mercoledì 18 novembre 2020

DON CAMILLO. ...e l'uomo divenne un essere vivente

 



FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

Il simbolo che abbiamo scelto per il nuovo anno pastorale è "la creazione di Adamo", uno dei capolavori di Michelangelo che troneggia sotto la volta della cappella Sistina.
Si tratta di un'immagine fortemente significativa che rappresenta l'Uomo adagiato a Terra in un atteggiamento di abbandono e di impotenza espresso bene anche in quella sua mano stanca e cascante che sta per ricevere vitalità e potenza dal dito di Dio nell'atto di trasferirgli il suo Spirito di Vita.
Credo che sia un'immagine che esprime bene la nostra realtà di oggi: quella di persone provate e indebolite dalla pandemia e da tutte le restrizioni rese necessarie per contenerla, ma che non devono abbandonarsi allo scoraggiamento.
La Fede ci invita a tendere la mano a Dio che è capace di ridarci vigore con il dono dello Spirito, e di infondere in noi quella Speranza che ci incoraggia a ricominciare.
Se la pandemia ha bloccato e in parte distrutto le nostre abitudini e le nostre certezze, non può bloccare ne distruggere la nostra voglia di vivere e di cercare vie nuove e soluzioni nuove  per la nostra vita personale e comunitaria.
Mi piace sottolineare che questo simbolo è stato scelto dai nostri catechisti che hanno anche preso l'iniziativa di farlo riprodurre, a loro spese, su uno striscione che inizialmente volevo collocare in chiesa, come sfondo al fonte battesimale, ma che ho dovuto appendere tra le colonne all'ingresso della chiesa perché troppo grande. Rimane comunque in una posizione ben visibile per ricordare a tutti coloro che entrano in chiesa la volontà e l'impegno di ricominciare con i 4 verbi di cui ho già parlato; 4 C: Collaborare; Coniugare; Condividere; Celebrare.
Tutto questo senza la smania e la fretta di realizzare risultati, ma con la pazienta del contadino che, dopo aver seminato, sa aspettare i tempi della crescita e del frutto che spesso sono lunghi.
Soprattutto con la certezza che il Signore non lascia cadere invano i nostri sforzi ma sa dare a tutti risonanza, anche a quelli più piccoli.


RITORNO AL PRIMORDIALE

Basta un dito per creare un universo;
basta un dito per dissolverlo del tutto;
con la mente spazi immensi attraverso;
cambia il vento e il mio mondo vien distrutto.

Si alternano in un vortice continuo
gli scenari d'improbabili eventi;
si affatica in un lavoro fatuo e strenuo
che si addentra in questo buco a fari spenti.

Tutto è solo denso fumo e fantasia
che attanaglia il tuo tempo e l'attenzione.
Non c'è spazio per esprimer cortesia
ne per dare all'ambiente protezione.

Passano in sordina le stagioni;
gli anni della vita se ne vanno;
non c'è tempo per gustare le emozioni;
in un lampo ad una ad una spariranno.

Ho nostalgia della vita primordiale
dov'è il sole a funzionar da segretario;
qui il rapporto con natura è speciale
ed ogni incontro non ha limiti d'orario.

Un tappeto d'erba verde è il pavimento
e per tetto sono i rami d'un abete;
sento il canto degli uccelli e son contento,
c'è il ruscello che ristora quando ho sete.

Qui riscopro l'essenziale della vita
e io gusto goccia a goccia ogni istante;
d'ogni perla resta sempre la più ambita
e mi fa sentire ricco e importante.

                                            don Camillo





SALUTE. Scrivere a mano

 

FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 16/10/20.
Articolo: "Quando si scrive a mano il cervello lavora meglio" di MARTINA SAPORITI.

Carta e penna, queste sconosciute.
Ormai scriviamo tutto su una tastiera, dalla lista della spesa sullo smartphone ai documenti di lavoro sul pc. E' più pratico e veloce, certamente, ma risulta meno utile per il cervello.
Scrivere a mano, infatti, migliora memoria e apprendimento, e per questo è importante che i bambini lo facciano più a lungo possibile. E' la conclusione dello studio della neuroscienziata Audrey van der Meer dell'Università norvegese di Scienza e tecnologia pubblicato su Frontiers in Psychology.
La scienziata ha fatto indossare ad adulti e bambini di dodici anni un caschetto con elettrodi per monitorare l'attività del cervello mentre scrivevano a mano o su tastiera. I dati raccolti dicono che a ogni età il cervello lavora di più e meglio con una penna in mano.
La scrittura manuale, infatti, stimola di più la corteccia somatosensoriale (c'è molto più lavoro nel "disegnare" le lettere che nel premere un tasto). Inoltre, scrivere a mano aumenta la sincronizzazione tra le regioni cerebrali parietali (che controllano linguaggio e attenzione) e centrali. E questa sincronizzazione crea nel cervello le condizioni ideali per apprendere e memorizzare.

martedì 10 novembre 2020

GIOVANI E RAGAZZI. Beata gioventù

 

FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 23/10/20.
Articolo: "Perché bisogna ascoltare la beata gioventù" di FILIPPO DI GIACOMO.

Il 10 ottobre ad Assisi, è stato beatificato Carlo Acutis, un quindicenne vissuto nella Grazia di Dio, nell'amore per l'Eucarestia e per il prossimo. Un ragazzo cresciuto in una famiglia che, benché non credente, ha lasciato che il figlio fiorisse nella fede. Un miracolo di rispetto per gli straordinari carismi di un figlio morto in tre giorni a causa di una forma aggressiva di leucemia.
Il giorno della sua beatificazione, Assisi era stracolma di giovani nonostante le restrinzioni imposte dal Covid-19. I giornalisti accreditati erano tre volte quelli arrivati in Umbria il 3 ottobre per la firma dell'enciclica del Papa Fratelli tutti.
Tra i tanti commenti sulla "vita buona" di Carlo, spicca la bella analisi di Simone Varisco sul sito Caffè storia. Durante la fase finale del pontificato di Wojtyla, mentre scoppiavano scandali e scandaletti su abusi sessuali, di potere e di coscienza e la società viveva un crescente secolarismo, la sessualizzazione dei minori, la diffusione di tecnologie pervasive, il dilagare del malaffare, le tensioni nella politica nazionale e il terrorismo internazionale, nella Chiesa italiana fiorivano forme stupende di santità giovanile.
Oltre a Carlo, la storia religiosa del nostro Paese è stata arricchita dalla vita della beata Chiara Badano (morta a 19 anni nel 1990), del servo di Dio Matteo Farina (morto a 19 anni nel 2009), della venerabile giovane mamma Chiara Corbella Petrillo (morta  a 28 anni nel 2012), della serva di Dio Giulia Maria Gabrieli (morta a 14 anni nel 2011.
San Benedetto, nella sua regola, raccomandava di ascoltare la voce dei giovani perché, ha scritto, "spesso Dio parla attraverso loro". Il problema è saperli ascoltare.

DON CAMILLO. Libertà sotto inchiesta

 


FONTE: avvisi settimanali parrocchia di Albegno.

LIBERTA' SOTTO INCHIESTA

Davanti all'ennesima atrocità commessa dal fondamentalismo islamico, la decapitazione a Parigi di un professore che aveva mostrato in classe alcune caricature della figura di Maometto, mi domando come è possibile che una persona arrivi a questo estremo di violenza per un'offesa ricevuta?
Tutt'al più, seguendo la legge del taglione, ad una offesa si dovrebbe rispondere con una offesa analoga: "occhio per occhio, dente per dente", e la cosa potrebbe essere razionalmente comprensibile.
Aldilà dell'assoluta irrazionalità di questa violenza mi domando anche perché una persona debba sentirsi autorizzata ad insultare e ridicolizzare un'altra persona o la sua Fede quando a lei non porta alcun danno.
Si invoca il diritto di libertà di espressione.
Ma è vera libertà quella che non rispetta la diversità di un altro e la ridicolizza?
C'è la libertà di dissentire, di esprimere pensieri diversi o in contrasto; c'è la libertà della dialettica, ma il vilipendio no, non fa parte dei diritti e non appartiene alla cultura della libertà. A maggior ragione quando si tratta di argomenti particolarmente sensibili e delicati che toccano la suscettibilità della persona.
E poi c'è tutto un discorso di prudenza. Se sai che c'è una dinamite pronta ad esplodere evita di accendere la miccia e trova il modo di disinnescare i candelotti.
La libertà si costruisce più con la politica che con la provocazione.
E molto di più ancora con il coraggio di amare la persona anche quando ti insulta e ti fa del male...ma qui siamo su un'altra galassia dove solo lo Spirito può portare se tu lo accetti come guida e come maestro.

                                               don Camillo



mercoledì 4 novembre 2020

SALUTE. Quando la strada inquina più delle automobili

 

FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 02/10/20.
Articolo: "Quando la strada inquina più delle automobili" di MARTINA SAPORITI.

Nelle città l'inquinamento non arriva solo dal tubo di scappamento delle automobili.
Quando fa caldo e il sole ci batte sopra, l'asfalto, che è una miscela di idrocarburi, rilascia composti organici che contribuiscono alla formazione del pm 2,5 (le polveri fini, particelle di diametro uguale o inferiore ai 2,5 millesimi di millimetro che penetrano nei bronchi causando problemi respiratori).
Con uno studio su Science Advances, l'ingegnere ambientale Drew R. Gentner della Yale University ha stimato l'impatto di questo inquinamento scaldando campioni di asfalto in fornaci.
La fuoriuscita di inquinanti inizia già a 40°C. Le emissioni  raddoppiano a 60°C e continuano a crescere sino a 140°.
Come sottolineano i ricercatori sono temperature che la pavimentazione stradale raggiunge in estate e durante la messa in posa. Anche l'irradiazione solare ha un effetto importante, indipendentemente dalla tempertura: 18 ore di esposizione moderata di raggi ultravioletti fanno salire le emisssioni del 300 per cento.
Il gruppo di Gentner ha fatto un calcolo nella California del Sud, l'asfalto inquina ogni anno per 1.000-2.500 tonnellate di particolato contro le 900-1.400 dei veicoli.

FAMIGLIA. Adozione, una sfida

 FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" settembre 2020.
Articolo: "Adozione, una sfida che appassiona" di DANIELE NOVARA.

L'adozione dei figli, sia quella nazionale sia quella internazionale, sta diventando difficile.
I pregiudizi hanno sempre gravato su questa possibilità. Tipica è l'idea che i figlioli adottati siano più difficili da gestire rispetto a quelli naturali.
Il tema del figlio adottato è diventato talvolta un insulto reciproco: "Non sei mia sorella... Ti hanno adottato alla nascita!"; "E' solo mia mamma, non la tua, tu sei stato adottato!".
Quante volte sono risuonate queste frasi di romanzi e film che creano un immaginario di serie B sui figli adottati, come se, non appartenendo alla stessa matrice genetica, potessero in automatico creare delle difficoltà maggiori. E' un pregiudizio duro a morire.
Dal punto di vista "burocratico", le domande di disponibilità all'adozione di minori italiani presentate nel 2001 sono state, nei 29 Tribunali per i minorenni operativi in Italia, 12.901; nel 2006 si è raggiunto il picco di 16.538, per poi calare via via e arrivare nel 2017 a 8.793 domande di disponibilità. Gli affidamenti preadottivi sono passati da 930 a 865, mentre le adozioni da 1.290 a 954.
Intanto, nell'arco di 10 anni, il numero delle adozioni internazionali in Italia è precipitato: nel corso del 2019 sono state concluse 969  procedure di adozione a fronte delle 4.130 del 2010. Un declino del 14 per cento rispetto all'anno precedente che concludeva con 1.130 adozioni e una diminuzione del 3,4 per cento rispetto al 2017. Le difficoltà sono spesso concrete e all'apparenza insormontabili: i tempi, la burocrazia, le risorse economiche necessarie, tutto cospira per rendere complicatissima questa scelta.
Educare un figlio adottivo è esattamente la stessa cosa dell'educare un figlio biologico. Non c'è alcuna sostanziale differenza. Il genitore deve ugualmente organizzare tutto ciò che serve per far crescere questo bambino o ragazzo con i basilari educativi corrispondenti alla sua età.
Nel mio lavoro di consulente, non ho mai trovato differenze, anzi, spesso la consapevolezza pedagogica dei genitori adottivi è maggiore di quelli puramente biologici. In un certo senso è ciò che mi scrive Cristina, in una testimonianza molto intensa.
"Ricordo che ad uno degli incontri per coppie in attesa di adozione a cui avevo partecipato, organizzati da un'associazione di genitori adottivi, una donna aveva detto, riferita a suo figlio adottivo e di colore: "Nel momento in cui ho visto per la prima volta il mio bambino, ho capito che era proprio mio figlio". Mi è bastata questa testimonianza per darmi fiducia e tranquillità e per dare una risposta a tanti timori. Prima di avviare le pratiche di adozione avevamo affrontato senza successo diversi tentativi di fecondazione assistita, in centri d'eccellenza, sostenendo costi altissimi dal punto di vista umano, oltre che economico. Se tornassi indietro non lo rifarei. Mentre di adozioni, nonostante tutte le difficoltà, abbiamo voluto farne due, perché, quanto sia bello lo capisci solo quando lo vivi".
In questo momento storico, dove i modi per essere genitori non appaiono più rigidi come un tempo, la scelta dell'adozione resta una sfida intensa e appassionata che merita tutto l'interesse possibile.