mercoledì 29 gennaio 2025
ATALANTA SEMPRE ATALANTA. Barcellona - Atalanta 2 - 2
martedì 28 gennaio 2025
SERGIO. Ho guardato in Facebook.......
SERGIO. I miei ventun giorni in clinica.
Le artrosi agli arti, mi accompagneranno per sempre insieme al loro amico Parkinson.
martedì 7 gennaio 2025
SERGIO. E' arrivato il momento
Termino con una frase di JACQUES PREVERT, che si addice alla mia situazione:
lunedì 6 gennaio 2025
SALUTE. Il cancro non si cura solo a tavola
E' facile incappare sui social media in messaggi fuorvianti, che possono attirare l'attenzione dei malati di cancro o dei loro familiari, specie se in quel momento di particolare vulnerabilità. Ma anche chi non frequenta Instagram o Tik Tok, il pericolo di cascare in una trappola è in agguato in ogni libreria, su vari canali televisivi, o nella chat degli amici, dove spesso circola disinformazione su che cosa mangiare in caso di tumore.
Nonostante i grandi miglioramenti degli ultimi decenni, infatti, la diagnosi fa ancora paura, e talvolta le cure preoccupano perfino più della malattia, al punto che c'è chi ha rinunciato a trattamenti efficaci per affidarsi a diete "alternative".
Tra i tanti, il fondatore di Apple, Steve Jobs, che ha rifiutato l'asportazione chirurgica di un tumore curabile, credendo a chi gli proponeva un'alternativa "naturale", a base di beveroni vegetali e succhi di frutta.
Radicato nella nostra cultura c'è infatti il pensiero che "siamo quel che mangiamo", ed è vero che le scelte fatte a tavola possono avere un importante impatto sulle probabilità di sviluppare certi tumori: non c'è dubbio che l'assunzione di alcool o di carni lavorate, per esempio, abbia un effetto cancerogeno, o che l'obesità, a sua volta dipendente da un eccessivo introito calorico, sia attribuibile almeno il 5% di tutti i tumori.
FAMIGLIA. Mamme al tempo dell'adolescenza
FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" dicembre 2024.
Articolo: "Mamme al tempo dell'adolescenza" di DANIELE NOVARA.
Con i figli e le figlie adolescenti è meglio che le madri passino la palla al "paterno", ossia quella modalità educativa che crea argini e sponde, spinge alla libertà e suscita coraggio. Oltre che al "gruppo adolescente".
Mi scrive Sonia, mamma di un figlio di 12 anni: "Non lo riconosco più. Sembra un'altra persona. Che cosa gli è successo? Sono impreparata, non so che cosa fare. Mi sorride raramente. E' scostante, sgradevole, non vuole saperne di rispondere alle mie domande. Le poche volte che lo fa, sono quasi mugugni senza significato, che somigliano più a un verso che a una comunicazione. Mi chiedo se ho sbagliato qualcosa".
Quando i figli e le figlie abbandonano la condizione infantile, il cambiamento è profondo. Hanno il desiderio di allontanarsi dal nido materno, che per i primi anni li ha accuditi e protetti, di andarsene dal controllo genitoriale per trovare la propria libertà e conquistarsi uno spazio tutto loro.
La vita si affaccia a una nuova fase, nella quale essi sono decisi ad affrontare con le proprie forze le sfide che si presentano, provando a superare quei limiti che fino a ieri parevano insuperabili. Una ricerca di libertà per staccarsi dalle protezioni e dal controllo.
Ma come gestire l'adolescente che cerca questo allontanamento? La mamma, in particolare, rappresenta l'infanzia e questo nido da cui figli e figlie intendono schiodarsi e allontanarsi.
La pretesa di mantenere lo stesso ruolo di quando i figli erano bambini costituisce un'inutile zavorra. Molte madri continuano imperterrite a comportarsi e ad agire come se i loro figli fossero ancora piccoli, ma non funziona.
Un approccio puramente materno, se non addirittura di maternage, (quello che caratterizza i primi anni di vita di un bambino, ndr), oltre che inutile, spesso è pericoloso e dannoso. Gli adolescenti non necessitano di accudimento.
Troppi ragazzi e ragazze a 12-13 anni sono ancora nel lettone, troppi ancora alla ricerca di una conferma materna senza riuscire a staccarsi, a prendere la propria strada. Due, allora, sono le operazioni urgentissime da attuare quando l'infanzia finisce. La prima: passare la palla al papà e al paterno, ossia a quella modalità educativa che crea argini e sponde, spinge alla libertà e suscita coraggio.
Qualche madre si chiederà: "Ma se siamo separati? Se il papà è "fuori uso?".
Può succedere, allora si tratta di cambiare completamente approccio. I figli non sono più bambini, non hanno bisogno di coccole, semmai di essere ascoltati.
Conta la capacità di dare una spinta, di offrire uno sguardo positivo e non spaventato sulla loro crescita. E qui, tra gli atti di coraggio del genitore paterno in questa fase della vita, inizia il punto due: lasciare che il ragazzo e la ragazza creino un proprio gruppo, una propria vita sociale, non virtuale ma in carne e ossa, per costruire un nuovo mondo, una propria speranza.
Da sempre l'uscita dall'infanzia coincide con la scoperta del gruppo adolescente. Una forza viva che mamme e papà possono e devono sostenere stabilendo regole di vigilanza educativa, ma senza mai bloccare la libertà che non è un capriccio, ma bisogno profondo di mettersi alla prova, spingere al massimo le proprie risorse, provarci per affrontare le sfide della vita con coraggio.
sabato 4 gennaio 2025
COMUNE DI ZANDOBBIO. La lapide
venerdì 3 gennaio 2025
ORATORIO DI ZANDOBBIO. I nostri adolescenti a Rimini
I NOSTRI ADOLESCENTI A RIMINI RICEVUTI DAL PORTIERE SIMONE COLOMBI, ZANDOBBIESE, PORTIERE TITOLARE DELLA SQUADRA LOCALE, MILITANTE IN SERIE C.
FOTO DON MARCO
giovedì 2 gennaio 2025
COMUNE DI ZANDOBBIO. Siamo rimasti senza ambulatorio
A Cenate Sotto 5/6 che occupano un fabbricato comunale che il mio interlocutore ha definito galattico (ha senz'altro esagerato), che quasi sicuramente il Comune ha ceduto in comodato gratuito.