FONTE: avvisi settimanali della Parrocchia di Cene.
La parrocchia: che sogno!
Con il venir meno dei sacerdoti (per mancanza di disponibilità delle famiglie e dei giovani per volontà di Dio?!?) si va delineando necessariamente un nuovo futuro per le nostre comunità cristiane: quello caratterizzato dalla scomparsa delle parrocchie con il reimpiego delle strutture in altri ambiti sociali e culturali; oppure quello di un impiego dei laici di farsi carico della gestione facendo propria quella sensibilità e quella competenza pastorale necessarie per mantenerne intatte le finalità educative. Noi preti stiamo assumendo sempre di più la fisionomia da "Ultimo dei Mohicani" a protezione di uno stile pastorale che non può e non deve avere un ritorno al passato, ma che non è ancora aperto al futuro.
Io sento come mio compito urgente quello di traghettare la Parrocchia verso un futuro che non è ancora ben delineato, ma che certamente vede i laici assolutamente protagonisti. A livello diocesano si sta lavorando per creare le "Unità Pastorali", ma non cambierebbe molto se queste istituzioni si riducessero ad essere solo delle "Superparrocchie": potrebbe essere un regresso rispetto alla situazione attuale; una forma di adeguamento alla carenza di clero e di ridimensionamento dell'attività pastorale; una specie di pastorale estensiva più che intensiva (per dirle con un linguaggio agricolo). Qualunque sia l'impostazione potrà essere un vero rinnovamento solo se i laici diventeranno protagonisti responsabili e coerenti della vita della comunità.
E poiché il domani si prepara oggi, è necessario che si parta da subito ad entrare in questa logica. Innanzitutto bisogna superare il limite della presenza del parroco. Una presenza che può essere un limite in quanto favorisce la logica del demando: è compito del parroco...ci pensa il parroco...è il parroco che deve decidere...il responsabile è il parroco...
Non si tratta di eliminare il parroco (almeno spero e prego che non succeda), ma di cambiare il modo di considerarlo: da unico responsabile e protagonista a risorsa importante da valorizzare.
Questo passaggio è possibile se c'è in chi fa parte della collettività la disponibilità e la determinazione di mettersi in gioco e di considerare la vita della comunità sullo stesso piano della vita della propria famiglia nella convinzione che la valorizzazione della comunità può favorire la maturazione della famiglia, e, una famiglia matura rafforza e ravviva la comunità.
Uno si può giustamente domandare: qual è lo spazio di azione per chi vuol mettersi in gioco nella nostra parrocchia di Cene?
Il campo va dalle attività più semplici a quelle più specifiche.
Dall'impegno a tener pulito gli spazi delle strutture parrocchiali a quello di curare i giardini e le aiuole nella convinzione che il "BELLO EDUCA DI SUO"; dall'impegno ad accudire gli animali nel parco perché anch'essi offrono a chi passa in quella zona un'occasione di meraviglia e di gioia, all'impegno di gestire il bar dell'oratorio, di organizzare manifestazioni e feste, di creare animazione in oratorio, perché tutto questo offre occasione di incontro e di dialogo con tante persone; dall'impegno nell'animazione liturgica come accoliti, come lettori, come cantori, come coordinatori, come "coreografi", come curatori delle suppellettili e dei paramenti liturgici...all'impegno di catechesi e di formazione culturale e spirituale...
Attività molteplici che se accomunate dalla stessa passione per il Vangelo e dalla consapevolezza di collaborare con pari dignità allo stesso progetto, rendono alla Comunità un servizio di straordinaria efficacia rendendola sempre più vivace e creativa.
Il bisogno c'è: è tanto; è urgente. E insieme c'è il rischio che alcune iniziative sopravvivano con stanchezza diventando più negative che positive, che altre si spengano lasciando un vuoto dannoso o comunque impoverente; che non ci siano gli stimoli necessari per individuare nuove iniziative e soprattutto uno slancio capace di rinnovarsi in chi per la sua disponibilità si ritrova sulle spalle gli impegni che nessuno vuole...In questa parrocchia...che sogno! Io ci sono, faccio un po' di fatica a superare il limite della presenza del parroco, ma prometto che ce la metterò tutta per riuscirci. Con me ci sono persone generose e coraggiose che stanno dedicando tempo e risorse con una tenacia ed una costanza commoventi...ma siamo ancora in pochi a resistere nei confronti di un campo di lavoro che si amplia sempre di più.
L'impressione è quella di essere assediati come a "Forte Apache". La speranza è quella che "arrivino i nostri" prima che sia troppo tardi.
D. Camillo
Questo passaggio è possibile se c'è in chi fa parte della collettività la disponibilità e la determinazione di mettersi in gioco e di considerare la vita della comunità sullo stesso piano della vita della propria famiglia nella convinzione che la valorizzazione della comunità può favorire la maturazione della famiglia, e, una famiglia matura rafforza e ravviva la comunità.
Uno si può giustamente domandare: qual è lo spazio di azione per chi vuol mettersi in gioco nella nostra parrocchia di Cene?
Il campo va dalle attività più semplici a quelle più specifiche.
Dall'impegno a tener pulito gli spazi delle strutture parrocchiali a quello di curare i giardini e le aiuole nella convinzione che il "BELLO EDUCA DI SUO"; dall'impegno ad accudire gli animali nel parco perché anch'essi offrono a chi passa in quella zona un'occasione di meraviglia e di gioia, all'impegno di gestire il bar dell'oratorio, di organizzare manifestazioni e feste, di creare animazione in oratorio, perché tutto questo offre occasione di incontro e di dialogo con tante persone; dall'impegno nell'animazione liturgica come accoliti, come lettori, come cantori, come coordinatori, come "coreografi", come curatori delle suppellettili e dei paramenti liturgici...all'impegno di catechesi e di formazione culturale e spirituale...
Attività molteplici che se accomunate dalla stessa passione per il Vangelo e dalla consapevolezza di collaborare con pari dignità allo stesso progetto, rendono alla Comunità un servizio di straordinaria efficacia rendendola sempre più vivace e creativa.
Il bisogno c'è: è tanto; è urgente. E insieme c'è il rischio che alcune iniziative sopravvivano con stanchezza diventando più negative che positive, che altre si spengano lasciando un vuoto dannoso o comunque impoverente; che non ci siano gli stimoli necessari per individuare nuove iniziative e soprattutto uno slancio capace di rinnovarsi in chi per la sua disponibilità si ritrova sulle spalle gli impegni che nessuno vuole...In questa parrocchia...che sogno! Io ci sono, faccio un po' di fatica a superare il limite della presenza del parroco, ma prometto che ce la metterò tutta per riuscirci. Con me ci sono persone generose e coraggiose che stanno dedicando tempo e risorse con una tenacia ed una costanza commoventi...ma siamo ancora in pochi a resistere nei confronti di un campo di lavoro che si amplia sempre di più.
L'impressione è quella di essere assediati come a "Forte Apache". La speranza è quella che "arrivino i nostri" prima che sia troppo tardi.
D. Camillo
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