mercoledì 22 aprile 2020

CORONAVIRUS. Bambini e ragazzi


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" aprile 2020.
Articolo: "Coronavirus: non dimentichiamo bambini e ragazzi" di ROBERTA VILLA.

Il lungo periodo di isolamento dovuto alla chiusura delle scuole e alla necessità di restare a casa può lasciare il segno. Aiutiamoli.
La crisi sanitaria globale dovuta alla pandemia da coronavirus lascerà il segno sulle famiglie, la società, i sistemi sanitari, l'economia.
A pagare il prezzo più alto in termini di vite umane a breve termine sono gli anziani, ma in maniera meno acuta anche i più giovani potrebbero subire le conseguenze di questa emergenza, soprattutto a causa del lungo periodo di isolamento in casa.
Qualche genitore di adolescente all'inizio potrebbe essersi sentito sollevato di dover evitare un po' il braccio di ferro sulle uscite serali e gli orari di rientro, potrebbe perfino aver pensato che questa emergenza ha protetto i ragazzi anche dai pericoli che inevitabilmente affrontano stando fuori: incidenti stradali, alcol e droga, cattivi incontri.
Purtroppo, però, anche la situazione innaturale di restare settimane chiusi in casa non fa bene né al fisico né alla mente dei teenager e dei più piccoli.
Riferendosi ai bambini, un gruppo di pediatri ha scritto una lettera all'importante rivista medica britannica "The Lancet", mettendo in guardia decisori e genitori dalle conseguenze fisiche negative del pur necessario confinamento: ridotta attività fisica, ritmi sonno e veglia meno regolari, alimentazione disordinata, con spuntini a ogni ora per contrastare la noia e lo stress.
Ne usciranno meglio le famiglie in cui si è cercato di dare il buon esempio e si è mantenuto uno stile di vita sano, anche restando a casa.
Ma non per tutti è stato facile adeguarsi. Le attività scolastiche a distanza, con cui si cerca di contenere il danno della chiusura sull'apprendimento, possono essere un fattore che approfondisce le disuguaglianze sociali: una famiglia a basso reddito con più figli difficilmente potrà dotare ciascuno di loro di un computer per seguire le lezioni online. Tanto più alla luce dell'impatto sull'occupazione e sul reddito che si è abbattutto soprattutto sulle fasce più deboli della società.
La preoccupazione dei genitori per il presente e per il futuro inevitabilmente si riflette sui figli, accentuata dall'effetto dei discorsi e delle immagini che provengono dalla tv: ai più piccoli è bene spiegare che cosa succede, ma evitando di esporli a lungo a stimoli che aumentano la loro angoscia senza ragione.
Sono in agguato effetti non trascurabili di tutto questo sulla salute mentale, che non si esauriranno con la fine della quarantena: ansia, attacchi di panico, depressione e un maggior rischio, nei prossimi mesi, di disturbo post traumatico da stress.
La forzata convivenza può inoltre aver eccentuato i conflitti familiari, togliendo la valvola di sfogo assicurata dagli amici.
Secondo i pediatri cinesi, è importante ora più che mai cercare di garantire ai ragazzi comprensione, possibilità di dialogo, rispetto della loro individualità e, per quanto possibile, dei loro spazi.
Di quello che hanno passato anche i ragazzi, i cui bisogni di socialità sono maggiori rispetto agli adulti, passata l'emergenza, si dovrà tenere conto. 
Anche quando si dovrà ricominciare a spingere sull'acceleratore per rimettersi in pari con il programma e procedere con verifiche e interrogazioni, ci vorrà da parte di tutti un po' di comprensione.

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