FONTE: Notiziario settimanale parrocchiale di Albegno e dintorni.
STRANA UMANITA'
Mi è capitato tempo fa di andare in casa di un adolescente (che per rispetto della privacy qui chiamo Carlo).
Era un ragazzo che conoscevo fin da bambino: un bravo ragazzo come tanti che frequentava l'oratorio e partecipava sempre alle varie iniziative che proponevo.
Uno di quei ragazzi sui quali scommettevo per un futuro collaboratore in parrocchia. Se non che, finite le medie, capitò in una compagnia sbagliata. Nel giro di pochi mesi lo vidi cambiare radicalmente finchè mi accorsi che aveva iniziato a "sniffare". Sapendo con certezza la cosa, mi sentii in dovere di avvisare i genitori che erano ignari di tutto.
Entrato in casa trovo papà, mamma e figlio in procinto di cenare.
"Mi dispiace di essere venuto a disturbarvi proprio in questo momento, ma è solo perché sapevo di trovarvi tutti insieme" faccio per discolparmi.
"Si figuri, reverendo; nessun disturbo, anzi, siamo onorati della sua visita".
"Purtroppo devo darvi una brutta notizia, e lo faccio con il cuore a pezzi...Carlo sta frequentando una brutta compagnia e ha iniziato a usare cocaina".
Non sto a raccontare del gelo che si è creato in quei genitori, e dello sguardo feroce che Carlo mi ha lanciato prima di inveire contro di me con voce alterata: "Don non dire stronzate! Io non faccio uso di quella roba". "Carlo, se sono venuto qui è perché so per certo che hai iniziato a fare uso di droga". "Lo so per certo... - reagisce Carlo sempre più furioso - tu dai ascolto a tutte le vecchiette che in paese passano il tempo a spettegolare sugli altri invece di farsi i c.... loro".
"Non sono voci di vecchiette - ribadisco io - So benissimo chi è l'amico che ti fornisce la coca".
Più inviperito che mai Carlo grida con rabbia fino a diventare tutto rosso in volto.
"Lascia stare i miei amici e bada, invece, ai tuoi lecca c...".
"Lascia stare i miei amici e bada, invece, ai tuoi lecca c...".
A questo punto mi rivolgo ai genitori rimasti impietriti e senza parole: "mi dispiace d'avervi rovinato la cena, ma mi sentivo in dovere di avvisarvi".
Saluto e me ne vado incurante della sequenza di invettive che Carlo mi rivolge.
A titolo di cronaca, Carlo accetterà di entrare in una comunità di recupero, quella di Don Chino e ne uscirà dopo 3 anni completamente cambiato: si troverà un lavoro; sposerà una brava ragazza e diventeranno genitori felici. Quello che mi ha colpito di questa storia è la determinazione di Carlo a proteggere i "suoi amici" quelli che gli fornivano veleno a caro prezzo, mentre non lesinava insulti a chi gli voleva bene e cercava di aprirgli gli occhi per evitargli il peggio. Che strana umanità è la nostra che non sa distinguere la destra dalla sinistra, il giorno dalla notte!
don Camillo
STRANA UMANITA'
Quanto è strana questa nostra umanità!
Chiami amici e a spada tratta li difendi
quelli che ti portan danno e infermità:
ti fai cruccio se per sbaglio li offendi.
Tratti, invece, da nemici insidiosi
quelli che ti voglion bene gratuitamente;
li consideri come fossero invidiosi
mentre voglion farti luce nella mente.
Cerchi ansioso a tutti i costi il veleno
perché pensi che guarisca le tue pene.
Ti arrabbi e poi sbuffi come un treno
se una fatica ti vien chiesta per star bene.
Quando manca il lavoro fai proteste;
per gridare i tuoi diritti scendi in piazza.
Se il lavoro è in abbondanza vuoi le feste
per buttarti ogni giorno a vita pazza.
Costruisci con fatica la tua casa
e vi cerchi dentro pace e sicurezza;
dalla guerra che coltivi viene rasa
e ti trovi ad annegar nell'amarezza.
Quando il giorno ti avvolge con tepore
volgi il cuore alla notte fredda e oscura
e ti metti a sognare che quel rigore
metta in fuga ogni tipo di paura.
Questa nostra umanità è così strana!
Sembra un fiume che risale il monte.
La speranza di cambiare è sempre vana
se non vuoi tuffarti dentro nella Fonte.
don Camillo
Nessun commento:
Non sono consentiti nuovi commenti.