lunedì 14 aprile 2025

DON CAMILLO. La mia parte fino in fondo

 






FONTE: Notiziario parrocchiale settimanale di Albegno e dintorni.

LA MIA PARTE FINO IN FONDO

 Sto arrivando alla conclusione del mio percorso di responsabilità a servizio del Vescovo nelle varie parrocchie della Diocesi. La legge canonica che regola la vita ecclesiastica prescrive che al compimento del 75° anno di età il sacerdote con incarichi di responsabilità nella Chiesa diocesana debba consegnare al vescovo la lettera di dimissioni. Io lo farò il 17/04 prossimo. In quell’occasione, come è tradizione, il Vescovo mi dirà di restare al mio posto come parroco fino al mese di Settembre, quando i parroci e i curati destinati effettueranno il cambiamento di Parrocchia. Una delle mie ambizioni è quella di estinguere tutti i debiti della Parrocchia entro questo termine di Settembre così da non lasciare preoccupazioni economiche a don Luca. Temo che questa mia ambizione sia dovuta all’orgoglio personale. Perciò, nel caso riesca a realizzarla, non avrò meriti davanti a Dio. Però ci sta anche la volontà di mantenere la parola data a chi si è fidato di me, e, con generosità ammirevole, mi ha consegnato anche somme consistenti come prestito con scadenza a 5 anni senza interessi, in tempi in cui ero particolarmente in difficoltà economica per le opere che si stavano realizzando e di cui ho già fatto relazione a suo tempo. Già da tempo sto restituendo a piccoli sorsi prestiti avuti in precedenza. Da Aprile a Settembre voglio restituire € 70.000,00 che arrivano a scadenza quest’anno. Ma anche quei prestiti che non hanno scadenze immediate voglio estinguerli entro Settembre. Per questo mi sto organizzando con un carico di ceri che tengo accesi giorno e notte nella chiesa di Santa Rita (la santa dei casi disperati) perché mi aiuti a trovare una soluzione. Spero che il Signore tenga in considerazione non il peccato di orgoglio, ma la volontà (credo sana) di mantenere la parola data oltre che di essere riconoscente nei confronti di chi mi ha dato fiducia, e così lasci mano libera alla mia santa preferita. Siccome anch’io voglio fare la mia parte in questa restituzione, organizzerò una bancarella benefica ( domenica 27 aprile) con quegli oggetti di mia proprietà che hanno un particolare valore. Il ricavato, naturalmente, sarà per ammorbidire i debiti. Anche qui non è tutta generosità, ma c’è un po’ di calcolo di interesse: se devo traslocare in una casa più piccola, non avrò tutto lo spazio per esporre i miei gioielli e i miei ricordi. Dovrei, perciò, tenerli dentro i bauli in uno scantinato…a che pro? E se, poi, è vero quello che un giorno il diacono Lorenzo mi ha ricordato quando era ancora seminarista qui da noi, che cioè tra 15 anni io ne avrò 90, a che cosa mi serviranno tutte le cose che ho, quando mi basterà un bastone per camminare e tutt’al più un guinzaglio per portare a passeggio il cagnolino? Che mi servano almeno a soddisfare l’orgoglio di oggi! Leggete tra le righe di queste confidenze la volontà di non svincolarmi lasciandovi soli. Non me lo perdonerei mai anche se so che voi mi capireste. Quest’anno 2025 mi affascina in modo particolare oltre per il fatto che è Anno Santo, anche per tutto l’impegno che mi spetta, dove voglio mettere tutte le energie che mi restano. Lo immagino come una corsa, quando, dopo tanti chilometri si arriva agli ultimi  metri che richiamano la volata dove si gioca il tutto per tutto spingendo fino all’estremo…dell’impossibile. Mi capitava quando correvo la mia parte nelle varie fiaccolate che organizzavo: arrivavo ad un certo punto che avevo il cuore in gola e mi vedevo crollare da un momento all’altro; ma quando vedevo a distanza anche di 200 metri il compagno che mi aspettava per il cambio, mettevo le ali ai piedi per arrivare a tutta velocità (orgoglio?)…salvo poi a nascondermi dietro qualche siepe per tentare di riprendere a respirare senza far sentire rantoli e colpi di tosse da spasmo. Il Signore sa che gli voglio bene e mi perdonerà anche questi svarioni che non sono solo peccati di giovinezza.

                                don Camillo
 

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