lunedì 15 aprile 2024

DON CAMILLO. Tanti bei ricordi fino a ....Natale

 



FONTE: Bollettino parrocchiale settimanale di Albegno e dintorni.


Probabilmente aveva intuito il mio disagio per il fatto che già in quel momento entrava nella stanza  il "casino" che facevano i volontari che stavano ultimando i preparativi.
Mi ricordo il giorno dell'alluvione in Valtellina. Stavamo montando il campeggio a Livigno.
Pioveva a dirotto, ma dovevamo continuare a lavorare anche sotto l'acqua perché di lì a 3 giorni sarebbe arrivato il primo turno dei ragazzi.
Eravamo completamente ignari di quello che stava succedendo a valle.
Completato il lavoro in 2 giorni ci avviamo per tornare a casa. Solo allora ci rendiamo conto di quanto era accaduto.
Tutte le strade erano bloccate compresi i valichi per la Svizzera. Eravamo completamente isolati.
In giornata venne riaperto il passo della FORCOLA e così riuscimmo a tornare a casa attraverso la Svizzera.
La mia idea era quella di annullare il campeggio, non perché a Livigno ci fossero dei pericoli, ma perché per accedere al campeggio avrei dovuto passare con i ragazzi attraverso la Svizzera.
Genitori e  ragazzi erano però decisi a fare questa vacanza.
Gli impiegati del Comune in accordo con il Sindaco, decisero di tenere aperti gli uffici comunali per tutta la domenica per poter preparare i documenti necessari da far vidimare in questura che era stata preventivamente avvisata dal Comune stesso.
Il lunedì mattina i documenti erano pronti e nel primo pomeriggio, con il boccone del pranzo ancora in gola, siamo potuti partire favoriti dal tempo che si era messo a far bello.
Quanti episodi piccoli e grandi, simili a questi, carichi di umanità, di solidarietà, di condivisione mi sono  rimasti impressi dentro, e di tanto in tanto emergono, specialmente quando sono un po' giù di corda o mi sento deluso, quasi a equilibrare i momenti di sconforto.
In tutti i paesi in cui sono stato, ho trovato perle preziose di umanità, fino alla più recente che mi piace ricordare per nome: NATALE
Tre  o quattro giorni prima di morire era con noi nel parco della nostra scuola materna mentre stavamo potando gli alberi.
Vedendolo inquieto gli chiesi: "Che cosa c'è Natale?".
Mi rispose: "è un tormento per me star qui a guardarvi senza poter far niente perché non mi sento più le forze".
Il suo tormento non era la malattia che lo stava consumando in piedi, ma il non  sentirsi in forze per aiutarci!
Tale è lo spirito del Volontario che certamente la Prudenza non lascerà mai mancare alle nostre Comunità, perché se è vero che il male attecchisce e prolifica, il bene lo è molto di più anche senza molto meno rumore, come il silenzio di Natale, uomo di poche parole ma di tanti fatti.

                                    don Camillo

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