martedì 6 agosto 2024

SALUTE. La balbuzie

 



FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 28/06/24.
Articolo: "Dove ha casa la balbuzie  in bambini e adulti" di MARTINA SAPORITI.

La balbuzie è una condizione più comune di quanto si pensi, ne soffre il 5-11 per cento dei bambini in età prescolare.
Crescendo quasi sempre si risolve in modo spontaneo o con l'aiuto della logopedia, ma oltre  alla balbuzie  infantile c'è pure quella che compare in età adulta dopo lesioni cerebrali come l'ictus. E si manifesta sempre nello stesso modo: interruzioni involontarie  del discorso dovute a pause e ripetizioni di sillabe o parole.
Come aiutare chi fatica  a recuperare fluidità nel parlare (circa un adulto ogni cento)?
Innanzitutto  individuando  le basi neurobiologiche del disturbo. Che a quanto pare, a prescindere dalla sua eziologia, sono sempre le stesse. 
La scoperta, in uno studio  su Brain, è di un team coordinato dal neurologo Juho Joutsa dell'Università di Turku, in Finlandia.
Gli scienziati hanno osservato con risonanza magnetica il cervello di pazienti dopo un ictus, alcuni dei quali avevano iniziato a balbettare.
Nonostante le lesioni  interessassero diverse parti del cervello, in chi aveva sviluppato balbuzie  c'erano sempre tre aree coinvolte: putamen, che regola la funzione motoria; amigdala, legata al controllo delle emozioni; claustro, una sottile lamina  di materia grigia che funziona come nodo di diversi circuiti cerebrali.
Queste  stesse  aree, hanno scoperto gli scienziati, presentavano cambiamenti strutturali pure nelle persone con balbuzie infantile.
Il coinvolgimento di regioni per il controllo motorio ed emotivo spiegherebbe lo sforzo fisico dei balbuzienti nel parlare e il fatto che in situazioni socialmente "impegnative", come tenere un discorso in pubblico, i balbettii possono  peggiorare.
Ora l'idea  è mettere a punto trattamenti per il recupero funzionale di queste aree, per esempio la stimolazione elettrica transcranica che è  un intervento  semplice e non invasivo.


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