lunedì 31 gennaio 2022
DON CAMILLO. Un pianeta da scoprire
venerdì 28 gennaio 2022
CORONAVIRUS. Arriva il vaccino vegetale
FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 14/01/22.
Articolo: "Arriva il vaccino vegetale: convincerà i No Vax?" di GIULIANO ALUFFI.
La lotta al Covid si tinge di verde: un nuovo vaccino, ottenuto da una pianta parente del tabacco, potrebbe unirsi ai cinque già approvati dall'Ema.
L'azienda biotech canadese Medicago, che ha sviluppato il vaccino insieme alla britannica GlaxoSmithKline, ha annunciato la conclusione dell'ultima fase di sperimentazione clinica, che ha coinvolto 24 mila persone: l'efficacia nel prevenire la forma sintomatica del Covid supera il 75 per cento, e la quantità di anticorpi prodotta è da 10 a 15 volte superiore a quella che si forma nel sangue dei soggetti convalescenti.
"La produzione è meno costosa rispetto ai vaccini a mRna, perché non c'è bisogno di costosi bioreattori: basta una serra, visto che la parte più importante del lavoro avviene dentro le foglie della pianta Nicotiana benthamiana" spiega Amine Kamen, docente di bioingegneria alla McGill University di Montreal.
Mentre nei vaccini a mRna (ovvero Pfizer e Moderna) si inocula nel corpo una molecola capace di istruire le nostre cellule a produrre la proteina Spike tipica del Sars-CoV-2, così che si formino anticorpi contro il virus, nel vaccino vegetale a produrre la proteina Spike sono le cellule della pianta.
"Imparano a farlo grazie a un agrobatterio, ovvero un microrganismo capace di trasferire Dna alle piante" spiega Brian Ward, docente di medicina alla McGill University e ricercatore per Medicago.
"Noi modifichiamo l'agrobatterio in modo che tarsferisca alla pianta le istruzioni per produrre la proteina Spike. Poi immergiamo la pianta in una soluzione acquosa ricca di agrobatteri, in modo che li assorba attraverso i pori. Dopo l'assorbimento, lasciamo crescere la pianta in una serra per 5-6 giorni, nei quali le cellule vegetali fabbricheranno la proteina Spike. A quel punto trituriamo le foglie ed estraiamo le proteine da usare per il vaccino".
La Nicotiana benthamiana è stata scelta perché dotata di un sistema immunitario molto debole, che lascia l'agrobatterio libero di agire.
"Usare le cellule vegetali per produrre la Spike potrebbe incentivare a vaccinarsi coloro che ancora non si fidano dei vaccini a mRna" chiosa Ward. Che conta di vedere il vaccino sul mercato entro il 2022.
lunedì 24 gennaio 2022
DON CAMILLO. Natura tradita
GIOVANI E RAGAZZI. La giovinezza. 3
Per fare ciò, vi consiglio di scrivere ciò che vi piace di voi. Siate sinceri. Non abbiate timore.
Poi scrivete ciò che non vi piace di voi.
Esaminate il vostro aspetto fisico: il corpo, il volto, i capelli, i vestiti, gli occhiali, eccetera.
Esaminate la vostra vita scolastica: i voti, i compagni di corso, e così via.
Esaminate le vostra amicizie: il tipo di rapporto, se i vostri amici sono persone positive, valide, eccetera.
Esaminate la vostra famiglia: come vi ponete nei confronti di papà, mamma, fratelli, sorelle, e così via.
Ora esaminate ciò che avete scritto e cercate di migliorare le cose che non vi piacciono di voi.
Ci vorrà tempo, ma ce la farete.
E' il solo modo per conoscere, accettare e migliorare se stessi.
Non appena comincerete a stare bene con voi stessi, anche gli altri staranno bene con voi.
Consigli per la solitudine dei giovani.
- Cerca di parlare con altri giovani.
- Confidati con una persona adulta di tua fiducia.
- Non farti convincere da alcuno a fare quello che non vuoi.
- Non cercare sollievo nell'alcol o nella droga.
- Non prenderti carico di eventuali problemi dei tuoi genitori.
- Non essere duro con i tuoi genitori. Non contestarli. Non deriderli.
- Fa' buone letture. Un buon libro è il più grande amico.
- Anche se ti senti solo, sappi che appartieni a tutta l'umanità.
- Cerca di dare significato a ciò che fai.
- Prega. I grandi uomini sono sempre stati soli e hanno trovato sostegno nella propria fede.
mercoledì 19 gennaio 2022
FAMIGLIA. La tecnica del paletto
martedì 18 gennaio 2022
STORIE DI VITA DI ZANDOBBIO. Ricordi d'infanzia del Bubi
FONTE: libro "Sul filo dei ricordi..." ideato e stampato dal GRUPPO PARROCCHIALE PER LA TERZA ETA' di Zandobbio.
Ricordi d'infanzia del Bubi
Siamo a Zandobbio negli anni della seconda guerra mondiale dal 1940 al 1945.
I nostri padri e i nostri fratelli maggiori sono impegnati in guerra o nella lotta partigiana, o si sono rifugiati nei boschi per sottrarsi alla prepotenza dei tedeschi.
Noi ragazzini sui dieci-dodici anni eravamo sorvegliati, ma non troppo, dalle nostre madri che dovevano risolvere problemi ben più grossi: come procurarsi il cibo quotidiano e seguire le vicende di chi era al fronte.
In questo periodo noi ragazzini eravamo liberi e inconsciamente felici, come cani lasciati senza collare.
Ricordo bene gli amici di quegli anni, perché con loro ho passato giorni allegri e felici: posso nominarli, alcuni di loro, con nome, cognome e soprannome.
Il Gino Facchinetti detto co ross per via dei suoi capelli, il Gianni Antonioli detto Piracì, perché suo padre era il Piacio, il Nano Manèta, il Bruno Calì, il Pistèl, il Bepo Bena detto Patata, il Chico Vigani ed il Guido Finazzi detto Ciripì.
Purtroppo alcuni di questi miei amici d'infanzia, oggi che io ho settant'anni, non li posso salutare più, perché se ne sono andati, ma con gli altri che hanno avuto la fortuna di restare vivi voglio ricordare quei giorni felici.
Le giornate estive erano lunghe ed assolate, il canto delle cicale riempiva le nostre orecchie in maniera continua ed instancabile, il caldo era sofficante e noi ragazziu allora andavamno nella Malmera a pescare i gamberi ed i sanguani e le bòse.
Questi pesci oggi sono scomparsi dalle acque del nostro torrente ma a quei tempi ci facevano sentire tutti dei provetti pescatori. Nei pomeriggi più assolati cercavamo di sfuggire l'afa andando a nuotare nel canale della Calvarola, poi ci rifugiavamo nel bosco a mangiare fragole selvatiche e a cercare nidi di merli.
I ragazzini più piccoli frequentavano al campo sportivo la Colonia Elioterapica: facevano i bagni di sole e al pomeriggio ricevevano una merenda a base di pane e marmellata, che a quei tempi era una ricchezza, una vera leccornia.
Alla sera il campo sportivo era libero dagli ospiti della colonia e restava a disposizione di noi giocatori di calcio: il pallone non era regolamentare, non aveva la camera d'aria, troppo cara per i pochi soldi che possedevamo, così noi lo riempivamo di stracci per gonfiarlo al massimo. Certo non rimbalzava ed era parecchio pesante specialmente per dei calciatori che giocavano a piedi nudi e spesso si prendevano certe spigolade molto dolorose!
Tempi felici, fatti di poco, senza TV, senza computer, ma rallegrati dal canto degli uccelli e dal profumo dei campi di erba tagliata.
Purtroppo la situazione sanitaria era molto precaria: in tutta la bassa Val Cavallina c'erano solo due medici il dr. Giuseppe Mazzoleni ed il dr. Agostino Palazzolo. I medici facevano quel che potevano, ma non erano ancora a disposizione gli antibiotici, perciò la mortalità infantile era molto alta: d'estate per tifo e gastroenterite e d'inverno per polmoniti e meningiti. Il parroco di allora, don Angelo Bosis, raccontava a mia nonna che in una estate molto torrida aveva dovuto celebrare ben quaranta funeralini.
In quei tempi la gente era più semplice, si accontentava di poco, la Fede era più sentita e disgrazie venivano accettate e sopportate senza drammatizzare.
Oggi si vive più a lungo, possiamo avere tutto quello che desideriamo, ma resta una grande nostalgia per quei tempi semplici e felici, quando noi eravamo molto più giovani e la vita ci sorrideva.
Dott. Gabriele Riva
classe 1933
domenica 16 gennaio 2022
GIOVANI E RAGAZZI. La giovinezza. 2
Altri, con il suicidio, cercano di attirare l'attenzione, e i loro sono, per lo più, tentativi di suicidio.
Inoltre i giovani hanno la sensazione di vivere in un'atmosfera strana, straordinaria, come se fossero esentati dalle leggi naturali. Pensano di non ammazzarsi pur effettuando sorpassi pericolosi, giochi micidiali, assumendo droga, ingurgitando quantità enormi di alcol.
Tutto per colmare la solitudine, il senso di inutilità, di fallimento.
A una attenta osservazione è possibile individuare, però, evidenti segnali di allarme: per esempio, il progressivo isolamento, l'allontanamento dagli amici, dalla famiglia, il parlare spesso della morte, il dover affrontare gravi problemi scolastici, familiari, la solitudine, l'apatia, la trascuratezza, l'abuso di alcol, di droga.
Chiunque si accorge di questi sintomi dovrebbe parlare con l'interessato, porlo di fronte a se stesso.
martedì 11 gennaio 2022
DON CAMILLO. Mani o lingua
LIBRI. "Proprio come te " di Nick Hornby
lunedì 10 gennaio 2022
GIOVANI E RAGAZZI. La giovinezza.1
In fondo, questo passaggio di età è complesso: si comincia ad avere bisogni e desideri da adulti, mentre permangono ancora residui dell'età infantile.
Durante il periodo adolescenziale si cerca l'autonomia personale, e l'amicizia fra coetanei diviene il più grande bisogno. Il rapporto fra coetanei sostituisce l'attaccamento ai genitori.
Ma questo passaggio non è automatico e non è uguale per tutti.
Il giovane vive una situazione psichica complessa: da una parte deve acquistare fiducia in se stesso, dall'altra deve far fronte e adeguarsi alle regole sociali. Spesso non riesce a vedere soddisfatte le aspettative riposte negli amici ma, d'altra parte, non si sente più di tornare a identificarsi nelle figure genitoriali.
Uscire dalla famiglia senza disporre di una rete di amicizie è certamente difficile.
Tutto ciò può favorire un periodo di solitudine.
Il modo di affrontare questa esperienza di separazione e di solitudine incide significativamente, in genere, sul futuro dei rapporti tra genitori e figli.
Il fatto, poi, che i genitori lascino andare i figli troppo presto o troppo tardi può aggiungere ancora più stress, insicurezza, dipendenza e solitudine. Alcuni giovani rifiutano di crescere, ad altri viene impedito.
L'adolescenza è un'età piena di confusioni e di timori. Il bisogno di essere accettati è così forte che, a volte, impedisce o rende difficili una buona strutturazione dell'io e la fiducia in se stessi.
Esiste una correlazione tra solitudine e autostima. Più alta è l'autostima, meno solo si sente il giovane.
Sono sempre stato convinto, e grazie ai dati raccolti per scrivere questo libro lo sono ancora di più, che i giovani sono le persone più sole in assoluto, anche più degli anziani.
Anche i mass media non aiutano i giovani. Si interessano dell'età adolescenziale, ma solo perché rappresenta un vasto mercato per gli affari.
Oggi gli adolescenti possiedono una certa disponibilità di denaro proprio e i genitori sono continuamente sollecitati in questo senso dai media, i quali fanno credere loro che la disponibilità di denaro faciliti l'indipendenza psicologica.
I media, dunque, fiutano l'affare economico.
D'altra parte, i media creano illusioni, aspettative.
E i giovani, che sono idealisti per definizione, che vedono il mondo solo in bianco e nero, credono ciò che i media propongono loro. Per poi, andate disattese le aspettative, perdere ogni fiducia in se stessi e nel mondo, cadere in depressione e in solitudine.
C'è da meravigliarsi se i giovani, non riuscendo a vivere come vedono in televisione, si sentono soli, inadeguati, frustrati?
Occorre infatti molta consapevolezza per comprendere che si può essere felici anche con relazioni non così perfette con persone non così magnifiche.
Ricordo la mia prima giovinezza.
Il senso cupo, come rumore di fondo, della mia solitudine.
Il mondo appare incomprensibile, irraggiungibile.
La difficoltà a comunicare, soprattutto con l'altro sesso.
Il sentirmi inadeguato, impaurito di fronte alla bellezza di un volto, di un corpo femminile. La paura del rifiuto.
Orgoglioso adolescente, inconsapevole strumento della misteriosa natura umana, svelto costruisci un tuo mondo per difenderti da ciò che desideri. Vorresti essere accettato, compreso, amato, adorato.
Non accetti la realtà.
Non vuoi accettarla. Tutto ti sembra insensibile, lontano, prevedibile, inutile.
Tutto finisce, ti dici. Perché dunque vivere?
Poi pian piano il tempo ti sovrasta, ti riempie, ti annulla e tu, rassegnato, lo sopporti, sperando un giorno di farla finita, oppure fuggi verso la grande città alla ricerca di tuoi simili con cui fare una banda, spinto dal bisogno estremo di appartenenza a un gruppo.
Cerchi qualsiasi dannata risposta purché ti dia sicurezza.
Per alcuni è la droga, per altri la parola.
martedì 4 gennaio 2022
SERGIO. Ringraziamenti