martedì 11 gennaio 2022

DON CAMILLO. Mani o lingua

 


FONTE: Notiziario parrocchiale settimanale di Albegno e dintorni.

MANI O LINGUA

Di tanto in tanto mi capita di incontrare persone che mi chiedono di poter ricevere la comunione in bocca anziché sulla mano.
Se fossimo in tempi normali non ci sarebbe nessun problema a soddisfare la loro richiesta.
Trovandoci, però, i n tempo di pandemiia, i Vescovi hanno imposto ai sacerdoti di donare la Comunione ai fedeli solo sulle mani per evitarei rischi di contagio.
In tutta risposta alcuni di quei fedeli preferiscono non ricevere la Comunione.
Ricevere la Comunione in bocca ha un bel significato.
Richiama il gesto della mamma che imbocca il suo bambino.
E' un gesto che mette in risalto la maternità della Chiesa.
Per tanti secoli questo è stato l'unico modo per accedere alla Comunione, con l'effetto collaterale di creare l'idea che nessuno potesse toccare l'Ostia santa se non il sacerdote soltanto.
Anzi, le suore che preparavano noi bambini alla prima Comunione, ci insegnavano che dovevamo stare attenti a non toccare l'Ostia santa con i denti, e, ovviamente, molto più attenti a non masticarla.
Si trattava di una raccomandazione che aveva un suo significato pratico, e cioè, quello di evitare che parti dell'Ostia santa restassero tra i denti.
Tutto questo ha creato la convinzione che solo la lingua fosse degna di accogliere il Signore Gesù.
Quando il Concilio Ecumenico Vaticano II introdusse il rito della Comunione sulle mani, volle mettere in risalto altri messaggi importanti, e cioè, che i fedeli non sono semplicemente bambini da nutrire, ma adulti corresponsabili nella vita della Chiesa, e che Dio si affida a noi mettendosi totalmente nelle nostre mani: un atto di assoluta fiducia nei nostri confronti, oltre che un gesto che conferma la nostra dignità  e la nostra responsabilità nei confronti di Dio stesso.
Con questo, la Chiesa non ha tolto la possibilità di ricevere la Comunione in bocca, ma ha lasciato le 2 possibilità, tutte e 2 belle per il significato che hanno, oltre che ad essere complementari l'una dell'altra.
La restrinzione imposta dai Vescovi a causa della pandemia è un provvedimento solo temporaneo, suggerito dalla prudenza e ispirato dalla giusta disponibilità   della Chiesa a collaborare con le autorità dello Stato per quanto riguarda il bene comune.
Quello che mi fa specie è il fatto che, piuttosto che ricevere la Comunione sulle mani, alcuni si rifiutino di comunicarsi.
Mi nascono alcune domande che lascio aperte:

- Il rito della lingua o della mano è forse più importante dell'Ostia santa che è il Signore Gesù che si offre a noi come cibo?

- La lingua è forse  più degna della mano?

- La lingua o la mano sono forse parti del corpo a sé stanti e isolate dalla persona?

- E' la lingua o la mano ad essere degna, o è la persona che accoglie con la lingua e con la mano?

- La Chiesa che ha disposto in passato la Comunione solo in bocca, non è la stessa Chiesa che ha riscoperto e valorizzato il gesto primitivo e originale dell'Eucarestia che risponde all'invito di Gesù: "prendete e mangiate, questo è il mio Corpo"?

- Ha cessato, forse di avere valore la Parola di Dio che leggiamo in 1Sam.15,12 "l'obbedienza vale più del sacrificio"?

                                       don Camillo


Nessun commento: