Questa mattina a Rosaria arriva questo messaggio dalla parrocchia
Lo leggo anch'io ed ho un tuffo al cuore.
Gianfranco, che noi chiamavamo Franco, fa parte della mia adolescenza e così una marea di ricordi mi ritorna in mente.
In età adulta Franco era soprannominato Cofen e anche Primula rossa della Val Cavallina.
Il primo soprannome era dovuto alla sua abilità a rubare le auto, meglio se BMW. Raccontava che la parte difficile era sbloccare lo sterzo. Di solito lo si faceva in due persone, lui riusciva da solo.
L'altro soprannome Primula rossa della Val Cavallina per la sua capacità di sfuggire alle forze dell'ordine e di evadere dal carcere. L'evasione più famosa fu quella dal carcere di San Gimignano.
Nelle sue fughe spesso si dirigeva verso i boschi, dove, abbandonata l'auto, correva a perdifiato, irraggiungibile per le forze dell'ordine anch'esse a piedi. Questa sua capacità di corsa mi ricorda quando ragazzino giocava al pallone.
Franco era nato nel 1951 a Zandobbio ed era orfano di padre dalla tenera età.
Insieme ad un gruppo di ragazzini (Toci (Sergio Finazzi), Filèp (Walter Bellini), Gepe (Giuseppe Martinelli), Ciclì (Guido Vigani) ed altri) aveva iniziato a giocare al calcio sotto la guida del mitico Ignazio Flaccadori, che fu il vero fondatore del calcio zandobbiese.
Franco aveva un fisico da atleta, con un tiro di sinistro alla Gigi Riva.
Mi sembra di ricordare che abbia anche giocato da giovanotto a Carobbio degli Angeli, avendo come allenatore l'altro mitico Marino di Albano S.A., che si spostava sempre in vespa.
Ora anche Franco ha terminato il suo cammino ed ha raggiunto Ciclì, morto già da alcuni anni, Ignazio e Marino.
Ciao Franco.
Sergio Finazzi
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