FONTE: Notiziario parrocchiale settimanale di ALBEGNO e dintorni.
PERIZIA MATERNA
Sempre più spesso mi ritrovo a pensare a mia mamma, e lo faccio con un'emozione crescente e una fantasia che in modo spontaneo arriva a idealizzare il ricordo. Magari se l'avessi fatto quando lei, furtiva, si aspettava un sorriso, una carezza, un bacio...
Ma allora, troppo giovane e troppo in fretta per le mille cose che mi premevano, non avevo occhi per questa delicatezza.
Ora, invece, che le tante cose ho imparato a metterle in fila, i ricordi affiorano, e anche i più semplici mi gonfiano il cuore.
Ricordi di fatti semplici tanto da sembrare banali, come quello che si ripeteva di frequente quando andavo a scuola.
Ci andavo a piedi, da solo, e lungo la strada (più di un chilometro) guardavo per terra in cerca di noccioli di pesca o di prugna o di albicocche.
Nemmeno lontanamente pensavo alle questioni igieniche. Unica ambizione era quella di portare alla mamma più noccioli possibili, perché lei li potesse trasformare in un delizioso croccante, uno dei pochi dolci possibili per bambini abituati a vivere nelle ristrettezze economiche.
La soddisfazione della mamma quando le portavo una bella quantità di noccioli, mi incoraggiava a raccoglierne sempre di più: spaccavo il guscio con un sasso, ne estraevo la mandorla e, riempita la ciotola, la portavo con orgoglio alla mamma che, con pochi ingredienti, operava il miracolo.
Eravamo tre bambini piccoli: la prima di dieci anni, io di otto e la più piccola di tre . Il papà lavorava come muratore a Milano: partiva il lunedì mattina e tornava al sabato sera.
La mamma era sola per tutta la settimana con noi tre, sempre impegnata a cercare il modo di non deludere troppo le nostre richieste alimentate da quanto vedevamo nei nostri coetanei e comunemente un po' più agiati.
Con poco riusciva a farci contenti e nello stesso tempo a coinvolgerci in una specie di complicità.
Paradossalmente tutto questo mi affascina e lo considero un tempo fortunato per me.
Non ho mai avuto nella mia infanzia le soddisfazioni infantili di certi miei coetanei, ma mi rendo conto adesso di aver avuto molto di più: le magie di una mamma che sapeva trasformare lo scarto in novità.
don Camillo
PERIZIA MATERNA
Mi ricordo quand'ero bambino
percorrevo la strada maestra
per recarmi a scuola al mattino
con la mamma che stava alla finestra.
Camminavo con lo sguardo per terra
per cercare noccioli di frutta.
Da poco era finita la guerra,
nell'Italia affamata e distrutta.
Erano noccioli di prugne o di pesca
e quelli delle albicocche:
insieme in una specie di tresca
per soddisfare i palati e le bocche.
Non guanti per protegger le mani
né paure inculcate da igiene;
pensavo a quale festa domani
con misure abbondanti e strapiene.
Con un sasso rompevo quel guscio
mentre mamma incuriosita guardava
aspettando sulla soglia dell'uscio
i noccioli che lei poi lavava.
Infine con grande perizia,
le cuoceva con con zucchero ed olio
per farne una croccante delizia:
per noi poveri amorevole imbroglio.
don Camillo
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