giovedì 3 marzo 2016

DON CAMILLO. Italiano soffocato tra l'indifferenza generale




FONTE: avvisi settimanali della parrocchia di Cene.

ITALIANO SOFFOCATO TRA L'INDIFFERENZA GENERALE

L'italiano sta per essere soffocato dagli stranieri.
E' un'invasione inarrestabile che incontra tutta la nostra simpatia e condiscendenza di autoctoni.
Non mi riferisco allo sbarco di profughi che, sia pure con tanti mugugni, l'Italia alla fine accoglie con generosità perché la vita delle persone viene prima di ogni altra considerazione.
Parlo, invece, della lingua italiana che viene sempre più infarcita di parole straniere , specialmente inglesi, come se nel nostro idioma non ci fossero termini capaci di esprimere l'attualità di eventi, di situazioni, di tempi o di cose.
A parte tutta la terminologia informatica che è un caso "clinico" a parte, anche nel linguaggio politico sentiamo parlare di "Welfar", di "Stepchild adoption"........per non parlare della manifestazione del "Family day" che ha impegnato uno degli ultimi "Week end"; se poi vai a cercare un posto per mangiare alla svelta trovi il "Fast-food"; o se preferisci fermarti al "Bar" puoi chiedere un "Cocktail"...
Se vai sulla neve viaggiando con il "Bus" dopo esserti munito di "Ticket" puoi prendere lo "Skilift" e scendere con lo "Snowboard".
Quando, poi, alla sera vuoi distenderti un po' guardando al festival di Sanremo, assisti alla "Standing ovation" per la "Reunion" dei Pooh.......
E' giusto che si impari a parlare inglese, francese, russo, cinese...... in un mondo sempre più globalizzato la conoscenza delle lingue offre la possibilità di viaggiare e di conoscere in  modo diretto le molteplici culture.
Però è altrettando giusto e bello che ogni cultura conservi intatta la sua originalità, perché solo così può dare un contributo significativo alla globalità della famiglia umana.
Lo dico per la cultura nazionale di ogni popolo, ma anche della cultura territoriale dei singoli gruppi che con le loro tradizioni e i loro idiomi caratteristici costituiscono il terriccio fecondo della Storia nazionale.
Perché la Scuola, tanto attenta alle radici di ogni realtà, non tiene in considerazione anche il dialetto e le tradizioni del territorio?
Se però questo è troppo complesso, salviamo almeno la lingua e la tradizione italiana che merita, come tanti suoi alimenti (vini compresi) la denominazione DOC, anche se noi in certi casi scegliamo di nasconderla "per scrupolo" nei confronti di altre culture.

                                      Don Camillo

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