mercoledì 13 maggio 2020

CORONAVIRUS. La bilancia


FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 24/04/20.
Articolo: "Anche la bilancia è andata in quarantena" di LAURA LAURENZI.


Che il divieto di uscire di casa vada utilizzato come "opportunità di bellezza  e di salute" mi pare un po' eccessivo. Non che l'idea sia sbagliata, sono le circostanze a non essere le più favorevoli. E' un ritornello. Siete prigionieri in casa? Non sapete come passare il tempo? Dedicatevi a voi stessi, fatevi un bello scrub artigianale, tirate fuori dalla cantina la vecchia cyclette, rispolverate il tappetino yoga. Ma soprattutto mangiate sano, mangiate poco, occhio ai chili in più, di questo passo si rischia di aumentare una taglia al mese. Lo sappiamo. Ma che stress.
Categorico: meno zuccheri e no a spuntini incontrollati, no a snack dolci e salati, no all'aperitivo con tartine, non andate a fare la spesa a stomaco vuoto, se possibile non portate i bambini con voi al supermercato (a chi li lascio?).
Un elenco di consigli tutti molto ben circostanziati viene addirittura dall'Istituto Superiore di Sanità, che li ha concentrati in una scheda apposita in cui si invitano gli italiani a riequilibrare i pasti facendo colazioni più abbondanti e cene più leggere, "abitudine che può aiutare  a ingrassare meno e  a dormire meglio", sottolineano gli esperti.
I nutrizionisti continuano a consigliare la quinoa al posto del rigatone e la cicoria bollita invece delle patate fritte dimenticando che il cibo è da sempre un rifugio consolatorio, un ansiolitico, una via di fuga, un anestetico e che fame reale e fame nervosa in certi casi coincidono, figurati se uno ce la fa a mettersi a dieta in una situazione come quella che stiamo vivendo. Tanto più che quest'anno la famosa prova costume probabilmente salta.
La verità è che il peso è un tabù: da un sondaggio condotto da MioDottore, piattaforma specializzata nella prenotazione online di visite mediche, risulta che il 35 per cento degli interpellati, uno su tre, ha - sì - mutato le proprie abitudini alimentari, però in peggio. E il 47,5 per cento degli italiani il coraggio di salire sulla bilancia non ce l'ha più.

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