IL DISEGNO RAPPRESENTA SOLA LA RUBRICA
FONTE: "il venerdì di Repubblica" del 14/4/23.
Articolo: "Mamme-bambine il primato della Sicilia" di GIADA LA PORTA.
IN ITALIA DIMINUISCONO, MA AL SUD RESTA UN FENOMENO ALLARMANTE. "DIETRO C'E' SOPRATTUTTO LA BASSA SCOLARITA'". E UN ALTRO DATO PESA : LA DEBOLEZZA DEI CONSULTORI ABBANDONATI A SE STESSI.
Le bambine diventate mamme perdono la possibilità di costruire la loro identità di donne libere.
Ogni anno in Italia partoriscono quattromila adolescenti. Molte abbandonano la scuola e le uscite con gli amici, trasformandosi in piccole donne con creature in grembo senza essere mai daVVero cresciute.
Nel 2021 sono nati 3.988 bambini da ragazze diventate madri tra i 12 e i 19 anni secondo i dati più recenti dell'Istat. Nel 2020 erano 4.525: diminuiscono, dunque, e questa è già una notizia importante.
"Il dato decisivo nel procrastinare la prima gravidanza è la scolarità. Più una bambina è istruita, più sarà una donna libera" dice Elisabetta Canitano, ginecologa e presidente dell'associazione Vita di donna Onlus, che a Roma fornisce consigli e supporto in forma gratuita, "perché la salute non è ancora un diritto di tutte".
La Sicilia detiene il primato italiano di gravidanze precoci con 949 bambini nati da under 20; seguono la Campania, con 695 neonati, e la Lombardia (con 441). Nel Lazio si contano 232 baby mamme.
"Ho lavorato in periferie disagiate come Ostia e ho visto bambine tolte da scuola per guardare i figli delle sorelle" racconta Canitano. "Così il fenomeno si reitera, il contatto con la scuola è fondamentale per autodeterminarsi. Queste ragazze perdono il diritto ad una vita individuale. Vengono divorate da una vita inconscia, collettiva, che è una punizione":
Manca, nelle giovani che divengono precocemente madri, lo spazio culturale in cui proiettarsi.
"Le ragazze che hanno livelli di scolarizzazione inferiore hanno una possibilità cinque volte maggiore di rimanere incinte" dice Luisa Barbaro, ginecologa, sessuologa e oncologa sicialiana.
"Le ragazze che hanno livelli di scolarizzazione inferiore hanno una possibilità cinque volte maggiore di rimanere incinte" dice Luisa Barbaro, ginecologa, sessuologa e oncologa sicialiana.
"Influiscono anche il basso reddito delle famiglie e la mancanza di un'educazione sessuale in classe che andrebbe fatta già dalla primaria".
Molto spesso l'incontro con l'altro sesso viene visto come un'emancipazione dalla famiglia di provenienza, destrutturata e instabile. Le ragazze non sanno che c'è un'alternativa al paese in cui sono nate, dove hanno già visto altre bambine scappare via di casa in piena notte, libere, e tornare madri.
Ma come si possono aiutare?
"Prevenzione a scuola, consultori con un équipe multidisciplinare e sportelli per gli adolescenti" osserva la dottoressa Barbaro.
"I consultori però stanno attraversando un momento difficile perché non sono più supportati politicamente", né economicamente.
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