venerdì 21 febbraio 2025

STORIE DI VITA DI ZANDOBBIO. Primi arrivi dalla Sardegna, la famiglia Aru

 




FONTE: "SUL FILO DEI RICORDI..." IDEATO E STAMPATO DAL GRUPPO PARROCCHIALE PER LA TERZA ETA' DI ZANDOBBIO.

PRIMI ARRIVI DALLA SARDEGNA


Mi chiamo Agnese Scano, sono nata a Cagliari, capoluogo sardo, il 9 gennaio 1925. 
Ho deciso di raccontare la mia storia, perché a differenza d'altra gente che ha avuto la fortuna di  nascere e di vivere nel suo paese, io ho dovuto lasciare le mie "radici" e partire per un luogo a me ignoto: la paura era tanta ma per i miei figli avrei fatto questo ed altro.
Tutto cominciò nell'anno 1961, quando per motivi di lavoro, mio marito fu costretto a raggiungere un luogo dove il lavoro non scarseggiava.
Arrivammo  così a Selva, piccola frazione di Zandobbio, provincia di Bergamo, dove mio marito trovò subito il suo primo impiego nella ditta Pecis, la quale produceva piastrelle, io ero contenta, ma dentro di me avevo un gran dolore, pensavo ai miei genitori, alla mia terra, così lontani.
Ero comunque confortata dal fatto che i miei figli avrebbero avuto sicuramente un avvenire migliore.
Per un anno mio marito lavorò  presso la ditta Pecis, poi prese  la decisione di lasciare questo lavoro e cominciò a fare il camionista.
In questo periodo ci trasferimmo a Zandobbio. Appena arrivati nella nuova abitazione, fummo accolti con dolcezza dalla signora Anna Terzi: purtroppo la signora Anna oggi non c'è più, ma sono sicura che sarà là nell'alto dei cieli che ci protegge; è stata tanto buona ed il Signore l'avrà sicuramente ricompensata.
A Zandobbio alloggiavamo in una casa molto povera, non c'erano neppure i servizi primari, come ad esempio l'acqua; in inverno faceva molto freddo e per scaldarci utilizzavamo   una stufetta a legna e la legna ce la forniva un signore, che tutt'oggi ringrazio, il signor Gigi Barcella con suo zio.
Ricordo ancora con commozione il primo giorno: la cosa che mi colpì, lasciandomi stupita, fu un fatto che ora vi racconto.
Quel giorno uscii di casa , avevo tra le braccia Marco, il mio ultimo genito di soli tre mesi. In quell'istante si avvicinò una ragazzina, avrà avuto 12  anni, di quella ragazzina non sapevo assolutamente nulla, si avvicinò e mi disse: "Signora se le occorre qualcosa si serva pure e mi raccomando  non si preoccupi del denaro, quando avrà la possibilità, mi restituirà tutti i soldi".
Quel giorno ho pianto tanto ed ancora oggi  se ripenso a quelle parole, dentro di me, sale una forte emozione: pensare ad una piccola ragazzina che guardandoti negli occhi, ti donava il coraggio d'andare avanti, è stato per me come un raggio di sole, io la chiamo la speranza, la speranza che un giorno tra le nubi appaia quel sole che hai tanto desiderato e bramato per te e per la tua famiglia.
Grazie Rosa! T i voglio tanto bene.
Purtroppo le cose non andarono molto bene: un anno dopo la mia permanenza a Zandobbio, mi ammalai e fui ricoverata all'ospedale.
Ero disperata, non sapevo a chi lasciare i miei quattro figli, mio marito fu costretto a sospendere il  lavoro per badare a loro, avevo comunque accanto a me le mie amiche che mi hanno confortato ed aiutato nei momenti del bisogno.
Non posso nemmeno scordare la famiglia di Bepa Bordogna che con la sua bottega mi ha dato moltissima fiducia, sono riuscita così ad andare avanti senza far mancare nulla ai miei figli.
Dopo varie cure riuscii a guarire. Quando tutto sembrava andare per il meglio, nell'anno 1978, mio marito s'ammalò gravemente, nel periodo della sua malattia le mie vicine di casa Peppina e Sandrina mi sono state  al fianco, soprattutto nei momenti  più duri. Non potrò mai scordare neppure la signora Pasqua, che ore è in paradiso, la quale con amore accudiva mio marito giorno e notte, senza chiedermi nulla in cambio: oggi la ricordo sempre nelle mie preghiere per il bene che ha saputo donare a me ed alla mia famiglia.
Il 5 aprile dello stesso anno, mio marito morì, lasciandomi sola con tre figli, il primogenito Antonio s'era già sposato ed un mese dopo la morte di mio marito, nacque la mia prima nipote Giuseppina.
E' proprio strano il destino, bastava  un solo mese e sarebbe riuscito a vedere la sua famiglia crescere, avrebbe provato quella sensazione indescrivibile che si sperimenta quando si diventa nonni.
Oggi  13 aprile 2003 sono qui a scrivere questa storia, la mia vita: sarebbero tantissime le cose da raccontarvi, sarebbero tantissime le persone che non ho citato e che dovrei ringraziare.
Comunque se guardo indietro e ripenso alla mia vita provo un po' di nostalgia per quella terra (la Sardegna), lasciata per necessità, provo dolore come del resto proveranno tutti, quando ripensano ai problemi che si sono dovuti superare nella vita, ma provo una gran gioia oggi nel vedere i miei figli ed i miei nipoti felici e sereni nella vita.
E' proprio questo che conta, arrivare ad un punto della vita e poter dire: "Il sole  si è fatto spazio tra le nuvole ed oggi mi abbraccia ricompensandomi di tutte le fatiche".
Signore, ti ringrazio di vero cuore per quello che mi hai donato.

                        Agnese Scano ved.  Aru
                                  Classe 1925
                                                





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