lunedì 17 ottobre 2022

SERGIO. Racconti. La coppia di Cenate Sotto

 



Sto per partire e Cortina d'Ampezzo, la perla delle Dolomiti, non l'ho vista per niente. Qui ci saranno le Olimpiadi invernali del 2026 e questa casa per ferie si riempirà senza dubbio.
Ogni volta che parto da un luogo lontano da Zandobbio penso che probabilmente sarà l'ultima volta che transito da quelle parti. 
A dicembre saranno 73 anni e c'è poco spazio per le ripetizioni. Il mio "amico" cosa mi permetterà di fare? Non ci penso. C'è qualche compagno di malattia che ha letto tutti i libri sul Parkinson, ma io non voglio sapere e vivo giorno per giorno, credendo che Dio, attraverso il mio angelo custode,  mi aiuterà.
La mia Fede è labile. Se Gesù ritornasse sulla terra sarei anch'io come Tommaso o peggio.
Non credo ai sofismi della Chiesa Cattolica, ma credo sicuramente alle parole di Gesù e cerco di metterle in pratica, anche se  cado spesso. Però mi rialzo!  Basta ragionamenti! Mi aspettano 5 passi.
Avvio Bettina e il cielo, come ogni mattina, è pieno di nuvole minacciose, che poi scompariranno.
Transito sul Falzarego e il Fedaia in compagnia di altri motociclisti tedeschi. Vedo anche alcuni ciclisti che arrivano all'inizio dei passi con l'auto e poi affrontano le durissime salite con il loro cavallo d'acciaio. Anche alcune donne. Eroici.
Arrivo a Canazei, bel paese molto affollato.
Devio a destra e inizio la salita che mi porterà ai  2.239 m del passo Pordoi.
Quest'estate Gabriele, Marzia e le dolci fanciulle erano in vacanza da queste parti e sono saliti con la funivia al Sass Pordoi. Mi hanno detto che lo spettacolo delle Dolomiti a quasi 3.000 m è fantastico e quindi anch'io desidero andarci, nonostante i 25 € del biglietto.
Verso le 11 arrivo al passo, che è quasi deserto. Parcheggio Bettina, controllo se c'è perdita d'olio: niente.
La funivia è in funzione, ma il Sass Pordoi è avvolto nella nebbia. Sto pensando se ne vale la pena arrischiare i 25 €,  quando sento una coppia che sta parlando e l'inflezione è decisamente bergamasca.
Mi avvicino e chiedo da dove vengono. Da Bergamo, mi rispondono. Anch'io, replico. Noi da Cenate Sotto e tu? Da Zandobbio, rispondo.
E così cominciamo a fraternizzare.
Anche loro hanno lo stesso dilemma: salgo o non salgo? Questo è il problema.
Ma ecco che la funivia espone il cartello di chiusura dell'impianto. Il problema è risolto.
Mi dicono che alloggiano a Colfosco, paese dove  sono diretto per fermarmi per la notte.
Mi rivelano il nome dell'albergo, ci salutiamo, augurandoci di vederci a Colfosco.
Mi aspettano ancora il Sella e il Gardena.
Giungo a Colfosco verso le 16 e mi fermo all'albergo indicatomi da Elvezio e Patrizia, i due cenatesi.
C'è posto per la notte e quindi prenoto una stanza. Salgo in camera a fare la solita doccia e la consueta telefonata. Poi scendo e vado a gironzolare per il paese e a scattare delle foto. Tutto in ordine, pulizia, aiuole curate: le solite cose di questi paesi.
Noi li chiamiamo "crucchi", ma dobbiamo imparare molto dalla loro cura della natura. Tanto di cappello.  Molto differenti da quel tizio di Zandobbio, che passa in auto e getta sistematicamente il pacchetto vuoto di sigarette.
Rientro il albergo per la cena e trovo i due amici cenatesi già  a tavola. Ceno anch'io al posto assegnatomi e poi mi siedo al loro tavolo e discorriamo delle conoscenze comuni che abbiamo. Arriva il momento di salire in camera.
Alla mattina a colazione li incontro di nuovo. Anche loro sono in partenza per tornare a casa.
Ci salutiamo promettendoci di rincontrarci dalle nostre parti.




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