sabato 19 luglio 2025

SALUTE. Estate a rischio? No, grazie!

 



FONTE: "Bergamo Salute" luglio/agosto 2025.
Articolo: "Estate a rischio? No grazie!" della dott.ssa LIDIA ROTA VENDER.


Nei mesi estivi possono verificarsi alcune situazioni che espongono il nostro corpo a Trombosi o a eventi cardiovascolari, soprattutto in persone fragili o predisposte. 

I soggetti più a rischio di Trombosi o episodi cardiovascolari sono coloro che hanno subito un recente intervento chirurgico, sono in cura con terapie ormonali o sono in gravidanza, ma anche coloro che soffrono di malattie infiammatorie croniche o acute, sono in sovrappeso o hanno avuto traumi agli arti inferiori che possono attivare la coagulazione del sangue e provocare una Trombosi anche in persone sane. Il grande caldo può aumentare la fragilità di queste persone e il rischio di eventi, in particolare se non sono protette da farmaci antitrombotici appropriati, quali antiaggreganti o anticoagulanti. Vediamo quali sono le principali precauzioni utili o necessarie per ridurre il rischio.

Cuore e caldo

Il caldo abbassa la pressione del sangue e favorisce la dilatazione delle arterie periferiche. Chi soffre di scompenso cardiaco deve prestare particolare attenzione perché la combinazione dei diversi farmaci e il clima molto caldo possono alterare l’equilibrio mantenuto nei mesi invernali. Con il caldo aumenta la sudorazione e il sangue può diventare più “denso”: la pressione si abbassa e compaiono sintomi quali debolezza, capogiri, fiato corto e di conseguenza accelerazione del battito cardiaco. Se questa situazione si prolunga può risentirne il rene per eccessiva disidratazione. È fondamentale, quindi, conoscere questi segnali di allarme per poter riequilibrare rapidamente e compensare gli effetti negativi del troppo caldo, attraverso la gestione, sotto stretto controllo del medico curante, del tipo e delle dosi dei farmaci abitualmente in corso.

Alimentazione, farmaci e prevenzione (anche) in vacanza

Durante l’estate l’alimentazione diventa più fondamentale del solito: è importante preferire cibi poco salati, consumare più verdure e più frutta (almeno 5 porzioni al giorno) e bere molta acqua non gassata lontano dai pasti. È consigliabile ridurre gli alcolici e scegliere pasti leggeri, adatti anche a chi pratica sport o lavora. Non esagerare con gelati, bevande zuccherine e succhi di frutta confezionati, per evitare conseguenze sul livello degli zuccheri nel sangue (glicemia) soprattutto in chi ha un famigliare consanguineo che soffre di diabete o ha già avuto problemi di cuore. È consigliabile evitare di esporsi al sole nelle ore troppo calde, preferendo le prime ore del mattino o quelle del tardo pomeriggio, difendendosi con cappello e bagni frequenti, lunghe nuotate o camminate nel bagnasciuga, accessibili anche a chi non sa nuotare. Per chi fa uso di farmaci antitrombotici è prudente portare con sé un foglio semplice con la lista dei farmaci di uso abituale con nomi e dosi, se possibile accompagnato da un referto dell’ultima visita medica (cardiologica o neurologica) che riporti anche i nomi delle persone da contattare in caso di bisogno. Imparare a sentire il ritmo del proprio cuore con due dita sul polso è fondamentale per grandi e piccini – lo insegna il progetto ChYP (Check Your Pulse: il ritmo del cuore), realizzato da ALT per la prevenzione dell’Ictus Cerebrale da Fibrillazione Atriale.

Attenzione a montagna, mare e punture di insetto

“Fino a che altezza posso andare in montagna?” è una domanda molto frequente, soprattutto da parte di chi ha un cuore delicato o non proprio in forma, oppure ha avuto un problema di Ictus. In montagna la temperatura è migliore perché si evita il caldo eccessivo, l’aria è più pulita, le passeggiate sono piacevoli e invitanti e il respiro ne trae vantaggio. Tuttavia, la tensione di ossigeno è più bassa e il nostro cuore richiede una permanenza di qualche giorno per adattarsi: meglio, nei limiti del possibile, programmare una permanenza prolungata per ottenere i benefici e ridurre i rischi. Oltre i 1500 m si possono verificare puntate di pressione alta che richiedono una modifica delle dosi dei farmaci abituali, sempre e solo su indicazione del proprio medico. Al mare, oltre a evitare l’esposizione al sole durante le ore più calde, chi ama le immersioni dovrà essere particolarmente prudente se ha avuto eventi da Trombosi: da evitare in chi assume farmaci anticoagulanti o antiaggreganti, in chi ha avuto un Ictus o una Trombosi cerebrale, in chi ha una malattia delle valvole cardiache o sa di avere un problema strutturale del cuore come il FOP o forame ovale pervio. Le punture di insetto possono provocare una reazione infiammatoria locale pericolosa, soprattutto se in una parte del corpo dove le vene sono superficiali (inguine, retro del ginocchio, ascelle). Questa reazione può attivare la coagulazione del sangue e causare una “flebite”, tecnicamente una Trombosi venosa superficiale o profonda. Meglio ridurre il rischio usando un repellente per insetti ed evitando luoghi a rischio come rocce, arbusti, cumuli di legname e zone di campagna. In caso di puntura, può essere opportuno farsi visitare da un medico che potrà prescrivere una cura con crema locale o, nei casi più gravi, farmaci antistaminici o antibiotici, oppure suggerire un doppler venoso in caso di sospetto di Trombosi venosa. Infine, mai dimenticare le calze elastiche! Durante la gravidanza sono fortemente consigliate perché aiutano il sangue a tornare rapidamente al cuore e riducono il rischio che le vene superficiali delle gambe perdano elasticità.

I sintomi da non sottovalutare

Il consiglio più importante resta quello di usare buon senso e attenzione. I sintomi della Trombosi venosa possono variare: gonfiore, dolore, rossore, indurimento di una vena su un braccio o su una gamba possono essere una manifestazione da Trombosi venosa; dolore al dorso, mancanza di respiro, sangue nel catarro possono essere sintomo di Embolia polmonare; dolore al petto irradiato al braccio sinistro, al dorso o alla mandibola, fame d’aria, senso di stordimento, sensazione di un frullo nel petto possono segnalare un problema di cuore, perdita della capacità di parlare o di muovere una parte del corpo. Anche se questi sintomi durano pochi minuti e si risolvono da soli, possono far sospettare un Ictus cerebrale. Prevenire le malattie da Trombosi si può e si deve: colpiscono il doppio dei tumori ma possono essere curate, e soprattutto evitate almeno in un caso su tre. Non solo con esami costosi e indaginosi, ma soprattutto conoscendone i segnali d’allarme. E questo dipende da noi. 













Nessun commento: