mercoledì 23 gennaio 2019

FAMIGLIA. Genitori, non amici


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" novembre 2018.
Articolo: "Genitori, non amici" di DANIELE NOVARA pedagogista.

Capita sempre più spesso di incappare in affermazioni di vip, influencer e quant'altri che dichiarano ai quattro venti il loro desiderio di essere o di diventare amici dei propri figli.
Queste dichiarazioni finiscono di frequente per essere imitate da genitori confusi e in ostaggio di informazioni per lo meno equivoche.
"Mia figlia adolescente è la mia migliore amica" annuncia una nota presentatrice. Sarà davvero utile per la ragazza tutta questa voglia della mamma di mettersi alla pari?
"Mi confido con mio figlio e lui si confida con me" rivela la showgirl a un rotocalco. Ma diventare il confessore della mamma farà bene al figliolo?
Non sarebbe meglio che ciascuno stesse al suo posto, i genitori nel loro ruolo educativo e i figli con la loro necessaria voglia di crescere, sgomitare per liberarsi progressivamente dei genitori stessi?
Sembra aumentare nelle famiglie italiane la voglia di immmedesimarsi con i figli. Tutto viene abbattuto per togliere ogni confine, ogni limite, ogni necessaria distinzione tra grandi e piccoli.
Si procede con la furia di chi vuole riscattare un'infanzia ritenuta troppo pudica o riservata. E allora: tutti nella stanza dei genitori sul lettone, tutti insieme in bagno, tutti a usare lo smartphone di papà, tutti a guardare lo stesso programma tv, tutti a vestirsi praticamente nello stesso modo.
Crescere i figli diventa quasi impossibile. Si finisce impigliati in una vera e propria melassa emotiva immersa in una promiscuità sempre più esibita.
La giusta distanza educativa è la base di ogni efficace progetto.
Non si tratta di tornare alle antiche rigidità familiari. I figli devono piuttosto cercare gli amici tra i loro coetanei, non certo tra i loro genitori.


FILM. Loveless


FONTE: Mymovies.it di Giancarlo Zappoli.

Loveless (2017)
Zvyagintsev conferma il suo straordinario potenziale in un dramma familiare che si fa opera di denuncia di un'intera società.

Un film di Andrey Zvyagintsev con Maryana Spivak, Aleksey Rozin, Varvara Smhykova, Matvey Novikov, Dania Pisareva, Yanina Hope, Aleksey Fateev, Andris Keiss, Maxim Stoianov, Marina Vasilyeva.
Genere drammatico.

Zhenia e Boris hanno deciso di divorziare.
Non si tratta però di una separazione pacifica, carica com'è di rancori, risentimenti e recriminazioni.
Entrambi hanno già un nuovo partner con cui iniziare una nuova fase della loro vita. C'è però un ostacolo difficile da superare: il futuro di Alyosha, il loro figlio dodicenne, che nessuno dei due ha mai veramente amato. Il bambino un giorno scompare.

DON CAMILLO. Una hirundo non facit ver...



FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

UNA HIRUNDO NON FACIT VER...ma se è uno stormo...

Domenica 30 dicembre scorso il bar dell'oratorio si è riempito, come d'incanto, di ragazzi e genitori che hanno risposto all'iniziativa di 2 mamme incaricate di tenere aperto il locale in quel pomeriggio.
Non avendo voglia di stare tutto il tempo da sole ad aspettare chi non viene, le 2 intraprendenti signore hanno deciso di organizzare una tombola per i ragazzi e i genitori.
L'iniziativa è stata ideata all'ultimo momento, per cui anche la pubblicità è stata fatta "in zona Cesarini". La mia paura era che nessuno rispondesse all'appello, e che per questo le 2 volenterose mamme si lasciassero prendere dallo sconforto.
E invece...
Sono felicissimo per questo risultato che mi offre una preziosa indicazione di metodo per il futuro. Sono convinto , infatti, che se avessi organizzato io quella tombolata, le adesioni sarebbero state scarse.
Il fatto che l'iniziativa sia partita da 2 mamme che hanno conoscenze e creano ponti con tante altre famiglie giovani, è stata la carta vincente, e potrebbe esserlo anche per il futuro.
Spero che sullo slancio di questo bel risultato altre mamme e altri papà mettano in campo la loro fantasia perché l'Oratorio diventi un'esperienza prolungata e amplificata della famiglia, luogo sano e sicuro di incontro, di festa, di confronto, di gioco oltre naturalmente che di Fede e di cultura cristiana.
Sono sicuro che da queste esperienze, col tempo, usciranno anche Adolescenti e Giovani disponibili a fare percorsi di formazione e di animazione per essere a loro volta presenze gioiose, propositive e creative in Oratorio.
Come dice il proverbio latino: "Una hirundo non facit ver" (Tradotto: una rondine - da sola - non fa primavera), io spero che ci sia uno stormo di rondini che possano volteggiare attorno al nostro bel campanile e mantenere sempre intatta la primavera per tutti quelli che la amano.

                                          don Camillo

mercoledì 16 gennaio 2019

ALIMENTI. I carboidrati non vanno consumati a cena?


FONTE: //www.issalute.it/ sito sviluppato e gestito dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS).

I carboidrati non vanno consumati a cena perché fanno ingrassare? FALSO 

E' falso! Si tratta di una errata convinzione: non conta infatti in che momento della giornata si mangino i carboidrati, ma piuttosto quanti se ne introducono quotidianamente per ottenere energia.

Pane, pasta e riso sono alimenti ricchi di carboidrati: nutrienti che il nostro corpo utilizza in via preferenziale per ottenere energia.
Per un'alimentazione equilibrata, è sicuramente importante non mangiarne più del dovuto e stare attenti a consumarli in porzioni adeguate al proprio fisico, all'età e all'attività fisica svolta.
E' bene, inoltre, avere degli accorgimenti, per esempio evitare condimenti elaborati per i primi piatti, quindi più ricchi di grassi e difficili da digerire.
Tuttavia, la convinzione che i carboidrati debbano essere esclusi dalla dieta, o che sia meglio assumerli durante il giorno e non la sera, è priva di fondamenta.
La cronodieta è al centro di diverse ricerche scientifiche, che mirano a comprendere come le oscillazioni ormonali che si verificano durante la giornata possano avere una relazione con l'utilizzo dei nutrienti introdotti con l'alimentazione e come questa relazione possa giocare un ruolo importante nell'aumento e nella perdita di peso; discorso che è molto più generale rispetto al concentrarsi sul solo consumo di carboidrati durante il pasto serale.
Ciò che è invece importante è non consumare a tarda sera pasti troppo abbondanti, soprattutto ricchi di grassi poiché l'energia in eccesso acquisita prima di andare a letto viene più difficilmente bruciata ed ha maggiori probabilità di essere accumulata sotto forma di grasso corporeo.
L'opinione comune, diffusa soprattutto tra gli sportivi, di non assumere carboidrati a cena, nasce principalmente dall'errata convinzione che se assunti prima di andare a dormire e in assenza di grosse attività fisiche, questi aumentino la probabilità di essere trasformati in grasso.
E' bene sottolineare che il consumo energetico durante il sonno non è poi così diverso da quello di un'attività mattiniera sedentaria, come lo stare seduti ad una scrivania davanti a un computer.
Anzi, per chi la notte ha difficoltà a dormire, una cena a base di carboidrati sembra possa favorire il riposo notturno, stimolando la produzione di serotonina (l'ormone del benessere) utile per andare a dormire più rilassati e sazi.
In realtà, i carboidrati non fanno necessariamente ingrassare e questo non cambia in base al momento in cui vengono consumati: si ingrassa principalmente per un eccesso di calorie introdotte e per una errata distribuzione di nutrienti rispetto al fabbisogno dell'organismo. Se si mangia più del necessario l'aumento di grasso corporeo è indipendente dalla composizione della dieta: a contare sono, infatti, le calorie totali.
Allo stesso modo, una corretta quantità di calorie calcolata sul fabbisogno energetico personale e distribuita nelle giuste percentuali di nutrienti, non determina un aumento di peso, indipendentemente dal momento in cui vengono consumati alcuni alimenti rispetto ad altri.
Chiaramente, la quantità di carboidrati da assumere ogni giorno varia da persona a persona; generalmente, dovrebbe ammontare circa al 45-60% delle calorie giornaliere assunte ed è sicuramente importante non eccedere.
Tuttavia, più che porre attenzione al "quando" si mangia è importante pensare al "come" e "cosa" mangiamo, stando attenti a seguire un'alimentazione corretta ed equilibrata.
Non è, dunque, sconsigliato assumere carboidrati di sera, né essi rappresentano alcun pericolo per la nostra linea, se non in  presenza di diverse prescrizioni mediche.



SALUTE. I migranti portano malattie infettive?


FONTE: //www.issalute.it/ sito sviluppato e gestito dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Insieme ai migranti arrivano in Italia anche le malattie infettive?              FALSO  

Non dobbiamo temere l'importazione da parte dei migranti di malattie contagiose.

Gli stranieri rappresentano, attualmente, solo l'8,3% della popolazione residente in Italia, meno di altri Paesi come Germania (10,5%) e Spagna (9,5%).
E', inoltre, studiato da tempo in letteratura il cosiddetto "effetto migrante sano". Il significato è semplice: solo i soggetti più forti della comunità intraprendono il difficile percorso migratorio, praticando una sorta di auto-selezione nei Paesi di origine. E' per questo che non si può parlare di emergenza di ritorno di malattie infettive.
Seppure provati dalle fatiche del viaggio, i migranti che arrivano sulle nostre coste sono soggetti prevalentemente giovani e in buono stato di salute; essi, tuttavia, a causa della povertà, dell'irregolarità e del difficoltoso accesso ai servizi, possono sviluppare nel Paese ospitante malattie legate alla scarsa igiene e al sovraffollamento, come morbillo, influenza, scabbia, difterite, pertosse e tubercolosi, non rappresentando quindi una popolazione portatrice di malattie, ma piuttosto una popolazione che può ammalarsi qui perché poco tutelata e protetta.


DON CAMILLO. Responsabili, non padroni




FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

RESPONSABILI, NON PADRONI...

Il futuro delle nostre parrocchie prevede un coinvolgimento sempre più deciso dei laici nel gestire i vari settori.
Questo non solo perché ci saranno sempre meno sacerdoti, ma anche e soprattutto perché è ora finalmente che i laici si riconoscano di essere parte viva della chiesa e non subalterni.
E' quanto , più di 50 anni fa, il Concilio Vaticano II ha dato come indicazione alla Chiesa.
A questo riguardo qualcosa si è mosso, però non in modo proporzionato all'auspicio espresso dal Concilio. Credo che la causa principale di questo ristagno sia stata, almeno qui da noi,  l'abbondanza di clero al quale si è demandato spesso e volentieri tutta la questione Chiesa  in tutti i suoi risvolti.
Adesso il Signore ci dà una mossa permettendo la diminuzione del clero. Ci mette così di fronte ad una scelta non più rimandabile: o i cristiani laici si decidono ad assumere responsabilità o la comunità parrocchiale scompare...
E' la direzione nella quale cerco di orientare anche la nostra parrocchia. Ogni attività ha il suo responsabile al quale fare riferimento, sia che si tratti di organizzare un'iniziativa, sia che si tratti di utilizzare una struttura.  Ogni responsabile deve fare riferimento al coordinatore (che per il momento è ancora il parroco come responsabile giuridico e morale della parrocchia. Un domani potrebbe essere un laico) per evitare che ogni settore si isoli nel suo recinto. La tentazione, infatti, di comandare ognuno nel suo campo o di trasformare l'ambiente di cui è responsabile in una specie di nido personale, è forte. Il responsabile non è padrone del suo settore col potere di concedere o rifiutare, ma è garante del corretto utilizzo degli ambienti o delle apparecchiature parrocchiali: un servizio che deve svolgere per il bene di tutti. E' importante che ognuno riconosca il ruolo del responsabile e non lo scavalchi, anche se non tutti possono essere simpatici a tutti. E' con questa logica che ho consegnato le chiavi ai diretti interessati di ogni ambiente. Se rispettano questo stile potremmo crescere sempre più come comunità collaborativa. Diversamente il rischio è quello di creare confusione e disorganizzazione a danno delle strutture stesse, ma anche delle attività da svolgere; o peggio ancora di alimentare tensioni e beghe a non più finire e di utilizzare la parrocchia per i propri scopi personali.

                                           don Camillo





mercoledì 9 gennaio 2019

RIFLESSIONI. Sette cose odia il Signore


FONTE: La Bibbia - Antico Testamento - Proverbi.

Sette cose odia il Signore

Sei cose odia il Signore,
anzi sette gli sono in abominio:
occhi alteri, lingua bugiarda,
mani che versano sangue innocente,
cuore che trama iniqui progetti,
piedi che corrono rapidi verso il male,
falso testimone che diffonde menzogne
e chi provoca litigi tra fratelli.


VIVERE INSIEME. Senza casa, senza storia


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" dicembre 2018.
Articolo: "Senza casa, senza storia" di FRANCO RAVERA.

Il Natale di quest'anno, come quello di molte altre famiglie sfollate dopo il crollo del viadotto Morandi di Genova, è il primo senza la "nostra" storia.
In quelle abitazioni, in quei palazzi, eravamo già alla seconda o alla terza generazione.
Nel mio condominio c'è stato un periodo in cui abbiamo vissuto io, i miei fratelli e i  miei genitori. Ci ritrovavamo a casa dei miei perché era l'appartamento più grande. Ricordo il calore e la gioia di quei momenti, i nostri figli, i nipotini. Sono stati i Natali più belli.
I miei genitori sono mancati. I parenti hanno preso strade diverse. I miei figli si sono laureati. E la nostra casa non c'è più.
Erano le abitazioni dei ferrovieri, prima in affitto e poi riscattate con enormi sacrifici.
Non eravamo inquilini, ma persone con magri stipendi che si davano una mano. 
Rammento ancora il cortile del palazzo: uno straordinario luogo di aggregazione, con i bambini che giocavano, gli anziani che condividevano le loro storie, il parroco che ogni anno veniva a recitare il rosario.
Tutto "spazzato" via.
Dieci anni fa, un tecnico disse che se non si fosse fatta un'adeguata manutenzione, il viadotto sarebbe crollato in dieci anni. Ad agosto eravamo tutti increduli. Ma è accaduto.
Ora viviamo in un appartamento in affitto per un anno. Spero che gli indennizzi ci consentano di riprendere la nostra vita normale, e di superare la precarietà che stiamo attraversando.
Siamo riusciti a personalizzare la nuova abitazione portandoci quello che, per ora, abbiamo faticosamente recuperato nella nostra casa di via Porro: foto, ricordi di viaggi, ninnoli, i ferri da maglia di mia moglie, i libri di mio figlio; i giochi da bambina, i libri e i profumi di mia figlia. Oggetti che, oltre ai ricordi, legano il nostro passato al nostro presente.
Passeremo il Natale in una casa che non è la nostra. Ma, comunque, ancora una volta in famiglia.
Pe il futuro, mi piacerebbe che quella vivace comunità, ora sparsa per Genova, che si era creata, in oltre mezzo secolo, negli stabili, lungo le vie, nei cortili, sotto o vicino al ponte Morandi, potesse un giorno re-insediarsi altrove. Magari ritrovandosi e rimanendo ancora unita.


RACCONTI. Angeli e santi in volo


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" dicembre 2018.
Articolo: "Angeli e santi in volo" di ANTONIA ARSLAN.

Lo zio Ildebrando andava molto fiero del suo nome, così risonante e battagliero, anche se tutta la famiglia, compresa sua madre, lo chiamava semplicemente Brando.
"Ma il brando, cioè la spada - spiegò una volta a me bambina curiosa - ha un bel suono bellicoso, non ti pare?".
Io fui subito d'accordo, lui mi pareva un personaggio straordinario: era un pilota, un comandante, guidava i grandi aerei fino in America e in Estremo Oriente.
Quando veniva da noi a Padova portava regalini esotici per tutti, rideva volentieri e raccontava storie meravigliose.
Tutta la famiglia era appassionata di aviazione: nonno Carlo, ingegnere visionario, aveva costruito un idrovolante, due dei suoi figli erano diventati piloti negli anni Trenta, e perfino la figlia, mia madre Vittoria, aveva cominciato, e conservava con cura e nostalgia, il suo libretto di volo.
Zio Brando era un uomo di grande esperienza, noto per la flemma e il sangue freddo che conservava in qualsiasi occasione. Ma ci fu una volta in cui queste doti gli furono particolarmente necessarie.

In un sera di dicembre doveva atterrare a Linate, l'aeroporto di Milano.
Una fitta nebbia pesava sulla pianura padana. La visibilità era quasi nulla, bisognava affidarsi al radar: purtroppo le indicazioni che lo zio ricevette dalla torre di controllo erano errate, sicché lui - mentre scendeva - si trovò improvvisamente in vista... di un bosco della Brianza! Era troppo tardi per riprendere quota, e così decise di proseguire  la discesa diritto attraverso gli alberi, che servirono a rallentare la corsa e infine a fermarla. Le ali dell'aereo furono danneggiate dall'impatto coi rami, ma il veivolo riuscì a posarsi per terra praticamente senza altri danni.
Ricordo che il giorno dopo fummo informati per telefono dallo zio, che arrivò verso sera. Mia madre lo abbracciò piangendo di gioia, a noi bambini pareva un eroe. Era stanco e stropicciato, con la barba lunga e la giacca coi fregi dorati sporca, con una tasca scucita che pendeva tristemente.
Gli saltammo tutti addosso per farci raccontare tutto, ma la vecchia Gigia ci cacciò subito via, gli mise davanti una minestra calda e gli prese la giacca per ricucirla, non le pareva buona cosa che il comandante girasse in disordine.
Lui pareva distratto. Si frugò nell'altra tasca, prese qualcosa ma non ce lo fece vedere; poi lo diede alla mamma, che gli sorrise. Noi eravamo pazzi di curiosità, ma sapevamo bene, per lunga esperienza, che avrebbero parlato solo al momento opportuno, cioè dopopranzo; e quindi ci limitammo a sussurrare tra noi mangiando le deliziose crocchette della Gigia.

Ma quando zio Brando finalmente si sedette in poltrona e ci guardò con intenzione, avemmo la nostra sorpresa.
La cosa misteriosa che aveva in tasca e che infine ci mostrò, aprendo lentamente la mano, era un'immagine sacra racchiusa in una bustina un po' logora, con tante figure svolazzanti in un cielo colorato.
Con  molta attenzione, tolse il cartoncino dalla busta e ci mise davanti agli occhi una "storia celeste", come ci ripetè un paio di volte.
Quando prese il brevetto di pilota, sua madre, la devota nonna Virginia, gli diede quel quadretto, che era stato benedetto in modo specialissimo, ordinandogli di tenerlo sempre con sé.
La scena si svolgeva in cielo, tra nuvole d'oro, con tantissimi angeli in varie pose a far da contorno alla Madonna, che lasciava cadere il Bambino verso Antonio che saliva verso l'alto, pronto ad accoglierlo con le braccia allargate, sulle quali erano già pronte le fasce bianche per avvolgerlo.
Alla nonna questa scenetta di fiducia divina e di amore sovrumano sembrò la più adatta a custodire quel suo figlio che di mestiere "vagava per l'aria". E a noi piacque molto tutto quel volare di angeli e santi, quella santa allegria che aveva protetto il  nostro zio preferito.



martedì 1 gennaio 2019

SCUOLA. L'età dei professori


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 02/11/18.
Articolo: "Caro vecchio prof: uno su quattro ha almeno 60 anni" di SALVO INTRAVAIA.

Mentre gli alunni vivono incollati agli smartphone, gli insegnanti invecchiano inesorabilmente. Al punto che nel corso dell'anno scolastico 2017-2018 quasi un quarto delle maestre e dei professori di ruolo italiani - per l'esattezza il 24 per cento - ha sessant'anni e più. Con punte del 26 per cento nella scuola media inferiore e del 28 per cento negli istituti superiori.
I numeri provengono dall'Ufficio gestione patrimonio informativo e statistica del ministero dell'Istruzione. Coloro che, avendo già compiuto 62 anni, con 38 di contributi, arriverebbero a conquistare la fatidica quota cento, ovvero il lasciapassare per andare in pensione con le nuove regole, sono il 16 per cento: 117 mila in tutto.
E i giovani? Gli under 30 rappresentano una specie in via d'estinzione: lo 0,75 per cento del totale (e nella percentuale rientra anche chi trent'anni li ha compiuti).
Un tempo gli insegnanti avevano spesso l'età dei genitori dei loro allievi, oggi non è più così.
Alla lunga, il fatto di avere docenti così maturi farà bene o farà male al mondo della scuola?
"E' chiaro che ogni insegnante è un individuo a sé, con caratteristiche e personalità proprie" spiega Fabio Lucidi, docente alla Facoltà di medicina e psicologia della Sapienza di Roma, "ma, statisticamente, le persone più in avanti con l'età sono meno disponibili ai cambiamenti, così come hanno meno dimestichezza con i linguaggi delle tecnologie utilizzate dai giovani". Di contro, "hanno sicuramente più esperienza in classe".
I due aspetti, esperienza e vocazione all'innovazione, andrebbero integrati. Ma siamo in pieno cambiamento e governare il presente non è facile.
"Basti pensare" prosegue Lucidi "alle modifiche della struttura della famiglia, con i nuclei monogenitoriali in fortissimo aumento, o della società, con l'ingresso degli stranieri".
Per traghettare la scuola verso il futuro con questa classe docente, conclude Lucidi, "occorrerebbero delle figure di supporto a scuola, psicologi ad esempio, per aiutare gli insegnanti, e non solo gli studenti, a superare le difficoltà".
E i ragazzi? Dell'età degli insegnanti non sembrano fare un dramma.
Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale dell'Unione degli studenti, commenta: "Più che sulla questione anagrafica credo che occorra spostare l'attenzione sulla qualità della didattica. Perché è vero che il gap generazionale sta crescendo, ma è altrettanto vero che maggiori investimenti sui docenti, attraverso corsi di aggiornamento sulle innovazioni di questi anni, migliorerebbero la qualità dell'insegnamento a prescindere dall'età".

LORIS. Via Francigena da Vercelli a Siena


Loris ha fatto ad agosto il tratto della via Francigena da Vercelli a Siena.

Queste le tappe che ha effettuato:

  1. VERCELLI  -  ROBBIO                          KM.   19
  2. ROBBIO - MORTARA - GARLASCO           "     35
  3. GARLASCO  -  PAVIA                             "     24
  4. PAVIA  -  S. CRISTINA E BISSONE          "     28
  5. S. CRISTINA E BISSONE - DORIO LITTA - PIACENZA    "     39
  6. PIACENZA  -  FIORENZUOLA D'ARDA      "     32
  7. FIORENZUOLA D'ARDA  -  FIDENZA        "     22
  8. FIDENZA  -  FORNOVO DI TARO             "     34
  9. FORNOVO DI TARO-CASSIO-BERCETO    "     31
  10. BERCETO-PASSO  CISA-PONTREMOLI     "     31
  11. PONTREMOLI  -  AULLA                         "     32
  12. AULLA  -  CANIPAROLA                          "    20
  13. CANIPAROLA  -  MASSA                         "    25
  14. MASSA  -  CAMAIORE                            "    26
  15. CAMAIORE  -  LUCCA                            "     24
  16. LUCCA  -  GALLENO                              "     26
  17. GALLENO  -  S. MINIATO                       "     21
  18. S.MINIATO-GAMBASSI T.-S.GIMIGNANO "     39
  19. S. GIMIGNANO - ABBADIA A ISOLA        "     28
  20. ABBADIA A ISOLA  -  SIENA                  "     24
                                                             ----------

                                            TOTALE        KM. 560

Le foto che ha scattato: