martedì 16 settembre 2025

SCUOLA. Il registro elettronico

 

FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" settembre 2025.
Articolo: "Registri elettronici e alleanze educative" di DANIELE NOVARA.

Il registro elettronico è divenuto uno strumento di malessere che, invece di rivolgersi agli alunni, finisce con il comunicare ai genitori, producendo forme di accanimento familiare che non portano a niente di positivo. Sono ben altre le alleanze educative con la famiglia, oggi indispensabili.


Riparte l'anno scolastico.
Carico di speranze, ma anche di apprensione, se non di paura.
Tanti genitori (e alunni) si chiedono: "Ce la farà? (Ce la farò?) Troverò insegnanti in grado di aiutarlo/a (o di aiutarmi) in questo percorso così importante?".
Fatto salvo che sono tantissimi gli insegnanti che ci mettono davvero coraggio, intraprendenza e motivazione e che creano con alunni e famiglie un rapporto generativo, maieutico, da pedagogista trovo piuttosto imbarazzante ritrovarmi ogni anno a fare i conti con  le pratiche inerziali più moleste: la campanella, i compiti a casa, la disposizione frontale dei banchi, le interrogazioni, le crocette sulle risposte esatte, la media dei voti piuttosto che il riconoscimento dei progressi dell'alunno, i compiti in classe...
La storia  della pedagogia, viceversa, è ricca di opportunità: i materiali del metodo montessoriano, l'attivismo, il lavoro di gruppo, il mutuo insegnamento.
Anche il mio metodo, basato su situazioni stimolo e laboratori maieutici, costituisce  un contributo a una scuola dove gli alunni, anzitutto, lavorano in modo attivo invece di ascoltare quasi unicamente gli insegnanti.
Intanto proviamo, per quest'anno scolastico, a chiedere piccoli cambiamenti che permettano di star meglio.
Un indubbio elemento di malessere, introdotto da una decina di anni  - non si sa  come e non si sa perché, e inventato da non si sa chi - , è il registro elettronico, uno strumento che, invece di rivolgersi direttamente agli alunni, finisce con il comunicare ai genitori.
In studio mi arriva una coppia in difficoltà con il figlio sempre più ritirato dagli impegni scolastici. E' mattina, mi dicono: "Oggi aveva un'interrogazione. Che cosa dice se andiamo a vedere  sul registro elettronico com'è andata e che voto ha preso?".
Resto allibito: " Non mi sembra il caso. A scuola vanno gli alunni, sono loro che devono seguire e monitorare il proprio percorso di apprendimento".
Il registro elettronico produce una forma di accanimento familiare che non porta a niente di positivo. Spero che si torni a un atteggiamento di alleanza educativa con i genitori, che non consiste in un doppio controllo sulla frequenza scolastica dei figli, ma che può essere solo una costruzione di impegni diversificati.
Non so quante volte mi sono trovato a dire  agli insegnanti e ai genitori di assicurarsi che gli  alunni arrivino a scuola con un monte orario di sonno  adeguato. Non si può  permettere che un bambino di prima elementare dorma solo otto ore, o che uno studente di prima superiore dorma solo sei ore perché ha passato la notte sui videoschermi.
E' questa individuazione di compiti che vanno a caratterizzare e a distinguere il ruolo della famiglia rispetto a quello puramente scolastico che potrebbe permetterci di avere a scuola  alunni che hanno dormito, che non solo imbambolati, che non hanno passato la giornata catatonici davanti a PlayStation, videogiochi e smartphone. Alunni che al mattino hanno vissuto la colazione come un momento di partenza, anche metabolica, e che soprattutto hanno trascorso la giornata in un ambiente ricco di opportunità e di incontri con i propri compagni, piuttosto che isolati in una cameretta davanti a dispositivi digitali.
L'insistenza sul registro elettronico ci sta portando verso un'artificiosità scolastica, dove l'eccesso di controllo verso gli alunni non favorisce né la motivazione né il successo.

 


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