FONTE: "la Repubblica TUTTO MILANO & LOMBARDIA" del 30/03/18.
Articolo "PIANTE SELVATICHE BONTA' E SALUTE A PORTATA DI PRATO" di ETTORE LIVINI.
Il fruttivendolo più vicino? E' nel prato. O nel bosco. O anche al bordo di un sentiero di campagna.
Non ha vetrina, è senza scaffali e cassa. Ma la qualità è ottima, la convenienza garantita (è tutto gratis), la verdura è al 100 per cento biologica e a chilometro zero.
A patto, naturalmente, di essere disposti a uscire di casa e andarsela a cercare nel verde da soli.
Sul fronte della varietà del menu, c'è solo l'imbarazzo della scelta. La natura ci prepara ogni primavera una lista di piante selvatiche commestibili più lunga di una coda alle poste.
In queste settimane stanno spuntando le asprelle (per i tecnici Cichorium intybus) perfette se fritte con pancetta e aceto.
Poi arriverà il bruscandolo (alias il luppolo o l'asparagina) capace di trasformare un'anonima frittata in un manicaretto da MasterChef.
A ruota seguiranno i fiori di robinia da friggere - una cosa da veri buongustai - l'ortica con il suo carico pesante di vitamina C, ideale per risotto o gnocchi.
Altro che la nouvelle cuisine, con le sue microporzioni e con la sua fastidiosa dittatura dell'estetica alimentare.
Il look, per fortuna non è tutto.
I germogli di rovo, per dire, sono una delizia in insalata.
La borraggine fa la sua bella figura nei tortelli o in insalata e porta con sé - che non guasta - grandi virtù antiossidanti e antinfiammatorie.
Come il tarassaco, o dente di leone, buono e sano, con un soprannome - "piscialetto" - che descrive meglio di mille bugiardini come mai dall'epoca dei romani è uno dei cibi-medicinali preferiti dai dottori.
Il confine tra piacere e salute, nel caso della verdura "selvatica" è molto sottile.
Sambuco - chiamato nelle tradizioni germaniche "la farmacia degli dei" - e finocchietto selvatico (buoni entrambi anche per fare ottimi liquori) hanno straordinari effetti depurativi.
La malva e le sue mucillagini sono un toccasana per l'intestino.
Come la semplicissima margherita pratolina ("bellis perennis" il magnifico nome scientifico), deliziosa in insalata e ideale per ipertesi.
Come imparare a riconoscere questi tesori naturali?
Una risposta prova a darla il Parco Oglio Nord che dal 27 marzo al 14 aprile organizza a Torre Pallavicina un corso sulle piante selvatiche commestibili. Prezzo popolare, 20 euro, per tre incontri serali (dalle 20,30 alle 22,30) nella casa del parco, in via della Madonna di Loreto 1, più un'uscita pratica in campo per domenica 14 aprile.
Come imparare a riconoscere questi tesori naturali?
Una risposta prova a darla il Parco Oglio Nord che dal 27 marzo al 14 aprile organizza a Torre Pallavicina un corso sulle piante selvatiche commestibili. Prezzo popolare, 20 euro, per tre incontri serali (dalle 20,30 alle 22,30) nella casa del parco, in via della Madonna di Loreto 1, più un'uscita pratica in campo per domenica 14 aprile.
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