lunedì 29 aprile 2024

DON CAMILLO. Mi è capitato sul marciapiede

 



FONTE: Bollettino parrocchiale settimanale di Albegno e dintorni.

MI E' CAPITATO SUL MARCIAPIEDE

Mi è capitato nella settimana Santa.
Stavo tornando a casa a piedi dopo aver confessato a Treviolo in preparazione della Pasqua.
Era tardi, buio e freddo ed ero piuttosto sconsolato perché l'afflusso dei penitenti non era stato così massiccio come di solito avveniva in quella Chiesa.
Questo in passato mi procurava un po' di invidia perché facevo il confronto con la scarsità della mia parrocchia, ma paradossalmente, questa volta mi aveva creato tristezza perché mi confermava che la disaffezione a questo Sacramento stava conquistando anche le ultime roccaforti.
Mentre mi stavo crogiolando, cammin facendo, in questi pensieri, incrocio una signora che porta  a passeggio il cane.
Prima ancora che io la saluti, mi ferma, e con voce angosciata e senza preamboli mi confida: "Padre , sono molto preoccupata. Ultimamente mi stanno succedendo tante cose cattive. Potrebbe venire a benedirmi la casa?" e mi racconta tutte le sue peripezie.
Vista l'ora tarda e anche perché non ho con me il formulario delle benedizioni e l'acqua benedetta, le prometto che, passata la Pasqua, raccoglierò il suo invito.
Solo la prego di farmi un promemoria con una telefonata quando sarà il momento.
Ci lasciamo con questo impegno: tanto basta per vederla più rasserenata.
Ho da poco ripreso il mio cammino che mi sento chiamare: "Padre..." mi volto e vedo un signore che cerca di raggiungermi trascinandosi un trolley e gesticolando come per farmi capire di aspettarlo. Mi fermo e aspetto.
Intravedo le sembianze: sono quelle di un extracomunitario.
Subito si mette in moto in me un meccanismo di protezione personale a partire da un preconcetto: questo è uno di quelli che vuol piangermi addosso per spillarmi dei soldi. Avrà certamente una storia pietosa da raccontarmi, una versione nuova da unire alle tante che ho sentito finora.
Nel breve tratto di tempo che mi arriva vicino cerco di preparare la risposta a una domanda scontata.
E' un uomo di mezza età, fradicio di pioggia, che mi supplica: "tu sei un uomo di Dio.  Ho bisogno di te. Sono straniero, ma sono cattolico... ho bisogno..." tutto come previsto!
Sto per tagliare corto con una risposta sgarbata del tipo "non ho soldi...adesso ho fretta..." ma paradossalmente mi morsico la lingua per un briciolo di pietà verso quel poveretto, ma anche per avere conferma di dove vuol arrivare.
E così il poveretto continua mentre cerco di tenerlo sotto l'ombrello: "Padre ho bisogno di confessarmi perché è vicina la Pasqua e ho molti peccati".
Rimango impietrito e completamente spiazzato!
"Certo" gli rispondo io. "Se vuoi posso confessarti subito anche qui".
E così, sotto l'ombrello e su quel marciapiede, celebro una delle confessioni più belle della mia vita da prete.
Con l'assoluzione si apre sul volto di quell'uomo un gratificante sorriso.
"Dove vai adesso con questa valigia, sotto la pioggia e senza ombrello?" gli domando.
"Vado da alcuni miei parenti a passare la Pasqua con loro" mi risponde.
"Ma ci vai a piedi?" gli chiedo.
"No! Ho la macchina qui nel parcheggio vicino" mi replica lui.
Lo accompagno fino alla macchina; lo aiuto a caricare la valigia e si congeda lasciandomi come ricordo il suo volto felice.
Torno a casa con il cuore gonfio di queste due storie inattese che mi parlano di una Grazia di Dio che sa destreggiarsi benissimo anche fuori dalla Chiesa.
Forse il conforto che il Signore vuol dare a un suo vecchio prete deluso, o forse è una pausa di speranza che il Signore vuole offrirmi per prepararmi ad altre delusioni e assicurarmi che ogni fallimento messo nelle Sue mani è seme che muore e marcisce per dare la vita a suo tempo ad un albero capace di frutti.

                              don Camillo 

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