domenica 31 dicembre 2023

VIVERE INSIEME. Gaza e il lupo

 



FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" dicembre 2023.
Articolo: "Gaza, san Francesco e il lupo di Gubbio" di GIANCARLO BREGANTINI, Arcivescovo di Campobasso-Bojano.

Sulle orme del Poverello di Assisi, impariamo, tutti insieme, a rispondere alla cattiveria con la giustizia riparativa, alla paura con l'accoglienza.

La storia del lupo di Gubbio, così come la leggiamo nella bellissima pagina poetica dei Fioretti, ci indica delle strade di pace.
Non è una storia facile, ma un episodio pieno di dolore e di coraggio, un coraggio che oggi è quanto mai necessario per tracciare strade di pace nell'immensa tragedia che è Gaza. E, soprattutto, sul suo futuro.
Prima di tutto, va ammirato il coraggio straordinario di Francesco, che affronta il lupo "ferocissimo": è un po' come se oggi il santo accettasse  di entrare in Gaza. 
Egli non si tira indietro, ma lo affronta con un bel pezzo di pane. Il lupo si avvicina, cerca di spaventare Francesco, ma questi resta immobile, non fugge.
E il lupo, perciò,  si china ai suoi piedi, silente.
Ed è allora che il santo coglie l'occasione per rimproverare aspramente la bestia feroce per la strage che ha fatto, per il male compiuto.
Ed essa, inaspettatamente, pare recepire la lezione, con chiari segni di consenso del capo.
Ma è proprio in quel momento che il santo rivela la sua chiarezza interiore, perché di fronte alla ferocia ben visibile dell'animale, esce in un'affermazione educativa e penetrante: "Io so  perché tu sei cattivo! Tu sei cattivo, perché sei affamato!" dice al lupo.
Che è  come dirgli: non sei cattivo per natura, sei stato costretto a diventarlo. 
Francesco scava nel cuore dell'animale, cogliendo l'ingiustizia da lui subita. Non lo rimprovera, ma lo comprende. E apre, subito dopo, la strada della redenzione vera, lungimirante, invitando ogni cittadino di Gubbio a offrire al lupo affamato un pezzo di pane ogni giorno.
Perché è la fame che genera guerre. Vinta la fame, il lupo cambia.
Come dice il testo, "il detto lupo vivette due anni in Gubbio ed entravasi domesticamente peer le case, a uscio a uscio, senza far male e senza esserne fatto a lui". (FF 2852)
Gaza oggi è quel lupo ferocissimo, costretto però dalla fame da un'ingiustizia perpetuata. Non serve domare i responsabili politici. Occorre creare una cultura di pacificazione popolare che renda possibile la convivenza fraterna, tramite il cibo, le medicine, il carburante, l'acqua. Per  tutti.
E' il metodo che va cambiato, imparando anche dal racconto dei Fioretti: affrontare, parlando in profondità, per cogliere che la cattiveria è sempre frutto di ingiustizie subite.
Un pezzo di pane generosamente offerto, aprendo l'uscio di casa, è la sola strada  della pace. Altrimenti tutti quei bambini feriti oggi, saranno potenziali terroristi domani. Altri lupi feroci. E la stessa vittoria militare servirà a ben poco. 
Questo significa, per esempio, non ripetere l'errore americano di combattere solo Bin Laden, perché è la democrazia di un popolo che va riscostruita, partendo dal "pane" donato sull'uscio di casa. Perché solo allora, realmente, come sognava Isaia, le spade saranno trasformate in vomeri e nessuno si eserciterà più nell'arte della guerra (cfr.Is 11,6 e 2,4).
Non ci possono essere , dunque, cittadini di serie A e di serie B. Ma due popoli, in  due Stati, che reciprocamente si riconoscono e si accolgono. Solo così il nemico scompare.
Perenne è dunque la strada indicata da frate Francesco. Non strategie militari, ma sentieri politici, che guardano al dopo Gaza. Quando le armi taceranno. 
Allora dovranno aprirsi i cuori, le scuole, i cantieri, gli ospedali. Ma questo miracolo sarà possibile a Gaza se avverrà quello che è stato fatto a Gubbio: ciascuno deve offrire un pezzo di pane, giorno per giorno, al lupo affamato. Da feroce egli si fa amabile, "poiché, nutrito, non aveva più fame!" Tutti l'hanno cambiato.
E' la giustizia riparativa. Popolare, perché è un popolo che cambia un altro popolo, con le spade  già trasformate in vomeri e le lance in falci.
Alla scuola di frate Francesco, come già un tempo.



SERGIO. Addio al 2023

 



Se ne è andato anche il 2023, senza che sorella Morte falciasse un membro della mia cerchia familiare, come invece è capitato negli anni passati. 
Ci sono stati altri  morti a Zandobbio e, essendo un paese di nemmeno 3.000 abitanti, ci conosciamo tutti e sento una stretta al cuore quando odo le campane suonare annunciando un nuovo decesso.
Ormai ho conosciuto il 95% delle persone che sono sepolte nel cimitero e la mia memoria fotografica mi ricorda episodi riguardanti quelle persone. 
Quando mi reco a prendere il pane da Gianna, passo davanti alla casa di Giancarlo Patelli e sento un po' di tristezza nel non vederlo più affacciato sulla sua terrazza, per scambiare con lui, tifosissimo dell'Inter, notizie di calcio.
E quando mi incammino per la strada di Grena, passo davanti alla casa di Bepo Ottarda e anche lui non lo vedo più affacciato che mi saluta. E come non ricordare Giancarlo Mazzola, appassionato di fotografia, che ha lasciato un quantità di vecchie foto, che la sorella Angiola mi permette di pubblicare sul blog? E Andreina Bena, sempre sorridente e pronta alla battuta, prima che il male prendesse il sopravvento? E Pasqualino Mutti, che, preso da pietà, innaffiava  tanti fiori delle tombe? Un po' di nostalgia mi prende e penso a mia madre Angela e a mio padre Paolo, che hanno dovuto affrontare i problemi della vita subito dall'adolescenza, come la quasi totalità degli altri zandobbiesi di quel periodo. 
Passando alla situazione mondiale, purtroppo la violenza non è diminuita, ma anzi è aumentata con la guerra in Palestina. E la guerra in Ucraina continua.
E' terrificante vedere in tv le macerie dei tanti palazzi, che anni di pace avevano costruito, mentre sono bastati pochi attimi per farli saltare in aria con i missili.
E la marea di persone che fuggono? E' pazzesco. Sta succedendo  il contrario di quello che ha predicato Gesù.
Di certo non lasceremo ai nostri nipoti un mondo migliore di quello che noi abbiamo ereditato.
Ma bando alle notizie tristi anche il 2023 mi ha riservato delle piacevoli sorprese.
La prima di tutte che mi sto difendendo bene dal mio nemico.
Poi la bella avventura di Perugia, dove la nostra squadra COLLETTIVO CONFUSIONE si è laureata CAMPIONE D'ITALIA CSI calcio a 5.
Concludendo, l'appagante gita nella TUSCIA organizzata dalla nostra biblioteca, forse la migliore a cui ho partecipato. 
Brava Franca come responsabile e brava anche ad aver creato  whatsapp GRUPPO GITE BIBLIOTECA.
Cosa mi auguro per il 2024? 
Niente. Spero solo che il Signore mi dia la forza necessaria per affrontare i problemi che mi si presenteranno.
Termino, come sono solito fare, con una frase, in questo caso detta da MARIE CURIE:

Niente nella vita va temuto, dev'essere solamente compreso.

Alla prossima.
                            SERGIO

P.S. Questo non sarà l'ultimo post del 2023.
L'ultimo sarà il post "VIVERE INSIEME.  Gaza e il lupo". Spero che le parole di GIANCARLO BREGANTINI Arcivescovo di Campobasso-Bojano  siamo di buon auspicio per il 2024.
                 



venerdì 29 dicembre 2023

ALIMENTI. Mangiare uova con gli antibiotici

 

FONTE: https://www.issalute.it/ sito sviluppato e gestito dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS).


Non posso mangiare uova perché sto prendendo gli antibiotici?           FALSO     

Non è vero che quando si fa una cura  di antibiotici non si può mangiare l'uovo! E' vero solo quando si assumono antibiotici sulfamidici.


Molte persone ritengono che  non si possano mangiare uova mentre  si fa una cura antibiotica. Secondo questa falsa credenza l'uovo annullerebbe l'azione del farmaco e affaticherebbe il fegato. E' una falsa credenza!

Non esiste  alcuna evidenza  scientifica che assumere contemporaneamente gli antibiotici e le uova  sia dannosa o renda la cura poco efficace; le uova si possono mangiare anche quando si fa una cura con antibiotici, salvo allergie e attenzioni prescritte dal medico che non dipendono dal fatto che si stiano assumendo antibiotici. Solo nel caso di cura a base di sulfamidici, antibiotici sintetici ad azione antibatterica che agiscono su un'ampia gamma di batteri, può essere consigliabile non consumare le uova. Infatti alcuni componenti dell'uovo si possono legare ai sulfamidici  nell'intestino, limitando  il loro assorbimento e influenzandone l'attività. Sarà comunque  il medico al  momento della prescrizione del farmaco a dare le indicazioni della modalità di assunzione.

L'origine di questa falsa credenza deriva probabilmente dal fatto che la produzione degli antibiotici, agli inizi, veniva compiuta utilizzando l'albumina, una proteina che deriva dall'uovo. Si pensava quindi  che mangiare  uova potesse, in qualche modo, interferire con l'efficacia degli antibiotici.

Ora la produzione degli antibiotici è su scala industriale e il principio attivo viene creato con una sintesi chimica o con metodi di coltura sperimentale quindi, anche se vi fossero state interazioni in passato, non ci sono problemi a consumare uova durante la terapia antibiotica.

sabato 23 dicembre 2023

SERGIO. Buon Natale

 




Buon Natale, non dimenticando tutte le persone che soffrono nel mondo. L'anno scorso avevo fatto lo stesso augurio dicendo che si erano aggiunti gli Ucraini, vittime della guerra. La situazione mondiale si è ulteriormente aggravata con la guerra scoppiata in Palestina.

Ho ricevuto questa preghiera da un'amica e la pubblico con tanta speranza



Come lo scorso anno vi chiedo  di fare una piccola donazione, anche di soli 10 E, alla scuola intestata a p. Simone  Vavassori a Bukavu nella Rep. Dem. del Congo.


     BUON   NATALE