e ciclismo.
Le attività consigliate in gravidanza andrebbero praticate per almeno 150 minuti a settimana, in sessioni da 10 minuti suddivise nei vari giorni.
Un'attività fisica regolare, infatti, aiuta a migliorare l'umore e a mantenere la forma fisica, quando abbinata a una dieta (/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/d/dieta) equilibrata, riduce il rischio di vene varicose e gonfiori di mani, piedi e caviglie e può prevenire il mal di schiena. Inoltre, se svolta dall'inizio della gravidanza, riduce il rischio di diabete gestazionale del 36%.
E' bene, comunque, chiedere sempre consiglio al medico prima di praticare una regolare attività fisica.