FONTE: "MISSIONARI SAVERIANI 2016 febbraio n.2".
Articolo di DIEGO PIOVANI.
Se il corpo è un giocattolo
Maschio, adulto, malato di HIV e con la follia di adescare giovani (di ambo i sessi) per consumare rapporti intimi in cambio di qualche mancia. Eccola la notizia che sta sconvolgendo una provincia del nord Italia e mandando letteralmente in tilt famiglie intere. Al di là dell'opinione che si può avere su questo tale, colpevole di un gesto così abominevole, i piani di lettura sono due. La speranza principale è che nessuno dei numerosi giovanissimi coinvolti non abbia contratto il virus che li rovinerebbe per sempre. In secondo luogo, c'è da chiedersi: perché succede tutto questo? Conosciamo davvero i nostri figli/fratelli?
Si è scoperto un vaso di pandora, non solo per i numeri, ma per le implicazioni psicologiche che questi atti comportano. Ci sono adolescenti e giovani che per poche decine d'euro svendono il proprio corpo, senza preoccuparsi troppo... Lo scopo è avere soldi in mano per ricariche dei cellulari, piccole spese e acquisti. Non voglio scomodare psicologi e psichiatri che avranno già il loro bel daffare per recuperare i protagonisti e le vittime di questo scempio. Ma mi chiedo: chi pensa ai loro genitori? Non parliamo di ragazzi di strada, non siamo in America Latina, in qualche degradata periferia di Rio de Janeiro o Buenos Aires. Non è nemmeno Scampia o il grande raccordo anulare; qui siamo nel benestante nordest, quello della fabbrichetta, che guarda alla Svizzera come modello e a cui si ispira per tanti aspetti. In questo contesto hanno vissuto genitori e famiglie normali, spesso ignari e, fatemelo dire, in molti casi sorpresi dai propri figli oltre modo. Questi genitori, ora, forse staranno morendo di rimorsi e si chiederanno in cosa hanno sbagliato. Ma è possibile avere un controllo totale su chi ci cresce vicino? Sono così al passo con i tempi questi genitori? Trascorrono un po' di tempo con i propri figli, anche solo per parlare?
In un'intervista, un procuratore dei minori denuncia la facilità con cui circola materiale pedopornografico tra i giovani, ma anche atti di bullismo contro chi è più debole. Spesso, di fronte ad eventi di questa portata genitori e insegnanti non sanno come muoversi. Ragazzine inviano fotografie che le riguardano al fidanzatino del momento o a un amico. Poi queste immagini, attraverso whatsapp, fanno il giro di mezza Italia. Oggi è così facile fare clic con un telefonino... Non c'è consapevolezza del danno che si può fare, oltre al fatto che si commette un reato. L'esempio da seguire spesso arriva dai mass media e così ragazzine (e ragazzini) pensano di usare il proprio corpo per avere i soldi per la discoteca o lo shopping. Eppure, accanto a situazioni difficili, ci sono tanti giovani che fanno volontariato, aiutano compagni di classe in difficoltà, fanno sport e non usano droghe. I giovani normali, insomma, esistono. Peccato emergano poco nelle cronache di ogni giorno; solo in qualche rubrica dopo mezzanotte.
Un esempio di amore immenso di genitori verso i figli arriva dalla stessa provincia. Al pronto soccorso di un ospedale arriva una ragazza coinvolta in una rissa. E' alterata da uso di sostanze stupefacenti. Si chiama Lucia, ma in realtà vorrebbe chiamarsi Luca, perché lei si sente uomo e vuole diventarlo. I genitori, avvertiti dell'episodio, arrivano in ospedale. Spiegano ai medici di turno di conoscere bene le difficoltà di Lucia e di averla già inserita in una comunità per il recupero di tossicodipendenti. Lo faranno anche questa volta. Ma la dolcezza di quei genitori colpisce tutti per la comprensione dimostrata verso i problemi di identità sessuale della figlia. Quell'amore è stato più forte di uno shock, di una sofferenza, di uno sconvolgimento. Quell'amore lo auguriamo a tutti i genitori del mondo.
In un'intervista, un procuratore dei minori denuncia la facilità con cui circola materiale pedopornografico tra i giovani, ma anche atti di bullismo contro chi è più debole. Spesso, di fronte ad eventi di questa portata genitori e insegnanti non sanno come muoversi. Ragazzine inviano fotografie che le riguardano al fidanzatino del momento o a un amico. Poi queste immagini, attraverso whatsapp, fanno il giro di mezza Italia. Oggi è così facile fare clic con un telefonino... Non c'è consapevolezza del danno che si può fare, oltre al fatto che si commette un reato. L'esempio da seguire spesso arriva dai mass media e così ragazzine (e ragazzini) pensano di usare il proprio corpo per avere i soldi per la discoteca o lo shopping. Eppure, accanto a situazioni difficili, ci sono tanti giovani che fanno volontariato, aiutano compagni di classe in difficoltà, fanno sport e non usano droghe. I giovani normali, insomma, esistono. Peccato emergano poco nelle cronache di ogni giorno; solo in qualche rubrica dopo mezzanotte.
Un esempio di amore immenso di genitori verso i figli arriva dalla stessa provincia. Al pronto soccorso di un ospedale arriva una ragazza coinvolta in una rissa. E' alterata da uso di sostanze stupefacenti. Si chiama Lucia, ma in realtà vorrebbe chiamarsi Luca, perché lei si sente uomo e vuole diventarlo. I genitori, avvertiti dell'episodio, arrivano in ospedale. Spiegano ai medici di turno di conoscere bene le difficoltà di Lucia e di averla già inserita in una comunità per il recupero di tossicodipendenti. Lo faranno anche questa volta. Ma la dolcezza di quei genitori colpisce tutti per la comprensione dimostrata verso i problemi di identità sessuale della figlia. Quell'amore è stato più forte di uno shock, di una sofferenza, di uno sconvolgimento. Quell'amore lo auguriamo a tutti i genitori del mondo.
Nessun commento:
Non sono consentiti nuovi commenti.