mercoledì 6 dicembre 2023

RIFLESSIONI. Il profumo delle foglie

 



FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" novembre 2023.
Articolo: "Il profumo delle foglie" di GianCarlo Bregantini Arcivescovo di Campobasso-Bojano.

GianCarlo Bregantini



Nel mese di novembre tutto sembra cercare rifugio.
La natura ce lo conferma, come avvolta in una melodia fatta di colori straordinari, come sono in questo periodo i tramonti, così limpidi, o le mele appena colte.
Tutto richiede  calma. In particolare, il profumo delle foglie, irrorate dalla pioggia d'autunno, ci fa cogliere la bellezza inconfondibile dell'operosità di quanti ora si adoperano a seminare le belle colline del Molise, quasi ricamate da trattori infaticabili.
Ed è una commozione sempre nuova e sempre forte riscoprire la terra come grembo, come madre che accoglie e custodisce i semi della vita, piantati con cura. 
Leggiamo, infatti, nel messaggio per la 73° Giornata nazionale del Ringraziamento - che celebriamo solennemente il 12 novembre sul tema: "Lo stile cooperativo per lo sviluppo dell'agricoltura" - che il mandato di coltivare la terra coinvolge l'umanità a livello personale, familiare e in ogni forma di collaborazione con gli altri. Sta a significare che tutto ciò che Dio ha creato tende ontologicamente a insegnarci a "prenderci cura", in reciprocità.
Niente sussiste senza la fraternità. Consentitemi allora due ricordi personali.
Io sono nato in un paese del Trentino, a Denno, e ho ancora impresso nella memoria quel giorno in cui, in prima elementare, ci è stata regalata la cassettina dove ci abituavano, come bambini saggi, a mettere le monetine per progetti comunitari. Era la Cassa Rurale  che aveva lanciato l'iniziativa. Perché quella Cassa è la forza di quei "campanili" che si sono fatti espressione di risposta a bisogni sociali della vallata. Da quel gesto ho compreso che è necessario creare concretamente una "esperienza" di relazioni positive, imparando a lavorare in rete, che è poi ciò che chiamiamo lavoro cooperativistico.
Oggi, guardando a tante micro imprese che fanno fatica a reggere il peso di fronte alle macro imprese, mi rendo conto che solo la mens cooperativistica può aiutarle a mantenere viva la qualità, i territori, la loro tipicità, perché la risorsa per farcela  sta proprio nella cooperazione. In fondo, la coesione,  l'esperienza del "fare insieme", la solidarietà intrecciata, la logica della rete, sono i pilastri di uno sviluppo sostenibile. Il futuro dei processi produttivi deve ripartire da questo!
Il secondo ricordo  riguarda invece un serrato dialogo tra mio papà Germano e un grosso commerciante di Genova che voleva acquistare le nostre pregiate mele, a cui assistetti quando ero ancora ragazzo.
L'accordo sul prezzo non si trovò e anzi, in tono sdegnoso, quel ricco disse una frase offensiva a mio padre: "Caro Germano, o accetti il mio prezzo oppure le tue mele marciranno  tutte in questo magazzino!"
Un orrore per mio padre, che si vedeva costretto a lasciar marcire l'intero raccolto. Ma proprio da quell' offesa nacque l'impegno comune tra tutti i produttori del paese a fondare una cooperativa, capace di superare i ricatti tristi dei commercianti; da qui nacque la grande Cooperativa Melinda, che ora può sfidare i commercianti, perché sa difendere i piccoli e i deboli.
La cooperazione infatti è il modello dal quale deriva " uno stile d'impresa come "società di persone" e non solo di capitali (cfr. Compendio della Dottrina Sociale  della Chiesa n. 338), democratica e inclusiva, dove tutti hanno pari dignità: favorisce  la crescita di tutti i soci e dei membri della comunità in cui opera. Educa a lavorare insieme  per realizzare il bene comune e promuove  la consapevolezza che ogni persona è dono". Così, quando i soci votano in assemblea a fine anno, il contadino che ha portato mille quintali di mele, ha lo stesso voto di chi ne ha portati cento. Perché non sei  valutato per quanto fai, ma per quello che sei.


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