mercoledì 20 maggio 2020

DON CAMILLO. I tempi del calore umano




FONTE: Avvisi settimanali della parrocchia di Albegno.

I TEMPI DEL CALORE UMANO

Avevo 3 anni quando andammo ad abitare in una casetta costruita all'insegna del risparmio in una zona di campagna nella periferia del paese. Vi andammo in autunno.
Non c'era ancora l'impianto elettrico; alla sera ci faceva luce una lampada a petrolio. Una vecchia stufa a legna, piazzata in cucina, scaldava come poteva anche le altre stanze che restavano con le porte perennemente spalancate come il becco di quei passerotti appena nati che aspettano il verme dalla mamma.
Per fare il bucato la mamma si caricava una stanga sulle spalle con appoggiati a cavalcioni i panni, e scendeva al torrente Guerna in località "Fosio" (1 Km di strada a piedi) anche d'inverno, e prendeva con sè anche noi marmocchi (mia sorella di 5 anni e io di 3  - l'altra mia sorella nascerà 2 anni dopo, in tempi più favorevoli). Per ripararci dal freddo le stavamo stretti addosso, e lei ci copriva  on lo scialle (la gaetana) che le scendeva dalle spalle fino alle ginocchia.
Quei tempi, certamente di grandi sacrifici per mia mamma come per chissà quante altre mamme, mi sono sempre rimasti dentro paradossalmente come esperienza capace ancora oggi di tanta nostalgia, perché mi hanno fatto gustare il calore umano che il rigore di nessun inverno è mai riuscito a soffocare.

SCUDO DI MAMMA
(dedicata a mia mamma)

Ti guardo con occhi bambini
accovacciato curioso ai tuoi piedi
mentre sferruzzi i calzini
come fata che a tutto provvedi.

Ti accompagno e mi tieni per mano,
in spalla hai una stanga coi panni;
accanto a te come un nano
i miei passi sono somma di affanni.

E' lunga e sconnessa la strada
che porta al fiume là in valle;
non c'è fontana in contrada,
ti devi caricare le spalle.

L'aria quest'oggi è pungente
ma non badi al rigor dell'inverno;
mi proteggi dal gelo inclemente
con il tuo calore materno.

E quando alla sera assonnato
la stanchezza produce il suo effetto,
mi sollevi con tocco garbato
e mi adagi nel mio soffice letto.

Ma per te ancora non è tardi:
al lume di lampada incerta,
mentre vegli il mio sonno e mi guardi,
sferruzzi per me una coperta.

                                        don Camillo

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