mercoledì 18 aprile 2018

SALUTE. Per dimagrire basta saltare i pasti?


FONTE: //www.issalute.it/ sito sviluppato e gestito dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Per dimagrire basta saltare i pasti.   FALSO 

Saltare i pasti per dimagrire è un metodo che non funziona e non fa bene alla salute.

E' pensiero comune che saltare i pasti sia un metodo valido ed efficace per perdere peso, e purtroppo questa pratica viene sperimentata da molti. Si crede che privando l'organismo di calorie e nutrienti durante la giornata si avrà una riduzione della massa grassa. In realtà quello che accade è l'opposto: il corpo, privato del cibo, va in allerta e rallenta il dimagrimento.  Quando si salta un pasto avviene un fisiologico calo di zuccheri nel sangue, con due conseguenze importanti: in primo luogo, il cervello è spinto a desiderare cibo, con un senso irrefrenabile di fame, e soprattutto, ciò che aumenta è il desiderio di carboidrati per mantenere gli zuccheri a valori normali.
Perciò, dopo aver saltato un pasto, non solo si arriva più affamati a quello successivo, ma si ha la tendenza ad abbuffarsi di cibo spazzatura.
L'abitudine prolungata a saltare la colazione, il pranzo o la cena, nel tempo, fa perdere massa magra, e aumentare massa grassa, determinando anche un rallentamento del metabolismo.
L'abitudine di saltare i pasti è quindi, per più aspetti, u na scelta non salutare. Mangiare, invece, cibi nutrienti durante tutto il giorno, in porzioni più piccole, stabilizza i livelli di zucchero nel sangue e porta a seguire una dieta (/index.php/saluteaz-saz/d/284-dieta) più sana e favorevole alla perdita di peso.
Anzichè saltare i pasti sarebbe, quindi, meglio nutrirsi con 5-6 piccoli pasti durante la giornata, scegliendo tra cibi con calorie e grassi limitati, ma con buone quantità di proteine ed elementi nutritivi vitali.
Organizzare un piano alimentare facile da seguire, con consumo di alimenti ogni 3-4 ore, può rivelarsi molto utile per la salute e anche per il controllo del peso.





RIFLESSIONI. Mi cancello


FONTE: libro "SCEGLI LA VITA" di YVES BOULVIN - ANNE VILLEMIN edito da MESSAGGERO S. ANTONIO - EDITRICE.

Faccio fatica a trovare il mio posto. Non oso parlare, esprimere la mia opinione. Mi faccio piccolo piccolo.
Credo di aver  mal compreso: l'umiltà non consiste nel cancellarsi, ma nel compiere la mia funzione, il mio servizio, la mia vocazione.
Dio solo è la gomma che cancella tutte le mie colpe, tutto ciò che deploro di aver fatto. Lungi dall'invitarmi a cancellarmi, Dio mi spinge  a scoprire i miei doni, i  miei talenti, a farli sbocciare e fruttare.
Sono importante, essenziale agli occhi di Dio; so che mi ama e che ama ciascuno di noi con un amore preferenziale. Attraverso il suo sguardo amoroso, accetto di guardarmi e scoprire il bambino luminoso che c'è in me, per compiere tutto ciò che porto in me.
Smetto di cancellarmi; non è un atteggiamento virtuoso. Lascio invece che Dio mi aiuti a cancellare i miei comportamenti negativi. Imparo a essere me stesso, ad affermare chiaramente chi sono e ciò che voglio. Sono io, nient'altro che io, ma totalmente io.


LIBRI. " Io, gli ottomila e la felicità" di Tamara Lunger



FONTE: libro "Io, gli ottomila e la felicità " di TAMARA LUNGER con Francesco Casolo edito da Rizzoli Libri Spa.

Si legge sul risvolto della copertina:

"Vedere un essere umano che realizza un sogno è una cosa meravigliosa. Come andare sulla Luna o scoprire l'America: questo è il motivo per cui noi siamo qui."

Sono parole di Tamara Lunger, la giovane e fortissima alpinista altoatesina che nel febbraio 2016 ha tentato con Simone Moro la vetta del Nanga Parbat in invernale. Lui l'ha raggiunta, mentre lei, a soli 70 metri dalla cima, ha rinunciato.
Stava male e ha ascoltato la "voce interiore" che le diceva di scendere, con la consapevolezza che, se invece fosse andata oltre per amor di gloria, avrebbe poi avuto bisogno d'aiuto per scendere, magari mettendo in pericolo i compagni di cordata.
Ma chi è questa donna capace di imprese finora tentate solo da uomini?
Che cosa la spinge a sfide estreme?
In questo libro Tamara si racconta parlando dell'impresa del Nanga, ma scavando molto anche nel proprio mondo e dentro di sé.
Ne scaturisce una personalità dirompente che, cresciuta a profondo contatto con la Natura, abituata fin da piccola a mettersi alla prova nello sport, coltiva la passione per l'alpinismo come un modo per trovare se stessa.
Certo, essere una donna in un ambiente finora quasi solo esclusivamente maschile ha un prezzo: al campo base bisogna farsi valere, dimostrare che si è capaci di sforzi "da uomini" e magari anche tenere a bada alpinisti "che sembrano marinai appeni scesi da una nave"...
Ma Tamara, forse anche grazie a un pizzico di follia davanti ai pericoli, vive l'alpinismo come un  modo per migliorarsi costantemente, essere in armonia con il cosmo. Per lei la sfida in montagna ha infatti anche qualcosa di spirituale, la avvicina a Dio. E le dona la felicità.
Leggere queste pagine, ora avventurose ora meditative, è come fare un'iniezione di energia pura.



OGGETTI. Culle d'altri tempi











giovedì 12 aprile 2018

SPORT. L'importanza di scendere in campo


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 16/03/18.
Articolo "Baskin o sitting volley l'importanza di scendere in campo" di ANTONELLA BARINA.

"Lo spogliatoio di un  campo di calcio è il luogo magico dove viene superata ogni intolleranza, ogni discriminazione. Basta un pallone che rotola perché si parli subito la stessa lingua, ci si comporti nello stesso modo, si cancelli ogni differenza", spiega Massino Achini, presidente del Csi di Milano, sezione territoriale del Centro sportivo italiano, quell'ente senza fine di lucro che promuove lo sport come strumento d'educazione e aggregazione, arrivando a un milione e 200 mila iscritti.
"Il pallone avvicina persone di qualsiasi realtà".
Perché essere in squadra insieme significa imparare a fidarsi l'uno dell'altro, rispettarsi a vicenda, ubbidire alle regole del gioco...
Ora il Csi milanese propone un campo di calcio dove si cimenteranno insieme ragazzi disabili e non, ma anche giovani richiedenti asilo e italiani (il suo Progetto profughi ha appena consentito l'inserimento di 80 migranti in altrettante società sportive di base).
Poi di volta in volta quel campo verrà adattato per altre discipline agonistiche, quelle in cui lo sport è davvero per tutti: dal wheelchair hockey (l'hockey in carrozzina) alla sitting volley, la pallavolo paralimpica che si gioca seduti sul pavimento; dal para-badminton, volano a cui può partecipare anche chi è in sedia a rotelle o si serve di protesi, fino al baskin, una pallacanestro rivisitata per far giocare insieme ragazzi e ragazze, che siano disabili o meno.
E chiunque del pubblico potrà prendere parte a qualsiasi partita. Perché quel terreno di gioco per uno sport integrato sarà all'interno di Fa' la cosa giusta, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili che si terrà a Milano dal 23 al 25 marzo: 32 mila metri quadri di area espositiva che propone anche stand e laboratori sul tema della scuola, della cucina, della moda, della cosmesi, del riciclo, del giardinaggio... Ma anche incontri con personaggi d'eccezione, come Daniele Cassioli, fisioterapista non vedente, pluricampione di sci nautico con 22 titoli mondiali, 20 europei, 31 italiani e tre record del mondo: per il salto, le figure e lo slalom.
Il tutto con ingresso gratuito, per festeggiare i 15 anni della fiera (info: falacosagiusta.org). L'anno scorso è arrivata ad avere 70 mila visitatori.

VIVERE INSIEME. Occhiali scuri di notte


FONTE: " il venerdì di Repubblica" del 16/03/18.
Articolo "Lenti scure giorno e notte: molto cool o maleducati?" di LAURA LAURENZI.

Gli occhiali da sole di notte? Un vero boom. Ormai si portano quasi di più quando fuori è buio che durante il giorno.
A ben vedere, suggeriscono gli esperti, sono un ottimo antirughe: sia perché - di giorno - le prevengono, dirottando e attenuando i raggi dannosi, sia perché, di sera, oggettivamente le nascondono, come nascondono le occhiaie.
In effetti occultano le famigerate zampe di gallina come nessun fondotinta, nessun primer, nessun correttore potrà mai fare.
Ma non è per questo che la moda della lente scura a mezzanotte impazza. E' più una posa di chi si vuole sentire più cool.
Che poi portare gli occhiali da sole anche al chiuso, anche quando non è necessario sia considerato un gesto maleducato non importa più niente a nessuna. Gli addetti ai lavori l'hanno catalogato come "effetto Melania" riferendosi all'abitudine della first lady statunitense di indossare gli occhiali scuri modello star di Hollywood anche dopo il tramonto e anche nelle occasioni ufficiali.
Nascondere le rughe comunque è l'ultimo dei problemi che affliggono gli stuoli di neo-maleducati perennemente in occhiali scuri genere buttafuori di discoteca.
Da un'indagine condotta nei mesi scorsi in concomitanza con il Salone dell'occhiale risulta infatti che a trainare questa moda sono soprattutto gli adolescenti (uno su tre) seguiti da quarantenni, equamente ripartiti fra uomini e donne.
Perché lo fanno?
"Così si riposa l'occhio" è la motivazione che riscuote maggior successo, seguita da "Così appaio in modo più cool sui social". E ancora, citiamo in ordine decrescente: "Copre le occhiaie", "Lo fanno i divi come Rihanna, Karl Lagerfeld, Melania Trump", "Mi dà un alone di mistero", "Sono un accessorio irrinunciabile", "Coprono i difetti del viso". E non manca nemmeno la giustificazione psicologica: "Aumentano la mia autostima".
La maggioranza di questi nuovi conformisti approva l'uso degli occhiali da sole non solo in discoteca, ma anche al lavoro, al ristorante, in metropolitana, e perfino in casa. Meglio non guardarli negli occhi.

SCUOLA. Scuole non funzionanti


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 30/03/18.
Articolo "SE MIGLIAIA DI SCUOLE NON SERVONO A NESSUNO, SERVE UN'IDEA" di SALVO INTRAVAIA.


Ci sono scuole dove la campanella non suona più. Aule dove i banchi sono vuoti da tempo. Finiranno in vendita, questi istituti, come è successo con le caserme e con i fari? Non lo sa ancora nessuno. Ma il problema si porrà presto.
Se si incrociano due dati - quello del calo della popolazione in età scolare previsto dall'Istat e la quota di plessi scolastici al momenti inattivi - il panorama che si delinea è chiaro: con quasi un milione di alunni in meno in dieci anni si svuoteranno ancora migliaia di scuole.
Nel 2028, rivela l'Istituto nazionale di statistica, la popolazione in età scolare (da 3 a 18 anni) passerà infatti dagli attuali 9 milioni a poco più di 8 milioni: 916 mila unità di meno. E già oggi un edificio scolastico su cinque degli oltre 42 mila sparsi in ogni angolo del Paese (ben 8.450 plessi) non viene usato: tecnicamente secondo l'Anagrafe dell'edilizia scolastica del ministero dell'Istruzione, sono scuole "inattive", ovvero "edifici in cui non sono svolte attività (edifici in ristrutturazione, edifici in costruzione, edifici dismessi ecc.) o comunque non associati ad istituzioni scolastiche".
Quindi, come si diceva, è facile immaginare che altre scuole si svuoteranno, in particolare nel Mezzogiorno. Al Nord, infatti, per ora sono inutilizzati il 6 per cento degli oltre 17 mila edifici esistenti; al Sud e nelle isole - dove il calo della popolazione scolastica si preannuncia ancora più forte - la quota sale invece al 33 per cento del totale.
Il record è della Sardegna che, su circa duemila edifici, ne ha soltanto 326 funzionanti.
Il problema è sentito soprattutto nei piccoli comuni.
"Da un lato" dice Massimo Castelli, coordinatore nazionale per l'Anci della Consulta dei piccoli comuni, "ci sono le norme che ci obbligano a mettere comunque in sicurezza le scuole, d'altra parte sempre più edifici vengono abbandonati per carenza di alunni".
Così Massimo Faiferri, del dipartimento di Architettura dell'Università di Sassari, si occupa proprio di offrire una seconda chance alle scuole dei piccoli comuni: "E' impensabile che ogni municipalità possa mantenere la propria scuola dell'infanzia, elementare e media. Bisogna immaginare dei centri scolastici al servizio di più paesi, dove le scuole recuperate diventino punti di riferimento sociali e culturali, aperti tutto il giorno, anche per ospitare convegni e altre attività".
E gli edifici che non si useranno più?
"Si potrebbero trasformare  in ostelli, in centri di ricerca e in sedi universitarie" dice Faiferri. "Un modo, fra l'altro, per rendere nuovamente attrattivi i piccoli centri e investire in questi territori".



DON CAMILLO. Orgoglio guerriero




FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

ORGOGLIO GUERRIERO

Come quercia radicata su terreno di roccia
che sfida le intemperie di vento e di pioggia,
resiste al fiume come fosse una goccia
e sostiene chiunque, affaticato, si appoggia;

così te ne stai nelle fluide storie
di un quotidiano d'imprevisti e sorprese
a lottar con alterne sconfitte e vittorie
per aprir la tua vita a speranze e attese.

Non perdere mai quest'orgoglio guerriero
con sguardo fisso sull'impervio percorso.
Un cuor che si arrende rinuncia al sentiero;
null'altro gli resta che un triste rimorso.

                                    don Camillo

giovedì 5 aprile 2018

FILM. Napoli velata


FONTE: MYmovies.it Marzia Gandolfi.

NAPOLI VELATA (2017)
Cupo come un mystery e debordante come un mélo, un film ambizioso che restituisce in maniera efficace l'incandescenza della passione.

Un film di Ferzan Ozpetek con Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Borghi, Anna Bonaiuto, Isabella Ferrari, Lina Sastri, Peppe Barra, Luisa Ranieri, Biagio Forestieri, Maria Pia Calzone, Antonio Grosso.
Genere drammatico.

Adriana, anatomopatologo a disagio coi vivi, incontra Andrea, un giovane uomo che la seduce e la ama una notte intera, appassionatamente. 
Adriana è travolta, finalmente viva. Al risveglio gli sorride e dice sì al primo appuntamento. Ma Andrea a quel rendez-vous romantico non si presenta.
E' l'inizio di un'indagine poliziesca ed esistenziale che condurrà Adriana nel ventre di Napoli e di un passato, dove cova un rimosso luttuoso.
Protagonista dichiarata del film, Giovanna Mezzogiorno deve vedersela con Napoli, che assurge in primo piano col suo potenziale esplosivo, la sua straordinaria energia linguistica, le sue contraddizioni interne.


ALIMENTI. Piante selvatiche commestibili


FONTE: "la Repubblica TUTTO MILANO & LOMBARDIA" del 30/03/18.
Articolo "PIANTE SELVATICHE BONTA' E SALUTE A PORTATA DI PRATO" di ETTORE LIVINI.

Il fruttivendolo più vicino? E' nel prato. O nel bosco. O anche al bordo di un sentiero di campagna.
Non ha vetrina, è senza scaffali e cassa. Ma la qualità è ottima, la convenienza garantita (è tutto gratis), la verdura è al 100 per cento biologica e a chilometro zero.
A patto, naturalmente, di essere disposti a uscire di casa e andarsela a cercare nel verde da soli.
Sul fronte della varietà del menu, c'è solo l'imbarazzo della scelta. La natura ci prepara ogni primavera una lista di piante selvatiche commestibili più lunga di una coda alle poste.
In queste settimane stanno spuntando le asprelle (per i tecnici Cichorium intybus) perfette se fritte con pancetta e aceto.
Poi arriverà il bruscandolo (alias il luppolo o l'asparagina) capace di trasformare un'anonima frittata in un  manicaretto da MasterChef.
A ruota seguiranno i fiori di robinia da friggere - una cosa da veri buongustai - l'ortica con il suo carico pesante di vitamina C, ideale per risotto o gnocchi.
Altro che la nouvelle cuisine, con le sue microporzioni e con la sua fastidiosa dittatura dell'estetica alimentare.
Il look, per fortuna non è tutto. 
I germogli di rovo, per dire, sono una delizia in insalata. 
La borraggine fa la sua bella figura nei tortelli o in insalata e porta con sé - che non guasta - grandi virtù antiossidanti e antinfiammatorie. 
Come il tarassaco, o dente di leone, buono e sano, con un soprannome - "piscialetto" - che descrive meglio di mille bugiardini come mai dall'epoca dei romani è uno dei cibi-medicinali preferiti dai dottori.
Il confine tra piacere e salute, nel caso della verdura "selvatica" è molto sottile.
Sambuco - chiamato nelle tradizioni germaniche "la farmacia degli dei" - e finocchietto selvatico (buoni entrambi anche per fare ottimi liquori) hanno straordinari effetti depurativi.
La malva e le sue mucillagini sono un toccasana per l'intestino.
Come la semplicissima margherita pratolina ("bellis perennis" il magnifico nome scientifico), deliziosa in insalata e ideale per ipertesi.
Come imparare a riconoscere questi tesori naturali?
Una risposta prova a darla il Parco Oglio Nord che dal 27 marzo al 14 aprile organizza a Torre Pallavicina un corso sulle piante selvatiche commestibili. Prezzo popolare, 20 euro, per tre incontri serali (dalle 20,30 alle 22,30) nella casa del parco, in via della Madonna di Loreto 1, più un'uscita pratica in campo per domenica 14 aprile.





OGGETTI. Riciclaggio




DON CAMILLO. A me capita così......




FONTE: avvisi settimanali della parrocchia di Albegno.


A ME CAPITA COSI'........

Purtroppo mi capita spesso quando celebro, di entrare nel solco dell'abitudine, una specie di pilota automatico che mi porta a procedere di inerzia..così ogni parola e ogni gesto si succedono in modo automatico.
Capisco quanto sia povera questa mia condizione e quanta povertà ulteriore determini dentro di me.
Per questo, quando me ne rendo conto, cerco di reagire concentrandomi su quello che sto dicendo e facendo, e subito provo la sensazione di uno che apre la finestra e respira una boccata d'aria pura mattutina dopo essere stato tappato per tutta la notte in una stanza d'aria pesante.
Qui intuisco che cosa significa che lo Spirito risana e ravviva l'anima di chi lo lascia spirare dentro di sé. Non ci vuole tanto per dargli spazio. Non è un'impresa da campioni.... Equivale all'impegno di aprire una finestra e di restare affacciato almeno per il tempo utile per qualche boccata, sufficiente per riempirti i polmoni.
Poi mi capita di ritornare nel solco, al punto di fare e dire per forza di inerzia, senza rispettare le varianti che di tanto in tanto vengono introdotte...per poi accorgermi nuovamente e ritornare ad aprire la finestra per un'altra boccata d'aria salubre.
E così di seguito, in un alternarsi continuo che però non ripete sempre la stessa metrica, ma vede pian piano assottigliarsi il tempo "dell'aria pesante".
E se non mi stanco di reagire ogni volta che m'impatto, sono convinto che arriverà il tempo in cui potrò respirare solo l'aria pura e fresca.
A me capita così. E a voi?

                                       don Camillo