FONTE: "MISSIONARI SAVERIANI" APRILE 2024.
Articolo " Prendiamo per mano la pace" di p. GIANNI BRENTEGANI, sx.
Chi lo dice che la soluzione ai conflitti attuali sia quella di acquistare nuove armi, comporre nuovi eserciti per meglio combattere i nostri presunti nemici?
Non è che questo pensiero sia costruito ad arte, indotto per creare paura, inoculato per conquistare un'opinione pubblica, facendolo diventare il pensiero unico di questo momento storico?
E' normale vivere e accettare questo clima avvelenato che ci fa vedere nemici dappertutto?
Possibile che non ci sia un pensiero alternativo che non sia asservito a questa logica violenta?
Sono davvero precluse ogni via diplomatica, di accordo pacifico, di negoziato e vivere il futuro in un orizzonte di guerra?
Sembra proprio che gli scenari di guerra, anzi di guerre, i fronti aperti, la corsa al riarmo sia la sola soluzione a questi conflitti.
Qualcuno parla persino di "Era di caos generalizzato".
L'estensione poi di questi conflitti ha persino indotto il governo italiano a modificare la normativa sul controllo delle esportazioni delle armi.
Il ruolo di trasparenza che questa legge imponeva (Legge 185/90), l'inserzione di criteri non economici nelle autorizzazioni delle vendite ad esempio a quegli stati che violano i diritti umani, permetteva una trasparenza accertata dal parlamento e dalla società civile.
Ora, questa trasparenza è stata nascosta e non ci sarà più nessun controllo sul commercio di morte.
Lo stesso dibattito sulla difesa comune europea, i ritardi e le difficoltà per raggiungerla, la protezione delle diverse posizioni nazionali, le competizioni tra le varie industrie, la necessità di restare sotto l'ombrello della Nato nonostante le pressioni economiche statunitensi, gli investimenti stratosferici richiesti che porterebbero tagli ai fondi alla salute e all'educazione, tutti questi elementi non contribuiscono ad alleviare il clima di paura e di ansia per il futuro, anzi non fanno altro che acuirli soprattutto negli spiriti più sensibili.
Chi è attento a questi fenomeni è stato capace di avviare un call center per coloro che sono stati colpiti direttamente o indirettamente dai recenti conflitti bellici e le loro implicazioni future.
Il servizio si chiama "Pronto psy" ed è curato da 130 psicologi e psicoterapeuti della Società italiana di psicologia dell'emergenza per sostenere quelle persone colpite da incubi, paure, ansie e minacce dovute a questo ambiente di guerra. I contraccolpi emotivi colpiscono , a grande sorpresa, soprattutto i giovani che hanno tra i 16 e i 17 anni.
Ecco uno dei prodotti del continuo parlare di guerra. E la pace dove sta?
Dove sono le proposte che potrebbero guarire queste ansie profonde?
Il Papa, con un'insistenza caparbia, continua a pregare per la pace, esorta i belligeranti alla ragione, invita a lasciare questa follia distruttrice, riporta alla realtà storica che finisce sempre con degli accordi, viene tirato per la stola a fini utilitaristici, discorsi e interviste sono interpretati solo parzialmente.
Molti movimenti della società civile fanno emergere la pace dall'anonimato, come Sergio Bassoli che chiede di prenderla per mano e di "fermarsi un attimo, ragionare, farsi la domanda: "Ma perché dobbiamo fare la guerra? Da chi ci dobbiamo difendere?" e questo prima di parlare di assetti industriali e strategie militari".
Ascoltiamo ancora una volta papa Francesco che ci dà qualche criterio semplice: "La guerra è il male assoluto, terribile sciagura, virus senza vaccino, offesa verso l'umanità e verso Dio. La PACE è un bene assoluto, seme di fraternità universale, condizione necessaria per lo sviluppo della vita umana".
L'attuazione sarà forse difficile, ma bisogna decidersi senza compromessi a cominciare dai nostri pensieri, le nostre parole, le nostre iniziative. La formazione a "prendere per mano la PACE" diventa essenziale.
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