FONTE: "Bergamo Salute" gennaio/febbraio 2025.
Articolo: "Educazione sessuale: quando e come parlarne ai figli" di IVANA GALESSI.
L'educazione sessuale non è una lezione singola ma un percorso continuo che coinvolge sessualità, comportamento, costruzione del sé e autostima.
Un bambino educato al rispetto per sé e per gli altri pone solide basi per una sessualità sana in futuro.
La Società italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) è intervenuta a riguardo.
Un'educazione sessuale completa deve iniziare precocemente, come sottolineato dai pediatri della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), non solo per prevenire gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmesse, ma anche per promuovere relazioni sane e rispettose.
Secondo la pediatra Maria Carmen Verga, segretario nazionale della Sipps, l'educazione sessuale non è una semplice lezione ma un processo continuo che coinvolge la costruzione del sé, dell'autostima e delle relazioni.
"L'approccio deve essere prima di tutto mirato e individualizzato, partendo da un'analisi del contesto".
Più che differenze di genere, sono rilevanti quelle culturali, di età e carattere. Intervenire già prima dell'adolescenza è cruciale.
"Già alle scuole elementari i bambini fanno proprie le differenze di genere e alle medie hanno elaborato idee e pregiudizi".
La costruzione di relazioni sane parte dal rispetto per sé e gli altri, dall'integrità e dignità personali . Questo processo deve includere conoscenze normative e diritti, poiché un' educazione sessuale completa è fondamentale per evitare relazioni distorte o squilibrate.
Il ruolo del pediatra e della scuola
"Il pediatra di famiglia ha la possibilità di seguire bambini e ragazze fin dalla nascita, supportando i genitori, nel promuovere un dialogo aperto" ha spiegato Verga.
E' dimostrato che interventi occasionali non sono efficaci: occorre coinvolgere i ragazzi attivamente, usando metodologie multidimensionali e strumenti come giochi di ruolo e brainstorming.
Secondo il Global Early Adolescent Study dell'Oms, un'educazione precoce riduce gravidanze precoci, malattie sessualmente trasmesse e relazioni tossiche, promuovendo contraccezioni e comportamenti sani.
Tuttavia, in Italia manca un effettivo programma nazionale di educazione sessuale nelle scuole.
"Si parla poco e male di educazione sessuale" evidenzia la dott.ssa Verga, sottolineando l'importanza di una formazione specifica per operatori scolastici e genitori.
Il presidente della Sipps, Giuseppe di Mauro, ha presentato quindi il progetto " "Chiedi a me", un booklet con video esplicativi per adolescenti e genitori:
"E' importante saper quali parole usare e intuire le domande dei figli" . I genitori devono promuovere un clima di apertura, sollecitando confidenza e abbattendo tabù.
Linee guida e suggerimenti pratici
Immacolata Scotese, pediatra, ha raccomandato di iniziare presto.
Dai 3 ai 5 anni si possono insegnare i nomi corretti dei genitali, eliminando soprannomi, perché questo può aiutare l'autoconsapevolezza e offrire ulteriori strumenti per difendersi.
Dai 6 agli 8 anni, si può rispondere alle domande sulla riproduzione in modo semplice, aumentando la consapevolezza del corpo.
Dai 9 anni, si accolgono i cambiamenti della pubertà e dai 12-13 anni si affrontano prevenzione e contraccezione.
L'adolescente deve conoscere la "doppia contraccezione": "la femminuccia deve assumere la pillola e pretendere che il ragazzo usi il condom prima di qualsiasi contatto". I preservativi devono essere conservati correttamente per evitare il danneggiamento. I genitori possono supportare i pediatri creando un ambiente di ascolto aperto e privo di giudizio, rispondendo alle curiosità con sincerità e senza improvvisare. Bisogna cogliere gli spunti forniti da situazioni quotidiane, come un tema affrontato in televisione, per avviare una conversazione breve e non tecnica. Non solo, nelle loro linee guida sia l'OMS che l'Unesco pongono molto l'accento sulle emozioni, sulla emotività, nel rispetto e sull'accettazione del sé.
Quando poi il ragazzo, la ragazza, sono un po' più maturi, quindi verso i 12-13 anni, le linee guida individuano le modalità per parlare anche di prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse e di contraccezione.
Probabilmente, però, parlare di contraccezione a 13 anni è un po' tardi, se si considera che l'età del primo rapporto sessuale si è notevolmente abbassata.
L'importante è non far radicare in questi ragazzi concetti sbagliati.
Scotese ha poi concluso ricordando l'importanza di prepararsi alla alla fluidità di genere: " I giovani sono pronti. Loro sono innamorati dell'amore, non del sesso".
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