LA CENA DI CLASSE
E' un sabato sera di luglio e Simone si trova alla festa dell'oratorio.
Si sta godendo alla grande la pensione. La mattina, quando si alza, va alla finestra per vedere le condizioni del tempo e decidere così cosa fare in giornata.
Non è più schiavo del tempo e pian piano sta realizzando i sogni che aveva nel cassetto quando lavorava. Ora la cosa più importante è la salute.
Gli piace partecipare alle feste, ma da spettatore appartato per gustare la vista della gente che si diverte. E' contento nel vedere felici gli altri.
Viene avvicinato da Ugo, un coetaneo con cui ha condiviso l'asilo e le scuole elementari.
"Ciao Simone, bella la festa" inizia Ugo.
"Sì, va tutto bene quando ci si ritrova in queste occasioni" risponde Simone con un franco sorriso.
"Faremo ancora la cena della nostra classe anche quest'anno" continua Ugo.
"Certo a metà ottobre come l'anno scorso."
"Simone, io anticiperei a metà settembre."
"Ne riparliamo il mese prossimo" conclude Simone.
Altra serata di inizio agosto ed altra festa all'oratorio.
Simone e Ugo si ritrovano.
"Allora facciamo la cena a metà settembre" attacca il discorso Ugo.
"Io la farei ancora a metà ottobre, ma se tu preferisci così, nessuno problema. Preparerò l'avviso da affiggere alla fine del mese dal giornalaio e dal panettiere come lo scorso anno" termina Simone.
E' la fine di agosto e Simone prepara l'avviso. L'anno passato lo scritto comunicava da data del sabato sera della cena, senza menzionare il ristorante, e i numeri telefonici di Ugo e Simone, ai quali bisognava telefonare per comunicare la partecipazione, aperta anche alle coppie.
Poi la scelta del ristorante era stata fatta da Ugo stesso insieme a Giacinto, un altro coetaneo.
Simone pensa così di mettere ancora il numero telefonico di Ugo, insieme a quello di Giacinto.
Lo stesso giorno fa appendere l'avviso nei negozi del giornalaio e del panettiere.
La giornata seguente Simone si trova a casa della suocera e squilla il cellulare.
E' Orazio, il figlio di Giacinto.
"Simone sei un cretino! Sei un cretino!"
"Orazio, cosa stai dicendo?"
"Sei un cretino! Chi ti ha dato il permesso di mettere il nome di mio padre sull'avviso? Sei un cretino!"
"Scusa Orazio. E' stato un disguido."
"No, sei un cretino!"
Per interrompere quel profluvio di insulti Simone interrompe la comunicazione.
Orazio richiama, ma Simone non risponde e spegne il cellulare.
Ritorna a casa e racconta l'accaduto a Elena, che rimane sbalordita dal comportamento di Orazio, che credeva un giovane educato, anche se un po' debole di carattere.
"Simone, se fossi in te, andrei subito a cancellare dagli avvisi il nome e il numero telefonico di Giacinto" lo consiglia la moglie.
Il marito inforca la bicicletta e va velocemente a farlo.
Al ritorno Elena lo consiglia di nuovo:
"Simone, richiama Orazio. Digli che hai messo il numero telefonico del padre perché l'anno scorso si era occupato della ricerca e prenotazione del ristorante insieme a Ugo."
Simone richiama: "Orazio, scusa: è stato un disguido. Sono già andato a cancellare il nome di tuo padre."
"No, tu sei un cretino" lo interrompe Orazio.
"Guarda che tu stai insultando un persona di 65 anni."
"Anche se tu avessi 50 anni, sei sempre un cretino. Vai in giro con quella tua aria di saputello, ma sei un cretino."
"Tu sei invece un debole di carattere" replica e conclude Simone.
Elena, vicina al marito, ha sentito tutto ed è arrabbiata per il comportamento del giovane.
"Telefona subito a Ugo e riferisci l'accaduto."
Simone chiama Ugo e gli racconta tutto.
"Anche sua mamma si è lamentata con me perché hai messo il numero telefonico del marito. Tra l'altro alla data prefissata non potrebbero partecipare alla cena" risponde Ugo.
"Ma che cosa ne pensi del comportamento di Orazio?" chiede Simone.
"Ma perché hai messo la data della cena? Perché non hai specificato il nome del ristorante? Perché hai scritto il mio numero telefonico?" replica Ugo, senza rispondere alla domanda. Continua: "Inoltre non vado da solo a cercare il ristorante."
"Ah, bene. La decisione di fare la cena a metà settembre è tua ed ora non vuoi occuparti neppure del ristorante. Da parte mia non faccio più niente e vado subito a staccare gli avvisi" conclude la telefonata Simone.
Si guardano negli occhi, Elena e Simone, e un sorriso di delusione appare sui loro volti.
Poi il marito si avvia a staccare gli avvisi.
Simone chiama Ugo e gli racconta tutto.
"Anche sua mamma si è lamentata con me perché hai messo il numero telefonico del marito. Tra l'altro alla data prefissata non potrebbero partecipare alla cena" risponde Ugo.
"Ma che cosa ne pensi del comportamento di Orazio?" chiede Simone.
"Ma perché hai messo la data della cena? Perché non hai specificato il nome del ristorante? Perché hai scritto il mio numero telefonico?" replica Ugo, senza rispondere alla domanda. Continua: "Inoltre non vado da solo a cercare il ristorante."
"Ah, bene. La decisione di fare la cena a metà settembre è tua ed ora non vuoi occuparti neppure del ristorante. Da parte mia non faccio più niente e vado subito a staccare gli avvisi" conclude la telefonata Simone.
Si guardano negli occhi, Elena e Simone, e un sorriso di delusione appare sui loro volti.
Poi il marito si avvia a staccare gli avvisi.
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