giovedì 14 gennaio 2021

CORONAVIRUS. Il sonno durante la pandemia

 

FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" novembre 2020.
Articolo: "La pandemia fa dormire male" di ROBERTA VILLA.


Tra gli effetti della pandemia sulla vita delle famiglie, c'è uno sconvolgimento della routine.
Se prima c'era un orario in cui suonava la sveglia, uno per andare a scuola, per i pasti, per gli sport, per altre attività e, soprattutto, per andare a dormire, ora tutto sembra più elastico.
Nei giorni in  cui fanno didattica a distanza, i ragazzi possono restare a letto un po' di più, alcuni allenamenti non sono ripresi, le occasioni per uscire si sono ridotte, e questo anche su pressione di genitori e parenti, preoccupati del possibile ruolo degli adolescenti nel diffondere il contagio. Proprio gli strumenti da cui fino a qualche mese fa cercavamo di staccare i loro occhi (computer, tablet, smartphone) sono diventati per necessità la loro principale finestra sul mondo, il modo prevalente per relazionarsi con amici e parenti, ma anche per fare scuola, oltre che per trovare svago.
Di tutto questo soffre la quantità, e soprattutto la qualità, del sonno. La questione riguarda anche gli adulti, ed è stata indagata nei mesi passati da diversi studi: due, pubblicati su "Current Biology", riferiti  al periodo di chiusure più rigorose, hanno osservato una minor differenza tra le ore di sonno nei giorni feriali e festivi, il cosidetto social shift, con un leggero aumento del tempo totale medio di sonno settimanale, più marcato quando si è indagato il cambiamento di abitudini degli studenti universitari.
Alla maggior quantità di sonno sembra però essersi associato un peggioramento della qualità: una ricerca condotta al San Raffaele di Milano ha riscontrato un allungamento del tempo necessario per addormentarsi e svegliarsi, insieme a un incremento dei sintomi di ansia e depressione, sia durante, sia dopo il lockdown.
A tutto questo hanno contribuito anche i titoli allarmanti dei giornali e le immagini inquietanti trasmesse 24 ore su 24 dalla televisione, che hanno tolto il sonno soprattutto alle persone più sensibili e fragili, e in particolare ad anziani e bambini.
Come tornare alla normalità, almeno da questo punto di vista, adattandoci a una routine diversa, in cui si sta di più a casa?
Tre pediatre dell'Università di Gainesville, in Florida, hanno provato a dare qualche consiglio ai genitori di bambini e adolescenti dalle pagine di "JAMA Pediatrics". Bisogna stabilire nuovi orari, che alternino le diverse fasi della giornata, tra cui, nel rispetto delle misure di sicurezza, un tempo di attività all'aria aperta.
Se con i più piccoli è bene cercare di tornare ad anticipare, dieci minuti per volta, l'orario in cui si fila a letto, con i più grandicelli questo orario va in qualche modo negoziato, sempre con l'obiettivo però di spostarlo così da adeguarsi alle ore di sonno raccomandate alle diverse età (9-12 ore fino a 12 anni, 8-10 fino ai 18).
Per dormire bene, poi, niente luce dalle finestre (ma sì a una lucina in camera per i più piccoli che hanno paura del buio); aspettare ad andare a letto almeno un'ora dopo cena, senza spuntini in mezzo; mantenere la camera fresca; evitare le bevande contenenti caffeina. E, infine, il consiglio più difficile ma anche il più importante: spegnere tutti i dispositivi elettronici e lasciarli fuori dalla stanza, almeno un'ora prima di dormire. Meglio leggere un bel libro.


Nessun commento: