mercoledì 11 settembre 2024

STORIE DI VITA DI ZANDOBBIO. Angela Plebani

 



FONTE: libro "Sul filo dei ricordi 2..." ideato e  stampato dal GRUPPO PARROCCHIALE PER LA TERZA ETA' di Zandobbio.

ANGELA  PLEBANI

Sono Angela Plebani e sono nata il 13 novembre 1936.
Nel 1943, all'età di otto anni, ho ricevuto la mia prima comunione. Il mio pensiero andava al papà che non poteva essere presente in quanto prigioniero in guerra.
Nel 1945  nostra mamma, non potendo accudirci per motivi di lavoro, mandò me e mia sorella Felice in collegio a Trezzo d'Adda. La direttrice era molto severa: guai se parlavi il bergamasco , se mettevi i gomiti sul tavolo, ecc.
Lei sicuramente lo faceva per la nostra educazione ma noi, non essendo abituate a queste rigide regole, non riuscivamo ad inserirci. Per noi  è stato un grande sacrificio, ma è stata una buona esperienza.
Ho frequentato la quinta elementare in questo collegio. L'anno dopo siamo tornate a casa, così come tornò nostro padre, terminata la guerra.
Ricordo che mio padre raccontava a tavola  che era in guerra in Grecia, all'età di 34 anni essendo stato richiamato alle armi nel 1942.
 Un giorno  un ufficiale disse che  la guerra era finita, che i soldati prendessero più roba possibile perché si tornava a casa. Mio padre indossò  quattro paia di pantaloni, quattro giacche ed altri indumenti. Saliti sul treno si accorsero che qualcuno chiudeva  con catenacci le porte: in realtà stavano per essere deportati in Germania. Lì rimase prigioniero fino al termine della guerra.
Raccontava inoltre che per sfamarsi dovevano rubare dalle pattumiere le bucce  delle patate, scartate come avanzi. 
Diceva che se era ancora vivo doveva tutto  al sig. Giuseppe Mutti: mio padre  era ammalato e non mangiava più  e lui, con tanta pazienza, lo imboccava con quel poco che c'era.
A differenza mia molte mie amiche non hanno potuto riabbracciare il loro padre partito per il fronte.
Tornata dal collegio, ho continuato a dare una mano alla mamma in famiglia, in quanto lei era impegnata al lavoro come bagnina alle  terme di Trescore.
Nel 1952  ho iniziato a lavorare come infermiera presso l'Istituto Palazzolo in via Aldini a Milano, gestito dalle Suore delle Poverelle.
Prima di lavorare come infermiera mi ricordo che i pochi divertimenti a Zandobbio erano giocare alla lippa, con le biglie, saltare la corda o a nascondino.
La domenica, qualche volta, andavamo al cinema a Trescore Balneario, al cinema Nuovo poiché al cinema Verdi non sempre potevamo entrare, perché qualche volta era proibito per la nostra età.
Il nostro rientro a casa era comunque entro le ore diciotto. Una domenica sono rientrata alle ore 19 perché avevamo  voluto vedere due volte lo stesso film. La mamma mi chiese conto del ritardo, le risposi Sono stata dalla zia Lina. Non mi ero accorta che zia Lina era seduta in un angolo di casa nostra: altra grossa sgridata dalla mamma!
Quando oggi vedo alla fermata degli autobus tanti immigrati mi tornano alla mente subito i tanti ricordi, anche tristi, di quando dovevo recarmi al lavoro a Milano, da cui tornavo a casa  ogni sei mesi. Mi sembrava di essere all'estero, fortunatamente nei primi periodi vi era anche una ragazza di Zandobbio, Carolina Barcella, che mi faceva un po' da mamma.
Quando, dopo le ferie, dovevo tornare a Milano, sulla corriera piangevo, mentre il bigliettaio mi timbrava il biglietto, non diceva nulla ma ti guardava con tanta compassione. Chissà quante come me ne avrà viste: ecco perché mi fanno compassione questi immigrati, hanno dovuto abbandonare la famiglia per cercare un posto di lavoro.
Oggi le automobili sono praticamente indispensabili, ma allora, subito dopo la guerra, sulle strade non vi era altro che bambini e qualche carretto, si vedeva un'automobile ogni morte di vescovo.
I bambini  giocavano per strada, gli adulti si riversavano a chiacchierare agli angoli delle strade e la domenica alcune donne giocavano a tombola sedute sui gradini del butigherì, il negozio del signor Angelo Mologni in via Cesare Battisti.
Il mio primo ballo, altro che discoteca o in Calvarola, è avvenuto nella sala della Gianna Mologni:  eravamo tante ragazze, quanta gioia e quanta felicità. Eravamo poveri, ma ci si divertiva con poco ed eravamo più felici e sereni di oggi.
Oggi la via Cesare Battisti alta è sempre deserta, sarà la televisione che ha cambiato le abitudini o la vita frenetica di oggi, forse perché in centro storico o forse perché abitato da  anziani. Sicuramente le abitudini di allora sono di un altro tempo.

                             Angela Plebani
                                 classe 1936



Angela, la prima a sinistra il giorno della prima Comunione  con la  mamma Consilia e le sorelle  Felice e Maria



Angela, la seconda da destra con colleghe infermiere  dell'Istituto Palazzolo a Milano


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