giovedì 31 marzo 2016

SALUTE. L'esercizio fisico come agisce?


FONTE: AIRC fondamentale SPECIALE ARANCE DELLA SALUTE.

Un fine settimana di gennaio 2016 c'è stata, come ogni anno, la vendita delle arance per la raccolta di fondi dell'AIRC.
Nel sacchetto delle arance c'era il libretto "AIRC fondamentale SPECIALE ARANCE DELLA SALUTE".

Ecco alcuni articoli estrapolati, che pubblicherò in vari post.

L'esercizio fisico come agisce?

I ricercatori hanno capito in che modo l'attività fisica agisce  su alcuni meccanismi essenziali dell'organismo, come il metabolismo energetico e ormonale, l'infiammazione, il sistema immunitario.

Muoversi aiuta a restare in forma, a mantenere giovane l'apparato muscoloscheletrico e circolatorio e a perdere peso. Per questo non ci sarebbe bisogno di guardare agli studi scientifici: basta l'esperienza personale. Lo sport e il movimento hanno però altre virtù nascoste, che oggi i ricercatori sono in grado di studiare nel dettaglio e che spiegano anche gli effetti preventivi nei confronti delle malattie cardiovascolari e del cancro.
Innanzitutto è bene distinguere tra due tipi di attività fisica: quella aerobica (che si attiva dopo circa 3-4 minuti di sforzo intenso e si stabilizza dopo 20), in cui il tessuto muscolare utilizza ossigeno per sintetizzare l'ATP, la molecola che fornisce energia al processo; e quella anaerobica, in cui la sintesi di ATP avviene in assenza di ossigeno. Con l'esercizio anaerobico i muscoli si allenano e si rinforzano, ma non c'è accelerazione del battito cardiaco. E' quindi meno efficace in termini di prevenzione delle malattie, in particolare di quelle cardiovascolari.
L'attività aerobica regolare aiuta invece a ridurre l'indice di massa corporea e quindi, in modo indiretto, a prevenire i tumori legati al sovrappeso e all'obesità.
L'aumento del flusso di sangue ossigena i tessuti, facilitando anche l'arrivo di sostanze antinfiammatorie (l'infiammazione, specie se cronica, favorisce la comparsa di mutazioni nelle cellule e di conseguenza la trasformazione del tessuto sano in tumorale) e l'eliminazione delle sostanze tossiche accumulate. Questo processo avviene anche nel polmone, che è un organo riccamente vascolarizzato la cui funzione è proprio l'ossigenazione del sangue e l'eliminazione delle sostanze di scarto.
Muoversi accelera il transito intestinale. Più lungo è il tempo in cui le sostanze di scarto dell'alimentazione rimangono in contatto con le mucose di stomaco e intestino e più alto è il rischio che eventuali composti tossici e mutageni danneggino le cellule. L'accelerazione del tempo di transito del cibo nell'apparato gastroenterico è considerata una delle principali ragioni per cui il movimento previene il cancro del colon.
Una pratica sportiva costante e moderatamente intensa riduce, invece, la concentrazione di alcuni ormoni  (tra i quali gli estrogeni) a cui sono sensibili tumori come quelli dell'utero, del seno e della prostata. Inoltre lo sport aumenta la sensibilità dei tessuti all'insulina e ne diminuisce il rilascio nel sangue, favorendo l'utilizzo immediato degli zuccheri. L'insulina, pur essendo un ormone essenziale per l'organismo, se troppo elevata nel circolo sanguigno stimola in  modo eccessivo l'infiammazione e facilita la crescita dei tumori. E' proprio per questo che, quando si parla di prevenzione con l'alimentazione, si suggerisce sempre il consumo a basso indice glicemico, cioè quelli che aumentano lentamente il livello di insulina nel sangue.
Infine l'attività fisica stimola il sistema immunitario, regolando il numero e l'attività di alcune cellule essenziali, fra cui i macrofagi e i linfociti natural killer, implicati nel cancro.



RACCONTI. La mano di Budda


Mi chiamo Gianni e, prima di raccontarti quando e come è nata in me la voglia di rendermi utile agli altri, ti voglio raccontare qualcosa di personale che ti può aiutare a capire il perché essere vicino a persone in difficoltà ti fa continuamente crescere ed evolvere come persona.

Ho portato in regalo ad un amico non vedente i frutti di una pianta di limone e di cedro, che viene volgarmente chiamato "mano di Budda". Un limone sanno tutti cosa sia, un "mano di Budda" forse no. Avevo parlato a questo mio amico di questa pianta e dei suoi strani frutti ornamentali e lui aveva ascoltato con interesse le mie descrizioni. Poi ho pensato, in considerazione della sua diversità forse se gli porto i frutti sia del limone che del "cedro mano di Budda" riuscirà a comprenderne somiglianze e differenze.

Quando sono arrivato da lui con i due frutti in regalo, gli ho dato nell'ordine prima il frutto del limone dicendogli: "Prendi, senti come profuma, senti la buccia come è compatta e porosa, quale sensazione ti suscita?"
Poi gli ho dato l'altro frutto. La "mano di Budda" è sempre un agrume, però è grande come un grosso pugno e da questo fuoriescono tante protuberanze somiglianti a dita, e sono veramente tante! Mentre lui palpava i due frutti, ho cercato di immaginare ciò che poteva percepire con le dita e "vedere" con la sua immaginazione. Una grande sensazione di gioia si è manifestata sul suo volto che ho ancora viva nel ricordo. Il mio amico era così incuriosito dalla stranezza e dalla differenza tra i due frutti che ha voluto che gli procurassi una pianta per sé. Io posso vedere i frutti di questa strana pianta, ma se chiudo gli occhi e provo a "guardarla" con le dita, la mia immaginazione "vede" la stessa pianta come un cappello da saltimbanco, con tanti campanelli appesi. Questo saper vivere con l'immaginazione è qualcosa che ho molto apprezzato grazie al mio amico!

Il mio amico fa il volontario all'Unione Italiana Ciechi. E' un luogo dove, se decidi di entrare, resti talmente coinvolto da non voler più uscire. Un aspetto che apprezzo molto è il rapporto che hai con queste persone, ma soprattutto con il giovani. Trovi ragazzi laureati, capaci e pieni di vita,  purtroppo non hanno grosse prospettive lavorative e la più comune è quella di centralinisti, ma, magra consolazione,  con la difficile situazione lavorativa che c'è oggi tra i giovani, è pur sempre un inserimento nel mondo del lavoro!

Quando ti trovi in rapporto con i non vedenti, il rapporto deve essere spontaneo, è importante non considerarli mai disabili, perché loro non amano essere compatiti. Certe volte, se tu sei troppo gentile, fai quasi rimarcare su di loro la disabilità e questo non va bene. Le prime volte che cammini con loro, non sai come si comporta una persona cieca, invece loro ti dicono con molta naturalezza "Tu vai, che a camminarti dietro ci penso io" si appoggiano a te e si parte. Così ti leva dall'imbarazzo e ti mette in una situazione di tranquillità, all'inizio rimani perplesso, hai delle titubanze, però poi tutto diventa per te naturale.

Importante, se esci con loro, per sentire un concerto o un teatro o una passeggiata, devi dimenticare la disabilità del tuo compagno di strada, infatti avvertono sempre la spontaneità del tuo comportamento.

Questo mio interesse verso le persone "diverse" è nato quando ero ancora bambino. Nella mia famiglia c'è un cugino, di due anni più piccolo di me, con la sindrome down. Ricordo che i miei zii lo tenevano nascosto in casa, perché se ne vergognavano. Usciva solo con i genitori e sempre lontano dal paese dove vivevamo. Quando finalmente ho potuto conoscere meglio questo cugino, mi sono reso conto di quanto sapesse essere gioioso ed affettuoso con me.

Il rapporto un poco diverso con mio cugino, mi ha permesso di essere curioso e disponibile ad avere storie di amicizia e conoscenza con persone down. Ho anche frequentato, come volontario, un "gruppo famiglia" con ragazzi down. Sei ragazzi che vivono insieme con l'assistenza di un gruppo di giovani. Una piccola comunità presso la quale andavo una volta a settimana, mi affiancava un ragazzo e cercavamo di fare insieme a lui giardinaggio, raccogliere le erbe, le foglie, far le fascine, sistemare qualche pianta, innaffiare se era necessario, cose di questo genere, attività a contatto con la natura, che piacciono molto a persone con questo tipo di fragilità.

Nella mia esperienza di volontario, ho riscontrato che le persone down hanno una disponibilità di collaborazione con la persona a cui si affiancano, limitata. Puoi lavorare con lui una mezz'ora e poi lo devi lasciare andare per ricrearsi. Poi torna e riprende il suo lavoro. Se tu invece vuoi lavorare in maniera continuativa, diventa dopo un pò distratto, svogliato, dice che a mal di testa. Se hai l'accortezza di precedere quel momento con una frase del tipo "Guarda, mi pare di aver visto una zappa lì dietro, perché non vai a prenderla?" Prima dubita un pò, poi realizza.. e quando ritorna è bello carico di energia e di voglia di rimettersi all'opera.

Quando sono venuto al circolo, nella sezione culturale, ho visto che qui venivano prese molte iniziative e allora ho pensato ai ciechi, (alla mia conoscenza con alcuni di loro, avuta per lavoro e trasformata nel tempo in un rapporto più serio, più concreto), perché non uscire con loro? Ne ho parlato con Roberto e gli ho detto: "Perché non chiediamo al Presidente del circolo se ci dà un po' di biglietti e andiamo con i non vedenti a teatro?" E così è nato e si sviluppa il rapporto con loro.

Forse è una frase fatta, non saprei, ma andando con loro si vive una crescita interiore, come quella di vivere il mondo a più dimensioni e non solo alla dimensione che conosci di più. E questa cosa mi dà sempre molta gioia.

Il volontariato è una cosa che ti dà tanto. Si dice "lo faccio per loro", ma non è vero, perché quando tu riesci a vedere nel viso delle persone quella serenità e quella soddisfazione dovuta al rapporto umano che stai creando con loro, ti rendi conto di quanto stiano dando tantissimo a te e non il contrario.






OGGETTI. Vecchi ferri da stiro




COMUNE DI ZANDOBBIO. La cascina Serafina


Su "Comune ZANDOBBIO informa - ANNO 2014 . N. 1 Ottobre -Direttore responsabile Mariangela Antonioli", stampato dalla nostra amministrazione comunale si legge:

"Opere pubbliche

ACQUISIZIONE TERRENO NICOLI
A cura di Gianluigi Marchesi

SEGNATEVI QUESTA DATA: 26/6/2014
Questo è il giorno in cui l'Amministrazione Comunale è diventata proprietaria a tutti gli effetti di un'area di circa 31.000 metri quadri più una cascina denominata "Serafina" per altri 1.600 metri quadri circa, in zona "Mescie" (cascina Nicoli).
Tutto questo è il frutto di una lunga trattativa iniziata a fine 2009 con la famiglia del signor Nicoli Egidio e conclusasi nel 2012 con tutti i suoi eredi che hanno sottoscritto l'impegno per la cessione del terreno, che si è poi concretizzata il 26/6/2014.
Questo grandissimo risultato è stato uno degli obiettivi raggiunti da questa Amministrazione: faceva parte del programma elettorale del 2009 in cui si diceva che era di fondamentale importanza l'acquisizione di quest'area, per poter poi realizzare una struttura polifunzionale da adibire a luogo di manifestazioni sportive, culturali o semplicemente anche come luogo di incontro tra giovani e meno giovani. Strutture e spazi che nel nostro Comune purtroppo mancano totalmente o quasi e che la cittadinanza tutta ha più volte civilmente e giustamente reclamato.

........Nell'attesa, come primo passo cominceremo a ridefinire i confini e a pulire la zona della cascina, invasa dalla folta vegetazione.
Il secondo passo sarà affidare l'incarico ad un tecnico per la stesura di uno studio di fattibilità (studio di massima di come sarà strutturata l'intera zona) indispensabile per poter accedere ad "eventuali" finanziamenti da parte di Enti preposti (Regione, Stato, Coni, ecc.) o per poter accendere mutui con Istituti di credito. finalizzati alla realizzazione delle strutture necessarie.
.........................."

Sono passati quasi due anni dalla fatidica data indicata dall'assessore Gianluigi Marchesi: cosa è stato fatto dei terreni e della cascina Serafina?

Passo davanti alla antica cascina (1634?) almeno due volte al giorno, abitando a 100 metri da essa.
Ogni volta mi piange il cuore nel vedere che Serafina è in rovina.

Pubblico alcune foto scattate la settimana scorsa.






1634





















Amo le mura antiche del mio paese, che hanno visto nascere, vivere e morire tante generazioni di Zandobbiesi.
Serafina, che nonostante il nome di "cascina", è stata l'abitazione del padrone e del suo fattore.
Se i miei ricordi giovanili non mi tradiscono, rimembro i suoi ampi saloni, le enormi grandi cantine sotterranee, il grande giardino, l'ampio orto, il frutteto e il gioco di bocce. Ora tutto è completamente abbandonato.
Nei paesi più sensibili il recupero di antichi manufatti è una sfida, oltre che economica, soprattutto culturale.
E' un ricordarsi delle proprie origini e una ricerca con ogni mezzo di conservare gli oggetti che le ricordano.
Mio nonno Agostino era un contadino e mio nonno Alessandro era un boscaiolo, ma io sono orgoglioso di queste umili origini e per questo che il mio cuore batte forte davanti ad una antica casa recuperata e soffre invece davanti all'abbandono di un'altra.

                                          Sergio Finazzi










giovedì 24 marzo 2016

COMUNE DI ZANDOBBIO. Referendum comunale



Questo post è stato pubblicato per la prima volta il 31/03/14 sotto la rubrica VIVERE INSIEME.
Viene riproposto sotto la rubrica "RES PUBLICA", creata per post su l'amministrazione pubblica.

Il referendum è uno strumento di democrazia diretta, che permette agli elettori di pronunciarsi senza alcun intermediario su un certo tema.
I referendum comunali sono previsti dal D.L. 18 agosto 2000, n. 267 "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 227  del 28 settembre 2000 -  Supplemento ordinario n° 162.
Il nostro Comune ha previsto l'istituto del referendum nello Statuto all'art. 67.
Tuttavia è stato approvato l'apposito regolamento che stabilisca le modalità di attuazione?
Sarebbe bello, utile e democratico che la nostra Amministrazione Comunale chiedesse il parere degli Zandobbiesi su questioni importanti attraverso i referendum, senza tuttavia mettere il quorum dei votanti.
In fin dei conti uno che non vota un referendum, penso che non gli interessi l'esito dello stesso e quindi per lui ogni soluzione è valida.
Se la memoria non mi inganna, don Camillo aveva chiesto il parere dei parrocchiani per decidere la costruzione del nuovo oratorio.

                                          Sergio Finazzi

                                                                                 

Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Articoli da 11 a 20


Articolo 11

Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa.

Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetuato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà del pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.

Articolo 12

Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.

Articolo 13

Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.

Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.

Articolo 14

Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.

Questo diritto non potrà essere invocato qualora l'individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.

Articolo 15

Ogni individuo ha il diritto ad una cittadinanza.

Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.

Articolo 16

Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.

Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.

La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.

Articolo 17

Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri.

Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.

Articolo 18

Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.

Articolo 19

Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

Articolo 20

Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.

Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione.









COMUNE DI ZANDOBBIO. Rifacimento piazza Monumento.




Mi sto recando all'ufficio postale e sento una vocina, come un alito di vento, che mi saluta: "Ciao Sergio".
"Ah, sei tu grande pino II" rispondo subito, ricordando un altro saluto di qualche tempo prima.
"Hai saputo della grande novità? Tra poco inizieranno i lavori di rifacimento della mia piazza" continua.
"Ho visto, infatti, i disegni collocati in "bella" mostra fuori la porta del Comune. A dir la verità ho capito poco: ho dovuto persino inginocchiarmi e poi alcune parole erano scritte in piccolo. Morale della favola: mi bastava vedere una grande simulazione fatta con il pc, sapere il tipo di pavimentazione e l'importo della spesa. Comunque tu hai rischiato forte: qualcuno voleva abbatterti, come tuo fratello. Poi il buon senso ha prevalso. Non ho però visto l'importo della spesa: hai sentito qualcosa dai discorsi della gente sotto i tuoi immensi rami?" replico.
"Oh, sì. Sarà bellissima la piazza pavimentata da lastre di marmo del nostro paese. Ho sentito dei discorsi che parlavano di 500.000 € all'incirca".
"Non ci credo, grande  pino II! Dai! Hai senz'altro capito male. D'altronde sei più vecchio di me e quindi anche a te l'udito gioca brutti scherzi".
"No, no. Ho capito bene".
"Ma va. Come può l'amministrazione del nostro paese
spendere una simile cifra (in fin dei conti è 1 miliardo delle vecchie lire) per una piccola piazza, quando il paese non possiede una palestra comunale e un centro per gli anziani, al contrario dei paesi vicini, costringendo le squadre di calcetto e di pallavolo a giocare in palestre fuori paese, mentre gli anziani devono spostarsi in auto per andare a giocare a carte nella Selva. L'anno scorso è stata ceduta al nostro Comune una grande area dove si poteva iniziare ad investire in un centro sportivo e in un centro per gli anziani".
"Ma sarà bellissima ed un vanto per il paese".
"Certo, ci mancherebbe altro. Intanto per i prossimi anni ragazzi e ragazze continueranno ad allenarsi e giocare in trasferta, oppure si continuerà a fare affidamento sulla palestra inadeguata dell'oratorio, quando sarà riaperta, mentre gli anziani, se non più in grado di guidare, dovranno essere portati e ritirati nella Selva. Inoltre della grande area ricevuta fa parte anche una bellissima antica casa rurale, chiamata cascina Serafina, ormai cadente, e un vasto giardino conquistato ormai dai rovi. E' un pugno nell'occhio alla periferia del paese e il regno di topi grossi come cagnolini. Qualche volte li vedo attraversare la strada per far visita alle case vicine".

Ci salutiamo: lui molto contento ed io molto perplesso. Ma dubito che sia vero l'importo dei lavori.

500.000 €........1 miliardo delle vecchie lire
500.000 €........1 miliardo delle vecchie lire
una cifra enorme, che martella la mia testa. 

In un mio post del marzo 2014 avevo parlato di referendum comunali: rimango della stessa idea.
Lo ripropongo.

giovedì 17 marzo 2016

SPORT. Simone Moro e Roberto Donadoni


Nei giorni scorsi i giornali hanno scritto molto dei due bergamaschi Simone Moro e Roberto Donadoni.

Ecco alcuni brani estrapolati dagli articoli pubblicati su SPORTWEEK del 05/03/16.

SIMONE MORO

Il 26 febbraio scorso è arrivato con i suoi compagni di spedizione (Tamara Langer, Alex Txikon, Ali Sadpara) in cima al Nanga Parbat in prima invernale.

E' salito su 7 dei 14 ottomila ed è l'unico ad averne violati 4 nella stagione invernale.

E' pilota di elicotteri specializzato nel soccorso in Himalaya e autore di cinque libri.

Alcuni suoi pensieri:

"Serve un sogno, la voglia di non considerarlo come una nuvoletta dove rifugiarsi solo con la mente, trovando l'alibi perché esso sia sì dannatamente bello, ma irrealizzabile. Serve chi il sogno te lo abbia ispirato, chi ti insegni che per grandi ambizioni servono basi solide, gambe forti, i tempi giusti, la maturazione umana e sportiva, la pazienza, la capacità di perdere e di imparare dalle sconfitte. Vanno conosciute e rispettate le regole, accettati i propri limiti ma più di tutto, al di sopra di ogni elemento, bisogna essere pronti a soffrire tanto, a massacrarsi la schiena di lavoro. Non servono la chimica o i trucchi, ma avere fame di conoscere la storia di chi prima di te ha sognato uguali traguardi."

"Il mio pensiero va a Gunther Messner."

"Io non ero e non sono nessuno, se non un ragazzino e oggi uomo di Bergamo, provincia piccola e abituata a gesta di atleti famosi dei due pedali. Ho avuto però tanta fame, un sogno gigantesco e nessuno in famiglia che lo abbia pensato stupido e impossibile."

""L'impossibile" è e rimane l'alibi di ogni nostra resa e debolezza."

ROBERTO DONADONI

Articolo di Fabrizio Salvo.

Chi ha detto che Roberto Donadoni è un uomo serioso, malinconico, triste persino? Tanti. Qui, con l'aiuto dell'interessato, proviamo a fare giustizia dei pregiudizi che hanno accompagnato - e, secondo molti, penalizzato - la carriera di un allenatore che a parole tutti stimano ma nei fatti pochissimi hanno valorizzato.

Ecco alcune domande e risposte:

Lei come ha fatto a restare fedele a se stesso?
"Semplicemente perché se volessi sembrare diverso da quello che sono farei una fatica immane".

Alza mai la voce?
"Coi giocatori spesso".

Cosa la fa arrabbiare nello spogliatoio?
"La maleducazione. Che per me vuol dire soprattutto mancanza di rispetto verso gli altri".

Crede di essere  stato sfortunato coi presidenti? E' partito da Spinelli per arrivare a Ghirardi, passando per Preziosi, De Laurentiis e Cellino: tutti tipi "esuberanti", diciamo.
"Invece è stata una fortuna: ho avuto occasione di conoscere modi di essere e caratteri diversissimi dal mio e questo lo considero un arricchimento".

Taciturno, poco mediatico, non fa vita mondana: in quale di questi giudizi si riconosce? E in quale no?
"Certamente non faccia vita mondana. Non è vero al contrario che sono taciturno. Non lo sono mai stato. Sono soltanto uno cui piace ascoltare e che interviene in una conversazione se pensa che sia il caso e abbia i titoli per poterlo fare. In ogni caso parlo molto più rispetto a una volta".

La Nazionale è il suo rimpianto più grosso?
"Perché? E' stato invece un grande onore".

Finì per un rigore sbagliato nei quarti contro la Spagna, all'Europeo 2008. Ad altri sulla stessa panchina è stata concessa l'occasione di una rivincita.
"Il mio rapporto con la Nazionale non è finito per un rigore ma per altri motivi".

Quali?
"Le rispondo così: nel nostro ambiente bisogna sapersi vendere, io non riesco. E quando ritengo qualcuno non meritevole del mio rispetto, lo ignoro".

Una volta ha detto: non ricordo i gol segnati, né quanti scudetti e coppe ho vinto. E' vero?
"Non ho una grande memoria storica, ma i visi dei miei compagni e di chi ha accompagnato la mia crescita li ricordo bene. Quello di Bonacina, per esempio, il mio primo allenatore. Avevo 9 anni".

Vorrebbe chiedere scusa a qualcuno?
"Ogni giorno, poi ci sono scuse e scuse. Di sicuro non riesco a tenere il muso. Che io abbia ragione o torto, muovo sempre il primo passo per fare la pace".


DON CAMILLO. Aperto un nuovo supermercato: l'utero




FONTE: avvisi settimanali della parrocchia di Cene.

APERTO UN NUOVO SUPERMERCATO: L'UTERO

Leggo sul giornale: un politico dichiaratamente omosessuale è diventato papà grazie all'affitto di un utero.
Ogni bambino che nasce merita tutta l'attenzione, l'affetto e la protezione possibili.
Nello stesso tempo, ogni bambino è segnato fin dall'inizio dalla cultura, dalle decisioni e dalle circostanze nelle quali vine concepito.
La Provvidenza ha ideato che un bambino sia concepito in un contesto intenso d'amore che gli sarà di alimento fin dal primo istante.
L'Uomo nella sua arroganza fin dalle origini ha stabilito di fare a modo suo anche a riguardo della procreazione: e così i figli sono stati concepiti nei contesti più diversi e per le motivazioni più diverse (donne violentate; maternità sponsorizzate per procreare manodopera per la campagna, o soldati per la Patria o per evitare la scomparsa di un popolo.....): tutte procreazioni di volta in volta giustificate dalle varie ideologie di turno....
Oggi la tecnica ci ha resi capaci di procreare senza la necessità del rapporto sessuale....La logica è sempre quella: l'adulto che vuole assecondare le sue ambizioni a tutti i costi: anche a costo di commissionare una maternità come si fa con un prodotto da supermercato.
E l'ideologia arriva a giustificare anche questo: due "genitori" maschi o due femmine possono assicurare tanto affetto al bambino che si procurano..... Meglio che due genitori naturali irresponsabili e litigiosi.....
(Chissà perché nella ricerca delle giustificazioni si arriva sempre ai casi estremi!).
Resta, però, sempre il fatto che a quel bambino è stata negata dall'arroganza e dall'ambizione dell'adulto la sua culla originale e originaria; quella che fin dall'inizio la Provvidenza ha previsto come e l'unica capace di accogliere e di custodire l'assoluto e irripetibile gioiello della vita umana: l'incontro coinvolgente e appassionato di un uomo e una donna che nella loro intimità sperimentano, alimentano ed esprimono il vertice della loro stabile reciprocità.
Tutto il resto è deformazione nostra che porta le cicatrici del passato e le lascia in eredità al futuro.
Prima o poi anche in Italia passerà la legge che permette di procreare con l'utero in affitto e pian piano anche altre leggi che permetteranno le manipolazioni genetiche con la scusa di portare migliorie alla vita della persona.....
A forza di premere, l'arroganza e l'ambizione umana riescono sempre ad aprirsi un varco nella Storia purtroppo per snaturarla e destabilizzarla nel suo processo di maturazione e di crescita, fino a provocare condizioni tali da costringere poi a passare attraverso percorsi di fatica e sofferenza per ricuperare dignità e speranza alla Vita che non sarà mai sopraffatta: é questa la certezza che ci viene dalla Fede: il Signore della Vita troverà sempre nel genere umano un alleato fedele e saggio con il quale ricominciare ogni volta da capo (cfr - Gen. 6-8 e Gen. 11, 1-9. 12, 1-4).
                                  
                                        Don Camillo




VIVERE INSIEME. Se il corpo è un giocattolo


FONTE: "MISSIONARI SAVERIANI 2016 febbraio n.2".
Articolo di DIEGO PIOVANI.


Se il corpo è un giocattolo

Maschio, adulto, malato di HIV e con la follia di adescare giovani (di ambo i sessi) per consumare rapporti intimi in cambio di qualche mancia. Eccola la notizia che sta sconvolgendo una provincia del nord Italia e mandando letteralmente in tilt famiglie intere. Al di là dell'opinione che si può avere su questo tale, colpevole di un gesto così abominevole, i piani di lettura sono due. La speranza principale è che nessuno dei numerosi giovanissimi coinvolti non abbia contratto il virus che li rovinerebbe per sempre. In secondo luogo, c'è da chiedersi: perché succede tutto questo? Conosciamo davvero i nostri figli/fratelli?

Si è scoperto un vaso di pandora, non solo per i numeri, ma per le implicazioni psicologiche che questi atti comportano. Ci sono adolescenti e giovani che per poche decine d'euro svendono il proprio corpo, senza preoccuparsi troppo... Lo scopo è avere soldi in mano per ricariche dei cellulari, piccole spese e acquisti. Non voglio scomodare psicologi e psichiatri che avranno già il loro bel daffare per recuperare i protagonisti e le vittime di questo scempio. Ma mi chiedo: chi pensa ai loro genitori? Non parliamo di ragazzi di strada, non siamo in America Latina, in qualche degradata periferia di Rio de Janeiro o Buenos Aires. Non è nemmeno Scampia o il grande raccordo anulare; qui siamo nel benestante nordest, quello della fabbrichetta, che guarda alla Svizzera come modello e a cui si ispira per tanti aspetti. In questo contesto hanno vissuto genitori e famiglie normali, spesso ignari e, fatemelo dire, in molti casi sorpresi dai propri figli oltre modo. Questi genitori, ora, forse staranno morendo di rimorsi e si chiederanno in cosa hanno sbagliato. Ma è possibile avere un controllo totale su chi ci cresce vicino? Sono così al passo con i tempi questi genitori? Trascorrono un po' di tempo con i propri figli, anche solo per parlare?

In un'intervista, un procuratore dei minori denuncia la facilità con cui circola materiale pedopornografico tra i giovani, ma anche atti di bullismo contro chi è più debole. Spesso, di fronte ad eventi di questa portata genitori e insegnanti non sanno come muoversi. Ragazzine inviano fotografie che le riguardano al fidanzatino del momento o a un amico. Poi queste immagini, attraverso whatsapp, fanno il giro di mezza Italia. Oggi è così facile fare clic con un telefonino... Non c'è consapevolezza del danno che si può fare, oltre al fatto che si commette un reato. L'esempio da seguire spesso arriva dai mass media e così ragazzine (e ragazzini) pensano di usare il proprio corpo per avere i soldi per la discoteca o lo shopping. Eppure, accanto a situazioni difficili, ci sono tanti giovani che fanno volontariato, aiutano compagni di classe in difficoltà, fanno sport e non usano droghe. I giovani normali, insomma, esistono.  Peccato emergano poco nelle cronache di ogni giorno; solo in qualche rubrica dopo mezzanotte.

Un esempio di amore immenso di genitori verso i figli arriva dalla stessa provincia. Al pronto soccorso di un ospedale arriva una ragazza coinvolta in una rissa. E' alterata da uso di sostanze stupefacenti. Si chiama Lucia, ma in realtà vorrebbe chiamarsi Luca, perché lei si sente uomo e vuole diventarlo. I genitori, avvertiti dell'episodio, arrivano in ospedale. Spiegano ai medici di turno di conoscere bene le difficoltà di Lucia e di averla già inserita in una comunità per il recupero di tossicodipendenti. Lo faranno anche questa volta. Ma la dolcezza di quei genitori colpisce tutti per la comprensione dimostrata verso i problemi di identità sessuale della figlia. Quell'amore è stato più forte di uno shock, di una sofferenza, di uno sconvolgimento. Quell'amore lo auguriamo a tutti i genitori del mondo.






giovedì 10 marzo 2016

FILM. Il labirinto del silenzio


Diretto da GIULIO RICCIARELLI, il film ha per protagonisti ANDRE' SZYMANSKI, ALEXANDER FEHLING, FRIEDERIKE BECHT.


"Di film sull'olocausto ne sono stati girati parecchi, e parecchi nomi autorevoli hanno dato il loro contributo alla commemorazione di uno dei capitoli più tristi della storia contemporanea mondiale. Si pensi a nomi come Spielberg, Polanki o Benigni, ad altrettanti capolavori  come Train de vie o il Bambino col pigiama a righe. Quando si è registi scegliere di confrontarsi con un tale momento non deve essere una decisione semplice, soprattutto se ci si presenta al grande pubblico per la prima volta, e ancor di più se lo si vuole raccontare da una prospettiva tedesca e si è figlio di immigrati italiani.
La scelta di Giulio Ricciarelli (classe 1965) va esattamente in questa direzione, ma come sottolinea in un'intervista a CineEurope, era più che mai una scelta necessaria, per raccontare un momento quasi ignorato - quello successivo alla caduta del Reich - quando la Germania iniziò a prendere coscienza della barbarie nazista e delle proprie responsabilità.

Cosa può significare per un individuo solo scoprire nei dettagli l'orrore di Auschwitz e rendersi conto che nulla era stato raccontato?
E per un giovane magistrato cosa può significare scoprire che per un  tale orrore quasi nessuno era stato giudicato?
Come una scoperta così forte e recente può cambiare la visione del proprio mondo da parte di un giovane convinto della sua vocazione?
Ricciarelli esplora questi interrogativi scegliendo di raccontare Auschwitz attraverso il dolore e l'indignazione di chi la scopre, mostrando il nazismo da una prospettiva nuova e incredibilmente coinvolgente, capace di suscitare nello spettatore una compassione che raramente mi è capitato di provare davanti a uno schermo, e lasciandoci con l'idea che grazie a uomini come il procuratore Radmann si può ridare un briciolo di dignità a chi l'ha persa nei momenti più bassi della storia.
Il film ci suggerisce però anche una riflessione sui nostri altri ieri, su quanto crediamo di essere informati e su quanto poco effettivamente lo siamo."

DON CAMILLO. 8 marzo




FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Cene.

8 MARZO: OMAGGIO ALLA DONNA

Delicato profumo di pesco
fiorito nel primo tepore
incantato a guardarti io resto
avvolto da un caldo stupore.

Campo di grano dorato
espandi del pane fragranza;
l'ondeggiare di spighe mi ha dato
nel cuore e nel tratto eleganza.

Bosco di mille colori
intenso profumo di terra
che parla di gusti e sapori
estranei al chiuso di serra.

Manto di candida neve
custode d'antica purezza
trasformi ovattata  e pur lieve
di rovi e di pietre l'asprezza.

Ogni stagione di vita
scopre in te la colonna;
mai si sente tradita
dal tuo sentir che sei Donna.

                                            Don Camillo

OGGETTI. La palma della pace



giovedì 3 marzo 2016

MISSIONI. Cosa significa "Misericordia"


FONTE:"MISSIONARI SAVERIANI" 2016 GENNAIO N° 1.
Articolo: "MISERICORDIA SENZA CONFINI" di p. GIOVANNI GARGANO, sx, animatore missionario a Dhaka.

"Dalla mia semplice esperienza di vita in Bangladesh, l'uso della parola misericordia è qualcosa di estratto, che non aiuta a comprendere il vero significato di questo termine che nasconde diverse sfaccettature.

Ho imparato l'attenzione per l'altro
Camminando lungo le strade di Dhaka, la capitale del Bangladesh, non ho visto la misericordia, ma mi sono imbattuto in "gesti di misericordia" ricchi di gratuità e sincerità. Per essere più preciso, la gente mi ha insegnato la misericordia, ma soprattutto l'invito a compiere "gesti quotidiani di misericordia". E' nella quotidianità della vita, infatti, che siamo chiamati a metterci in gioco. Di fronte ci troviamo diverse realtà umane che chiedono solo semplici gesti di misericordia.
Il rischio è "sparlare" della misericordia, senza cogliere  a quale orizzonte ci spinge per incontrare l'altro nella vita di tutti i giorni, condividendo le gioie, le tristezze e le speranze. Questi gesti di misericordia li ho visti per esempio davanti al parlamento in Bangladesh con i venditori che portano sulla testa grandi e pesanti ceste con la verdura o la frutta. La cosa bella è che quando devono mettere in terra la cesta per riposarsi, allora si avvicina sempre qualcuno ad aiutarli. Da questo gesto ho imparato l'attenzione per l'altro, nei suoi bisogni e nelle sue necessità.

Ho imparato la condivisione...
Un altro gesto di misericordia si realizza lungo la strada, dove ci sono piccoli negozi che vendono diverse cose da mangiare. Quando un bambino, oppure una povera donna anziana, si avvicina chiedendo qualcosa da mangiare, vedi subito che il negoziante gli offre un pezzo di ciapati (una specie di piadina), oppure un piccolo assaggio fritto. Da questa azione ho compreso l'importanza della condivisione quotidiana che ti spinge con tanto ad accumulare, ma ad essere solidale con gli altri.
Infine, un altro gesto l'ho vissuto personalmente. Abbiamo invitato sei bambini di strada a sedersi davanti a un negozietto. Qui abbiamo offerto loro qualcosa da mangiare e alcuni chador per coprirsi dal freddo. Come risposta, ecco che i bambini mi hanno preso per mano e mi hanno accompagnato fino a casa, cantando pieni di gioia.
Con questo piccolo atto ho imparato che la misericordia non ha confini e si serve anche dei piccoli per mostrare agli adulti la grandezza di compiere gesti quotidiani di misericordia."

RIFLESSIONI. Quale direzione prendere?

FONTE: Libro "Il manoscritto ritrovato ad Accra" di Paulo Coelho, edito da Bompiani.


Quale direzione prendere?

Spesso gli uomini scrutano il cielo in cerca di una risposta al quesito: "Qual è il senso della vita?"

Alcuni scacciano la domanda dalla propria mente: è scomoda, toglie il sonno e non consente una replica scontata. Nel volgere di poco tempo, costoro si ritroveranno a vivere il domani come se fosse ieri.

Altri non sono impauriti dal quesito ma, non sapendo cosa rispondere, si affannano a leggere gli innumerevoli scritti di coloro che hanno raccolto la sfida. E, quasi all'improvviso, scovano una risposta che ritengono giusta.
Ebbene, quando si verifica una simile situazione, diventano schiavi di quelle parole. Escogitano leggi che obbligano il prossimo ad accettare ciò che essi reputano l'autentica ragione dell'esistenza. Edificano templi per onorarla e tribunali per giudicare gli individui che osano dubitare della loro verità assoluta.

Altri ancora, invece, comprendono che quella domanda nasconde una trappola, poiché non esiste alcuna risposta.
Anziché perdere tempo con sofismi e vane indagini, decidono di agire. Ripensano all'infanzia e si impegnano a ritrovare ciò che li entusiasmava allora e, incuranti dei consigli delle persone più vecchie, si dedicano alla ricerca per il resto della vita.
Nell'Entusiasmo infatti arde il Sacro Fuoco dell'esistenza.
A poco a poco, scoprono che i loro gesti riconducono a un disegno misterioso, che travalica la conoscenza umana. In segno di rispetto, chinano il capo davanti all'arcano e pregano per non essere distolti dall'impegno su quel cammino ignoto, lungo una strada che hanno scelti di percorrere per il fuoco che incendia i loro cuori.
Si affidano all'intuito, quando ciò è possibile, e ricorrono alle regole e alla disciplina quando l'intuito latita.
Sembrano folli. Talvolta si comportano come pazzi anche se sono perfettamente sani. Hanno scoperto il vero Amore e la forza della Volontà.
Soltanto l'Amore e la Volontà rivelano loro la meta e la rotta per raggiungerli.
Nei momenti di dubbio o di tristezza, si ripetono: "Io sono soltanto uno strumento, e chiedo di poter rivelare al mondo la Sua Volontà."
Hanno scelto un cammino, ma forse conosceranno la propria meta esclusivamente quando si ritroveranno di fronte all'Indesiderata delle Genti. E' meraviglioso procedere con la sola guida dell'Entusiasmo, rispettando il mistero della vita: la strada è bella e il fardello è leggero.
L'obiettivo può essere enorme o modesto, può trovarsi lontano dalla propria casa o accanto alla porta, eppure tutti lo perseguono con estrema considerazione e dignità.

Solo chi accetterà con umiltà e coraggio l'insondabile piano di Dio, arriverà a comprendere di essere sulla strada giusta.

LIBRI."Il denaro in testa" di Vittorino Andreoli


Libro "IL DENARO IN TESTA" di Vittorino Andreoli, edito da Rizzoli.

All'interno della copertina del romanzo si  legge:

"Il denaro sul "lettino" dello psichiatra: un personaggio capace di riempire la testa dell'uomo come in una possessione che cancella ogni identità e ogni norma di comportamento civile.
Il denaro nell'analisi di un psichiatra e non di un economista, dunque di chi si occupa di salute della mente e non di tecniche per garantire il benessere economico dell'individuo e dell'intera comunità. E in questa invasione di campo si scopre che il denaro è fonte di malattia. Per chi è povero ma anche per chi ha i forzieri pieni. Vite che ruotano intorno ai soldi, al desiderio di possederli, alla paura di perderli: l'ossessione, la dipendenza, l'angoscia, il lutto... si finisce per ridurre una società al denaro come misura del valore non solo delle cose, ma della stessa persona.
L'uomo a una sola dimensione.
Nella follia da denaro si corre il rischio di sostituire le banconote agli affetti, che assumono un prezzo in euro.
In questa situazione emerge un bisogno di felicità che non è direttamente legato a stati di ricchezza o di povertà. Non si tratta di una strategia consolatoria in un momento di crisi dell'economia nazionale e mondiale, ma di un modo per ritrovare il significato della vita e delle relazioni interpersonali.
Lo psichiatra è Vittorino Andreoli che come sempre sa diagnosticare i mali dell'uomo e dei gruppi sociali,  e lo fa non per sviluppare teorie ma per insegnare a vivere meglio. In questo caso la sua analisi illuminante conduce il lettore attraverso un percorso che tocca, anche nella loro dimensione psicologica, tutti gli aspetti del nostro comportamento."