giovedì 4 gennaio 2018

FAMIGLIA. Emergenza lettone


FONTE: "Messaggero di sant'Antonio" di ottobre 2017.
Articolo "Emergenza lettone" di DANIELE NOVARA, pedagogista.

L'emergenza lettone continua a dominare nelle famiglie italiane.
In prima elementare almeno un bambino su due passa la notte nel talamo coniugale dei genitori, da subito o raggiungendoli durante la notte, oppure  dal mattino presto.
Sembra una cosa normale. Cosa c'è di così sbagliato a tenersi i pargoli addosso pure di notte?
Anche se sono grandi e hanno già compiuto 3 anni?
Addirittura a 7-8-9 anni, a a volte addirittura 12-13 anni?
Le motivazioni sono centinaia.
Si va dalla mamma manager, che vuole passare la notte con il suo cucciolo di 8 anni per recuperare il tempo perso, al genitore separato che sostituisce il coniuge con il figlio nel lettone.
A volte sono motivazioni più blande, tipo il sonno pesante, gli incubi notturni dei bambini, la gelosia dei nuovi nati, il figlio preferito al marito che russa.
Finisce comunque che i figli vengono coinvolti in un eccesso di promiscuità difficile da reggere sul piano emotivo. Confonde i piccoli e crea complicazioni a non finire.
In studio, quando i genitori mi raccontano di avere un problema con il loro bambino, nel 99 per cento dei casi il figlio è stato nel lettone troppo tempo.
Sarà un dato empirico, ma combacia con quello che ci insegna la psicoanalisi.
A partire dai 3 anni i figli vogliono "fidanzarsi" con i genitori e, per far questo, la strada più rapida è finire nella loro alcova, cercando di conquistarsi uno spazio dentro la promiscuità sessuale dei genitori.
Ha senso?
Meglio che i bambini stiano al loro posto, vivendo questa necessaria frustrazione come momento di crescita che permette di spostare i loro legittimi desideri sessuali alla fine dell'infanzia, evitando di proiettarli sui genitori stessi.
Con la frase magica "sei grande" i genitori riportano il giusto confine tra la vita degli adulti e quella dei figli.
Tenere i bambini grandi, a partire dai 3 anni, fuori dal lettone dei genitori è proprio il contrario della mancanza di affetto: la consapevolezza che crescere bene i figli necessita di scelte adeguate età per età, e queste spettano ai genitori.

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