giovedì 29 agosto 2024
RIFLESSIONI. Lamentarsi anziché fare
lunedì 26 agosto 2024
SALUTE. L'intelligenza artificiale non dispiace alla medicina
domenica 25 agosto 2024
SPORT. Matteo Zappella nel mio cuore
Sono passati dieci anni da quando Matteo è morto in un incidente stradale (vedi post SPORT. Ti ricordo Matteo pubblicato 18/08/2014) .
Lo ricorderò sempre.
giovedì 15 agosto 2024
ATALANTA SEMPRE ATALANTA. Real Madrid - Atalanta 2 - 0
lunedì 12 agosto 2024
ATALANTA SEMPRE ATALANTA. Differenza tra Koopmeiners e De Roon e Hateboer
RES PUBLICA. Catastrofe climatica nella guerra in Ucraina
FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 12/07/24.
Articolo: "Se la guerra in Ucraina uccide anche il clima" di SIMONE PORROVECCHIO.
I primi due anni di invasione russa dell'Ucraina hanno fatto conoscere al mondo ogni genere di atrocità: centinaia di migliaia di soldati uccisi; centinaia di crimini di guerra perpetrati dai militari del Cremlino confermati dall'ONU; almeno 20 mila bambini ucraini fatti sparire in Russia.
Oltre al crescente bilancio di distruzione e vittime, una ricerca internazionale rivela anche un'altra catastrofe: quella climatica.
I miliardi di litri di carburante utilizzati dai veicolo militari, il milione di ettari di campi e foreste incendiati, le centinaia di impianti di petrolio e gas esplosi e le immense quantità di acciaio e cemento utilizzate per fortificare centinaia di migliaia di chilometri al fronte, hanno prodotto circa 175 milioni di tonnellate di emissioni, non solo di CO2, ma anche di protossido di azoto ed esafluoruro di zolfo, ossia il più potente di tutti i gas a effetto serra.
"E' una cifra superiore all'intera produzione annua dei Paesi Bassi", afferma Lennard de Klerk, autore principale dello studio, realizzato dall'Initiative on Greenhouse Gas Accounting of War (Iggaw), un collettivo di ricerca finanziato in parte dai governi tedesco e svedese, dalla Fondazione europea per il clima e dal ministero ucraino dell'Ambiente.
E' il report più completo mai condotto sugli impatti climatici causati da un conflitto.
"La produzione di cemento e acciaio per la ricostruzione di edifici e infrastrutture produrrà altri 56 milioni di tonnellate di CO2", afferma de Klerk.
Il Consiglio d'Europa ha istituito un registro dei danni all'Ucraina. Questo rapporto sulle emissioni climatiche è destinato a diventare parte di quel registro.
"La Federazione Russa sarà costretta a pagare per questo debito che ha nei confronti dell'Ucraina", aggiunge de Klerk.
Secondo le stime dell'Iggaw, il Cremlino dovrà risarcire 32 miliardi di dollari (29,5 miliardi di euro) solo per le riparazioni climatiche dei primi 24 mesi di guerra.
mercoledì 7 agosto 2024
LIBRI. "Un'ultima stagione da esordienti" di Cristiano Cavina
martedì 6 agosto 2024
SALUTE. La balbuzie
Articolo: "Dove ha casa la balbuzie in bambini e adulti" di MARTINA SAPORITI.
Come aiutare chi fatica a recuperare fluidità nel parlare (circa un adulto ogni cento)?
lunedì 5 agosto 2024
VIVERE INSIEME. Da prete operaio
Giancarlo Bregantini
Arcivescovo emerito di Campobasso-Bojano
FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" di luglio-agosto 2024.
Articolo "Da prete operaio" di BREGANTINI GIANCARLO.
Fu sorprendente scoprire, lavorando con gli operai, fianco a fianco, nella catena di montaggio, che Gesù era già arrivato. Non eravamo noi a portarlo.
Solo un cuore grande, innamorato di Gesù, ha spinto noi preti a entrare nelle fabbriche a fianco dei lavoratori, per condividerne fatiche e speranze, lotte e solidarietà.
Nel cuore di tutti noi risuonava la grande parola della Gaudium et Spes, al numero 22, dove si legge: "Gesù ha pensato con mente di uomo; ha deciso con volontà d'uomo; ha amato con cuore d'uomo; ha lavorato con mani d'uomo".
Era infatti quel Gesù che ci spingeva ad alzarci alle 6.00 del mattino, per il primo turno di lavoro, nella sfibrante catena di montaggio. Era il fascino del Figlio di Giuseppe, falegname, a farci superare ironie pungenti di alcuni compagni di lavoro. Ma era anche la sua amabilità di Maestro a farci apprezzare le storiche battaglie di libertà del mondo operaio.
La "stagione dei preti operai" ha segnato la Chiesa francese, prima, e quella italiana, poi. La parola che ci guidava era quella di Charles De Foucauld, religioso d'Oltralpe, che in pieno deserto pregava: "Come loro, adorando Gesù in pura perdita!".
Eppure fu sorprendente, in quella esperienza di condivisione, scoprire che il Vangelo, tra gli operai, era già arrivato, per vie misteriose. Non eravamo noi a portarlo. A noi spettava solo il compito delicato di togliere da quei cuori il peso di una Chiesa impositiva, che ne rendeva stanco il passo.
Sentivamo nel cuore il desiderio di rilanciare alla Chiesa il grido di speranza che sgorgava dai gemiti della storia del mondo operaio. Gemiti impercettibili, che solo la prossimità della catena di montaggio ci permetteva di percepire.
Anche oggi quel cuore batte ancora, nonostante pochissimi siano i preti impegnati direttamente nel lavoro.
Vorremmo risvegliare le nostre comunità cristiane, impegnate nel Sinodo, perché siano capaci di cogliere l'ardente aspettativa di questo mondo, condividendo il desiderio di liberarsi dal precariato e di superare le ristrettezze di un salario povero. E' un cuore che batte, per dare dignità a tutti i lavoratori, senza subire le tragedie mortali sul lavoro.
"Il grande tema è il lavoro" (FT 162), recitava il titolo del convegno dei preti operai, celebrato a Bologna il 3 giugno scorso. Eravamo una quarantina di preti operai storici, con alle spalle l'esperienza lavorativa diretta. Il cuore, però, era intatto, capace di intravedere i segni di speranza, di attesa e di sconcerto, che alimentano il mondo del lavoro alle soglie del Giubileo 2025.
E' vero che è un mondo radicalmente cambiato, in cui domina il mito della velocità, l'obbligo di connessione, con i frutti amari di tanta ansia e di tanta fatica per andare in profondità nelle cose e nelle relazioni. Una mutazione antropologica, fonte di solitudine e di crescente bisogno di senso.
Per questo i preti operai riprendono il grido di Simone Weil, filosofa e mistica francese, che scelse di lavorare, alla catena di montaggio per comprendere la condizione operaia: il lavoro va riconosciuto!, perché solo se è posto al centro sarà generatore di vita nuova.
Tutto questo ci chiede di essere capaci di due doni, apparentemente contrapposti: fedeltà alla memoria di un passato coraggioso, e discontinuità operativa, per cogliere il nuovo che germoglia.
Il convegno si è chiuso con una celebrazione eucaristica, nella cripta del Duomo di Bologna, presieduta dal cardinal Zuppi, in memoria di un prete, don Ernesto Bonaiuti, grande pensatore, perseguitato dalla gerarchia ecclesiastica e dal fascismo.
Abbiamo cioè rivissuto quello che il convegno ha affidato a tutti: memoria e discontinuità; teologia e antropologia; grido del passato e angosce del presente, tenendo sempre fisso lo sguardo su Gesù lavoratore, che sa dar dignità a ogni uomo e donna nella fatica, perché il lavoro sia ovunque riconosciuto.
sabato 3 agosto 2024
COME ERAVAMO. Zandobbiesi. eventi. foto
don Luigi e ???????
1° messa di don Renato a Zandobbio
1° Comunione Mazzola Angiola
2004 inaugurazione parco p. Simone Vavassori
coscritti 1937 festa dei 70 anni
coscritti 1932 festa dei 60 anni
50° sacerdozio d. Angelo Bosis 1968
festa coscritti 1940
festa 100 anni Delfina Mutti
benedizione alberelli 1995
gita a Roma 1988
gita oratorio 1967
gita coscritti 1939
adunata ANA anni '60
pellegrinaggio Lourdes 1990
ritiro Botta di Sedrina iscritti A.C. anni '70
pellegrinaggio Fatima - Lourdes 1995
visita pastorale vescovo Clemente Gaddi 1968
pellegrinaggio a Lourdes 1979
gita a Redipuglia anni '50
benedizione alberelli 1995
gita a Roma 1988
gita oratorio anno 1967
foto 1959
adunata ANA - foto anni '60
pellegrinaggio Lourdes
anno 1990
ritiro Botta di Sedrina iscritti A.C.
anni '70
anno 1995
ricevimento in municipio per la visita pastorale vescovo Clemente Gaddi 1968
pellegrinaggio a Lourdes nel 1979
gita a Redipuglia - foto anni '50
posa della 1° pietra del nuovo oratorio nel 1992 con il sindaco Gigi Barcella e il parroco d. Camillo Brescianini
Il mitico Mario Menapace, le sorelle Elisabetta e Flaminia Manzoni a Lourdes nel maggio del 1970.