sabato 29 ottobre 2022

DON CAMILLO. Il coraggio di reagire

 



FONTE: Notiziario parrocchiale settimanale di Albegno e dintorni.

IL CORAGGIO DI REAGIRE

Ho trovato in Facebook questa poesia scritta da un certo Malolci.
Parla di un'attualità drammatica che fa parte di una cronaca di questi giorni: la protesta delle donne iraniane in seguito all'uccisione di Mahsa Amini da parte della polizia morale iraniana per non aver indossato correttamente il velo.
Sono donne che scendono in piazza indifese e disarmate, rischiando la vita, per reclamare la loro dignità e il loro diritto alla libertà. Non pretendono nientr'altro.
Non chiedono al mondo armi per difendersi o chissà quale altra forma di protezione. Chiedono solo di essere ascoltate; che la loro voce arrivi alle coscienze; che si crei una sensibilità nuova dove ogni persona possa sentirsi rispettata. E per tutto questo mettono a repentaglio la loro vita.
In loro riscopro la bellezza e l'originalità della persona umana che cerca di liberarsi da tutte quelle incrostazioni culturali che nello scorrere del tempo l'hanno imprigionata tentando ddi soffocarla. Queste donne coraggiose ci fanno scuola.
Noi non siamo oppressi da regimi politici che ci soffocano sotto un velo, ma c'è comunque una cultura travestita di libertà, ma che è, invece, un vero e proprio libertinaggio che soffoca la dignità e la creatività personale per appiattirci nella banalità e nella sonnolenza culturale oltre che nella ricerca di ciò che ci fa più comodo.
L'unico guizzo percettibile è quello della trasgressione vista come espressione di personalità, mentre invece è solo allineamento all'andazzo comune.
Anche da noi c'è bisogno di ragazzi e di giovani coraggiosi che sappiano esporsi e rompere questa cappa per aprire ad una cultura nuova che dia finalmente valore e attenzione alla persona in tutte le sue dimensioni.
Dalle nostre parti non si rischia la vita ad impegnarsi in questa direzione. Si rischia, però, di perdere quelli che si consideravano amici e di restare isolati e tacciati per bacchettoni.
Può essere questo il pegno da pagare per passare da una cultura del "sig. qualunque" ad una cultura dell'identità personale.

                                      don Camillo


Voci
(Omaggio alle Donne iraniane che si espongono manifestando per la loro libertà e dignità)

Fiumi di voci invadon le strade
voci gridate senza paura;
voci che escon da mille contrade
dove sono represse dalla violenza più dura.

Voci di Donne da sempre violate
che gridano il loro amaro dolore;
vogliono essere soltanto ascoltate,
non essere confuse con banale rumore.

Non cercano armi per potersi salvare;
espongono solo il loro corpo indifeso
per avere nella vita il diritto a danzare
e ottenere giustizia all'onor vilipeso.

Voci che chiedono di essere accolte, 
portate dal vento oltre i confini:
Voci che a tutti sono rivolte
perché non ristagnino silenzi meschini.

                Malolci






giovedì 27 ottobre 2022

VIVERE INSIEME. Gino Strada decide di fondare Emergency

 

FONTE: libro " Una persona alla volta " di GINO STRADA edito da Feltrinelli.


Quando  si discute di una nuova proposta, di un progetto da realizzare, c'è sempre chi elenca i potenziali rischi, chi si addentra nella disamina delle difficoltà, chi sviscera i problemi prima ancora che si materializzino. Si spera in questo modo di definire un possibile scenario, una visione realistica che consenta di orientare la decisione.
A me è sempre piaciuto pensare che l'approccio migliore sia diverso, in qualche modo opposto. Prima si decide di fare una cosa, poi si pensa al come e a tutto il resto.
E' la decisione, la scelta di mettersi in gioco, che dà energia e stimoli, che obbliga ad affrontare i tanti problemi e a trovare soluzioni.
Se invece non c'è stata ancora una decisione, se non si è detto quel "proviamoci", sarà molto più facile arrendersi alle prime difficoltà, perdere fiducia al primo imprevisto.
L'idea di fondo era semplice: mettere su una piccola organizzazione capace di curare i feriti di guerra anche in condizioni di emergenza. Era insieme un lavoro stimolante e una risposta a un bisogno.
Per anni avevo visto feriti di guerra ammassati nei pick-up o distesi su camion colorati pieni di sonagli, trasportati da muli o da cammelli. Sangue incrostato sui vestiti carichi di polvere, facce disperate sfinite dal dolore, ragazzi senza un lamento, ragazzi, senza rabbia né pianto, la cui vita in un attimo  era stata stravolta dalla guerra. Feriti che sarebbero morti per assenza di cure, di medici, di ospedali.
Era possibile aiutare, e noi avevamo preso la decisione di farlo, o almeno di provarci.