FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 14/01/22.
Articolo: "Arriva il vaccino vegetale: convincerà i No Vax?" di GIULIANO ALUFFI.
La lotta al Covid si tinge di verde: un nuovo vaccino, ottenuto da una pianta parente del tabacco, potrebbe unirsi ai cinque già approvati dall'Ema.
L'azienda biotech canadese Medicago, che ha sviluppato il vaccino insieme alla britannica GlaxoSmithKline, ha annunciato la conclusione dell'ultima fase di sperimentazione clinica, che ha coinvolto 24 mila persone: l'efficacia nel prevenire la forma sintomatica del Covid supera il 75 per cento, e la quantità di anticorpi prodotta è da 10 a 15 volte superiore a quella che si forma nel sangue dei soggetti convalescenti.
"La produzione è meno costosa rispetto ai vaccini a mRna, perché non c'è bisogno di costosi bioreattori: basta una serra, visto che la parte più importante del lavoro avviene dentro le foglie della pianta Nicotiana benthamiana" spiega Amine Kamen, docente di bioingegneria alla McGill University di Montreal.
Mentre nei vaccini a mRna (ovvero Pfizer e Moderna) si inocula nel corpo una molecola capace di istruire le nostre cellule a produrre la proteina Spike tipica del Sars-CoV-2, così che si formino anticorpi contro il virus, nel vaccino vegetale a produrre la proteina Spike sono le cellule della pianta.
"Imparano a farlo grazie a un agrobatterio, ovvero un microrganismo capace di trasferire Dna alle piante" spiega Brian Ward, docente di medicina alla McGill University e ricercatore per Medicago.
"Noi modifichiamo l'agrobatterio in modo che tarsferisca alla pianta le istruzioni per produrre la proteina Spike. Poi immergiamo la pianta in una soluzione acquosa ricca di agrobatteri, in modo che li assorba attraverso i pori. Dopo l'assorbimento, lasciamo crescere la pianta in una serra per 5-6 giorni, nei quali le cellule vegetali fabbricheranno la proteina Spike. A quel punto trituriamo le foglie ed estraiamo le proteine da usare per il vaccino".
La Nicotiana benthamiana è stata scelta perché dotata di un sistema immunitario molto debole, che lascia l'agrobatterio libero di agire.
"Usare le cellule vegetali per produrre la Spike potrebbe incentivare a vaccinarsi coloro che ancora non si fidano dei vaccini a mRna" chiosa Ward. Che conta di vedere il vaccino sul mercato entro il 2022.
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