Ripropongo questo post, pubblicato per la 1° volta il 23/01/15 nella rubrica VIVERE INSIEME, perché mi sembra sempre attuale assistendo a sante messe che durano 35-40 minuti con omelie di 5-7 minuti.
Una chiesa potrebbe essere affollata anche per la brevità della funzione.
Il 24 dicembre 2014 sul quotidiano "la Repubblica" è stato pubblicato un articolo firmato da Paolo Rodari, dove si parla delle dieci regole della corretta omelia secondo l'Evangelii Gaudium di Papa Francesco. Non sto ad elencarle tutte, ma solo alcune:
Non è una catechesi ma riprende quel dialogo che è già aperto tra il Signore e il suo popolo.
Deve essere predicata come una madre che parla al figlio.
Non deve essere puramente moralistica o indottrinante.
Prima di essere fatta occorre verificare se dentro di sé cresce l'amore per la Parola che si predica.
Deve essere fatta da chi sa porsi in ascolto del popolo.
Riporto altri passi del lungo articolo.
Non è una catechesi ma riprende quel dialogo che è già aperto tra il Signore e il suo popolo.
Deve essere predicata come una madre che parla al figlio.
Non deve essere puramente moralistica o indottrinante.
Prima di essere fatta occorre verificare se dentro di sé cresce l'amore per la Parola che si predica.
Deve essere fatta da chi sa porsi in ascolto del popolo.
Riporto altri passi del lungo articolo.
"Un direttorio omiletico" è stato redatto dalla Congregazione del Culto Divino con il benestare di Papa Francesco, che nella sua "Evangelii Gaudium" ha dedicato 18 pagine all'omelia.
"Sono molti i reclami in relazione a questo importante ministero e non possiamo chiudere le orecchie" scrive il Papa. Infatti l'omelia "è la pietra di paragone per valutare la vicinanza di un pastore con il suo popolo".
Molte volte le chiese sono vuote, anche perché spesso i sacerdoti non curano l'omelia.
Eppure i grandi profeti come Mosè, Giosuè ed Elia dedicavano tempo alla predicazione. Le parole di Giovanni Battista erano come fuoco, che avevano molta presa sugli ascoltatori.
Gesù predicava usando immagini e metafore che scalfivano l'indifferenza dei più.
Sant'Agostino, altro grande predicatore, diceva che l'omelia deve istruire, piacere, persuadere.
Il predicatore deve parlare "come una madre che parla a suo figlio", "mediante la vicinanza cordiale" di chi predica, "il calore del suo tono di voce, la mansuetudine dello stile delle sue frasi, la gioia dei suoi gesti". Mentre "la predicazione moralistica o indottrinante, ed anche quella che si trasforma in una lezione di esegesi, riducono questa comunicazione tra i cuori".
Monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo alla domanda se è importante mettersi nei panni di chi ascolta l'omelia risponde:
"Certo, è la prima cosa. Pensare che cosa chi ascolta ha bisogno di sentire alla luce di una seria riflessione sulla Parola. E' un modo per essere "con" la comunità: "Per voi sono vescovo, con voi sono cristiano", diceva Agostino".
Monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo alla domanda se è importante mettersi nei panni di chi ascolta l'omelia risponde:
"Certo, è la prima cosa. Pensare che cosa chi ascolta ha bisogno di sentire alla luce di una seria riflessione sulla Parola. E' un modo per essere "con" la comunità: "Per voi sono vescovo, con voi sono cristiano", diceva Agostino".
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