lunedì 31 maggio 2021

SALUTE. ... e ora stringi forte!

 



FONTE: Sportweek #20.
Articolo: "... e ora stringi forte!" di BEBE VIO.

Molto spesso mi chiedono come funzionano le protesi delle mani e io mostro volentieri come siano azionate da due semplici sensori a pressione che si trovano all'interno dell'invaso.
Praticamente, io infilo il moncone del braccio nell'invaso e con il muscolo interno dell'avambraccio faccio chiudere la mano mentre con quello esterno la faccio aprire. Molto semplice.
Anche le mani cosiddette "bioniche" hanno due sensori simili ma molto più belle dal punto di vista estetico, perché si muovono in modo molto armonico, del tutto simile alle mani vere, potendo gestire le dita singolarmente.
Io da alcuni anni sto utilizzando quelle della Ossur e insieme  a loro stiamo cercando di perfezionarle sempre di più. 
Purtroppo sono ancora troppo poche le persone con amputazioni alle braccia che utilizzano le protesi elettriche, perché sono considerate troppo pesanti o scomode o addirittura difficili da utilizzare.
Ma si sbagliano, perché usarle è semplice e ti cambia la vita. Ed è per questo che che quando ho incontrato un bimbo di sei anni all'Arte Ortopedica di Budrio, la nostra ortopedia protesica di riferimento, che provava la sua prima protesi mioelettrica mi sono fermata con lui per insegnargli a utilizzarla.
Domenico è nato senza un braccino, ha sempre utilizzato le protesi estetiche, cioè senza movimento, e ora ha finalmente iniziato con le mioelettriche.
All'inizio è abbastanza  difficile riuscire a gestire i sensori con i muscoli ma Domenico è stato bravissimo e a fine giornata era già in grado di muoverla e afferrare gli oggetti.
Ero veramente emozionata a vederlo provare e mi sono ricordata di quando dodici anni fa   ero alle prese con i miei primi movimenti.
"Apri piano, bravo, e ora stringi forte... bravissimo! Il difficile poi è riuscire a muovere il braccio senza aprire la mano, perché muovi i muscoli, ma vedrai che presto riuscirai a farlo".
Tra qualche tempo sarà in grado anche di gestire la forza della protesi e potrà fare veramente tutto con questa manina. Domenico ora non se ne rende conto ma grazie a questa protesi acquisirà grande autonomia e forza e sarà di grande stimolo e ispirazione per tutte le persone che gli stanno attorno. A partire dalla sua famiglia, che lo segue con molta attenzione e amore, e che sarà fondamentale per continuare a farlo crescere forte e orgoglioso di se stesso. Ora anche con una "arma! in più!

mercoledì 26 maggio 2021

CORONAVIRUS. Sindaca allo stadio

 

La nostra sindaca Mariangela Antonioli, su invito insieme ad un altro centinaio di sindaci e una trentina di parroci bergamaschi da parte della società ATALANTA, ha assistito allo stadio di Reggio Emilia alla finale di coppa Italia ATALANTA - JUVENTUS del 19 maggio scorso, partita aperta per la prima volta durante il periodo del CORONAVIRUS agli spettatori.
Purtroppo non ha portato fortuna.










DON CAMILLO. A colpi di clava

 



FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

A COLPI DI CLAVA

Mi è  capitato di leggere su Facebook una volgarità davvero meschina riguardo alla Madonna.
Definirla "volgarità" è un eufemismo perché si tratta di affermazioni assolutamente blasfeme che offendono non solo la sensibilità dei credenti, ma anche la dignità della donna e della maternità stessa.
Mi fa pena pensare a chi le ha scritte, perché mi rivelano una mentalità bacata di volgarità e di banalità, avulsa da una qualsiasi sensibilità umana. Buon per lui che pensa di fare cultura così. 
Da noi  fortunatamente c'è libertà di parola e chiunque può dire la sua. Io confido tanto sul buon senso di chi legge o ascolta e che è altrettanto libero di esprimere la sua valutazione.
Mi fa specie, però, che un elemento del genere si erga a paladino dei diritti degli omosessuali. Mi domando: con quale coerenza?
Disprezza, ridicolizza e offende la Fede dei credenti; nelle sue filastrocche definisce esperienza esaltante ammazzare uno "sbirro", stuprare la Moratti e tagliarle la gola mentre...; chiama infami e figli di canii carabinieri e i militari...
Il rispetto degli omosessuali è un sacrosanto diritto e dovere; questo, non perché lo dice dal palco un qualsiasi del genere, ma perché fa parte della dignità e della sensibilità umana che purtroppo ha bisogno ancora di un lungo percorso per essere educata ai valori più elementari (non parlo di quelli della Fede).
Io non so se le parole di questo triste cantastorie saranno ritenute "espressione artistica" in un tempo in cui poliziotti e carabinieri vengono uccisi nel compimento del loro dovere, o in una cultura in cui ci sono psicolabili pronti a lasciarsi influenzare dai proclami più violenti e farneticanti.
Sono solo paradossalmente contento di trovarmi dalla parte di chi è insultato da un tipo del genere. Mi sentirei offeso se lo avessi come difensore.
Essendo io impegnato in campo educativo, come penso lo siano la grande maggioranza dei sacerdoti, dei genitori e degli insegnanti, trovo che uno degli ostacoli più grandi allo sviluppo di un  percorso educativo, sia costituito proprio da chi pensa, come questo individuo, di far crescere l'umanesimo a colpi di clava, facendo leva sull'istinto aggressivo e sulla predisposizione di tanti a "mettersi contro" chi ha il compito di costruire più che di distruggere.
Non aspetto che mi si dia ragione. Ai posteri l'ardua sentenza (dal "5 Maggio" di Manzoni).

                                               don Camillo 


martedì 25 maggio 2021

CORONAVIRUS. Sindaca fuori del comune




Pubblico  di nuovo questo articolo che ho postato il 3 giugno 2020, poiché la magnifica sindaca ANTONELLA ARGENTI (in questi giorni sui media nazionali) è tra i dodici finalisti in corsa per il titolo di MIGLIORE SINDACO DEL MONDO, un premio biennale che vuole onorare i primi cittadini "che si sono distinti in modo eccezionale nel proteggere i loro cittadini dagli effetti della pandemia". 
La proclamazione del vincitore avverrà a fine giugno.
Indipendentemente del risultato finale, elevo un elogio smisurato ad una persona che ha saputo entrare in empatia con i suoi concittadini, capendo i loro bisogni  generati dalla drammaticità della pandemia.  


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 15/05/20.
Articolo: "Quella sindaca è fuori del comune" di ANDREA GAIARDONI.

C'è un piccolo Comune, in provincia di Padova, che sogna di arrivare sul tetto del mondo. Merito della sindaca, Antonella Argenti, che a febbraio ha avuto un'intuizione: istituire l'assessorato alla Solitudine. Perché aveva capito quanto fosse importante garantire un aiuto concreto a chi si trovava smarrito e confuso nell'affrontare l'arrivo dell'emergenza coronavirus.
Così gli anziani di Villa del Conte, 5.600 abitanti, non si sono sentiti mai soli. Spaventati sì, ma non soli. La sindaca li ha chiamati uno a uno. Ha organizzato per loro servizi di domiciliazione (spesa, medicine, ricette). E ha offerto tre numeri di telefono per chiedere qualsiasi informazione, mettendo a disposizione uno staff di nutrizionisti, dentisti, psicologi per consulenze gratuite. Una linea del Comune e due cellulari: uno dell'assessora ai Servizi sociali, Graziella Vigri. L'altro il suo personale.
Questa sensibilità è valsa ad Antonella Argenti, 52 anni, dipendente della Ulss 6 Euganea, una candidatura prestigiosa: è in corsa per il titolo di Miglior sindaco del mondo, il World Mayor Prize 2020, riconoscimento biennale della City Mayors Foundation di Londra, che quest'anno vuole premiare i primi cittadini "che si sono distinti in modo eccezionale nel proteggere i loro cittadini dagli effetti della pandemia".
Al momento i finalisti sono 37, quattordici dei quali europei. In lizza, per l'Italia, ci sono anche i sindaci di Milano (Beppe Sala) e di Bergamo (Giorgio Gori).
Fino a luglio può votare chiunque compilando un modulo sul sito worldmayor.com. Tra i cinque  che rimarranno nella short list,  ad agosto, la commissione sceglierà il vincitore. Nel 2018 il premio era andato alla sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli.
"Ma noi con questa candidatura abbiamo già vinto" commenta Argenti, eletta un anno fa con la lista civica di centrodestra "Con voi". "Veniamo da giorni difficili. All'inizio , qui a Villa del Conte, abbiamo avuto un'emergenza importante di contagi, che per fortuna siamo riusciti a contenere. E ci siamo occupati non soltanto degli anziani, io preferisco chiamarli "i nostri saggi", ma anche dei ragazzi sotto i 14 anni, ai quali abbiamo fornito libri e fotocopie per le lezioni a casa, organizzando attività per i più piccoli. Siamo una vera comunità. Se poi dovesse arrivare la vittoria finale sarà festa per tutti".

SERGIO. Il Cammino di Santiago de Compostela

 



Nel maggio del 2011 ho portato a termine il Cammino di Santiago de Compostela. 
Sono trascorsi dieci anni e molta acqua è passata sotto il ponte sull'amato fiume Cherio.
Tuttavia il ricordo del Cammino è ancora indelebile nel mio cervello, ora un po' bacato, ma soprattutto nel mio cuore.
Chi volesse vedere le foto, ho pubblicato quattro post nei mesi di novembre e dicembre del 2013.


mercoledì 19 maggio 2021

RIFLESSIONI. Osare l'impossibile

 

FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" marzo 2021.
Articolo: "Osare l'impossibile" di fra FABIO SCARSATO.

Metà mattina. Davanti al distributore automatico di caffè. Ne abbiamo uno anche qui, alla redazione del "Messaggero di sant'Antonio", tra un ufficio e l'altro, snodo strategico per informazioni e incontri, versione moderna e tecnologica della fontana del paese. Questa volta ci sono solo io. All'inizio , poi purtroppo qualche collaboratrice è nel frattempo giunta, diventando così testimone del fattaccio, che vado in men che non si dica a raccontare nel suo nudo e crudo svolgimento... Mi approccio a quel surrogato di bar anonimo e impersonale e "ordino" un caffè. Che significa, meno poeticamente, estrarre dalla tasca la chiavetta precaricata e infilarla nella fessura apposita. Verificata la disponibilità economica sufficiente a fare l'ordinazione, seleziono sul display luminoso il tipo di bevanda. E il gioco è fatto. Qualche secondo e il distributore partorirà un bicchiere di plastica bollente in mano, con un liquido del colore della bevanda preferita. Di solito funziona.
Di solito funziona. Sennonché questa volta sembra rifiutarsi di esaudire il mio ordine. Estraggo la chiavetta e la rimetto dentro: vuoi mai, magari non l'avevo infilata correttamente. Niente da fare. Provo e riprovo più volte, soffio scaramanticamente sulla chiavetta, pulisco con un dito l'entrata della fessura, ma col medesimo risultato negativo. Sono sicuro di averla ricaricata pochi giorni fa, per cui non ha motivo di rifiutarsi di darmi il dovuto.
A questo punto, quasi per caso, l'occhio mi cade sugli sguardi delle altre persone lì presenti: attoniti e per lo meno dubbiosi. E ci credo: stavo cercando di procurarmi un caffè usando... la chiavetta usb del computer! E' pur vero che le persone non sono intelligenti a tempo pieno, e neanch'io. E che la chiavetta del caffè e del computer erano grandi uguali e per giunta entrambe rosse. Ma qui c'è di che abbondantemente preoccuparsi, ho subito pensato.
Ma, in realtà, mi è venuto in mente anche un episodio francescano. Dove si racconta di quella volta che san Francesco accolse due giovani postulanti, all'eremo di Montecasale.
Desiderando metterli alla prova, propose a entrambi di piantare, seduta stante, nell'orto dei frati un paio di cavoli. Sì, ma a radici in su!
Uno dei due aspiranti alla vita francescana, probabilmente anche esperto ortolano, si rifiutò di compiere un gesto così assurdo e irrazionale, senza senso e letteralmente improduttivo.
Quell'altro, invece, eseguì l'ordine senza fiatare: davanti a lui c'era ora un bel e improbabile cavolo a testa in giù e le radici tese verso il cielo!
San Francesco accolse quest'ultimo, e rimandò serenamente a casa sua il primo.
Non mi sembra che c'entri più di tanto l'obbedienza cieca: è che per stare con Francesco bisognava, come lui, credere possibile l'impossibile, essere disponibili a vedere ciò che ancora non si vede, osare incamminarsi su strade mai percorse prima.
Come dire? Di uno che è convinto che i cavoli si possano piantare solo e unicamente come fino ad adesso si è sempre fatto, e cioè con le radici sprofondate nella terra, di uno così incapace di immaginarsi l'inimmaginabile, Francesco non sapeva che farsene. Meglio, molto meglio, chi sfida buon senso e calendario di frateindovino, tradizioni e consuetudini secolari, scherno e sarcasmo, ed è disponibile a che possa avvenire "altro": di meraviglioso, miracoloso, imprevedibile, inatteso! Perché no? La novità di Dio ha bisogno di questi scarti, di questi deragliamenti, per poter irrompere nella nostra storia.
Ok, forse me la sono suonata e cantata per essere un po' più presentabile. Ma ora riprovo alla macchinetta del caffè. 


martedì 18 maggio 2021

FAMIGLIA. Gli angelici caregiver

 

Per caregiver si intende un familiare che aiuti a titolo gratuito nella vita quotidiana un proprio congiunto non autosufficiente con  problematiche dovute ad anzianità, disabilità o eventuali patologie.

FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 7 maggio 2021.
Articolo: "Per i piccoli caregiver tanti compiti, pochi aiuti" di ROSSANA CAMPISI.

VENETO, 11 anni e alfiere della Repubblica: Mattia Piccoli è stato premiato dal presidente Mattarella per la sua condizione di caregiver visto che si prende cura del papà alle prese con un Alzheimer precoce. Gioca, esce con lui. Mattia non è l'unico.
"Esistono caregiver di sei anni, a dire il vero. Servirebbe scoprire queste realtà e non penalizzare i ragazzi magari per le assenze o per un compito saltato" precisa Licia Boccaletti, presidente di Anziani e non solo, una cooperativa di Carpi che si batte per sensibilizzare scuola e politica (giovanicaregiver.it)
Servirebbe anche una mappatura completa visto che l'unico dato, quello Istat, si riferisce ai caregiver fra i 15 e i 24 anni: 169 mila, pari al 2,8 per cento della popolazione di questa fascia.
Ma, stando all'indagine svolta per il progetto europeo Me-We, e coordinato in Italia dalla cooperativa di Carpi, i caregiver sono il 7,3 per cento dei ragazzi e il 6,9 delle ragazze.
"Spesso non svelano la propria situazione. E a scuola c'è solo un protocollo firmato dall'allora ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli come presa d'atto del problema", conclude.
Ma c'è chi si dà da fare. Come Erika Borellini, 25 anni e una laurea in ingegneria elettronica in tasca: aveva chiesto due punti in più nel voto di laurea come riconoscimento per l'assistenza alla mamma colpita da aneurisma. Le servivano per accedere alla specialistica, l'ateneo di Modena glieli ha concessi.

mercoledì 12 maggio 2021

DON CAMILLO. Amare è guardare nella stessa direzione?

 



FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

AMARE E' GUARDARE NELLA STESSA DIREZIONE?

Carissimo Don Camillo, potresti commentarmi questo aforisma che ho trovato nel romanzo "Il piccolo Principe": "Amare non è guardarsi l'un l'altro, è guardare nella stessa direzione " (Antoine De Saint-Exupery)?

Stimo Antoine De Saint-Exupery, uno scrittore saggio e profondo che si riconosce soprattutto nel romanzo-capolavoro che è "Il piccolo Principe". L'aforisma è tratto proprio da questo capolavoro.
Io personalmente lo condivido a metà. Sono convinto che "Amare" è guardare nella stessa direzione, ma c'è molto di più. L'amore è ancora più vero ed intenso in chi riconosce e accetta che la persona amata guardi in un'altra direzione e, rispettandola nella sua diversità, cerchi di costruire con lei tutto il possibile.
Certo, è un'impresa molto più difficile e impegnativa. Andare nella stessa direzione è più facile e più gratificante, e l'augurio è che sia sempre così. Ma l'amore emerge in tutta la sua Verità proprio nelle difficoltà. E più la difficoltà è rimarcata, più l'amore è chiamato a purificarsi per non essere travolto.
Ritengo, comunque, che sia importante anche "guardarsi l'un l'altro". Io preferisco l'affermazione "guardarsi negli occhi" di particolare attualità in questo tempo di mascherine.
L'amore, infatti, ha come esigenza quella del rapporto personale che richiede conoscenza reciproca, dialogo, tempo da dedicarsi a vicenda, valorizzazione reciproca, fino ad arrivare a quel contatto fisico che non è una marginalità e non può essere ridotto solo ad una formalità o ad un episodio di sfogo.
Il "guardarsi l'un l'altro" allora diventa una condizione indispensabile per costruire quella sintonia che permette di guardare nella stessa direzione o di accettarsi e di valorizzarsi nella propria diversità sapendo cogliere in questo un motivo forte per sentirsi uniti.
Faccio un esempio: in una famiglia il fratello era comunista e ateo; la sorella credente praticante convinta. Il fratello si era dato alla guerra partigiana rifugiandosi sui monti; la sorella a cercare di unire nella Fede e nelle relazioni umane quanti in quel tempo erano sconvolti dalla miseria e dalla guerra. 
Due orientamenti diversi, eppure tra loro tanto rispetto e tenerezza perché avevano riconosciuto di aver in comune non solo il sangue, ma anche l'onestà e la passione per il loro ideale.
Quando la base è il rispetto e la valorizzazione della persona, si trovano sempre le motivazioni che rendono saldo e stabile l'amore.

                                              don Camillo
 


martedì 11 maggio 2021

COMUNE DI ZANDOBBIO Consiglio comunale bambine e bambini





vedi il post "GIOVANI E RAGAZZI. I Consigli comunali dei ragazzi.

RINGRAZIO FRANCA, MARIANGELA E SIMONA.

Il primo Consiglio Comunale delle Bambine e dei Bambini (CCBB) è stato istituito a Zandobbio nel 2014. Tale organismo ha funzioni propositive e consultive, da esplicare tramite proposte o richieste di informazione nei confronti dell'Amministrazione Comunale, nonchè di rappresentare le varie esigenze ed istanze che provengono dal mondo dei ragazzi e dalla scuola.

Il CCBB ha il compito di fare proposte o richieste all'Amministrazione Comunale riguardo a :

  • Scuola
  • Bisogni dei Giovani e degli Anziani
  • Volontariato
  • Ambiente e territorio
  • Salute
  • Cultura e Biblioteca
  • Sport
  • Tempo libero e Giochi.
Possono essere eletti consiglieri del CCBB gli alunni delle classi Quinte frequentanti la Scuola Primaria del Comune di Zandobbio.

Costituiscono il corpo elettorale tutti gli alunni frequentanti le classi della Scuola Primaria di Zandobbio.

Nella prima parte dell'anno scolastico gli alunni divisi in gruppi presentano le liste con i propri candidati e il capolista candidato sindaco.
Ogni lista stila il proprio programma con proposte e richieste che verrà successivamente presentato agli studenti delle varie classi.
In accordo con l'Amministrazione Comunale e con la Presidenza dell'Istituto scolastico, si stabilisce la data delle elezioni, che avvengono nella scuola dove il Comune provvede ad installare le cabine e fornire le schede elettorali.
Presidente e scrutatori sono gli alunni stessi.
La proclamazione della lista vincitrice e del Sindaco avviene ufficialmente durante una seduta del Consiglio Comunale.
Il CCBB è  numericamente conforme alla costituzione del Consiglio Comunale e dura in carica un anno.

Il 1° Sindaco eletto nel 2014 è stato

CAROLI TOMMASO




Il Sindaco attualmente in carica è

TESTA CRISTIANO

e i Consiglieri

DA SILVA REZENDE DAFNY
SACCOMANDI ANDREA
KHALIL YLYAS
VASSALLI THOMAS
MISCHI SARA
CADEI ALESSIA
HAMOUCH IBRAHIM






mercoledì 5 maggio 2021

RES PUBLICA. Europa: si salvi chi può

 

FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" aprile 2021.
Articolo: "Europa: si salvi chi può" di RITANNA ARMENI.

La vecchia Europa annaspa. La pandemia mostra ogni giorno, come uno specchio severo, debolezze, incapacità, insufficienze.
Il vecchio continente non è stato capace di proteggere la salute, di salvaguardare l'economia, di difendere i suoi cittadini.
La politica dei confinamenti, delle quarantene, dei coprifuochi non è bastata. La rinuncia delle libertà personali non ha sconfitto la diffusione del virus, ma, soprattutto, le istituzioni europee non sono state capaci di organizzare con velocità e competenza il percorso su cui si fondava la speranza: la vaccinazione di massa, l'uso della scienza, della tecnologia, della ricerca al servizio dei cittadini.
Gli errori non si spiegano solo con la sorpresa e l'inesperienza di fronte a un evento non previsto. L'impasse drammatico nel quale ci troviamo ha origine nella cultura politica dominante. Le istituzioni europee non hanno pensato in modo globale. Come se fossimo agli inizi del Novecento e non nel XXI secolo, hanno ritenuto di poter sconfiggere il covid in una parte del pianeta (la più ricca e la più evoluta) lasciando l'altra parte (i più arretrati economicamente e tecnologicamente) a sbrigarsela da sola. Ma il virus non si ferma ai confini, si moltiplica nelle varianti e aumenta la contagiosità. Se non si sconfigge nei Paesi poveri, neppure i ricchi ce la fanno. 
Poi il vecchio continente ha sottovalutato i tempi, pensando di poter procedere secondo ritmi programmati per altre esperienze e con procedure già fissate. Errore. La pandemia va molto più veloce di quanto i politici e scienziati abbiano pensato. Per rispondere adeguatamente occorre una risposta ancora più rapida. Che non c'è stata. L'Europa si è affidata ai tempi e alle modalità delle case farmaceutiche e queste, di fronte alla crescita delle richieste, si sono regolate seguendo le esigenze e le gerarchie di mercato.
E poi il terzo errore, connesso con il secondo e con il primo, ma più grave: il mancato intervento e controlli dell'Europa sul mercato libero dei farmaci. Il vaccino non è una merce come un'altra, da esso oggi dipende la vita o la morte di milioni di abitanti del globo. Lasciare che aziende decidano dove va il prodotto, in quali tempi, in quali quantità, chi ha il dirittto di autilizzarlo e dove può venderlo ed esportarlo, significa rinunciare a un ruolo politico da cui dipende la vita di milioni di persone.
Sono in molti ormai a pensare che l'Europa debba intervenire sulla proprietà intellettuale, debba chiedere che i brevetti siano ceduti perché in molti possano produrli e inserirli rapidamente e a basso prezzo nel mercato globale, che occorra procedere a una ristrutturazione dell'industria farmaceutica che previlegi la lotta al covid. I tempi sono stretti, gli errori fatti troppi. Si deve fare in fretta. Il rischio è che a un certo punto ogni Paese faccia per conto suo in nome del "si salvi chi può".
E che l'Europa - la costruzione di un continente politicamente unito e solidale - diventi una delle vittime collaterali del virus.

martedì 4 maggio 2021

GIOVANI E RAGAZZI. I Consigli comunali dei ragazzi

 

FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" aprile 2021.
Articolo: " I Consigli comunali dei ragazzi" di DANIELE NOVARA.

Una delle esperienze che permette alle nuove generazioni di mettere in campo le proprie risorse per il futuro di tutti sono i Consigli comunali dei ragazzi (CCR).
Furono i francesi che, per primi, nel 1979, si resero conto della scarsa presenza dei più giovani nella costruzione delle decisioni collettive, ma specialmente la loro irrilevanza politica.
Nel 1992, durante un viaggio in Francia, entrai in contatto con Anacej (Association nationale des conseils d'enfants et des jeunes) e la sua fondatrice, Claire Jodry. Un incontro unico e interessante, durante il quale mi spiegò come funzionavano queste iniziative: con regolari elezioni, si nominavano i consiglieri comunali giovanili, sia nelle ultime classi delle elementari che nei primi anni della scuola media, i quali a loro volta sceglievano il proprio sindaco e iniziavano a lavorare per avanzare proposte agli adulti, in modo da contribuire, con il loro punto di vista e le loro idee, allo sviluppo della città. Il tutto doveva ovviamente avvenire  con l'approvazione e l'appoggio del Comune e del Sindaco, ossia dei "grandi".
Rientrato in Italia, proposi l'esperienza in vari territori  che la accolsero con entusiasmo.
Nel 1996, realizzai propria a Piacenza, la mia città, quello che, a oggi, è il più longevo Consiglio Comunale dei Ragazzi.
I CCR non sono né un'esperienza  di educazione civica né una specie di gioco di ruolo. Si tratta  di uno spazio dove i ragazzi, specialmente quelli dai 10 ai 14 anni, vivono un'occasione per essere ascoltati sulle sorti della città, con l'obiettivo di comprendere come funziona la res publica, l'amministrazione, e realizzare come ciascuno di noi debba e possa essere un soggetto attivo. Ciò che più affascina è la competenza di questi ragazzi che, a discapito dei pregiudizi nei loro confronti, riescono sempre, alla fine dell'anno scolastico, incontrando Sindaco e amministratori, a essere concreti, pratici e operativi, mettendo sul tavolo proprio quel tipo di osservazioni e di progettualità che sembra mancare al mondo dei politici adulti.
Ho seguito in tante città italiane, anche con i miei collaboratori, molti di questi Consigli Comunali dei Ragazzi e mi è sempre risultata sorprendente la capacità sia creativa che concreta di questi giovani. Ricordo la proposta delle poesie appese sotto le pensiline degli autobus, il mercatino dei ragazzi - uno spazio in città in cui potessero scambiarsi giocattoli, libri e fumetti -, la rigenerazione di aree urbane dismesse, la progettazione di parchi verdi o di parchi gioco, iniziative di solidarietà, specie nei confronti dei bambini profughi presenti in città.
Rappresentano un'occasione per creare un'alleanza tra il mondo adulto e le nuove generazioni, affinché la creatività dei ragazzi contribuisca a migliorare la società di oggi, troppo spenta e disincantata.