Cuore e caldo
Il caldo abbassa la pressione del sangue e favorisce la dilatazione delle arterie periferiche. Chi soffre di scompenso cardiaco deve prestare particolare attenzione perché la combinazione dei diversi farmaci e il clima molto caldo possono alterare l’equilibrio mantenuto nei mesi invernali. Con il caldo aumenta la sudorazione e il sangue può diventare più “denso”: la pressione si abbassa e compaiono sintomi quali debolezza, capogiri, fiato corto e di conseguenza accelerazione del battito cardiaco. Se questa situazione si prolunga può risentirne il rene per eccessiva disidratazione. È fondamentale, quindi, conoscere questi segnali di allarme per poter riequilibrare rapidamente e compensare gli effetti negativi del troppo caldo, attraverso la gestione, sotto stretto controllo del medico curante, del tipo e delle dosi dei farmaci abitualmente in corso.
Alimentazione, farmaci e prevenzione (anche) in vacanza
Attenzione a montagna, mare e punture di insetto
“Fino a che altezza posso andare in montagna?” è una domanda molto frequente, soprattutto da parte di chi ha un cuore delicato o non proprio in forma, oppure ha avuto un problema di Ictus. In montagna la temperatura è migliore perché si evita il caldo eccessivo, l’aria è più pulita, le passeggiate sono piacevoli e invitanti e il respiro ne trae vantaggio. Tuttavia, la tensione di ossigeno è più bassa e il nostro cuore richiede una permanenza di qualche giorno per adattarsi: meglio, nei limiti del possibile, programmare una permanenza prolungata per ottenere i benefici e ridurre i rischi. Oltre i 1500 m si possono verificare puntate di pressione alta che richiedono una modifica delle dosi dei farmaci abituali, sempre e solo su indicazione del proprio medico. Al mare, oltre a evitare l’esposizione al sole durante le ore più calde, chi ama le immersioni dovrà essere particolarmente prudente se ha avuto eventi da Trombosi: da evitare in chi assume farmaci anticoagulanti o antiaggreganti, in chi ha avuto un Ictus o una Trombosi cerebrale, in chi ha una malattia delle valvole cardiache o sa di avere un problema strutturale del cuore come il FOP o forame ovale pervio. Le punture di insetto possono provocare una reazione infiammatoria locale pericolosa, soprattutto se in una parte del corpo dove le vene sono superficiali (inguine, retro del ginocchio, ascelle). Questa reazione può attivare la coagulazione del sangue e causare una “flebite”, tecnicamente una Trombosi venosa superficiale o profonda. Meglio ridurre il rischio usando un repellente per insetti ed evitando luoghi a rischio come rocce, arbusti, cumuli di legname e zone di campagna. In caso di puntura, può essere opportuno farsi visitare da un medico che potrà prescrivere una cura con crema locale o, nei casi più gravi, farmaci antistaminici o antibiotici, oppure suggerire un doppler venoso in caso di sospetto di Trombosi venosa. Infine, mai dimenticare le calze elastiche! Durante la gravidanza sono fortemente consigliate perché aiutano il sangue a tornare rapidamente al cuore e riducono il rischio che le vene superficiali delle gambe perdano elasticità.
I sintomi da non sottovalutare
Il consiglio più importante resta quello di usare buon senso e attenzione. I sintomi della Trombosi venosa possono variare: gonfiore, dolore, rossore, indurimento di una vena su un braccio o su una gamba possono essere una manifestazione da Trombosi venosa; dolore al dorso, mancanza di respiro, sangue nel catarro possono essere sintomo di Embolia polmonare; dolore al petto irradiato al braccio sinistro, al dorso o alla mandibola, fame d’aria, senso di stordimento, sensazione di un frullo nel petto possono segnalare un problema di cuore, perdita della capacità di parlare o di muovere una parte del corpo. Anche se questi sintomi durano pochi minuti e si risolvono da soli, possono far sospettare un Ictus cerebrale. Prevenire le malattie da Trombosi si può e si deve: colpiscono il doppio dei tumori ma possono essere curate, e soprattutto evitate almeno in un caso su tre. Non solo con esami costosi e indaginosi, ma soprattutto conoscendone i segnali d’allarme. E questo dipende da noi.
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